Questo lavoro presenta un questionario sviluppato per raccogliere ed esplorare le rappresentazioni e gli atteggiamenti degli insegnanti rispetto al recente e considerevole aumento di diagnosi di Disturbi Specifici dell'Apprendimento (DSA) nelle scuole italiane. Il questionario Rappresentazione e Atteggiamenti rispetto ai DSA (RADSA) è stato elaborato sulla base della letteratura di riferimento e di 11 focus group con 92 insegnanti italiani di scuola primaria (96.7% femmine, età M = 47.2 anni, DS = 8.8). I trascritti dei focus group sono stati analizzati con il software T-LAB (Lancia 2012, 2018) e i contenuti sono stati convertiti in item per il questionario. Successivamente, è stata condotta un'analisi fattoriale esplorativa (con rotazione Direct Oblmin) sulle risposte di 111 insegnanti italiani di scuola primaria, per la maggior parte femmine (94.6%), che hanno partecipato alla seconda fase dello studio. Il range di età di questo secondo campione era compreso tra i 25 e i 63 anni (M = 46.1, DS = 9.34), con una media di 20.18 anni di insegnamento (DS = 11.49). Il questionario RADSA, grazie ai suoi 62 item, divisi in 12 sottoscale, è risultato capace di riflettere la complessità dell'argomento e rappresenta uno strumento di valutazione mirato ad esplorare gli atteggiamenti di insegnanti ed educatori verso la diagnosi di DSA, specialmente quelli che possono minare la qualità della relazione alunno-insegnante. Siccome il RADSA è in grado di identificare le principali rappresentazioni personali riguardanti gli alunni con DSA, si possono progettare interventi mirati per uno specifico contesto educativo, basandoli sui risultati ottenuti dalla sua somministrazione.
{"title":"Rappresentazioni e atteggiamenti degli insegnanti verso le diagnosi di DSA: costruzione e validazione preliminare di un questionario","authors":"E. Florio, Letizia Caso, I. Castelli","doi":"10.3280/rip2022oa13224","DOIUrl":"https://doi.org/10.3280/rip2022oa13224","url":null,"abstract":"Questo lavoro presenta un questionario sviluppato per raccogliere ed esplorare le rappresentazioni e gli atteggiamenti degli insegnanti rispetto al recente e considerevole aumento di diagnosi di Disturbi Specifici dell'Apprendimento (DSA) nelle scuole italiane. Il questionario Rappresentazione e Atteggiamenti rispetto ai DSA (RADSA) è stato elaborato sulla base della letteratura di riferimento e di 11 focus group con 92 insegnanti italiani di scuola primaria (96.7% femmine, età M = 47.2 anni, DS = 8.8). I trascritti dei focus group sono stati analizzati con il software T-LAB (Lancia 2012, 2018) e i contenuti sono stati convertiti in item per il questionario. Successivamente, è stata condotta un'analisi fattoriale esplorativa (con rotazione Direct Oblmin) sulle risposte di 111 insegnanti italiani di scuola primaria, per la maggior parte femmine (94.6%), che hanno partecipato alla seconda fase dello studio. Il range di età di questo secondo campione era compreso tra i 25 e i 63 anni (M = 46.1, DS = 9.34), con una media di 20.18 anni di insegnamento (DS = 11.49). Il questionario RADSA, grazie ai suoi 62 item, divisi in 12 sottoscale, è risultato capace di riflettere la complessità dell'argomento e rappresenta uno strumento di valutazione mirato ad esplorare gli atteggiamenti di insegnanti ed educatori verso la diagnosi di DSA, specialmente quelli che possono minare la qualità della relazione alunno-insegnante. Siccome il RADSA è in grado di identificare le principali rappresentazioni personali riguardanti gli alunni con DSA, si possono progettare interventi mirati per uno specifico contesto educativo, basandoli sui risultati ottenuti dalla sua somministrazione.","PeriodicalId":41732,"journal":{"name":"Ricerche di Psicologia","volume":" ","pages":""},"PeriodicalIF":0.2,"publicationDate":"2022-05-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"49413673","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Giacomo Mancini, Nicole Righi, E. Trombini, R. Biolcati
La presente rassegna si propone di esaminare le pubblicazioni scientifiche internazionali che hanno indagato il rapporto tra l'Intelligenza Emotiva (intesa secondo il modello dei tratti e valutata attraverso questionari self-report), e il burnout professionale (caratterizzato da esaurimento emotivo, sentimenti di depersonalizzazione e ridotta autoefficacia) negli insegnanti di scuola primaria. Le recenti ricerche in questo campo, che non sono ancora state sufficientemente sistematizzate, sottolineano infatti l'importanza delle competenze emotive per facilitare e migliorare sia la prestazione lavorativa dei docenti, sia i processi di insegnamento-apprendimento. Alti livelli di Intelligenza Emotiva negli insegnanti sono correlati da un lato a una riduzione dello stress e dell'affaticamento emotivo, e dall'altro ad una maggiore soddisfazione personale nello svolgimento del proprio lavoro; inoltre, sono associati a migliori rapporti con tutti i protagonisti dell'ambiente educativo, con conseguenti effetti positivi sulla qualità della relazione con gli alunni e delle acquisizioni dei saperi.
{"title":"Intelligenza emotiva di tratto e burnout professionale negli insegnanti di scuola primaria. Una revisione della letteratura","authors":"Giacomo Mancini, Nicole Righi, E. Trombini, R. Biolcati","doi":"10.3280/rip2022oa13705","DOIUrl":"https://doi.org/10.3280/rip2022oa13705","url":null,"abstract":"La presente rassegna si propone di esaminare le pubblicazioni scientifiche internazionali che hanno indagato il rapporto tra l'Intelligenza Emotiva (intesa secondo il modello dei tratti e valutata attraverso questionari self-report), e il burnout professionale (caratterizzato da esaurimento emotivo, sentimenti di depersonalizzazione e ridotta autoefficacia) negli insegnanti di scuola primaria. Le recenti ricerche in questo campo, che non sono ancora state sufficientemente sistematizzate, sottolineano infatti l'importanza delle competenze emotive per facilitare e migliorare sia la prestazione lavorativa dei docenti, sia i processi di insegnamento-apprendimento. Alti livelli di Intelligenza Emotiva negli insegnanti sono correlati da un lato a una riduzione dello stress e dell'affaticamento emotivo, e dall'altro ad una maggiore soddisfazione personale nello svolgimento del proprio lavoro; inoltre, sono associati a migliori rapporti con tutti i protagonisti dell'ambiente educativo, con conseguenti effetti positivi sulla qualità della relazione con gli alunni e delle acquisizioni dei saperi.","PeriodicalId":41732,"journal":{"name":"Ricerche di Psicologia","volume":" ","pages":""},"PeriodicalIF":0.2,"publicationDate":"2022-05-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"47386443","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Substantial evidence has been collected over decades of research on the relationships between optimal classroom management and student learning. In addition, there is a growing body of research on teachers' beliefs, in which their relationships with teachers' practices is viewed as significant. This study investigated classroom management practices in a sample of 1,056 Italian teachers working from pre-primary to secondary school, to analyse the differences by school level and teaching experience, and their associations with three categories of teachers' beliefs: self-efficacy, teaching beliefs and intelligence conceptions. Three dimensions of classroom management were considered: educational relationships, active strategies and emotion regulation. The results show that teachers differ in their practices in relation to school level and years of experience, with associations between different categories of beliefs highlighted. Classroom management was positively linked to self-efficacy, constructive teaching beliefs and constructive intelligence conceptions, and negatively linked to traditional teaching beliefs and innate intelligence conceptions. Hierarchical multiple regression analyses that considered the three dimensions of classroom management as dependent variables highlighted the concurrent contribution of: innate and constructive teaching beliefs for educational relationships; school level, intelligence conceptions, constructive teaching beliefs and self-efficacy on classroom management for active strategies; and school level for emotion regulation. These results confirm the strong relationships between classroom management and teachers' beliefs and conceptions. Thus, it is important for teachers to develop reflective processes of their own practices.
{"title":"The role of teachers' intelligence conceptions, teaching beliefs and self-efficacy on classroom management practices","authors":"M. Catalano, G. Vecchio, P. Perucchini","doi":"10.3280/rip2022oa13394","DOIUrl":"https://doi.org/10.3280/rip2022oa13394","url":null,"abstract":"Substantial evidence has been collected over decades of research on the relationships between optimal classroom management and student learning. In addition, there is a growing body of research on teachers' beliefs, in which their relationships with teachers' practices is viewed as significant. This study investigated classroom management practices in a sample of 1,056 Italian teachers working from pre-primary to secondary school, to analyse the differences by school level and teaching experience, and their associations with three categories of teachers' beliefs: self-efficacy, teaching beliefs and intelligence conceptions. Three dimensions of classroom management were considered: educational relationships, active strategies and emotion regulation. The results show that teachers differ in their practices in relation to school level and years of experience, with associations between different categories of beliefs highlighted. Classroom management was positively linked to self-efficacy, constructive teaching beliefs and constructive intelligence conceptions, and negatively linked to traditional teaching beliefs and innate intelligence conceptions. Hierarchical multiple regression analyses that considered the three dimensions of classroom management as dependent variables highlighted the concurrent contribution of: innate and constructive teaching beliefs for educational relationships; school level, intelligence conceptions, constructive teaching beliefs and self-efficacy on classroom management for active strategies; and school level for emotion regulation. These results confirm the strong relationships between classroom management and teachers' beliefs and conceptions. Thus, it is important for teachers to develop reflective processes of their own practices.","PeriodicalId":41732,"journal":{"name":"Ricerche di Psicologia","volume":" ","pages":""},"PeriodicalIF":0.2,"publicationDate":"2022-05-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"44605382","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Martina Panzeri, Gaia Santarpia, Chiara Fusar Poli, S. Molgora, E. Saita, F. Facchin
Il Covid-19 è comparso a Wuhan, in Cina, nel dicembre del 2019. La malattia causa difficoltà respiratorie e numerose altre complicazioni quali stanchezza, febbre, dolori muscolari e, in alcuni casi, diarrea e vomito, e può essere fatale.La correlazione tra malattie infettive e disagio psicologico è già emersa durante altre epidemie, come quella di SARS (Severe Acute Respiratory Syndrome) e di Ebola. Questa revisione sistematica della letteratura è volta ad indagare le ripercussioni psicologiche a breve termine che il Covid-19 può avere sulla popolazione generale. Mediante una procedura di analisi tematica sono stati individuati dei temi ricorrenti negli articoli selezionati. I risultati più significativi riguardano l'impatto dei social media e le ripercussioni a livello di ansia e depressione.In particolare, le notizie false trasmesse dai media alimentano ulteriormente l'ansia provata dalla maggior parte della popolazione e fattori quali l'essere giovani o anziani, l'essere studenti, poco istruiti, divorziati o vedovi contribuiscono ulteriormente a peggiorare la sintomatologia. Seguire, invece, le linee-guida proposte dal Governo e avere informazioni chiare e comprensibili si sono rivelati due fattori di protezione contro l'insorgenza di sintomi ansiosi. Dalla ricerca è emerso un bisogno di monitoraggio per le popolazioni più a rischio e la necessità di studiare questi fenomeni sul lungo periodo, replicando gli studi in Paesi occidentali.
{"title":"L'impatto psicologico a breve termine del Covid-19: una revisione sistematica della letteratura","authors":"Martina Panzeri, Gaia Santarpia, Chiara Fusar Poli, S. Molgora, E. Saita, F. Facchin","doi":"10.3280/rip2021oa13103","DOIUrl":"https://doi.org/10.3280/rip2021oa13103","url":null,"abstract":"Il Covid-19 è comparso a Wuhan, in Cina, nel dicembre del 2019. La malattia causa difficoltà respiratorie e numerose altre complicazioni quali stanchezza, febbre, dolori muscolari e, in alcuni casi, diarrea e vomito, e può essere fatale.La correlazione tra malattie infettive e disagio psicologico è già emersa durante altre epidemie, come quella di SARS (Severe Acute Respiratory Syndrome) e di Ebola. Questa revisione sistematica della letteratura è volta ad indagare le ripercussioni psicologiche a breve termine che il Covid-19 può avere sulla popolazione generale. Mediante una procedura di analisi tematica sono stati individuati dei temi ricorrenti negli articoli selezionati. I risultati più significativi riguardano l'impatto dei social media e le ripercussioni a livello di ansia e depressione.In particolare, le notizie false trasmesse dai media alimentano ulteriormente l'ansia provata dalla maggior parte della popolazione e fattori quali l'essere giovani o anziani, l'essere studenti, poco istruiti, divorziati o vedovi contribuiscono ulteriormente a peggiorare la sintomatologia. Seguire, invece, le linee-guida proposte dal Governo e avere informazioni chiare e comprensibili si sono rivelati due fattori di protezione contro l'insorgenza di sintomi ansiosi. Dalla ricerca è emerso un bisogno di monitoraggio per le popolazioni più a rischio e la necessità di studiare questi fenomeni sul lungo periodo, replicando gli studi in Paesi occidentali.","PeriodicalId":41732,"journal":{"name":"Ricerche di Psicologia","volume":" ","pages":""},"PeriodicalIF":0.2,"publicationDate":"2022-02-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"42651776","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Non sono molti gli studi e le ricerche sull'ageismo in Italia e limitate sono anche le casistiche. Eppure, l'aumento della popolazione anziana è un dato costante nel nostro paese, come in Europa e in tutto l'occidente industrialmente avanzato. Gli esperti di psicogeriatria, o coloro che tra gli psicologi scelgono di occuparsi a livello valutativo, clinico, assistenziale, trattamentale, terapeutico, di soggetti in età geriatrica, sono una netta minoranza, rispetto ad aree, bisogni, fasce di età, maggiormente frequentati dai professionisti della salute mentale (si pensi alla età evolutiva, all'adolescenza, o alla età adulta). Eppure, l'aumento notevole dei soggetti anziani comporta la presenza di bisogni di salute, anche e soprattutto psicologica, fino ad ora poco considerati e per questo i professionisti della salute e del benessere mentale sono chiamati a fare uno sforzo per riconoscerli e per poter poi calibrare i loro interventi clinici, assistenziali e terapeutici. L'ageismo, cioè il pregiudizio nei confronti di soggetti in età geriatrica, può caratterizzare anche gli operatori dell'area sociosanitaria, tra cui gli psicologi. Il presente lavoro fa parte di un progetto di ricerca molto più ampio, ancora in fase di implementazione, e vuole rappresentare un iniziale contributo di ricerca di letteratura sul tema ageismo e psicologi.
{"title":"Ageismo e psicologi: breve narrative review della letteratura","authors":"R. Maglie, Claudia Marin, I. Grattagliano","doi":"10.3280/rip2021oa13312","DOIUrl":"https://doi.org/10.3280/rip2021oa13312","url":null,"abstract":"Non sono molti gli studi e le ricerche sull'ageismo in Italia e limitate sono anche le casistiche. Eppure, l'aumento della popolazione anziana è un dato costante nel nostro paese, come in Europa e in tutto l'occidente industrialmente avanzato. Gli esperti di psicogeriatria, o coloro che tra gli psicologi scelgono di occuparsi a livello valutativo, clinico, assistenziale, trattamentale, terapeutico, di soggetti in età geriatrica, sono una netta minoranza, rispetto ad aree, bisogni, fasce di età, maggiormente frequentati dai professionisti della salute mentale (si pensi alla età evolutiva, all'adolescenza, o alla età adulta). Eppure, l'aumento notevole dei soggetti anziani comporta la presenza di bisogni di salute, anche e soprattutto psicologica, fino ad ora poco considerati e per questo i professionisti della salute e del benessere mentale sono chiamati a fare uno sforzo per riconoscerli e per poter poi calibrare i loro interventi clinici, assistenziali e terapeutici. L'ageismo, cioè il pregiudizio nei confronti di soggetti in età geriatrica, può caratterizzare anche gli operatori dell'area sociosanitaria, tra cui gli psicologi. Il presente lavoro fa parte di un progetto di ricerca molto più ampio, ancora in fase di implementazione, e vuole rappresentare un iniziale contributo di ricerca di letteratura sul tema ageismo e psicologi.","PeriodicalId":41732,"journal":{"name":"Ricerche di Psicologia","volume":" ","pages":""},"PeriodicalIF":0.2,"publicationDate":"2022-02-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"49416624","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
S. Rizzi, S. Carbone, Valeria Donisi, S. Gabrielli, per conto del Consorzio UPRIGHT
Il legame tra resilienza, benessere mentale e qualità della vita percepita è ormai noto in letteratura e indagare tali dimensioni in età adolescenziale è fondamentale per sviluppare azioni di prevenzione e promozione atte a costituire le basi per una buona salute mentale in età adulta. L'articolo riporta i risultati di un'indagine condotta su un campione di 460 studenti trentini, utilizzando tre strumenti (READ, WEMWBS e KIDSCREEN-10), nell'ambito di uno studio multicentrico condotto dal progetto europeo UPRIGHT (Universal Preventive Resilience Intervention Globally Implemented In Schools To Improve And Promote Mental Health For Teenagers, cioè "intervento di prevenzione universale basato sulla resilienza e implementato nelle scuole per migliorare e promuovere la salute mentale degli adolescenti") finanziato dal programma Horizon 2020 dell'Unione Europea. Sono state prese in considerazione le differenze di genere e operato un confronto con i valori normativi dei campioni di validazione degli strumenti.Dai questionari risulta che le adolescenti riportano livelli di risorse sociali significativamente più alti rispetto agli studenti maschi, mentre per quanto riguarda la qualità della vita, in linea con quanto indicato dalla letteratura, sono gli studenti maschi a riportare valori più elevati.
{"title":"Resilienza, benessere mentale e qualità della vita nella prima adolescenza: indagine su un campione di adolescenti di 11-14 anni nella provincia autonoma di","authors":"S. Rizzi, S. Carbone, Valeria Donisi, S. Gabrielli, per conto del Consorzio UPRIGHT","doi":"10.3280/rip2021oa13225","DOIUrl":"https://doi.org/10.3280/rip2021oa13225","url":null,"abstract":"Il legame tra resilienza, benessere mentale e qualità della vita percepita è ormai noto in letteratura e indagare tali dimensioni in età adolescenziale è fondamentale per sviluppare azioni di prevenzione e promozione atte a costituire le basi per una buona salute mentale in età adulta. L'articolo riporta i risultati di un'indagine condotta su un campione di 460 studenti trentini, utilizzando tre strumenti (READ, WEMWBS e KIDSCREEN-10), nell'ambito di uno studio multicentrico condotto dal progetto europeo UPRIGHT (Universal Preventive Resilience Intervention Globally Implemented In Schools To Improve And Promote Mental Health For Teenagers, cioè \"intervento di prevenzione universale basato sulla resilienza e implementato nelle scuole per migliorare e promuovere la salute mentale degli adolescenti\") finanziato dal programma Horizon 2020 dell'Unione Europea. Sono state prese in considerazione le differenze di genere e operato un confronto con i valori normativi dei campioni di validazione degli strumenti.Dai questionari risulta che le adolescenti riportano livelli di risorse sociali significativamente più alti rispetto agli studenti maschi, mentre per quanto riguarda la qualità della vita, in linea con quanto indicato dalla letteratura, sono gli studenti maschi a riportare valori più elevati.","PeriodicalId":41732,"journal":{"name":"Ricerche di Psicologia","volume":" ","pages":""},"PeriodicalIF":0.2,"publicationDate":"2022-02-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"45216902","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
A. Antonietti, C. Cipolli, Rossana De Beni, Anna Maria Della Vedova, S. Di Nuovo, M. Fulcheri, G. Guerrini, L. Peirone, A. Porro, P. Vigorelli
L'articolo ricostruisce il contributo alla psicologia di Carlo Cristini. In particolare si mettono in evidenza gli apporti allo studio dell'invecchiamento sano e patologico, alla formazione degli operatori e dei caregiver degli anziani e allo scambio inter-disciplinare. Viene sottolineato l'approccio volto a valorizzare le risorse dell'anziano e a riconoscere l'unicità dell'individuo. Si ricorda infine l'opera sul piano istituzionale.
{"title":"Carlo Cristini: un ricordo a pi&ugrav","authors":"A. Antonietti, C. Cipolli, Rossana De Beni, Anna Maria Della Vedova, S. Di Nuovo, M. Fulcheri, G. Guerrini, L. Peirone, A. Porro, P. Vigorelli","doi":"10.3280/rip2021oa13098","DOIUrl":"https://doi.org/10.3280/rip2021oa13098","url":null,"abstract":"L'articolo ricostruisce il contributo alla psicologia di Carlo Cristini. In particolare si mettono in evidenza gli apporti allo studio dell'invecchiamento sano e patologico, alla formazione degli operatori e dei caregiver degli anziani e allo scambio inter-disciplinare. Viene sottolineato l'approccio volto a valorizzare le risorse dell'anziano e a riconoscere l'unicità dell'individuo. Si ricorda infine l'opera sul piano istituzionale.","PeriodicalId":41732,"journal":{"name":"Ricerche di Psicologia","volume":" ","pages":""},"PeriodicalIF":0.2,"publicationDate":"2022-02-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"42877938","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Scopo: L'intervento precoce nell'ambito della psicosi dimostra che, intervenendo immediatamente in presenza di sintomi psicotici, è possibile osservare un tasso di successo terapeutico elevato. Inoltre, questo tipo di trattamento massimizza l'efficacia degli interventi terapeutici includendo non solo la figura dello psichiatra, ma anche quella dello psicologo e di altre figure socio-sanitarie. Questo studio si propone di identificare trattamenti terapeutici e assistenziali innovativi e di indagare gli effetti di un trattamento integrato e multidimensionale a distanza di un anno su soggetti con stato mentale a rischio. Metodi: Il presente studio catamnestico ha osservato 30 giovani pazienti (suddivisi in due gruppi da 15) durante un anno di trattamento, confrontando il protocollo di cura standard con un intervento precoce specializzato, denominato Programma TR-43. Il trattamento terapeutico e i risultati sono stati valutati attraverso le consultazioni delle cartelle cliniche dei soggetti e della Scala di Valutazione Globale del Funzionamento (GAF) da parte dei clinici. Risultati: Il gruppo che ha partecipato al Programma TR-43 ha presentato un aumento del punteggio GAF statisticamente significativo. Tale gruppo ha visto una presenza più consistente di professionisti complementari allo psichiatra come lo psicologico, l'infermiere, l'assistente sociale e/o l'educatore di riferimento.Conclusioni: L'esito positivo osservato in tutto il gruppo del Programma TR-43 si basa su un'appropriata gestione del paziente. Un trattamento integrato e multidimensionale, come quello proposto, può quindi produrre risultati clinici migliori rispetto ad uno generico che coinvolga principalmente la figura dello psichiatra. Una riduzione della sua presenza, come nel caso del Programma TR-43, può permettere al paziente di sentirsi meno medicalizzato e più coinvolto nel suo percorso di cura.
{"title":"Intervento precoce nella psicosi. In che modo può essere utile? Uno studio catamnestico in un centro di salute mentale i","authors":"Osmano Oasi, C. Rossi, A. Barlocco, R. Bezzi","doi":"10.3280/rip2021oa13393","DOIUrl":"https://doi.org/10.3280/rip2021oa13393","url":null,"abstract":"Scopo: L'intervento precoce nell'ambito della psicosi dimostra che, intervenendo immediatamente in presenza di sintomi psicotici, è possibile osservare un tasso di successo terapeutico elevato. Inoltre, questo tipo di trattamento massimizza l'efficacia degli interventi terapeutici includendo non solo la figura dello psichiatra, ma anche quella dello psicologo e di altre figure socio-sanitarie. Questo studio si propone di identificare trattamenti terapeutici e assistenziali innovativi e di indagare gli effetti di un trattamento integrato e multidimensionale a distanza di un anno su soggetti con stato mentale a rischio. Metodi: Il presente studio catamnestico ha osservato 30 giovani pazienti (suddivisi in due gruppi da 15) durante un anno di trattamento, confrontando il protocollo di cura standard con un intervento precoce specializzato, denominato Programma TR-43. Il trattamento terapeutico e i risultati sono stati valutati attraverso le consultazioni delle cartelle cliniche dei soggetti e della Scala di Valutazione Globale del Funzionamento (GAF) da parte dei clinici. Risultati: Il gruppo che ha partecipato al Programma TR-43 ha presentato un aumento del punteggio GAF statisticamente significativo. Tale gruppo ha visto una presenza più consistente di professionisti complementari allo psichiatra come lo psicologico, l'infermiere, l'assistente sociale e/o l'educatore di riferimento.Conclusioni: L'esito positivo osservato in tutto il gruppo del Programma TR-43 si basa su un'appropriata gestione del paziente. Un trattamento integrato e multidimensionale, come quello proposto, può quindi produrre risultati clinici migliori rispetto ad uno generico che coinvolga principalmente la figura dello psichiatra. Una riduzione della sua presenza, come nel caso del Programma TR-43, può permettere al paziente di sentirsi meno medicalizzato e più coinvolto nel suo percorso di cura. ","PeriodicalId":41732,"journal":{"name":"Ricerche di Psicologia","volume":" ","pages":""},"PeriodicalIF":0.2,"publicationDate":"2022-02-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"44106938","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Valentina Tirelli, Maria Clara Cavallini, Silvia Flauto, Luisa Amato, A. Meneghelli, E. Monzani
La ricerca e la pratica clinica più innovative stanno evidenziando un'area di bisogno rappresentata dalle esigenze di persone giovani nelle fasi iniziali delle psicosi schizofreniche, che, in mancanza di un'individuazione tempestiva e di un intervento specifico e mirato, possono scivolare verso un aggravamento della patologia, compromettendo la possibilità di realizzare un soddisfacente progetto esistenziale.Gli interventi di sostegno allo studio nei giovani a rischio psicotico portano ad esiti positivi come il diploma, il titolo di laurea, lo sviluppo di abilità interpersonali e l'occupazione lavorativa, mentre il dropout scolastico in questa fase può portare all'arresto dello sviluppo di competenze interpersonali cruciali in una varietà di ruoli di vita. Nonostante le evidenze, pochi studi prima d'ora si sono occupati di sistematizzare un intervento di sostegno allo studio efficace per questa popolazione.Questo studio-pilota si propone di analizzare gli esiti di un intervento volto all'implementazione di alcune abilità di studio (Goal Setting, Auto-monitoraggio e componenti di Abilità di Studio) su un campione di studenti definiti a rischio o in fase di esordio psicotico.Le strategie sono state identificate dalla letteratura come importanti componenti dell'autogestione del comportamento che minimizzano il rischio di fallimenti scolastici.
{"title":"Abilità di studio nell'intervento precoce per le psicosi: uno studio pilota su tre p","authors":"Valentina Tirelli, Maria Clara Cavallini, Silvia Flauto, Luisa Amato, A. Meneghelli, E. Monzani","doi":"10.3280/rip2021oa13223","DOIUrl":"https://doi.org/10.3280/rip2021oa13223","url":null,"abstract":"La ricerca e la pratica clinica più innovative stanno evidenziando un'area di bisogno rappresentata dalle esigenze di persone giovani nelle fasi iniziali delle psicosi schizofreniche, che, in mancanza di un'individuazione tempestiva e di un intervento specifico e mirato, possono scivolare verso un aggravamento della patologia, compromettendo la possibilità di realizzare un soddisfacente progetto esistenziale.Gli interventi di sostegno allo studio nei giovani a rischio psicotico portano ad esiti positivi come il diploma, il titolo di laurea, lo sviluppo di abilità interpersonali e l'occupazione lavorativa, mentre il dropout scolastico in questa fase può portare all'arresto dello sviluppo di competenze interpersonali cruciali in una varietà di ruoli di vita. Nonostante le evidenze, pochi studi prima d'ora si sono occupati di sistematizzare un intervento di sostegno allo studio efficace per questa popolazione.Questo studio-pilota si propone di analizzare gli esiti di un intervento volto all'implementazione di alcune abilità di studio (Goal Setting, Auto-monitoraggio e componenti di Abilità di Studio) su un campione di studenti definiti a rischio o in fase di esordio psicotico.Le strategie sono state identificate dalla letteratura come importanti componenti dell'autogestione del comportamento che minimizzano il rischio di fallimenti scolastici.","PeriodicalId":41732,"journal":{"name":"Ricerche di Psicologia","volume":" ","pages":""},"PeriodicalIF":0.2,"publicationDate":"2022-02-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"45387424","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Concetta Papapicco, Anna Lacerenza, Luigi Tinella, Tiziana Lanciano, Antonietta Curci, A. Taurino, A. Stella
La pandemia da COVID-19 ha costretto le università a ripensare ad un setting nuovo per la consulenza psicologica dedicata agli studenti, ovvero la riformulazione del servizio in modalità remota. Il presente studio mira ad indagare il costrutto di "soddisfazione" degli studenti che hanno usufruito del servizio di Counseling Psicologico dell'Università degli Studi di Bari durante il periodo della prima ondata della pandemia da COVID-19. La ricerca condotta ha inteso analizzare quanti-qualitativamente il questionario di soddifazione somministrato agli studenti al termine del percorso. Lo strumento esplora le seguenti sottodimensioni legate all'esperienza vissuta: aspetti positivi; aspetti negativi; opinioni e suggerimenti di modifica. Le risposte degli studenti sono state analizzate tramite Sentiment Analysis automatica e Analisi Critica del Discorso. I risultati dimostrano che il servizio di Counseling Psicologico UniBA è stato una reale opportunità, soprattutto nel periodo di lockdown dovuto alla pandemia per i suoi punti di forza legati alla professionalità degli operatori e alla qualità del servizio.
{"title":"Counseling psicologico in remoto: la soddisfazione degli studenti durante la pandemia COVID-19","authors":"Concetta Papapicco, Anna Lacerenza, Luigi Tinella, Tiziana Lanciano, Antonietta Curci, A. Taurino, A. Stella","doi":"10.3280/rip2021oa12897","DOIUrl":"https://doi.org/10.3280/rip2021oa12897","url":null,"abstract":"La pandemia da COVID-19 ha costretto le università a ripensare ad un setting nuovo per la consulenza psicologica dedicata agli studenti, ovvero la riformulazione del servizio in modalità remota. Il presente studio mira ad indagare il costrutto di \"soddisfazione\" degli studenti che hanno usufruito del servizio di Counseling Psicologico dell'Università degli Studi di Bari durante il periodo della prima ondata della pandemia da COVID-19. La ricerca condotta ha inteso analizzare quanti-qualitativamente il questionario di soddifazione somministrato agli studenti al termine del percorso. Lo strumento esplora le seguenti sottodimensioni legate all'esperienza vissuta: aspetti positivi; aspetti negativi; opinioni e suggerimenti di modifica. Le risposte degli studenti sono state analizzate tramite Sentiment Analysis automatica e Analisi Critica del Discorso. I risultati dimostrano che il servizio di Counseling Psicologico UniBA è stato una reale opportunità, soprattutto nel periodo di lockdown dovuto alla pandemia per i suoi punti di forza legati alla professionalità degli operatori e alla qualità del servizio.","PeriodicalId":41732,"journal":{"name":"Ricerche di Psicologia","volume":" ","pages":""},"PeriodicalIF":0.2,"publicationDate":"2022-02-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"43110620","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}