Pub Date : 2022-01-02DOI: 10.1080/02614340.2022.2101219
Guylian Nemegeer
SOMMARIO Il saggio analizza il ruolo della cultura umanistico-rinascimentale nella riflessione sulla rinascita nazionale sviluppata da Gabriele d’Annunzio. Dopo un’iniziale esplorazione dei dibattiti sulla decadenza e sulla rinascita nazionale da una parte, e sulla condanna del Rinascimento nella cultura europea e nell’Italia post-unitaria dall’altra, il saggio si sofferma sulla posizione di d'Annunzio all’interno di tali dibattiti, e mostra che l’opera dannunziana dà espressione a un progetto di rinascita nel quale la riscoperta della cultura umanistico-rinascimentale ha una funzione centrale. Tale riscoperta permette all’autore di rivendicare la superiorità della nazione italiana nel contesto europeo e si contrappone alle coeve letture del Rinascimento, che era soggetto a stigmatizzazione sia nel dibattito italiano sulla nazione che in quello europeo sulla modernità.
摘要这篇文章分析了文艺复兴时期人文主义文化在加布里埃尔·达南齐奥(Gabriele d '安南遮)关于国家复兴的思考中的作用。辩论后最初勘探的撤销和国家复兴的一个组成部分,关于欧洲文艺复兴时期的文化中谴责和意大利post-unitaria d’Annunzio立场的另一方面,谈到了这些讨论的内部,并展示了歌剧dannunziana体现在一个在复兴项目,中央有一颗功能umanistico-rinascimentale文化的重新发现。这种重新发现使作者能够在欧洲范围内宣称意大利民族的优越性,并与文艺复兴时期的类似著作形成对比。文艺复兴时期的著作在意大利关于国家的辩论和欧洲关于现代性的辩论中都受到了污蔑。
{"title":"Umanesimo, Rinascimento e rinascita nazionale in Gabriele d’Annunzio*","authors":"Guylian Nemegeer","doi":"10.1080/02614340.2022.2101219","DOIUrl":"https://doi.org/10.1080/02614340.2022.2101219","url":null,"abstract":"SOMMARIO Il saggio analizza il ruolo della cultura umanistico-rinascimentale nella riflessione sulla rinascita nazionale sviluppata da Gabriele d’Annunzio. Dopo un’iniziale esplorazione dei dibattiti sulla decadenza e sulla rinascita nazionale da una parte, e sulla condanna del Rinascimento nella cultura europea e nell’Italia post-unitaria dall’altra, il saggio si sofferma sulla posizione di d'Annunzio all’interno di tali dibattiti, e mostra che l’opera dannunziana dà espressione a un progetto di rinascita nel quale la riscoperta della cultura umanistico-rinascimentale ha una funzione centrale. Tale riscoperta permette all’autore di rivendicare la superiorità della nazione italiana nel contesto europeo e si contrappone alle coeve letture del Rinascimento, che era soggetto a stigmatizzazione sia nel dibattito italiano sulla nazione che in quello europeo sulla modernità.","PeriodicalId":42720,"journal":{"name":"Italianist","volume":null,"pages":null},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2022-01-02","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"44481452","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2022-01-02DOI: 10.1080/02614340.2022.2145771
Fulvio Lorefice
SOMMARIO L’articolo si focalizza sullo studio Mussolini il rivoluzionario di Renzo De Felice, che sin dalla pubblicazione nel 1965 rappresenta uno spartiacque negli studi storiografici sul fascismo e le sue origini, per rispondere alla seguente domanda di ricerca: come, in che misura e con quale logica la pubblicazione di Mussolini il rivoluzionario suscitò l’attenzione dell’intellettualità dell’epoca? Sono quindi state passate in rassegna le recensioni del volume ed esaminati criticamente i profili della ricostruzione e dell’interpretazione defeliciana maggiormente dibattuti. Vengono quindi discussi quattro ‘nodi’ storiografici: il profilo intellettuale e politico del dittatore; le ragioni della svolta interventista; i caratteri politici dei Fasci di Combattimento; l’operato del Partito socialista rispetto alla guerra mondiale. La ricostruzione defeliciana del quadro politico-ideale nel quale si realizzò il passaggio di Mussolini dal socialismo al fascismo e il tentativo di comprenderne termini e modalità, contribuirono a porre su basi nuove il percorso di studi in materia.
{"title":"La ricezione di Mussolini il rivoluzionario di Renzo De Felice nel dibattito storiografico degli anni Sessanta","authors":"Fulvio Lorefice","doi":"10.1080/02614340.2022.2145771","DOIUrl":"https://doi.org/10.1080/02614340.2022.2145771","url":null,"abstract":"SOMMARIO L’articolo si focalizza sullo studio Mussolini il rivoluzionario di Renzo De Felice, che sin dalla pubblicazione nel 1965 rappresenta uno spartiacque negli studi storiografici sul fascismo e le sue origini, per rispondere alla seguente domanda di ricerca: come, in che misura e con quale logica la pubblicazione di Mussolini il rivoluzionario suscitò l’attenzione dell’intellettualità dell’epoca? Sono quindi state passate in rassegna le recensioni del volume ed esaminati criticamente i profili della ricostruzione e dell’interpretazione defeliciana maggiormente dibattuti. Vengono quindi discussi quattro ‘nodi’ storiografici: il profilo intellettuale e politico del dittatore; le ragioni della svolta interventista; i caratteri politici dei Fasci di Combattimento; l’operato del Partito socialista rispetto alla guerra mondiale. La ricostruzione defeliciana del quadro politico-ideale nel quale si realizzò il passaggio di Mussolini dal socialismo al fascismo e il tentativo di comprenderne termini e modalità, contribuirono a porre su basi nuove il percorso di studi in materia.","PeriodicalId":42720,"journal":{"name":"Italianist","volume":null,"pages":null},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2022-01-02","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"46664092","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2022-01-02DOI: 10.1080/02614340.2022.2062937
Alberto Iozzia
ABSTRACT Dennis Perry defines the apocalypse as the breaking up of the predictable universe: the world as we know it starts collapsing, and so does the scale of values everyone relies on. Apocalypse is therefore a massive change of customs, of parameters, of language. These are the very same changes Boccaccio depicted in his collection of novellas: those of a world that was dealing with a plague pandemic during a crucial moment of transition. By using textual evidence, with a particular focus on The Walking Dead – both Robert Kirkman’s comic book (2003–present) and Frank Darabont’s TV series (2010–present) – I show that defining the Decameron as the secular archetype of post-apocalyptic fiction is not a stretch, and that the theme of social reconstruction is of primary importance in Boccaccio’s book, as much as it is crucial in modern apocalyptic and post-apocalyptic literature and cinema.
{"title":"The Horrid Beginning: Boccaccio’s Decameron as Secular Archetype of Post-Apocalyptic Fiction","authors":"Alberto Iozzia","doi":"10.1080/02614340.2022.2062937","DOIUrl":"https://doi.org/10.1080/02614340.2022.2062937","url":null,"abstract":"ABSTRACT Dennis Perry defines the apocalypse as the breaking up of the predictable universe: the world as we know it starts collapsing, and so does the scale of values everyone relies on. Apocalypse is therefore a massive change of customs, of parameters, of language. These are the very same changes Boccaccio depicted in his collection of novellas: those of a world that was dealing with a plague pandemic during a crucial moment of transition. By using textual evidence, with a particular focus on The Walking Dead – both Robert Kirkman’s comic book (2003–present) and Frank Darabont’s TV series (2010–present) – I show that defining the Decameron as the secular archetype of post-apocalyptic fiction is not a stretch, and that the theme of social reconstruction is of primary importance in Boccaccio’s book, as much as it is crucial in modern apocalyptic and post-apocalyptic literature and cinema.","PeriodicalId":42720,"journal":{"name":"Italianist","volume":null,"pages":null},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2022-01-02","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"45852454","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2022-01-02DOI: 10.1080/02614340.2022.2125707
G. Sulis, Vera Gheno
ABSTRACT This conversation focuses on issues of language and gender and on the debates they have generated in Italy over the past forty years: from linguistic sexism to the role and visibility of women, and then to the representation of non-binary identities. After introducing the differences in expressing gender in Italian and in other European languages, it discusses the proposals made regarding these matters since the 1980s, the reactions to them, and their long-term legacy, mainly in relation to the use of female agentives. The interactions between experts and ‘näive linguists’ are presented as a case study of the popularisation of the debate, and the key role of the digital sphere is also highlighted. Finally, recent suggestions to move beyond the overextended masculine to address mixed-gender groups and non-binary people are analysed (from the asterisk to the schwa), in parallel with similar attempts made in other languages.
{"title":"The Debate on Language and Gender in Italy, from the Visibility of Women to Inclusive Language (1980s–2020s)","authors":"G. Sulis, Vera Gheno","doi":"10.1080/02614340.2022.2125707","DOIUrl":"https://doi.org/10.1080/02614340.2022.2125707","url":null,"abstract":"ABSTRACT This conversation focuses on issues of language and gender and on the debates they have generated in Italy over the past forty years: from linguistic sexism to the role and visibility of women, and then to the representation of non-binary identities. After introducing the differences in expressing gender in Italian and in other European languages, it discusses the proposals made regarding these matters since the 1980s, the reactions to them, and their long-term legacy, mainly in relation to the use of female agentives. The interactions between experts and ‘näive linguists’ are presented as a case study of the popularisation of the debate, and the key role of the digital sphere is also highlighted. Finally, recent suggestions to move beyond the overextended masculine to address mixed-gender groups and non-binary people are analysed (from the asterisk to the schwa), in parallel with similar attempts made in other languages.","PeriodicalId":42720,"journal":{"name":"Italianist","volume":null,"pages":null},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2022-01-02","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"41411129","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2022-01-02DOI: 10.1080/02614340.2022.2105012
Daniela Cavallaro
ABSTRACT Drawing on archival material found at the Fondazione Mondadori in Milan, the Archivio Centrale dello Stato in Rome, and the Museo Biblioteca dell’Attore in Genoa, this article recovers and discusses the 1952 play Gli affetti di famiglia, written by Alba de Céspedes and Agostino degli Espinosa. The article focuses on the contribution of degli Espinosa; the several drafts of the play; its themes, characters, and theatrical influences, from Greek tragedy to Filumena Marturano; its references to ancient myths and Christian texts; its reception; and, finally, its position within de Céspedes’ dramatic production.
摘要本文根据在米兰蒙达多利基金会、罗马国家美术馆和热那亚意大利图书馆发现的档案材料,对阿尔巴·德·塞斯佩德斯和阿戈斯蒂诺·德格里·埃斯皮诺萨于1952年创作的戏剧《家庭的Gli afffetti di familylia》进行了复原和讨论。文章着重论述了埃斯皮诺萨的贡献;剧本的几个草稿;其主题、人物和戏剧影响,从希腊悲剧到Filumena Marturano;它引用了古代神话和基督教文本;其接收;最后,它在塞斯佩德斯戏剧作品中的地位。
{"title":"Sins of the Parents: Alba de Céspedes’ and Agostino degli Espinosa’s Gli affetti di famiglia","authors":"Daniela Cavallaro","doi":"10.1080/02614340.2022.2105012","DOIUrl":"https://doi.org/10.1080/02614340.2022.2105012","url":null,"abstract":"ABSTRACT Drawing on archival material found at the Fondazione Mondadori in Milan, the Archivio Centrale dello Stato in Rome, and the Museo Biblioteca dell’Attore in Genoa, this article recovers and discusses the 1952 play Gli affetti di famiglia, written by Alba de Céspedes and Agostino degli Espinosa. The article focuses on the contribution of degli Espinosa; the several drafts of the play; its themes, characters, and theatrical influences, from Greek tragedy to Filumena Marturano; its references to ancient myths and Christian texts; its reception; and, finally, its position within de Céspedes’ dramatic production.","PeriodicalId":42720,"journal":{"name":"Italianist","volume":null,"pages":null},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2022-01-02","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"46904440","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2021-11-30DOI: 10.1080/02614340.2021.1987759
S. Mason, J. Hajek
{"title":"Italian Language Education in Australia: Public Perceptions through the Eyes of the Press","authors":"S. Mason, J. Hajek","doi":"10.1080/02614340.2021.1987759","DOIUrl":"https://doi.org/10.1080/02614340.2021.1987759","url":null,"abstract":"","PeriodicalId":42720,"journal":{"name":"Italianist","volume":null,"pages":null},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2021-11-30","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"47442786","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2021-11-19DOI: 10.1080/02614340.2021.1983981
Serena Laiena
This article examines the reception of professional actresses in Counter-Reformation Italy and explores the causes and phases of their transformation from meretrices to dive. The first part analyses a range of primary sources that report the arguments advanced by their detractors, in particular members of the clergy, for the social exclusion of actresses. It then considers their training as a reason for their inclusion within academies and for their recasting as dive. The second part of the article looks at a selection of published and unpublished encomia composed by different academicians for the actress and singer Virginia Ramponi (1583–c. 1631), and aims to reassess the relationship between actresses and academies in early modern Italy. SOMMARIO L’articolo esamina la ricezione delle attrici dell’arte nel periodo della Controriforma e considera cause e fasi della loro trasformazione da meretrices a dive. Lo studio prende in esame, in primo luogo, un corpus di fonti primarie che documentano le argomentazioni di detrattori, molti dei quali ecclesiastici, volte a denigrare il ruolo delle attrici nella società. Considera, quindi, la formazione delle attrici quale fattore determinante della loro inclusione accademica e della loro trasformazione in dive. Mediante lo studio di una selezione di encomi editi e inediti composti da alcuni accademici per l’attrice e cantante Virginia Ramponi (1583– c. 1631), l’articolo intende infine proporre una rivalutazione dei rapporti tra attrici e accademie nell’Italia del Cinque e Seicento.
本文考察了反宗教改革时期意大利职业女演员的接受情况,探讨了职业女演员从流量表向流量表转变的原因和阶段。第一部分分析了一系列主要来源,这些来源报告了他们的批评者,特别是神职人员,为女演员的社会排斥所提出的论点。然后,它认为他们的训练是他们被纳入学院和重新定位为潜水的原因。文章的第二部分选择了由不同的学者为女演员兼歌手弗吉尼亚·拉姆波尼(1583-c)创作的已发表和未发表的赞美诗。1631),旨在重新评估近代早期意大利女演员与学院之间的关系。我认为这是由于我对我的作品的理解,我认为我对我的作品的理解是我对我的作品的理解是我对我的作品的理解是我对我的作品的理解。同样,在第一阶段,我们的工作室也将在第一个阶段,在第一个阶段,我们将在第一个阶段,在第一个阶段,我们将在第一个阶段,在第一个阶段,我们将在第一个阶段,在第一个阶段,我们将在第一个阶段,在第一个阶段,我们将在第一个阶段,在第一个阶段,我们将在第一个阶段,在第一个阶段,我们将在第一个阶段,在第一个阶段,我们将在第一个阶段,在第一个阶段,我们将在第一个阶段,在第一个阶段,我们将在第一个阶段,在第一个阶段,我们将在第一个阶段。考虑,quindi, la formazione delle attri quale quale determinante della loro inclone academice della loro transformazione in dive。(1583年- 1631年)在意大利的意大利学院(academie nell 'Italia del Cinque e Seicento),在意大利学院(academie nell 'Italia del Cinque e Seicento)。
{"title":"Meretrices ergo Dive: Academic Encomia and the Metamorphosis of Early Modern Actresses","authors":"Serena Laiena","doi":"10.1080/02614340.2021.1983981","DOIUrl":"https://doi.org/10.1080/02614340.2021.1983981","url":null,"abstract":"This article examines the reception of professional actresses in Counter-Reformation Italy and explores the causes and phases of their transformation from meretrices to dive. The first part analyses a range of primary sources that report the arguments advanced by their detractors, in particular members of the clergy, for the social exclusion of actresses. It then considers their training as a reason for their inclusion within academies and for their recasting as dive. The second part of the article looks at a selection of published and unpublished encomia composed by different academicians for the actress and singer Virginia Ramponi (1583–c. 1631), and aims to reassess the relationship between actresses and academies in early modern Italy. SOMMARIO L’articolo esamina la ricezione delle attrici dell’arte nel periodo della Controriforma e considera cause e fasi della loro trasformazione da meretrices a dive. Lo studio prende in esame, in primo luogo, un corpus di fonti primarie che documentano le argomentazioni di detrattori, molti dei quali ecclesiastici, volte a denigrare il ruolo delle attrici nella società. Considera, quindi, la formazione delle attrici quale fattore determinante della loro inclusione accademica e della loro trasformazione in dive. Mediante lo studio di una selezione di encomi editi e inediti composti da alcuni accademici per l’attrice e cantante Virginia Ramponi (1583– c. 1631), l’articolo intende infine proporre una rivalutazione dei rapporti tra attrici e accademie nell’Italia del Cinque e Seicento.","PeriodicalId":42720,"journal":{"name":"Italianist","volume":null,"pages":null},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2021-11-19","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"46866670","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2021-09-10DOI: 10.1080/02614340.2021.1948743
Joseph Francese
The studies of Vincenzo Padula (25 March 1819–8 January 1893) of Calabria’s peasantry (their language, customs, mores, and living conditions) predate Giuseppe Pitrè’s by a decade and were considered a model for literary verismo by Benedetto Croce. I introduce an anglophone audience to this secondary but important author through a discussion of Il Bruzio, a semi-weekly periodical he wrote almost single-handedly and published in Cosenza (1864–1865). In Il Bruzio Padula demonstrates a singular ability to provide a panoramic view of society, adopting the perspective of the working classes, and to probe deeply into the wounds – economic and social, large and small – that afflicted his region. His goal in criticising the religious, political, and administrative policies of the government of the New Italy was to spark reforms aimed at creating a broad consensus among all social and economic classes that would serve as a bulwark against Bourbon revanchism. SOMMARIO Gli studi di Vincenzo Padula (1819–1893) sui contadini calabresi (il loro linguaggio, le tradizioni, la moralità e il vissuto quotidiano) anticipano di un decennio quelli di Pitrè e furono considerati da Croce modelli per il verismo letterario. In questo scritto presento Padula, scrittore minore ma importante, ad un pubblico anglofono, attraverso una discussione de Il Bruzio, un bisettimanale scritto quasi da solo da Padula e pubblicato a Cosenza (1864–1865). Nel Bruzio Padula rivela una rarissima capacità di fornire una veduta panoramica della società cosentina dell’epoca secondo la prospettiva delle classi meno abbienti, al fine di svelarne le secolari piaghe: economiche e sociali, piccole e grandi. L’intellettuale sperava, attraverso la critica della politica interna del governo della Nuova Italia, di dare impeto a riforme atte a creare un consenso popolare il più ampio possibile, e in questo modo ovviare al ritorno dei Borboni al trono del Regno di Napoli.
Vincenzo Padula(1819年3月25日至1893年1月8日)对卡拉布里亚农民(他们的语言、习俗、风俗和生活条件)的研究比Giuseppe Pitrè早了十年,被Benedetto Croce认为是文学真实性的典范。我通过对《布鲁齐奥》(Il Bruzio)的讨论,向讲英语的读者介绍这位次要但重要的作家。《布鲁齐奥》是一本半周刊物,他几乎是独自撰写的,并在《科森扎》(1864-1865)上出版。在《布鲁齐奥》中,帕杜拉展示了一种独特的能力,他以工人阶级的视角,提供了社会的全景,并深入探讨了困扰他所在地区的经济和社会、大大小小的创伤。他批评新意大利政府的宗教、政治和行政政策的目的是激发改革,旨在在所有社会和经济阶层之间建立广泛的共识,作为反对波旁王朝复仇主义的堡垒。SOMMARIO Gli studi Vincenzo Padula (1819-1893) sui contadini calabresi (il loro linguaggio, le tradizioni, la moralitione il vissuto quotidiano)预计,在未来的十年里,我们将在未来的十年里,在未来的十年里,我们将在未来的十年里考虑到这一点。在关于剧本呈现给帕杜拉的问题上,次要的剧本是重要的,而不是公共的英语,这是一个关于Il Bruzio的讨论,是一个关于关于帕杜拉和Cosenza(1864-1865)的讨论。“我的祖国,我的祖国,我的祖国,我的祖国,我的祖国,我的祖国,我的祖国,我的祖国,我的祖国,我的祖国,我的祖国,我的祖国,我的祖国。”我的知识分子,我的新意大利政府,我的新意大利政府,我的新意大利政府,我的新意大利政府,我的新意大利政府,我的新意大利政府,我的新意大利政府,我的新意大利政府,我的新意大利政府,我的新意大利政府,我的新意大利政府,我的新意大利政府。
{"title":"Vincenzo Padula’s Il Bruzio: The Temperament, Needs, Vices, and Virtues of Calabria’s Social Classes in the 1860s","authors":"Joseph Francese","doi":"10.1080/02614340.2021.1948743","DOIUrl":"https://doi.org/10.1080/02614340.2021.1948743","url":null,"abstract":"The studies of Vincenzo Padula (25 March 1819–8 January 1893) of Calabria’s peasantry (their language, customs, mores, and living conditions) predate Giuseppe Pitrè’s by a decade and were considered a model for literary verismo by Benedetto Croce. I introduce an anglophone audience to this secondary but important author through a discussion of Il Bruzio, a semi-weekly periodical he wrote almost single-handedly and published in Cosenza (1864–1865). In Il Bruzio Padula demonstrates a singular ability to provide a panoramic view of society, adopting the perspective of the working classes, and to probe deeply into the wounds – economic and social, large and small – that afflicted his region. His goal in criticising the religious, political, and administrative policies of the government of the New Italy was to spark reforms aimed at creating a broad consensus among all social and economic classes that would serve as a bulwark against Bourbon revanchism. SOMMARIO Gli studi di Vincenzo Padula (1819–1893) sui contadini calabresi (il loro linguaggio, le tradizioni, la moralità e il vissuto quotidiano) anticipano di un decennio quelli di Pitrè e furono considerati da Croce modelli per il verismo letterario. In questo scritto presento Padula, scrittore minore ma importante, ad un pubblico anglofono, attraverso una discussione de Il Bruzio, un bisettimanale scritto quasi da solo da Padula e pubblicato a Cosenza (1864–1865). Nel Bruzio Padula rivela una rarissima capacità di fornire una veduta panoramica della società cosentina dell’epoca secondo la prospettiva delle classi meno abbienti, al fine di svelarne le secolari piaghe: economiche e sociali, piccole e grandi. L’intellettuale sperava, attraverso la critica della politica interna del governo della Nuova Italia, di dare impeto a riforme atte a creare un consenso popolare il più ampio possibile, e in questo modo ovviare al ritorno dei Borboni al trono del Regno di Napoli.","PeriodicalId":42720,"journal":{"name":"Italianist","volume":null,"pages":null},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2021-09-10","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"45740972","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2021-09-10DOI: 10.1080/02614340.2021.1964175
Michael Biasin
The essay considers the encyclical In Praeclara Summorum dedicated by Pope Benedict XV to the memory of Dante Alighieri. In this encyclical, published on 30 April 1921, on the occasion of the six-hundredth anniversary of the death of the poet, the pontiff promoted Dante as a moral, social, and political guide for societies torn apart by the madness of the First World War. My aim is to try to understand the deep socio-political reasons that pushed Pope Benedict XV to transform the Florentine poet into the mystagogue and political theorist of the contemporary world with the power to regenerate spiritually in particular the youth of post-war Europe. PAROLE CHIAVE Commedia; Dante; Benedetto XV; Prima guerra mondiale; ricezione dantesca; In Praeclara Summorum
{"title":"Dante nell’enciclica In Praeclara Summorum di papa Benedetto XV","authors":"Michael Biasin","doi":"10.1080/02614340.2021.1964175","DOIUrl":"https://doi.org/10.1080/02614340.2021.1964175","url":null,"abstract":"The essay considers the encyclical In Praeclara Summorum dedicated by Pope Benedict XV to the memory of Dante Alighieri. In this encyclical, published on 30 April 1921, on the occasion of the six-hundredth anniversary of the death of the poet, the pontiff promoted Dante as a moral, social, and political guide for societies torn apart by the madness of the First World War. My aim is to try to understand the deep socio-political reasons that pushed Pope Benedict XV to transform the Florentine poet into the mystagogue and political theorist of the contemporary world with the power to regenerate spiritually in particular the youth of post-war Europe. PAROLE CHIAVE Commedia; Dante; Benedetto XV; Prima guerra mondiale; ricezione dantesca; In Praeclara Summorum","PeriodicalId":42720,"journal":{"name":"Italianist","volume":null,"pages":null},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2021-09-10","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"46552900","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2021-09-02DOI: 10.1080/02614340.2021.2015992
Andrea Romanzi
ABSTRACT This article investigates the controversial history of Fernanda Pivano’s Italian translation of ‘Howl’, Allen Ginsberg’s manifesto of the Beat Generation. It examines the translation in the context of the existing publishing correspondence surrounding the poem in order to reveal the complex power negotiations that involved Pivano, Ginsberg, and Mondadori, particularly regarding problems of censorship. Drawing on previously unexplored archive materials, this essay highlights how the close collaboration between author and translator influenced the mechanisms that led to the publication of the poem in Italy, and how Pivano’s hermeneutic work contributed to an unpublished collaborative commentary on Ginsberg’s poem, which has proved useful to translators working in other languages.
{"title":"L’Urlo di Fernanda Pivano: The History of the Publication of Allen Ginsberg’s ‘Howl’ in Italy","authors":"Andrea Romanzi","doi":"10.1080/02614340.2021.2015992","DOIUrl":"https://doi.org/10.1080/02614340.2021.2015992","url":null,"abstract":"ABSTRACT This article investigates the controversial history of Fernanda Pivano’s Italian translation of ‘Howl’, Allen Ginsberg’s manifesto of the Beat Generation. It examines the translation in the context of the existing publishing correspondence surrounding the poem in order to reveal the complex power negotiations that involved Pivano, Ginsberg, and Mondadori, particularly regarding problems of censorship. Drawing on previously unexplored archive materials, this essay highlights how the close collaboration between author and translator influenced the mechanisms that led to the publication of the poem in Italy, and how Pivano’s hermeneutic work contributed to an unpublished collaborative commentary on Ginsberg’s poem, which has proved useful to translators working in other languages.","PeriodicalId":42720,"journal":{"name":"Italianist","volume":null,"pages":null},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2021-09-02","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"41281296","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}