Pub Date : 2023-06-01DOI: 10.54103/2035-7362/19482
P. Galimberti
Ci troviamo in un’epoca di grandi mutamenti e di veloce evoluzione della comunicazione scientifica. Alla chiusura e inaccessibilità di testi, dati e processi di qualità si sostituisce la richiesta corale di trasparenza, equità e democraticità. All’idea di una scienza competitiva ed esclusiva si sostituisce quella di una scienza collaborativa in cui la condivisione dei risultati è il valore fondante e punto di forza per un più veloce sviluppo. Cambia e viene messo in discussione il ruolo degli editori commerciali che devono reinventarsi in questo nuovo contesto, cambiano gli equilibri di potere fra editor, revisori ed autori. Gli strumenti per rispondere a questa richiesta corale di trasparenza sono tutti a nostra disposizione, ma ancora da parte delle comunità scientifiche si avverte qualche difficoltà a recepire le nuove modalità di pratica, validazione e disseminazione della ricerca. Ancora si assiste a una certa diffidenza e forse sgomento di fronte ai pubblici possibili e ad un ciclo di vita delle ricerche che è potenzialmente infinito. Sulle spalle dei giganti, citava Newton. E ciò è soprattutto vero se vengono eliminate le barriere economiche e legali che hanno fino ad ora rappresentato un ostacolo, o per lo meno un rallentamento per lo sviluppo della ricerca scientifica. "Doctor Virtualis" è una rivista umanistica, di settore, che ha abbracciato in tempi piuttosto lontani la filosofia dell’apertura promossa dall’ateneo che oggi si è rivelata vincente. La sua storia è la storia della piattaforma di riviste che la ospita alla quale la rivista ha aderito fin dal primo anno. We are in an era of rapid evolution of scholarly communication. The inaccessibility of quality texts, data, and processes is being replaced by a choral demand for transparency, equity, and democraticity. The idea of a competitive and exclusive science is replaced by that of a collaborative science in which the sharing of results is the founding value and strength for faster development. The role of commercial publishers who must reinvent themselves in this new context changes and is challenged; the balance of power between editors, reviewers and authors changes. The tools for responding to this choral demand for transparency are all at our disposal, but still from the scientific communities there is some difficulty in taking on board the new ways of practicing, validating and disseminating research. There is still some distrust and perhaps dismay in front of possible audiences and a research life cycle that is potentially never-ending. On the shoulders of giants, Newton quoted. And this is especially true if the economic and legal barriers that have hitherto been an obstacle, or at least a slowdown to the development of scientific research are removed. Doctor Virtualis is a humanistic journal that embraced in rather distant times the philosophy of openness promoted by the university that has proved successful today. Its story is the story of the journal platform that hos
{"title":"Aperto per chi? Il valore della scienza aperta","authors":"P. Galimberti","doi":"10.54103/2035-7362/19482","DOIUrl":"https://doi.org/10.54103/2035-7362/19482","url":null,"abstract":"Ci troviamo in un’epoca di grandi mutamenti e di veloce evoluzione della comunicazione scientifica. Alla chiusura e inaccessibilità di testi, dati e processi di qualità si sostituisce la richiesta corale di trasparenza, equità e democraticità. All’idea di una scienza competitiva ed esclusiva si sostituisce quella di una scienza collaborativa in cui la condivisione dei risultati è il valore fondante e punto di forza per un più veloce sviluppo. Cambia e viene messo in discussione il ruolo degli editori commerciali che devono reinventarsi in questo nuovo contesto, cambiano gli equilibri di potere fra editor, revisori ed autori. Gli strumenti per rispondere a questa richiesta corale di trasparenza sono tutti a nostra disposizione, ma ancora da parte delle comunità scientifiche si avverte qualche difficoltà a recepire le nuove modalità di pratica, validazione e disseminazione della ricerca. Ancora si assiste a una certa diffidenza e forse sgomento di fronte ai pubblici possibili e ad un ciclo di vita delle ricerche che è potenzialmente infinito.\u0000Sulle spalle dei giganti, citava Newton. E ciò è soprattutto vero se vengono eliminate le barriere economiche e legali che hanno fino ad ora rappresentato un ostacolo, o per lo meno un rallentamento per lo sviluppo della ricerca scientifica.\u0000\"Doctor Virtualis\" è una rivista umanistica, di settore, che ha abbracciato in tempi piuttosto lontani la filosofia dell’apertura promossa dall’ateneo che oggi si è rivelata vincente. La sua storia è la storia della piattaforma di riviste che la ospita alla quale la rivista ha aderito fin dal primo anno.\u0000 \u0000We are in an era of rapid evolution of scholarly communication. The inaccessibility of quality texts, data, and processes is being replaced by a choral demand for transparency, equity, and democraticity. The idea of a competitive and exclusive science is replaced by that of a collaborative science in which the sharing of results is the founding value and strength for faster development. The role of commercial publishers who must reinvent themselves in this new context changes and is challenged; the balance of power between editors, reviewers and authors changes. The tools for responding to this choral demand for transparency are all at our disposal, but still from the scientific communities there is some difficulty in taking on board the new ways of practicing, validating and disseminating research. There is still some distrust and perhaps dismay in front of possible audiences and a research life cycle that is potentially never-ending.\u0000On the shoulders of giants, Newton quoted. And this is especially true if the economic and legal barriers that have hitherto been an obstacle, or at least a slowdown to the development of scientific research are removed.\u0000Doctor Virtualis is a humanistic journal that embraced in rather distant times the philosophy of openness promoted by the university that has proved successful today. Its story is the story of the journal platform that hos","PeriodicalId":30063,"journal":{"name":"Doctor Virtualis","volume":null,"pages":null},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2023-06-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"41501526","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2023-06-01DOI: 10.54103/2035-7362/19485
Francesco Marrone
La storia medievale della teologia e della metafisica è attraversata da una rilevante discussione a proposito della predicazione della nozione di ente. I modelli più spesso evocati a tal fine sono stati, com’è noto, l’analogia e l’univocità. Rispetto a questa alternativa, la tendenza generale degli interpreti è stata quella di intendere l’univocità e l’analogia come regimi predicativi opposti o contraddittori. Questa tesi ha dato vita a una sorta di opinione comune e diffusamente condivisa. La verità di questa tesi, tuttavia, non si è mai imposta in maniera definitiva: il primo dibattito sulla compatibilità dell’univocità e dell’analogia risale proprio al Medioevo. A tal proposito appare decisivo il contributo di Pietro di Tommaso (Pere Tomàs, Pietro Tomàs, Petrus Thomae): la settima delle sue Quaestiones de ente (ca. 1325) chiede infatti Utrum vera analogia et vera univocatio possint se compati in eodem conceptu. Il presente contributo cerca di riscostruire gli snodi principali dell’argomentazione che Pietro di Tommaso elabora in questo testo con la duplice finalità di valorizzare il contributo di questo autore nel quadro del dibattito teologico medievale e di giustificare l’opportunità delle ricerche che tentano oggi di ripensare il rapporto tra l’univocità e l’analogia nel pensiero scotista. The history of medieval theology and metaphysics is marked by a relevant discussion about the predication of being. The semantic devices most frequently referred to in this regard were, as is well known, analogy and univocity. With respect to this alternative, the general tendency of scholars has been to understand univocity and analogy as opposite and contradictory modes of predication. This view has led to a kind of common and widely shared opinion. This thesis, however, has never prevailed conclusively: a debate on whether univocity and analogy were compatible dates back to the Middle Ages. In this respect, the contribution of Petrus Thomae is decisive: the seventh of his Quaestiones de ente (ca. 1325) asks in fact Utrum vera analogia et vera univocatio possint se compati in eodem conceptu. This contribution tries to reconstruct the main points of Petrus Thomae’s argumentation with the twofold purpose of enhancing the contribution of this author in the framework of the medieval theological debate and of justifying the opportunity of the current research that tries to rethink the relationship between univocity and analogy in the context of Duns Scotus’ thought.
中世纪神学和形而上学的历史被关于实体概念的宣扬的相关讨论所交叉。众所周知,为此目的最常提出的模型是类比和独特性。与这种选择相比,口译员的普遍倾向是将独特性和类比理解为对立或矛盾的表语制度。这篇论文产生了一种共同的、广泛认同的观点。然而,这一论点的真实性从未被明确地强加:关于独特性和类比兼容性的第一次辩论可以追溯到中世纪。在这方面,托马斯的彼得(Pere Tomás,Peter Tomá斯,Petrus Thomae。本论文试图重建托马斯的彼得在本文中阐述的论点的要点,其双重目的是在中世纪神学辩论的框架内加强作者的贡献,并为今天试图重新思考苏格兰思想中独特性和类比性之间关系的研究提供机会。中世纪理论和形而上学的历史以关于存在的预测的相关讨论为标志。众所周知,在这方面最常提及的语义手段是类比和独特性。关于这种选择,学者们的普遍倾向是将独特性和类比理解为对立和矛盾的说教模式。这种观点导致了一种共同的、广泛认同的观点。然而,这一论点从未最终获胜:关于独特性和类比是否兼容的争论可以追溯到中世纪。在这方面,Petrus Thomae的贡献是决定性的:他的Quaestiones de ente的第七部(约1325年)实际上提出了Utrum vera analogia和vera univocatio在eodem conceptu中的可能性。这一贡献试图重建Petrus Thomae论证的要点,其双重目的是在中世纪神学辩论的框架内加强作者的贡献,并证明当前研究的机会,即在Duns Scotus思想的背景下重新思考独特性和类比之间的关系。
{"title":"Analogia e univocità: una convivenza possibile? Il caso Petrus Thomae","authors":"Francesco Marrone","doi":"10.54103/2035-7362/19485","DOIUrl":"https://doi.org/10.54103/2035-7362/19485","url":null,"abstract":"La storia medievale della teologia e della metafisica è attraversata da una rilevante discussione a proposito della predicazione della nozione di ente. I modelli più spesso evocati a tal fine sono stati, com’è noto, l’analogia e l’univocità. Rispetto a questa alternativa, la tendenza generale degli interpreti è stata quella di intendere l’univocità e l’analogia come regimi predicativi opposti o contraddittori. Questa tesi ha dato vita a una sorta di opinione comune e diffusamente condivisa. La verità di questa tesi, tuttavia, non si è mai imposta in maniera definitiva: il primo dibattito sulla compatibilità dell’univocità e dell’analogia risale proprio al Medioevo. A tal proposito appare decisivo il contributo di Pietro di Tommaso (Pere Tomàs, Pietro Tomàs, Petrus Thomae): la settima delle sue Quaestiones de ente (ca. 1325) chiede infatti Utrum vera analogia et vera univocatio possint se compati in eodem conceptu. Il presente contributo cerca di riscostruire gli snodi principali dell’argomentazione che Pietro di Tommaso elabora in questo testo con la duplice finalità di valorizzare il contributo di questo autore nel quadro del dibattito teologico medievale e di giustificare l’opportunità delle ricerche che tentano oggi di ripensare il rapporto tra l’univocità e l’analogia nel pensiero scotista.\u0000 \u0000The history of medieval theology and metaphysics is marked by a relevant discussion about the predication of being. The semantic devices most frequently referred to in this regard were, as is well known, analogy and univocity. With respect to this alternative, the general tendency of scholars has been to understand univocity and analogy as opposite and contradictory modes of predication. This view has led to a kind of common and widely shared opinion. This thesis, however, has never prevailed conclusively: a debate on whether univocity and analogy were compatible dates back to the Middle Ages. In this respect, the contribution of Petrus Thomae is decisive: the seventh of his Quaestiones de ente (ca. 1325) asks in fact Utrum vera analogia et vera univocatio possint se compati in eodem conceptu. This contribution tries to reconstruct the main points of Petrus Thomae’s argumentation with the twofold purpose of enhancing the contribution of this author in the framework of the medieval theological debate and of justifying the opportunity of the current research that tries to rethink the relationship between univocity and analogy in the context of Duns Scotus’ thought.","PeriodicalId":30063,"journal":{"name":"Doctor Virtualis","volume":null,"pages":null},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2023-06-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"46063860","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2023-06-01DOI: 10.54103/2035-7362/19486
Endika Martínez
Il seguente saggio è un'interpretazione speculativa di Padri, scolastici e noi stessi di Hans Urs von Balthasar. L'articolo propone che l'analogia possa essere usata per comprendere le somiglianze e le differenze tra stili teologici in epoche diverse. L'analogia può essere uno strumento euristico per riconoscere la forma strutturale che rimane coerente attraverso i secoli, nonostante le espressioni singole di questa forma secondo la situazione concreta e storica delle persone a cui si rivolge il messaggio del Vangelo. Per affermare ciò, questo saggio traccia un confronto tra il modo in cui si sviluppano la teologia e la dottrina Cattolica. In entrambi i casi, troviamo un paradigma di omogeneità sostanziale all'interno di una differenza proposizionale o stilistica. La differenza non esclude l'unità in un ordine superiore. Diversi stili in teologia sono analogicamente uniti nella forma strutturale generale e immutabile della verità rivelata in Cristo. The following essay is a tentative interpretation of Hans Urs von Balthasar’s Fathers, Scholastics and Ourselves. It proposes that analogy can be used to understand the similarities and differences between theological styles in different epochs. It can be a heuristic tool to recognize the structural form that remains consistent throughout the ages, despite the unique expressions of this form according to the concrete and historical situation of the people being addressed by the message of the Gospel. This essay draws a comparison between the way Catholic theology and doctrine develop. In both cases, we find a paradigm of substantial homogeneity within a propositional or stylistic difference. The difference does not rule out a unity in a higher order. Different styles in theology are analogically united in an overarching and unchanging form of the truth revealed in Christ.
{"title":"L'analogia e lo sviluppo della teologia cattolica in Hans Urs Von Balthasar","authors":"Endika Martínez","doi":"10.54103/2035-7362/19486","DOIUrl":"https://doi.org/10.54103/2035-7362/19486","url":null,"abstract":"Il seguente saggio è un'interpretazione speculativa di Padri, scolastici e noi stessi di Hans Urs von Balthasar. L'articolo propone che l'analogia possa essere usata per comprendere le somiglianze e le differenze tra stili teologici in epoche diverse. L'analogia può essere uno strumento euristico per riconoscere la forma strutturale che rimane coerente attraverso i secoli, nonostante le espressioni singole di questa forma secondo la situazione concreta e storica delle persone a cui si rivolge il messaggio del Vangelo. Per affermare ciò, questo saggio traccia un confronto tra il modo in cui si sviluppano la teologia e la dottrina Cattolica. In entrambi i casi, troviamo un paradigma di omogeneità sostanziale all'interno di una differenza proposizionale o stilistica. La differenza non esclude l'unità in un ordine superiore. Diversi stili in teologia sono analogicamente uniti nella forma strutturale generale e immutabile della verità rivelata in Cristo.\u0000 \u0000The following essay is a tentative interpretation of Hans Urs von Balthasar’s Fathers, Scholastics and Ourselves. It proposes that analogy can be used to understand the similarities and differences between theological styles in different epochs. It can be a heuristic tool to recognize the structural form that remains consistent throughout the ages, despite the unique expressions of this form according to the concrete and historical situation of the people being addressed by the message of the Gospel. This essay draws a comparison between the way Catholic theology and doctrine develop. In both cases, we find a paradigm of substantial homogeneity within a propositional or stylistic difference. The difference does not rule out a unity in a higher order. Different styles in theology are analogically united in an overarching and unchanging form of the truth revealed in Christ.","PeriodicalId":30063,"journal":{"name":"Doctor Virtualis","volume":null,"pages":null},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2023-06-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"43489592","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2023-06-01DOI: 10.54103/2035-7362/19480
Aldo Andrea Cassi
Il contributo intende mettere in primo piano il ruolo svolto dall'analogia nel modus operandi, oltre che nel modus arguendi, dei giuristi medievali. Se ne propone inoltre una lettura "a più livelli" nell'ottica de Il paradigma filosofico agostiniano (Parodi 2006). This essay means to put the spotlight on the role that analogy played in medieval jurists' modus operandi and modus arguendi, suggesting a multi-level reading of it as well, from the point of view of Il paradigma filosofico agostiniano (Parodi 2006).
{"title":"Il “procedimento analogico” nei giuristi medievali e il “paradigma filosofico agostiniano”","authors":"Aldo Andrea Cassi","doi":"10.54103/2035-7362/19480","DOIUrl":"https://doi.org/10.54103/2035-7362/19480","url":null,"abstract":"Il contributo intende mettere in primo piano il ruolo svolto dall'analogia nel modus operandi, oltre che nel modus arguendi, dei giuristi medievali. Se ne propone inoltre una lettura \"a più livelli\" nell'ottica de Il paradigma filosofico agostiniano (Parodi 2006).\u0000This essay means to put the spotlight on the role that analogy played in medieval jurists' modus operandi and modus arguendi, suggesting a multi-level reading of it as well, from the point of view of Il paradigma filosofico agostiniano (Parodi 2006).","PeriodicalId":30063,"journal":{"name":"Doctor Virtualis","volume":null,"pages":null},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2023-06-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"70897812","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2023-06-01DOI: 10.54103/2035-7362/19491
Amos Corbini
L’articolo analizza il problema dei nessi predicativi analogici nella teoria della dimostrazione di Aristotele, dove essi sono marginali, e i suoi sviluppi nella tradizione esegetica medievale latina del XIII secolo. Grossatesta sostiene che la dimostrazione può provare predicati detti analogicamente di soggetti diversi; Kilwardby e dopo di lui ancor più Egidio Romano mostrano che tale scopo è da raggiungere anche attraverso un termine medio connesso analogicamente ai termini estremi. Inoltre, Egidio sostiene in un passo l’esistenza di un ordinamento gerarchico tra le proprietà dimostrate per analogia, ma altrove mostra invece che esse si configurano più variamente. Nel XIV secolo, Giovanni Buridano riprende i tratti fondamentali di queste interpretazioni, nel quadro di un generale allargamento dei caratteri della scienza aristotelica del quale, forse, le idee sull’analogia potrebbero rappresentare uno stadio iniziale. The paper deals with the problem of predicative analogical connections in the Aristotelian theory of demonstration, where they are marginal, and with its developments in the thirteenth-century medieval latin exegetical tradition. Grosseteste claims that demonstration can prove predicates that are said analogically of different subjects; Kilwardby and, after him, even more Giles of Rome show that this aim can be reached also through a medium analogically connected to the extreme terms. Giles upholds in a passage the existence of a gerarchical order among properties analogically demonstrated; somewhere else, however, he shows that they can configure more variously. In the following century, John Buridan resumes the basic lines of those interpretations, in the framework of a general widening of the features of Aristotelian science; maybe, his ideas on analogy could represent an initial stage of this tendence.
{"title":"Analogia e dimostrazione. Sviluppi nella tradizione medievale degli Analitici secondi","authors":"Amos Corbini","doi":"10.54103/2035-7362/19491","DOIUrl":"https://doi.org/10.54103/2035-7362/19491","url":null,"abstract":"L’articolo analizza il problema dei nessi predicativi analogici nella teoria della dimostrazione di Aristotele, dove essi sono marginali, e i suoi sviluppi nella tradizione esegetica medievale latina del XIII secolo. \u0000Grossatesta sostiene che la dimostrazione può provare predicati detti analogicamente di soggetti diversi; Kilwardby e dopo di lui ancor più Egidio Romano mostrano che tale scopo è da raggiungere anche attraverso un termine medio connesso analogicamente ai termini estremi. Inoltre, Egidio sostiene in un passo l’esistenza di un ordinamento gerarchico tra le proprietà dimostrate per analogia, ma altrove mostra invece che esse si configurano più variamente. \u0000Nel XIV secolo, Giovanni Buridano riprende i tratti fondamentali di queste interpretazioni, nel quadro di un generale allargamento dei caratteri della scienza aristotelica del quale, forse, le idee sull’analogia potrebbero rappresentare uno stadio iniziale. \u0000 \u0000The paper deals with the problem of predicative analogical connections in the Aristotelian theory of demonstration, where they are marginal, and with its developments in the thirteenth-century medieval latin exegetical tradition. \u0000Grosseteste claims that demonstration can prove predicates that are said analogically of different subjects; Kilwardby and, after him, even more Giles of Rome show that this aim can be reached also through a medium analogically connected to the extreme terms. Giles upholds in a passage the existence of a gerarchical order among properties analogically demonstrated; somewhere else, however, he shows that they can configure more variously. \u0000In the following century, John Buridan resumes the basic lines of those interpretations, in the framework of a general widening of the features of Aristotelian science; maybe, his ideas on analogy could represent an initial stage of this tendence.","PeriodicalId":30063,"journal":{"name":"Doctor Virtualis","volume":null,"pages":null},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2023-06-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"45930677","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2023-06-01DOI: 10.54103/2035-7362/19493
M. Parodi
Una riflessione, talvolta discutibile, su un problema centrale nello studio della storia, sul modo cioè di comprendere la sensibilità di uomini del passato, cercando di accostarla alla sensibilità di uomini nostri contemporanei. Si considera, come caso esemplare e particolarmente difficile, la riflessione di Agostino sul tema della grazia e della predestinazione. Ogni trasposizione di dottrine anche lungo la linea del tempo storico è certamente un tradimento delle intenzioni originali dell’autore, ma un tradimento necessario per sperare di capirlo. L’intreccio di tesi su predestinazione, grazia, destino e carattere può aiutare, ma solo a condizione di essere consapevoli che si tratta comunque di analogie che mai riescono a chiarire completamente, ma possono aiutare. A reflection, sometimes questionable, on a central problem in the study of history, that is, on how to understand the sensibility of men of the past, trying to approach it to the sensibility of our contemporary men. We investigate, as an exemplary and particularly difficult case, Augustine's reflection on the subject of grace and predestination. Any transposition of doctrines even along the historical timeline is certainly a betrayal of the author's original intentions, but a necessary betrayal to hope to understand him. The interweaving of theses on predestination, grace, destiny, and character can help, but only on the condition of being aware that these are nevertheless analogies that never succeed in fully clarifying, but can help.
{"title":"Uno su mille. Contrappunto sulla predestinazione in Agostino","authors":"M. Parodi","doi":"10.54103/2035-7362/19493","DOIUrl":"https://doi.org/10.54103/2035-7362/19493","url":null,"abstract":"Una riflessione, talvolta discutibile, su un problema centrale nello studio della storia, sul modo cioè di comprendere la sensibilità di uomini del passato, cercando di accostarla alla sensibilità di uomini nostri contemporanei. Si considera, come caso esemplare e particolarmente difficile, la riflessione di Agostino sul tema della grazia e della predestinazione. Ogni trasposizione di dottrine anche lungo la linea del tempo storico è certamente un tradimento delle intenzioni originali dell’autore, ma un tradimento necessario per sperare di capirlo. L’intreccio di tesi su predestinazione, grazia, destino e carattere può aiutare, ma solo a condizione di essere consapevoli che si tratta comunque di analogie che mai riescono a chiarire completamente, ma possono aiutare.\u0000 \u0000A reflection, sometimes questionable, on a central problem in the study of history, that is, on how to understand the sensibility of men of the past, trying to approach it to the sensibility of our contemporary men. We investigate, as an exemplary and particularly difficult case, Augustine's reflection on the subject of grace and predestination. Any transposition of doctrines even along the historical timeline is certainly a betrayal of the author's original intentions, but a necessary betrayal to hope to understand him. The interweaving of theses on predestination, grace, destiny, and character can help, but only on the condition of being aware that these are nevertheless analogies that never succeed in fully clarifying, but can help.","PeriodicalId":30063,"journal":{"name":"Doctor Virtualis","volume":null,"pages":null},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2023-06-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"47621237","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2023-06-01DOI: 10.54103/2035-7362/19478
Mariano Borriello
Negli anni di passaggio dal XII al XIII secolo, il cisterciense Garnerio di Rochefort si dedica alla composizione di un breve trattato, il De contrarietatibus in Sacra Scriptura. L’opera, tuttora inedita, fa ricorso all’uso delle arti sermocinali per risolvere le ambiguità scritturali. Nel prologo del De contrarietatibus emerge un peculiare interesse del cisterciense verso la disciplina della retorica e, in particolare, verso l’impiego delle figure tropiche nella comprensione dei contenuti della Rivelazione. A ben vedere, tuttavia, la scelta garneriana di ricorrere all’affinamento degli strumenti della retorica per illuminare il significato della Scrittura trova una piena giustificazione solo alla luce della sua concezione della natura e della Scriptura come teofanie e/o simboli. Ora in quest’orizzonte simbolico, di impianto neoplatonico-dionisiano, è sempre all’opera nelle res, così come nel linguaggio, un meccanismo di traslazione, un’estensione della parola, oltre il suo contenuto ordinario, a un significato altro, di natura spirituale. Dunque la fattura retorica delle espressioni bibliche assume un valore conoscitivo, e non semplicemente ornamentale, perché capace di palesare, attraverso un dialettico gioco di corrispondenze e/o di rotture, una proporzionalità analogica tra il visibile e l’invisibile. In the intervening years between the XII and XIII centuries, Cistercian Garnerius of Rochefort devoted himself to the composition of a short treatise, De contrarietatibus in Sacra Scriptura. The work, still unpublished, makes use of the sermocinal arts to resolve scriptural ambiguities. The prologue to De contrarietatibus reveals a peculiar interest of the Cistercian in the discipline of rhetoric and, in particular, in the use of tropes in understanding the contents of Revelation. On closer inspection, however, garnerian’s choice to resort to the refinement of the tools of rhetoric to illuminate the meaning of Scripture finds full justification only in light of his conception of natura and Scriptura as theophanies and/or symbols. Now in this symbolic horizon, of Neo-Platonic-Dionysian framework, there is always at work in res, as well as in language, a mechanism of translation, an extension of the word, beyond its ordinary content, to another meaning of a spiritual nature. So the rhetorical workmanship of biblical expressions assumes a cognitive, and not merely ornamental, value because it is capable of manifesting, through a dialectical interplay of correspondences and/or ruptures, an analogical proportionality between the visible and the invisible.
{"title":"L’inventio dell’analogia tra teologia e retorica in Garnerio di Rochefort (1140 ca.-1225 ca.)","authors":"Mariano Borriello","doi":"10.54103/2035-7362/19478","DOIUrl":"https://doi.org/10.54103/2035-7362/19478","url":null,"abstract":"Negli anni di passaggio dal XII al XIII secolo, il cisterciense Garnerio di Rochefort si dedica alla composizione di un breve trattato, il De contrarietatibus in Sacra Scriptura. L’opera, tuttora inedita, fa ricorso all’uso delle arti sermocinali per risolvere le ambiguità scritturali. Nel prologo del De contrarietatibus emerge un peculiare interesse del cisterciense verso la disciplina della retorica e, in particolare, verso l’impiego delle figure tropiche nella comprensione dei contenuti della Rivelazione. A ben vedere, tuttavia, la scelta garneriana di ricorrere all’affinamento degli strumenti della retorica per illuminare il significato della Scrittura trova una piena giustificazione solo alla luce della sua concezione della natura e della Scriptura come teofanie e/o simboli. Ora in quest’orizzonte simbolico, di impianto neoplatonico-dionisiano, è sempre all’opera nelle res, così come nel linguaggio, un meccanismo di traslazione, un’estensione della parola, oltre il suo contenuto ordinario, a un significato altro, di natura spirituale. Dunque la fattura retorica delle espressioni bibliche assume un valore conoscitivo, e non semplicemente ornamentale, perché capace di palesare, attraverso un dialettico gioco di corrispondenze e/o di rotture, una proporzionalità analogica tra il visibile e l’invisibile.\u0000 \u0000In the intervening years between the XII and XIII centuries, Cistercian Garnerius of Rochefort devoted himself to the composition of a short treatise, De contrarietatibus in Sacra Scriptura. The work, still unpublished, makes use of the sermocinal arts to resolve scriptural ambiguities. The prologue to De contrarietatibus reveals a peculiar interest of the Cistercian in the discipline of rhetoric and, in particular, in the use of tropes in understanding the contents of Revelation. On closer inspection, however, garnerian’s choice to resort to the refinement of the tools of rhetoric to illuminate the meaning of Scripture finds full justification only in light of his conception of natura and Scriptura as theophanies and/or symbols. Now in this symbolic horizon, of Neo-Platonic-Dionysian framework, there is always at work in res, as well as in language, a mechanism of translation, an extension of the word, beyond its ordinary content, to another meaning of a spiritual nature. So the rhetorical workmanship of biblical expressions assumes a cognitive, and not merely ornamental, value because it is capable of manifesting, through a dialectical interplay of correspondences and/or ruptures, an analogical proportionality between the visible and the invisible.","PeriodicalId":30063,"journal":{"name":"Doctor Virtualis","volume":null,"pages":null},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2023-06-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"46617054","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2023-06-01DOI: 10.54103/2035-7362/19492
Alfio Ferrara, M. Parodi, Amalia Salvestrini
Il presente articolo intende riflettere su come l’analogia sia intesa e trattata dalla classe di metodi formali di trattamento dell’informazione che si occupano di analizzare il testo scritto. In particolare, si considera come si possano costruire macchine che “comprendono” le analogie. A tal fine ci si avvarrà di esemplificazioni tratte dal De Civitate Dei di Agostino d’Ippona. Le prime indagini compiute su tale corpus, seppure limitato, conducono a riflettere sulla portata teorica e storiografica del trattamento automatico dell’analogia anche nel formulare o avvalorare ipotesi interpretative. This article aims to reflect on how analogy is understood and treated by the class of formal information processing methods that deal with analysing written text. In particular, we consider how machines that ‘understand’ analogies can be constructed. For this purpose, exemplifications from Augustine of Hippo’s De Civitate Dei will be used. The initial investigations carried out on this corpus, albeit limited, lead one to reflect on the theoretical and historiographical significance of the automatic treatment of analogy also in formulating or supporting interpretative hypotheses.
{"title":"Macchine per analogie. Note sul trattamento automatico dell’analogia","authors":"Alfio Ferrara, M. Parodi, Amalia Salvestrini","doi":"10.54103/2035-7362/19492","DOIUrl":"https://doi.org/10.54103/2035-7362/19492","url":null,"abstract":"Il presente articolo intende riflettere su come l’analogia sia intesa e trattata dalla classe di metodi formali di trattamento dell’informazione che si occupano di analizzare il testo scritto. In particolare, si considera come si possano costruire macchine che “comprendono” le analogie. A tal fine ci si avvarrà di esemplificazioni tratte dal De Civitate Dei di Agostino d’Ippona. Le prime indagini compiute su tale corpus, seppure limitato, conducono a riflettere sulla portata teorica e storiografica del trattamento automatico dell’analogia anche nel formulare o avvalorare ipotesi interpretative.\u0000 \u0000This article aims to reflect on how analogy is understood and treated by the class of formal information processing methods that deal with analysing written text. In particular, we consider how machines that ‘understand’ analogies can be constructed. For this purpose, exemplifications from Augustine of Hippo’s De Civitate Dei will be used. The initial investigations carried out on this corpus, albeit limited, lead one to reflect on the theoretical and historiographical significance of the automatic treatment of analogy also in formulating or supporting interpretative hypotheses.\u0000 ","PeriodicalId":30063,"journal":{"name":"Doctor Virtualis","volume":null,"pages":null},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2023-06-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"44785414","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2023-06-01DOI: 10.54103/2035-7362/19483
Giovanni Gambi
I tentativi attuati all'interno della tradizione tomista per individuare la dottrina ufficiale dell’analogia elaborata da Tommaso d’Aquino si sono dovuti confrontare con la varietà di distinzioni tracciate dall’Aquinate nei suoi scritti. In particolare, l’importanza inedita assegnata alla convenienza di proporzionalità nelle Quaestiones disputatae de veritate ha suscitato un dibattito secolare, che oppone quanti riconoscono in questa soluzione la dottrina autentica a coloro che la valutano meramente come uno stadio provvisorio all’interno di un’evoluzione riscontrabile nelle opere di Tommaso. Nel presente contributo si intende segnalare alcuni dati testuali che aiutano a chiarire il passaggio dalla concezione dell’analogia presentata nello Scriptum super sententiis a quella del De veritate, un passaggio strettamente legato alla funzione euristica svolta dall’analogia. The attempts made within the Thomist tradition to identify the official doctrine of analogy elaborated by Thomas Aquinas had to deal with the various distinctions drawn by Aquinas in his writings. In particular, the great importance given to the agreement of proportionality in the Quaestiones disputatae de veritate has elicited a long debate, in which those who consider such a solution as the authentic doctrine are opposed to those who see it merely as a temporary stage of an evolution which could be observed in Thomas’s works. The aim of this essay is to present some textual data that contribute to clarify the transition from the analogy as conceived in the Scriptum super Sententiis to that of the De veritate, a transition closely related to the heuristic function of analogy.
托马索·阿奎那在他的著作中所作的试图确定官方类比理论的托马索·阿奎那的尝试,必须与他的著作中所作的各种区分相比较。特别是,在真实辩论的问题中,前所未有地强调相称性的重要性,引发了一场世俗的辩论,争论的焦点是那些承认这一解决方案的真正学说的人,而不是那些认为这一解决方案只是托马斯著作中可观察到的演变中的一个临时阶段的人。本文的目的是提供一些文本数据,这些数据有助于澄清从超感官脚本中所示的类比的概念到真理的概念的转变,这一转变与类比所发挥的启发式功能密切相关。根据托马斯·阿奎那斯(Thomas Aquinas)处理的类似问题的官方教义,必须与阿奎那斯在写作中提出的不同区别进行交易。特别是,the great importance的proportionality协议》the Quaestiones disputatae de veritate目前elicited long辩论,在该those who的are such as the authentic doctrine通的欧洲经济区opposed to those who it merely as弹出实习of an进化该systran be observed Thomas’s与体验。这个essay的目的是为了展示一些文本日期,这有助于揭示与模拟的heuristic功能相关的模拟的模拟版本所设想的模拟版本的转换。
{"title":"L’analogia nel De veritate di Tommaso d’Aquino: tra capacità euristica e trascendenza divina","authors":"Giovanni Gambi","doi":"10.54103/2035-7362/19483","DOIUrl":"https://doi.org/10.54103/2035-7362/19483","url":null,"abstract":"I tentativi attuati all'interno della tradizione tomista per individuare la dottrina ufficiale dell’analogia elaborata da Tommaso d’Aquino si sono dovuti confrontare con la varietà di distinzioni tracciate dall’Aquinate nei suoi scritti. In particolare, l’importanza inedita assegnata alla convenienza di proporzionalità nelle Quaestiones disputatae de veritate ha suscitato un dibattito secolare, che oppone quanti riconoscono in questa soluzione la dottrina autentica a coloro che la valutano meramente come uno stadio provvisorio all’interno di un’evoluzione riscontrabile nelle opere di Tommaso. Nel presente contributo si intende segnalare alcuni dati testuali che aiutano a chiarire il passaggio dalla concezione dell’analogia presentata nello Scriptum super sententiis a quella del De veritate, un passaggio strettamente legato alla funzione euristica svolta dall’analogia.\u0000 \u0000The attempts made within the Thomist tradition to identify the official doctrine of analogy elaborated by Thomas Aquinas had to deal with the various distinctions drawn by Aquinas in his writings. In particular, the great importance given to the agreement of proportionality in the Quaestiones disputatae de veritate has elicited a long debate, in which those who consider such a solution as the authentic doctrine are opposed to those who see it merely as a temporary stage of an evolution which could be observed in Thomas’s works. The aim of this essay is to present some textual data that contribute to clarify the transition from the analogy as conceived in the Scriptum super Sententiis to that of the De veritate, a transition closely related to the heuristic function of analogy. ","PeriodicalId":30063,"journal":{"name":"Doctor Virtualis","volume":null,"pages":null},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2023-06-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"45118170","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2023-06-01DOI: 10.54103/2035-7362/19484
Nicolás Lázaro
Il presente contributo indaga la trasformazione della definizione di “giustizia” da Tommaso d’Aquino (analogica) a Tommaso De Vio (univoca). Esaminando la connessione fra logica e filosofia morale si considera il tema della virtù e l‘interpretazione del pensiero dell’Angelico da parte del Gaetano. Si intende approfondire il rapporto fra la giustizia e il bene comune attraverso l’uso dell’analogia (Tommaso) o in altri termini (Gaetano). Il lavoro fa riferimento anche alla tesi di S. Hofstadter, secondo cui l’analogia è quasi un a priori cognitivo con cui l’uomo concettualizza il mondo e progredisce nella conoscenza, tenendo presente il ruolo fondamentale che l’analogia svolge nella filosofia e nella teologia del Gaetano. Partendo dal presupposto che la nozione analogica di giustizia esprima più chiaramente il pensiero dell’Angelico sul rapporto con il bene comune, si osserva che il Gaetano fa uso di uno strumento diverso, interpretando la stessa virtù secondo una concettualizzazione di carattere univoco. E ciò, precisamente, per il suo modo di concepire l’analogia. Appaiono, quindi, due nozioni di giustizia in relazione al bene comune e a tutte le altre virtù morali. Come influisce tutto ciò sul discorso etico e sulla riflessione politica? Qual è il rapporto con la suprema potestas, il governo ecc.? Emergono chiaramente due diversi modi di argomentare e di rappresentare il mondo e le sue relazioni, cioè di costruire percorsi diversi sulla base dello stesso oggetto di studio. This paper investigates the definition of “justice” and its transformation, from Aquinas (analogical) to Cajetan (univocal). Through the commentaries of Cajetan to the S. Th., this contribution also deeps into the connection between Logic and Moral Philosophy. We intend to deepen the relationship between justice and the common good using the analogy (Aquinas) or not (Cajetan). This work also refers to the thesis of S. Hofstadter according to which the analogy is almost a cognitive a priori with which man conceptualizes the world and progresses in knowledge, bearing in mind the role that analogy played in Cajetan’s thought. If the analogical notion of justice renders much better the teaching of Aquinas, it is observed that Cajetan interpretates the same virtue according to univocity, because of his previous conception of the analogy. Therefore, we have two notions of “justice” related to the common good and the rest of the moral virtues. How could this affect the Ethics and the political reflections? What is the relationship between the suprema potestas, the government, etc.? Again, we have now two different ways of arguing and representing the world and its relations.
{"title":"Giustizia: fra analogia e univocità. Da Tommaso d’Aquino a Tommaso De Vio","authors":"Nicolás Lázaro","doi":"10.54103/2035-7362/19484","DOIUrl":"https://doi.org/10.54103/2035-7362/19484","url":null,"abstract":"Il presente contributo indaga la trasformazione della definizione di “giustizia” da Tommaso d’Aquino (analogica) a Tommaso De Vio (univoca). Esaminando la connessione fra logica e filosofia morale si considera il tema della virtù e l‘interpretazione del pensiero dell’Angelico da parte del Gaetano.\u0000Si intende approfondire il rapporto fra la giustizia e il bene comune attraverso l’uso dell’analogia (Tommaso) o in altri termini (Gaetano). Il lavoro fa riferimento anche alla tesi di S. Hofstadter, secondo cui l’analogia è quasi un a priori cognitivo con cui l’uomo concettualizza il mondo e progredisce nella conoscenza, tenendo presente il ruolo fondamentale che l’analogia svolge nella filosofia e nella teologia del Gaetano.\u0000Partendo dal presupposto che la nozione analogica di giustizia esprima più chiaramente il pensiero dell’Angelico sul rapporto con il bene comune, si osserva che il Gaetano fa uso di uno strumento diverso, interpretando la stessa virtù secondo una concettualizzazione di carattere univoco. E ciò, precisamente, per il suo modo di concepire l’analogia.\u0000Appaiono, quindi, due nozioni di giustizia in relazione al bene comune e a tutte le altre virtù morali. Come influisce tutto ciò sul discorso etico e sulla riflessione politica? Qual è il rapporto con la suprema potestas, il governo ecc.? Emergono chiaramente due diversi modi di argomentare e di rappresentare il mondo e le sue relazioni, cioè di costruire percorsi diversi sulla base dello stesso oggetto di studio.\u0000 \u0000This paper investigates the definition of “justice” and its transformation, from Aquinas (analogical) to Cajetan (univocal). Through the commentaries of Cajetan to the S. Th., this contribution also deeps into the connection between Logic and Moral Philosophy.\u0000We intend to deepen the relationship between justice and the common good using the analogy (Aquinas) or not (Cajetan). This work also refers to the thesis of S. Hofstadter according to which the analogy is almost a cognitive a priori with which man conceptualizes the world and progresses in knowledge, bearing in mind the role that analogy played in Cajetan’s thought.\u0000If the analogical notion of justice renders much better the teaching of Aquinas, it is observed that Cajetan interpretates the same virtue according to univocity, because of his previous conception of the analogy.\u0000Therefore, we have two notions of “justice” related to the common good and the rest of the moral virtues. How could this affect the Ethics and the political reflections? What is the relationship between the suprema potestas, the government, etc.? Again, we have now two different ways of arguing and representing the world and its relations.","PeriodicalId":30063,"journal":{"name":"Doctor Virtualis","volume":null,"pages":null},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2023-06-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"49329362","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}