Pub Date : 2021-12-22DOI: 10.54103/2464-8914/16891
José Rafael Gómez Biamón
The Ladins of Trentino-Alto Adige/Südtirol are an ethnic minority with an ancient history, located in the Dolomites Mountains, a place associated with extreme beauty and rugged land. Under the Italian Constitution, Ladins have acquired several legal rights connected with their language and history.Ladins have a history dating to the Roman Empire. Located in a strategic place, with Alpine valleys and mountain paths that connect the Italian Peninsula with Central Europe, several Germanic tribes after the end of the Roman Empire invaded and established themselves in the zone, enforcing their customs and laws. Those so-called “barbaric laws” together with Carolingian and Ecclesiastical law gave birth to a particular system of law during the Middle Ages.Afterward, Ladins became part of the Holy Roman Empire, and later, part of the House of Habsburg. During the aftermath of World War I, Italy obtained the region from the Austrian-Hungarian Empire in the peace treaty of Saint Germain-en-Laye of 1919.The Italian experience with the Ladins started soon after World War I with several publications taking the task of understanding the origins of their language and its people. Ever since, Italian interest in the Ladins has not ceased. In 1998 the Italian Constitutional Court recognized the Ladin people their right to be represented in regional institutions, answering to the historical and social reality of Alto Adige/Südtirol.Consequently, the legal resilience of the Ladins gives testimony of a long history of peaceful victories for their rights, associated with the Ladin language, in the context of judicial procedures, political participation, and legislation.In comparison, Ladins living in other regions of Italy like Veneto and Friuli Venezia Giulia have not reached the same level of autonomy and privileges as those in Trentino-Alto Adige/Südtirol.
Trentino-Alto Adige/ s dtirol的拉丁人是一个历史悠久的少数民族,位于白云石山脉,一个与极端美丽和崎岖的土地有关的地方。根据意大利宪法,拉丁人获得了与他们的语言和历史有关的几项合法权利。拉丁文的历史可以追溯到罗马帝国时期。位于战略要地,阿尔卑斯山谷和山路连接意大利半岛和中欧,罗马帝国结束后,几个日耳曼部落入侵并建立了自己的地区,执行他们的习俗和法律。这些所谓的“野蛮律法”与加洛林律法和教会律法一起,在中世纪产生了一种特殊的法律体系。之后,拉丁斯成为神圣罗马帝国的一部分,后来又成为哈布斯堡王朝的一部分。第一次世界大战结束后,意大利在1919年的圣日耳曼-恩莱伊和平条约中从奥匈帝国手中获得了该地区。第一次世界大战后不久,意大利开始研究拉丁人,一些出版物开始研究拉丁人的语言和民族的起源。从那以后,意大利人对拉丁人的兴趣就没有停止过。1998年,意大利宪法法院承认拉丁人在地区机构中有代表的权利,这符合上阿迪杰/ 迪蒂罗尔的历史和社会现实。因此,拉丁人在法律上的弹性证明了他们在司法程序、政治参与和立法方面与拉丁语有关的权利的和平胜利的悠久历史。相比之下,居住在意大利其他地区的拉丁人,如威尼托和弗留利威尼斯朱利亚,并没有达到与特伦蒂诺-上阿迪杰/ 迪罗尔相同的自治和特权水平。
{"title":"The Ladins and their history of legal resilience","authors":"José Rafael Gómez Biamón","doi":"10.54103/2464-8914/16891","DOIUrl":"https://doi.org/10.54103/2464-8914/16891","url":null,"abstract":"The Ladins of Trentino-Alto Adige/Südtirol are an ethnic minority with an ancient history, located in the Dolomites Mountains, a place associated with extreme beauty and rugged land. Under the Italian Constitution, Ladins have acquired several legal rights connected with their language and history.Ladins have a history dating to the Roman Empire. Located in a strategic place, with Alpine valleys and mountain paths that connect the Italian Peninsula with Central Europe, several Germanic tribes after the end of the Roman Empire invaded and established themselves in the zone, enforcing their customs and laws. Those so-called “barbaric laws” together with Carolingian and Ecclesiastical law gave birth to a particular system of law during the Middle Ages.Afterward, Ladins became part of the Holy Roman Empire, and later, part of the House of Habsburg. During the aftermath of World War I, Italy obtained the region from the Austrian-Hungarian Empire in the peace treaty of Saint Germain-en-Laye of 1919.The Italian experience with the Ladins started soon after World War I with several publications taking the task of understanding the origins of their language and its people. Ever since, Italian interest in the Ladins has not ceased. In 1998 the Italian Constitutional Court recognized the Ladin people their right to be represented in regional institutions, answering to the historical and social reality of Alto Adige/Südtirol.Consequently, the legal resilience of the Ladins gives testimony of a long history of peaceful victories for their rights, associated with the Ladin language, in the context of judicial procedures, political participation, and legislation.In comparison, Ladins living in other regions of Italy like Veneto and Friuli Venezia Giulia have not reached the same level of autonomy and privileges as those in Trentino-Alto Adige/Südtirol.","PeriodicalId":33872,"journal":{"name":"Italian Review of Legal History","volume":"1218 24","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2021-12-22","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"41279034","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2021-12-22DOI: 10.54103/2464-8914/16895
Carmela Maria Spadaro
Una vicenda poco nota, relativa ad una stagione di battaglie sindacali è quella di cui si resero protagoniste le raccoglitrici di fiori di gelsomino della Calabria jonica. Il loro lavoro rappresentò, tra gli anni Cinquanta e gli anni Settanta del ‘900, un elemento importante nella storia economica e sociale del territorio calabrese, favorendo la creazione di un’interessante rete di collegamento tra le numerose imprese agricole di piccole e medie dimensioni operanti nel territorio ed alcuni tra i più noti marchi dell’industriaprofumiera francese.L’acquisita consapevolezza del profilo “internazionale” e, dunque, dell’importanza del proprio lavoro nella promozione industriale e sociale del territorio, fu all’origine di una stagione di rivendicazioni, che sancirono un netto miglioramento delle condizioni lavorativeed una maggiore considerazione sociale per queste donne trovatesi improvvisamente, anche per effetto della disoccupazione maschile e dell’emigrazione, a ricoprire il ruolo di capo-famiglia; altresì posero all’attenzione del Parlamento la necessità di darericonoscimento normativo alle istanze delle lavoratrici. Nella lotta sindacale condotta da queste pioniere dei diritti delle lavoratrici si intrecciarono, ad un certo punto, interessi che rischiarono di snaturane il significato, ma esse seppero tenere testa alle strumentalizzazioni che provenivano da varie parti, battendosi solo per i loro diritti.La crisi del settore, determinata da un eccesso di produzione rispetto alla domanda e dalla concorrenza di alcuni paesi esteri (Egitto, Israele, Spagna, Algeria, Tunisia), che poterono giovarsi anche dei minori costi della manodopera, provocò un crollo verticale dellevendite di gelsomino, conducendo nel giro di pochi anni alla totale sparizione della coltura dalle coste calabresi.Il legislatore intervenne tardivamente per disciplinare molti di quei diritti che le raccoglitrici di gelsomino erano riuscite a conquistare, ottenendo una contrattazione collettiva provinciale che rispettava e richiamava il diritto consuetudinario. L’intervento dello Stato fu tardivo perché alla fine degli anni Settanta quasi più nessuno in Calabria coltivava il gelsomino e le mutate condizioni del mercato internazionale dirottarono le commesse dell’industria francese verso Paesi più competitivi. Tuttavia, il ruolo pionieristico di queste donne, il cui lavoro tracciava di per sé un’identità di genere, segnò sicuramente un passo decisivo verso il cambiamento sociale e l’emancipazione femminile, che sembra doveroso ricordare.
{"title":"Rivolte tra i gelsomini. Raccoglitrici di fiori in Calabria e diritti sociali nella seconda metà del Novecento (primi risultati di una ricerca)","authors":"Carmela Maria Spadaro","doi":"10.54103/2464-8914/16895","DOIUrl":"https://doi.org/10.54103/2464-8914/16895","url":null,"abstract":"Una vicenda poco nota, relativa ad una stagione di battaglie sindacali è quella di cui si resero protagoniste le raccoglitrici di fiori di gelsomino della Calabria jonica. Il loro lavoro rappresentò, tra gli anni Cinquanta e gli anni Settanta del ‘900, un elemento importante nella storia economica e sociale del territorio calabrese, favorendo la creazione di un’interessante rete di collegamento tra le numerose imprese agricole di piccole e medie dimensioni operanti nel territorio ed alcuni tra i più noti marchi dell’industriaprofumiera francese.L’acquisita consapevolezza del profilo “internazionale” e, dunque, dell’importanza del proprio lavoro nella promozione industriale e sociale del territorio, fu all’origine di una stagione di rivendicazioni, che sancirono un netto miglioramento delle condizioni lavorativeed una maggiore considerazione sociale per queste donne trovatesi improvvisamente, anche per effetto della disoccupazione maschile e dell’emigrazione, a ricoprire il ruolo di capo-famiglia; altresì posero all’attenzione del Parlamento la necessità di darericonoscimento normativo alle istanze delle lavoratrici. Nella lotta sindacale condotta da queste pioniere dei diritti delle lavoratrici si intrecciarono, ad un certo punto, interessi che rischiarono di snaturane il significato, ma esse seppero tenere testa alle strumentalizzazioni che provenivano da varie parti, battendosi solo per i loro diritti.La crisi del settore, determinata da un eccesso di produzione rispetto alla domanda e dalla concorrenza di alcuni paesi esteri (Egitto, Israele, Spagna, Algeria, Tunisia), che poterono giovarsi anche dei minori costi della manodopera, provocò un crollo verticale dellevendite di gelsomino, conducendo nel giro di pochi anni alla totale sparizione della coltura dalle coste calabresi.Il legislatore intervenne tardivamente per disciplinare molti di quei diritti che le raccoglitrici di gelsomino erano riuscite a conquistare, ottenendo una contrattazione collettiva provinciale che rispettava e richiamava il diritto consuetudinario. L’intervento dello Stato fu tardivo perché alla fine degli anni Settanta quasi più nessuno in Calabria coltivava il gelsomino e le mutate condizioni del mercato internazionale dirottarono le commesse dell’industria francese verso Paesi più competitivi. Tuttavia, il ruolo pionieristico di queste donne, il cui lavoro tracciava di per sé un’identità di genere, segnò sicuramente un passo decisivo verso il cambiamento sociale e l’emancipazione femminile, che sembra doveroso ricordare.","PeriodicalId":33872,"journal":{"name":"Italian Review of Legal History","volume":" ","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2021-12-22","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"48036761","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2021-12-22DOI: 10.54103/2464-8914/16890
P. Schirò
L’articolo tratta la genesi della penalistica sociale che si afferma nell’ultimo ventennio del XIX secolo, ovvero un movimento di giuristi che mostra grande sensibilità per la dimensione sociale del diritto e attribuisce un ruolo decisivo ai fattori sociali nella generazione dei crimini. Una prima parte dell’articolo si concentrerà sulla definizione della penalistica sociale e sul superamento dell’etichetta socialismo giuridico; successivamente verranno considerati i diversi contributi apportati alla penalistica sociale da Pietro Ellero e da Enrico Ferri. I due autori possono essere considerati i precursori della penalistica sociale.
{"title":"Da Pietro Ellero a Enrico Ferri: la genesi della penalistica sociale","authors":"P. Schirò","doi":"10.54103/2464-8914/16890","DOIUrl":"https://doi.org/10.54103/2464-8914/16890","url":null,"abstract":"L’articolo tratta la genesi della penalistica sociale che si afferma nell’ultimo ventennio del XIX secolo, ovvero un movimento di giuristi che mostra grande sensibilità per la dimensione sociale del diritto e attribuisce un ruolo decisivo ai fattori sociali nella generazione dei crimini. Una prima parte dell’articolo si concentrerà sulla definizione della penalistica sociale e sul superamento dell’etichetta socialismo giuridico; successivamente verranno considerati i diversi contributi apportati alla penalistica sociale da Pietro Ellero e da Enrico Ferri. I due autori possono essere considerati i precursori della penalistica sociale.","PeriodicalId":33872,"journal":{"name":"Italian Review of Legal History","volume":" ","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2021-12-22","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"42126406","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2021-12-22DOI: 10.54103/2464-8914/16881
M. Ascheri
This work aims to present what some Italian jurists at the beginning of 16th century, during a new series of epidemics, thought useful to prevent and preserve from epidemics. Their tracts, in Latin language, were widespread all over Europe since they summarized the experience of many centuries. Their advices were given governments to show how many possibilities were open to deliberate according to the European common law and therefore they are useful tools to judge the enacted local provisions.
{"title":"Between the Middle Ages and the modern age, the Italian contribution to European reflection on epidemics: did jurists advise governments?","authors":"M. Ascheri","doi":"10.54103/2464-8914/16881","DOIUrl":"https://doi.org/10.54103/2464-8914/16881","url":null,"abstract":"This work aims to present what some Italian jurists at the beginning of 16th century, during a new series of epidemics, thought useful to prevent and preserve from epidemics. Their tracts, in Latin language, were widespread all over Europe since they summarized the experience of many centuries. Their advices were given governments to show how many possibilities were open to deliberate according to the European common law and therefore they are useful tools to judge the enacted local provisions.","PeriodicalId":33872,"journal":{"name":"Italian Review of Legal History","volume":" ","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2021-12-22","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"43234166","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2021-12-22DOI: 10.54103/2464-8914/16903
Ezio Claudio Pia
La documentazione astigiana dei secoli XIII e XIV restituisce la sperimentazione, da parte del notariato, di modi e forme di definizione dei rapporti economici, segno – come scrive Paolo Cammarosano – del «peso dei notai nel complesso della vita politica e sociale». La scrittura notarile inquadra le criticità delle relazioni mercantili- finanziarie, costruendo meccanismi di compensazione e di regolazione, e intervenendo nel complesso incontro tra credito e politica in ambito fiscale. Una conferma della peculiare competenza «in intelligendo, disquirendo et componendo» che il giurista duecentesco Martino da Fano attribuisce al notariato.
正如保罗•卡马罗萨诺(Paolo Cammarosano)所写的那样,公证员对经济关系的定义方式和形式的试验反映了公证员在整个政治和社会生活中的重要性。公证人通过建立清算和监管机制,以及在信贷和财政政策之间的复杂冲突中发挥作用,描绘了金融贸易关系的关键。这证实了法学家200人马蒂诺·达·法诺(Martino da Fano)对公证员的特殊能力。
{"title":"«Certum testimonium»: atti notarili e relazioni mercantili-finanziarie (Asti e Piemonte meridionale secoli XIII-XIV)","authors":"Ezio Claudio Pia","doi":"10.54103/2464-8914/16903","DOIUrl":"https://doi.org/10.54103/2464-8914/16903","url":null,"abstract":"La documentazione astigiana dei secoli XIII e XIV restituisce la sperimentazione, da parte del notariato, di modi e forme di definizione dei rapporti economici, segno – come scrive Paolo Cammarosano – del «peso dei notai nel complesso della vita politica e sociale». La scrittura notarile inquadra le criticità delle relazioni mercantili- finanziarie, costruendo meccanismi di compensazione e di regolazione, e intervenendo nel complesso incontro tra credito e politica in ambito fiscale. Una conferma della peculiare competenza «in intelligendo, disquirendo et componendo» che il giurista duecentesco Martino da Fano attribuisce al notariato.","PeriodicalId":33872,"journal":{"name":"Italian Review of Legal History","volume":" ","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2021-12-22","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"45603065","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}