La qualita attesa e percepita del sistema scolastico e della scuola frequentata dai figli costituiscono temi cruciali nell’esperienza delle madri. Esse infatti svolgono ancora un ruolo specifico nelle pratiche di cura e nell’educazione dei figli, certamente durante il periodo della scuola dell’infanzia e della scuola dell’obbligo. Una dettagliata rassegna della letteratura specialistica sulla qualita della scuola ha permesso di individuare dei temi specifici sottoposti, sotto forma di un questionario, ad un campione di oltre 700 madri di due regioni italiane. Grazie ad un’analisi delle corrispondenze, i risultati mostrano che un livello socio-culturale medio-alto delle madri e associato ad una qualita attesa elevata verso il sistema scolastico che si concretizza in scelte impegnative per la famiglia e richieste altrettanto impegnative verso gli insegnanti. Analogamente un livello socio-culturale medio-alto, la qualita percepita e, quindi, il grado di soddisfazione verso la scuola scelta per il figlio appaiono associati soprattutto alla qualita degli insegnanti operanti in una scuola impegnativa (in parte suggerita da amici e conoscenti), e ad un’esperienza scolastica precedente considerata positiva. “Essere madri non e sufficiente”: le posizioni sociali differenziano i percorsi di vita e influenzano i percorsi di socializzazione e le scelte educative che li caratterizzano. Parole chiave: esperienza scolastica, qualita attesa, qualita percepita, esperienza materna, esperienza figli.
{"title":"L'esperienza scolastica dei figli : la qualità attesa e percepita dalle madri","authors":"Felice Carugati, P. Selleri","doi":"10.1400/190914","DOIUrl":"https://doi.org/10.1400/190914","url":null,"abstract":"La qualita attesa e percepita del sistema scolastico e della scuola frequentata dai figli costituiscono temi cruciali nell’esperienza delle madri. Esse infatti svolgono ancora un ruolo specifico nelle pratiche di cura e nell’educazione dei figli, certamente durante il periodo della scuola dell’infanzia e della scuola dell’obbligo. Una dettagliata rassegna della letteratura specialistica sulla qualita della scuola ha permesso di individuare dei temi specifici sottoposti, sotto forma di un questionario, ad un campione di oltre 700 madri di due regioni italiane. Grazie ad un’analisi delle corrispondenze, i risultati mostrano che un livello socio-culturale medio-alto delle madri e associato ad una qualita attesa elevata verso il sistema scolastico che si concretizza in scelte impegnative per la famiglia e richieste altrettanto impegnative verso gli insegnanti. Analogamente un livello socio-culturale medio-alto, la qualita percepita e, quindi, il grado di soddisfazione verso la scuola scelta per il figlio appaiono associati soprattutto alla qualita degli insegnanti operanti in una scuola impegnativa (in parte suggerita da amici e conoscenti), e ad un’esperienza scolastica precedente considerata positiva. “Essere madri non e sufficiente”: le posizioni sociali differenziano i percorsi di vita e influenzano i percorsi di socializzazione e le scelte educative che li caratterizzano. Parole chiave: esperienza scolastica, qualita attesa, qualita percepita, esperienza materna, esperienza figli.","PeriodicalId":36845,"journal":{"name":"Ricerche di Pedagogia e Didattica","volume":"5 1","pages":"129-147"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2010-01-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"66615825","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
In questa prima fase della ricerca - ancora in itinere - si compie un’analisi storicopedagogica del rapporto infanzia/famiglie/istituzioni. L’indagine si focalizza sulle trasformazioni dei modelli familiari, visti nella loro interdipendenza con l’elaborazione di nuove pratiche educative. Al riguardo, l’avvento del’900 si profila come un passaggio importante, che trova un suo esito nel volume di Ellen Key, Il secolo dei fanciulli . Proprio in quest’opera, la scrittrice svedese elabora una nuova idea di “maternita” e di “paternita” che pone al centro i bisogni e le esigenze infantili. La sua prospettiva diventa oggetto di dibattito, agli inizi del secolo scorso, sia in campo pedagogico, sia in campo femminista, soprattutto in merito al dilemma per la donna di coniugare insieme sfera pubblica e sfera privata, maternita e autonomia individuale. Secondo l’ipotesi qui evidenziata e in particolare Maria Montessori a raccogliere la sfida di Ellen Key, con il suo esperimento pedagogico della “Casa dei bambini”, in cui lo spazio domestico, “privato” si trasforma in uno spazio scolastico, “pubblico”, a misura di “bambino” (valenza estetica degli ambienti, cura delle relazioni umane, ecc.). Parole chiave: infanzia; condizione femminile; spazi domestici; fruizione estetico-educativa dell’ambiente; Casa dei bambini.
在这项研究的第一阶段- -目前仍在进行中- -对儿童/家庭/机构的关系进行了历史和教育学分析。这项调查的重点是家庭模式的变化,因为它们与新的教育实践的发展是相互依存的。在这方面,1900年的到来是一个重要的里程碑,其结果是《儿童时代》(Ellen Key)一书。在这本书中,瑞典作家提出了一个关于“母亲”和“父亲”的新概念,将儿童的需要和需要放在中心。上个世纪初,在教育学和女权主义领域,她的观点成为了争论的话题,尤其是在女性将公共领域与私人领域、生育和个人自主权结合起来的困境上。轮廓和特别是假设Maria Montessori Ellen Key,迎接这一挑战的儿童与家庭“的教学实验”,在空间的家庭,学校“私人空间”就变成了“公众”,更有利于儿童的“利益集团”(巴伦西亚美学、人际关系治疗等)。关键词:童年;妇女地位;家居空间;环境的美学和教育利用;儿童之家。
{"title":"Da Ellen Key a Maria Montessori : la progettazione di nuovi spazi educativi per l'infanzia","authors":"Tiziana Pironi","doi":"10.1400/190937","DOIUrl":"https://doi.org/10.1400/190937","url":null,"abstract":"In questa prima fase della ricerca - ancora in itinere - si compie un’analisi storicopedagogica del rapporto infanzia/famiglie/istituzioni. L’indagine si focalizza sulle trasformazioni dei modelli familiari, visti nella loro interdipendenza con l’elaborazione di nuove pratiche educative. Al riguardo, l’avvento del’900 si profila come un passaggio importante, che trova un suo esito nel volume di Ellen Key, Il secolo dei fanciulli . Proprio in quest’opera, la scrittrice svedese elabora una nuova idea di “maternita” e di “paternita” che pone al centro i bisogni e le esigenze infantili. La sua prospettiva diventa oggetto di dibattito, agli inizi del secolo scorso, sia in campo pedagogico, sia in campo femminista, soprattutto in merito al dilemma per la donna di coniugare insieme sfera pubblica e sfera privata, maternita e autonomia individuale. Secondo l’ipotesi qui evidenziata e in particolare Maria Montessori a raccogliere la sfida di Ellen Key, con il suo esperimento pedagogico della “Casa dei bambini”, in cui lo spazio domestico, “privato” si trasforma in uno spazio scolastico, “pubblico”, a misura di “bambino” (valenza estetica degli ambienti, cura delle relazioni umane, ecc.). Parole chiave: infanzia; condizione femminile; spazi domestici; fruizione estetico-educativa dell’ambiente; Casa dei bambini.","PeriodicalId":36845,"journal":{"name":"Ricerche di Pedagogia e Didattica","volume":"5 1","pages":"355-369"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2010-01-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"66615895","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
{"title":"Il sistema scolastico brasiliano e l'integrazione degli alunni con disabilità : riflessioni a margine di un'esperienza","authors":"Roberto Dainese","doi":"10.1400/203169","DOIUrl":"https://doi.org/10.1400/203169","url":null,"abstract":"","PeriodicalId":36845,"journal":{"name":"Ricerche di Pedagogia e Didattica","volume":"26 1","pages":"263-274"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2010-01-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"66615925","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Con il segmento di ricerca che viene presentato nella sua prima fase si prende in esame l’ipotesi di un processo, in atto da tempo, di trasformazione e/o di declino della narrazione orale nel rapporto quotidiano tra adulti e bambini, inteso, in questo specifico contesto, come “spia” dei mutamenti degli stili educativi e degli interscambi tra famiglie ed operatori dei servizi in relazione all’alleanza educativa. La complessita dei filoni di studio che rimandano alla voce “narrazione”negli ambiti delle scienze umane esige la precisazione della curvatura “narrativa” scelta per la ricerca in corso: curvatura che appartiene all’epistemologia della letteratura per l’infanzia e della pedagogia della narrazione in quanto permette di imboccare la strada della ricerca pedagogica rivolta innanzi tutto ai significati che il narrare assume nella relazione educativa e poi ai modi ed alle forme della narrazione che coinvolgono l’infanzia. In un’epoca di grande vitalita e visibilita delle narrazioni, tra cui abbondano le produzioni scritte, illustrate, filmate per l’infanzia, sembra esserci una zona marginale e quasi sommersa della comunicazione narrante che rischia di sfumare in una sorta di oblio. E’ la zona della narrazione orale esperita in praesentia da bambini ed adulti insieme , tessuta con fili di parole che restituiscono senso all’intero arco delle esperienze, tentando di riordinare il disordine che spesso connota la realta, interpretando, stabilendo connessioni, impregnando di quel senso i vissuti, i fatti, le relazioni, le cose e le parole stesse, ancora, nelle voci. Del rischio e delle conseguenze che possono derivare dalla sua mancanza si occupa questo contributo di ricerca che, dal punto di vista metodologico, si e avvalso e si avvale sia di analisi condotte sul corpus dei testi sia della raccolta di dati e informazioni tramite incontri condotti con la modalita del focus group, con educatrici e genitori.
{"title":"La narrazione orale tra bambini ed adulti: da flusso continuo a vena carsica?","authors":"M. Bernardi","doi":"10.1400/190909","DOIUrl":"https://doi.org/10.1400/190909","url":null,"abstract":"Con il segmento di ricerca che viene presentato nella sua prima fase si prende in esame l’ipotesi di un processo, in atto da tempo, di trasformazione e/o di declino della narrazione orale nel rapporto quotidiano tra adulti e bambini, inteso, in questo specifico contesto, come “spia” dei mutamenti degli stili educativi e degli interscambi tra famiglie ed operatori dei servizi in relazione all’alleanza educativa. La complessita dei filoni di studio che rimandano alla voce “narrazione”negli ambiti delle scienze umane esige la precisazione della curvatura “narrativa” scelta per la ricerca in corso: curvatura che appartiene all’epistemologia della letteratura per l’infanzia e della pedagogia della narrazione in quanto permette di imboccare la strada della ricerca pedagogica rivolta innanzi tutto ai significati che il narrare assume nella relazione educativa e poi ai modi ed alle forme della narrazione che coinvolgono l’infanzia. In un’epoca di grande vitalita e visibilita delle narrazioni, tra cui abbondano le produzioni scritte, illustrate, filmate per l’infanzia, sembra esserci una zona marginale e quasi sommersa della comunicazione narrante che rischia di sfumare in una sorta di oblio. E’ la zona della narrazione orale esperita in praesentia da bambini ed adulti insieme , tessuta con fili di parole che restituiscono senso all’intero arco delle esperienze, tentando di riordinare il disordine che spesso connota la realta, interpretando, stabilendo connessioni, impregnando di quel senso i vissuti, i fatti, le relazioni, le cose e le parole stesse, ancora, nelle voci. Del rischio e delle conseguenze che possono derivare dalla sua mancanza si occupa questo contributo di ricerca che, dal punto di vista metodologico, si e avvalso e si avvale sia di analisi condotte sul corpus dei testi sia della raccolta di dati e informazioni tramite incontri condotti con la modalita del focus group, con educatrici e genitori.","PeriodicalId":36845,"journal":{"name":"Ricerche di Pedagogia e Didattica","volume":"5 1","pages":"9-24"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2010-01-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"66615702","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
{"title":"Idee per un modello di museo dell'educazione","authors":"M. Manini","doi":"10.1400/203213","DOIUrl":"https://doi.org/10.1400/203213","url":null,"abstract":"","PeriodicalId":36845,"journal":{"name":"Ricerche di Pedagogia e Didattica","volume":"5 1","pages":"413-419"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2010-01-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"66615998","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
The “popular museum” structure proposed in the article does not aim to reconstruct individual histories in schools, but rather to create a place in society and the territory in which the Bologna schools have been operating for some time. In this sense, the museum becomes a laboratory which promotes activities which stimulate civil life, as a testimonial of the past but also the breeding ground for planning a new common future with all its inherent problems and opportunities.
{"title":"Bologna : un museo diffuso","authors":"Patrizia Cuzzani","doi":"10.1400/203206","DOIUrl":"https://doi.org/10.1400/203206","url":null,"abstract":"The “popular museum” structure proposed in the article does not aim to reconstruct individual histories in schools, but rather to create a place in society and the territory in which the Bologna schools have been operating for some time. In this sense, the museum becomes a laboratory which promotes activities which stimulate civil life, as a testimonial of the past but also the breeding ground for planning a new common future with all its inherent problems and opportunities.","PeriodicalId":36845,"journal":{"name":"Ricerche di Pedagogia e Didattica","volume":"5 1","pages":"401-406"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2010-01-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"66615983","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
{"title":"Il Museo dell'Educazione Virtuale : identità, prospettive, attitudini","authors":"Chiara Baldassarri","doi":"10.1400/203216","DOIUrl":"https://doi.org/10.1400/203216","url":null,"abstract":"","PeriodicalId":36845,"journal":{"name":"Ricerche di Pedagogia e Didattica","volume":"5 1","pages":"443-450"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2010-01-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"66616044","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Storicamente, la qualita del sistema scolastico nel nostro paese e stata geograficamente determinata. Per cui, ad aree diverse hanno corrisposto diverse opportunita formative, diversi livelli di alfabetizzazione e di dispersione scolastica e diversi esiti da parte degli alunni. Una differenziazione che, nel tempo, ha determinato una frattura geografica ed educativa tra le scuole del Nord dell’Italia e quelle del Sud e che ha segnato, diversamente, i destini scolastici degli alunni delle due diverse aree del paese. Questa ricerca, condotta nell’ottica di un sistema formativo integrato, ha voluto indagare se, quanto e in che modo, questa geografia educativa sia cambiata, oggi che viviamo in un’epoca sempre piu complessa e multiculturale, e quale posto occupino, in essa, gli alunni con cittadinanza non italiana. Piu nello specifico, questo lavoro, ha cercato di verificare se la “localizzazione dei diritti” che, in passato, ha determinato una diversa alfabetizzazione e un diverso esito scolastico tra gli studenti del Sud e quelli del Nord del paese, si ripresenti ancora oggi, come dicotomia nord-sud, in tema d’integrazione e di alfabetizzazione interculturale. Ha cercato, inoltre, di vedere se, e in che modo, e stata colta, da parte delle istituzioni scolastiche e della classe insegnante, quella sfida educativa e di rinnovamento rappresentata dalla presenza, in classe, di alunni cosi detti “stranieri”.
{"title":"Nord e Sud dell'Italia : tra localizzazione dei diritti e sfide interculturali","authors":"Palmiro Potentino Propato","doi":"10.1400/203157","DOIUrl":"https://doi.org/10.1400/203157","url":null,"abstract":"Storicamente, la qualita del sistema scolastico nel nostro paese e stata geograficamente determinata. Per cui, ad aree diverse hanno corrisposto diverse opportunita formative, diversi livelli di alfabetizzazione e di dispersione scolastica e diversi esiti da parte degli alunni. Una differenziazione che, nel tempo, ha determinato una frattura geografica ed educativa tra le scuole del Nord dell’Italia e quelle del Sud e che ha segnato, diversamente, i destini scolastici degli alunni delle due diverse aree del paese. Questa ricerca, condotta nell’ottica di un sistema formativo integrato, ha voluto indagare se, quanto e in che modo, questa geografia educativa sia cambiata, oggi che viviamo in un’epoca sempre piu complessa e multiculturale, e quale posto occupino, in essa, gli alunni con cittadinanza non italiana. Piu nello specifico, questo lavoro, ha cercato di verificare se la “localizzazione dei diritti” che, in passato, ha determinato una diversa alfabetizzazione e un diverso esito scolastico tra gli studenti del Sud e quelli del Nord del paese, si ripresenti ancora oggi, come dicotomia nord-sud, in tema d’integrazione e di alfabetizzazione interculturale. Ha cercato, inoltre, di vedere se, e in che modo, e stata colta, da parte delle istituzioni scolastiche e della classe insegnante, quella sfida educativa e di rinnovamento rappresentata dalla presenza, in classe, di alunni cosi detti “stranieri”.","PeriodicalId":36845,"journal":{"name":"Ricerche di Pedagogia e Didattica","volume":"5 1","pages":"209-224"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2010-01-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"66616379","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Intervento al Workshop Internazionale “Infanzie e Famiglie in Europa”, del 16 ottobre 2009, presso la Facolta di Scienze della Formazione, Via Filippo Re, 6 Bologna (Aula Magna). Parole chiave: accueil, qualite, confiance _____________________________________________________________ La creche Moogly2 rue Pajol existe depuis 6 ans. Une trentaine d’enfants y sont inscrits par annee scolaire, soit de septembre a juillet. La creche se divise en 2 structures, 2 appartements differents sans communication interne dont chacun accueille 15 enfants maxima. -10 professionnelles sont presentes dont un agent de service. Il y a des educatrices de jeunes enfants, des auxiliaires en puericulture, des CAP petite enfance, une infirmiere adjointe. La creche est notre histoire. Nous avons progressivement pense l’espace et concu le projet qui est par ailleurs en constante progression car VIVANT. Note: La base de notre projet pedagogique concernant l'accueil est la resultante de lectures diverses et formations sur des themes dans lesquels nous nous sommes retrou1 Les professionnelles : Cecile Genot Eje, Corrine Geraud, Djaouida Mokri, Sonia Gauvin, Marie Laure Gilbert, Farah Felahi, Kadiatou Diakhaby, Nathalie Guilliot, Marie Nguyen, Rachida Fendi Dokali. 2 A partir de 2008 a aujourd'hui le personnel et les familles collaborent activement au recherche-action sur le sujet “Les interactions musicales a la creche dans les contextes multiculturelles” menes par Anna Pileri, doctorante en co-tutelle, Centre de Recherche “Psychomuse”, Universite de Nanterre – Paris X, France; Departement de Science de l’ Education, Universite de Bologne, Italie. Directeurs de recherche: Michel Imberty et Milena Manini; Tutors scientifiques: Antonio Genovese et Anna Rita Addessi.
2009年10月16日,在博洛尼亚Filippo Re街6号(Aula Magna)的Facolta di Scienze della Formazione举办的“欧洲的儿童和家庭”国际研讨会上发言。欢迎,质量,信任_____________________________________________________________________________幼儿园Moogly2 rue Pajol已经存在了6年,每个学年大约有30个孩子注册,从9月到7月。日托中心分为2个结构,2个不同的公寓,没有内部沟通,每个公寓最多可容纳15个孩子。-10名专业人员在场,包括一名服务人员。有幼儿教育工作者,托儿所助理,CAP petite enfance,助理护士。日托是我们的故事。我们逐渐思考了空间,设计了这个项目,这个项目也在不断发展,因为它是活着的。注:我们关于接待的教育项目的基础是各种阅读和培训的结果,我们遇到了专业人士:Cecile - Eje、月Geraud Djaouida Mokri Sonia Gauvin Laure Gilbert)、玛丽、法拉、Felahi Kadiatou Diakhaby Marie Nguyen, Nathalie Guilliot Rachida芬迪Dokali。2 .自2008年起今天向研究人员和家属积极配合主题“A la creche多元文化语境中的音乐互动”由Anna美尼斯Pileri co-tutelle博士生,研究中心“Psychomuse”,X—巴黎、法国南特大学;意大利博洛尼亚大学教育科学系。研究主任:Michel Imberty和Milena Manini;科学导师:Antonio Genovese和Anna Rita Addessi。
{"title":"En route vers la qualité de l'accueil : enfants et parents à la Crèche","authors":"Pierrette Pénaguin","doi":"10.1400/190960","DOIUrl":"https://doi.org/10.1400/190960","url":null,"abstract":"Intervento al Workshop Internazionale “Infanzie e Famiglie in Europa”, del 16 ottobre 2009, presso la Facolta di Scienze della Formazione, Via Filippo Re, 6 Bologna (Aula Magna). Parole chiave: accueil, qualite, confiance _____________________________________________________________ La creche Moogly2 rue Pajol existe depuis 6 ans. Une trentaine d’enfants y sont inscrits par annee scolaire, soit de septembre a juillet. La creche se divise en 2 structures, 2 appartements differents sans communication interne dont chacun accueille 15 enfants maxima. -10 professionnelles sont presentes dont un agent de service. Il y a des educatrices de jeunes enfants, des auxiliaires en puericulture, des CAP petite enfance, une infirmiere adjointe. La creche est notre histoire. Nous avons progressivement pense l’espace et concu le projet qui est par ailleurs en constante progression car VIVANT. Note: La base de notre projet pedagogique concernant l'accueil est la resultante de lectures diverses et formations sur des themes dans lesquels nous nous sommes retrou1 Les professionnelles : Cecile Genot Eje, Corrine Geraud, Djaouida Mokri, Sonia Gauvin, Marie Laure Gilbert, Farah Felahi, Kadiatou Diakhaby, Nathalie Guilliot, Marie Nguyen, Rachida Fendi Dokali. 2 A partir de 2008 a aujourd'hui le personnel et les familles collaborent activement au recherche-action sur le sujet “Les interactions musicales a la creche dans les contextes multiculturelles” menes par Anna Pileri, doctorante en co-tutelle, Centre de Recherche “Psychomuse”, Universite de Nanterre – Paris X, France; Departement de Science de l’ Education, Universite de Bologne, Italie. Directeurs de recherche: Michel Imberty et Milena Manini; Tutors scientifiques: Antonio Genovese et Anna Rita Addessi.","PeriodicalId":36845,"journal":{"name":"Ricerche di Pedagogia e Didattica","volume":"5 1","pages":"457-466"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2010-01-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"66615426","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
The use of shared sites as a work tool, and for building and sharing knowledge in a “learning community” and/or “communities of practice” is undeniably a characteristic of the so-called knowledge society. The phenomenon concerns all individuals and contexts, and involves all professional categories starting from those operating specifically in the information and communication sectors. Teachers and all those working in the field of education can be legitimately considered part of these two categories. In this complexity of forms, the reality of social networking can be seen as extremely multi-dimensional. What emerges in particular is the problem of co-ordinationing contributions within the groups or communities. The solutions are by no means simple and give rise to a sort of antinomy between “guided” sites (groups or communities which identify specific roles of co-ordination, evaluation and decision-making) and spontaneous sites (groups /communities in which all the participants engage with total equality of roles). The first are based on a top-down model and run the risk of going beyond the what might be called the “social constructionist” limits that characterise the new generation web culture, whilst the latter, in their turn, risk ending up in chaos, with useless additional areas in which contributions pile up one after the other without shared progress and unitary conclusions. The question highlighted in this article rises from this antinomic context and asks how co-ordination and monitoring can be carried out in shared sites while respecting a bottom up approach and still be able to produce sharing and evolution of knowledge. A proposal is put forward which suggests that monitoring should consist of an approach based on scaffolding.
{"title":"Monitorare siti condivisi : una proposta di scaffolding","authors":"E. Pacetti, M. Fabbri, L. Guerra","doi":"10.1400/203186","DOIUrl":"https://doi.org/10.1400/203186","url":null,"abstract":"The use of shared sites as a work tool, and for building and sharing knowledge in a “learning community” and/or “communities of practice” is undeniably a characteristic of the so-called knowledge society. The phenomenon concerns all individuals and contexts, and involves all professional categories starting from those operating specifically in the information and communication sectors. Teachers and all those working in the field of education can be legitimately considered part of these two categories. In this complexity of forms, the reality of social networking can be seen as extremely multi-dimensional. What emerges in particular is the problem of co-ordinationing contributions within the groups or communities. The solutions are by no means simple and give rise to a sort of antinomy between “guided” sites (groups or communities which identify specific roles of co-ordination, evaluation and decision-making) and spontaneous sites (groups /communities in which all the participants engage with total equality of roles). The first are based on a top-down model and run the risk of going beyond the what might be called the “social constructionist” limits that characterise the new generation web culture, whilst the latter, in their turn, risk ending up in chaos, with useless additional areas in which contributions pile up one after the other without shared progress and unitary conclusions. The question highlighted in this article rises from this antinomic context and asks how co-ordination and monitoring can be carried out in shared sites while respecting a bottom up approach and still be able to produce sharing and evolution of knowledge. A proposal is put forward which suggests that monitoring should consist of an approach based on scaffolding.","PeriodicalId":36845,"journal":{"name":"Ricerche di Pedagogia e Didattica","volume":"5 1","pages":"319-360"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2010-01-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"66615935","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}