Pub Date : 2020-03-01DOI: 10.1016/s1286-9341(20)43270-3
J. B. Caruhel, J. Bouaoud, N. Tabchouri, Thomas Schouman, P. Goudot
{"title":"Ferite cervicali penetranti","authors":"J. B. Caruhel, J. Bouaoud, N. Tabchouri, Thomas Schouman, P. Goudot","doi":"10.1016/s1286-9341(20)43270-3","DOIUrl":"https://doi.org/10.1016/s1286-9341(20)43270-3","url":null,"abstract":"","PeriodicalId":100461,"journal":{"name":"EMC - Urgenze","volume":"50 1","pages":"1-11"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2020-03-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"77022652","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2019-08-01DOI: 10.1016/S1286-9341(19)42504-0
M. Fuger (Chef de clinique – Assistant) , S. Timsit (Praticien hospitalier) , G. Chéron (Professeur de pédiatrie)
La bronchiolite è un’infezione virale stagionale delle vie respiratorie inferiori del lattante. Il suo principale agente causale è il virus respiratorio sinciziale. È un problema di salute pubblica, poiché interessa il 30% dei lattanti sotto 1 anno. La diagnosi è clinica. Essa inizia con una rinofaringite poco febbrile con una tosse secca, poi continua con una dispnea espiratoria con crepitii nei lattanti molto piccoli e, più generalmente, con rantoli bronchiali e sibili. La principale diagnosi differenziale da escludere è la miocardite, a cui occorre pensare davanti a una tachicardia con segni di insufficienza cardiaca e di ostruzione poco marcati. Il trattamento è essenzialmente sintomatico. Per i casi gravi, può essere necessario il ricovero in ospedale con ossigenoterapia e/o nutrizione enterale o, anche, parenterale. In caso di insufficienza respiratoria persistente o in peggioramento nonostante l’ossigenoterapia con occhiali, è indicato il ricorso alla ventilazione (invasiva o meno).
{"title":"Bronchiolite del lattante","authors":"M. Fuger (Chef de clinique – Assistant) , S. Timsit (Praticien hospitalier) , G. Chéron (Professeur de pédiatrie)","doi":"10.1016/S1286-9341(19)42504-0","DOIUrl":"https://doi.org/10.1016/S1286-9341(19)42504-0","url":null,"abstract":"<div><p>La bronchiolite è un’infezione virale stagionale delle vie respiratorie inferiori del lattante. Il suo principale agente causale è il virus respiratorio sinciziale. È un problema di salute pubblica, poiché interessa il 30% dei lattanti sotto 1 anno. La diagnosi è clinica. Essa inizia con una rinofaringite poco febbrile con una tosse secca, poi continua con una dispnea espiratoria con crepitii nei lattanti molto piccoli e, più generalmente, con rantoli bronchiali e sibili. La principale diagnosi differenziale da escludere è la miocardite, a cui occorre pensare davanti a una tachicardia con segni di insufficienza cardiaca e di ostruzione poco marcati. Il trattamento è essenzialmente sintomatico. Per i casi gravi, può essere necessario il ricovero in ospedale con ossigenoterapia e/o nutrizione enterale o, anche, parenterale. In caso di insufficienza respiratoria persistente o in peggioramento nonostante l’ossigenoterapia con occhiali, è indicato il ricorso alla ventilazione (invasiva o meno).</p></div>","PeriodicalId":100461,"journal":{"name":"EMC - Urgenze","volume":"23 3","pages":"Pages 1-8"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2019-08-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"72071002","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2019-08-01DOI: 10.1016/S1286-9341(19)42503-9
A. Lafon , P. Larras , V. Ahossi
Le urgenze odontoiatriche impegnano eccezionalmente la prognosi vitale; sono, tuttavia, disabilitanti per il dolore e le conseguenze a lungo termine del mantenimento della dentatura. Il loro numero è in costante aumento e la loro gestione è sempre più complessa. Questa constatazione è legata alla negligenza della causa dentaria, sempre più frequente tra le persone che non traggono beneficio dai circuiti di cure convenzionali, insieme a una popolazione francese che invecchia e polimedicalizzata. La pratica degli sport che causano incidenti spiega l’aumento del numero di traumi dentari del mascellare superiore. La gestione odontoiatrica può essere suddivisa in tre categorie: le urgenze infettive, le urgenze emorragiche e i traumi che coinvolgono le strutture orodentarie. Lo scopo di questo articolo è consentire la gestione delle urgenze di odontoiatria presso il servizio di Pronto Soccorso.
{"title":"Urgenze odontoiatriche","authors":"A. Lafon , P. Larras , V. Ahossi","doi":"10.1016/S1286-9341(19)42503-9","DOIUrl":"https://doi.org/10.1016/S1286-9341(19)42503-9","url":null,"abstract":"<div><p>Le urgenze odontoiatriche impegnano eccezionalmente la prognosi vitale; sono, tuttavia, disabilitanti per il dolore e le conseguenze a lungo termine del mantenimento della dentatura. Il loro numero è in costante aumento e la loro gestione è sempre più complessa. Questa constatazione è legata alla negligenza della causa dentaria, sempre più frequente tra le persone che non traggono beneficio dai circuiti di cure convenzionali, insieme a una popolazione francese che invecchia e polimedicalizzata. La pratica degli sport che causano incidenti spiega l’aumento del numero di traumi dentari del mascellare superiore. La gestione odontoiatrica può essere suddivisa in tre categorie: le urgenze infettive, le urgenze emorragiche e i traumi che coinvolgono le strutture orodentarie. Lo scopo di questo articolo è consentire la gestione delle urgenze di odontoiatria presso il servizio di Pronto Soccorso.</p></div>","PeriodicalId":100461,"journal":{"name":"EMC - Urgenze","volume":"23 3","pages":"Pages 1-22"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2019-08-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"72071003","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2019-06-01DOI: 10.1016/S1286-9341(19)42037-1
C. Hermand , C. Delassasseigne
Al Pronto Soccorso più che altrove, il contesto in cui il paziente viene curato condiziona la realizzazione degli esami biologici. La prescrizione di una valutazione dell’emostasi deve essere considerata e riservata a situazioni in cui questa fornisce un vero orientamento diagnostico o eziologico. In un contesto di sindrome emorragica, un’anamnesi completa e gli esami di base (tasso di protrombina [TP], tempo di cefalina + attivatore [TCA], conta piastrinica) possono già orientare o verso anomalie costituzionali (p. es., emofilia, malattia di von Willebrand) o verso anomalie acquisite (per esempio, trombocitopenia, coagulazione intravascolare disseminata), che sono di gran lunga le più comuni. La gestione del sanguinamento deve essere adattata alla sua intensità e alla sua eziologia. La nozione di terapia anticoagulante è un elemento diagnostico cruciale, che può portare a un antagonismo specifico in caso di sovradosaggio. Si stima che oltre tre milioni di persone all’anno ricevano almeno un trattamento anticoagulante. Davanti a un sospetto di malattia tromboembolica venosa di probabilità da bassa a media, i test di emostasi possono essere utilizzati per guidare la diagnosi e gli esami strumentali. In assenza di sintomi clinici suggestivi, dei disturbi dell’emostasi possono essere sospettati di fronte ad anomalie biologiche. L’emostasi primaria, la coagulazione e la fibrinolisi possono essere esplorate con test globali (Platelet Function Analyzer [PFA], TP, TCA, tempo di lisi) o con test più specifici (dosaggio dei fattori). Questi test sono eseguiti dal laboratorio, ma lo sviluppo della biologia delocalizzata è reale e può essere facilmente spiegato tenendo conto dei ritardi nell’ottenimento dei risultati rispetto all’urgenza della situazione.
{"title":"Disturbi dell’emostasi al Pronto Soccorso","authors":"C. Hermand , C. Delassasseigne","doi":"10.1016/S1286-9341(19)42037-1","DOIUrl":"https://doi.org/10.1016/S1286-9341(19)42037-1","url":null,"abstract":"<div><p>Al Pronto Soccorso più che altrove, il contesto in cui il paziente viene curato condiziona la realizzazione degli esami biologici. La prescrizione di una valutazione dell’emostasi deve essere considerata e riservata a situazioni in cui questa fornisce un vero orientamento diagnostico o eziologico. In un contesto di sindrome emorragica, un’anamnesi completa e gli esami di base (tasso di protrombina [TP], tempo di cefalina + attivatore [TCA], conta piastrinica) possono già orientare o verso anomalie costituzionali (p. es., emofilia, malattia di von Willebrand) o verso anomalie acquisite (per esempio, trombocitopenia, coagulazione intravascolare disseminata), che sono di gran lunga le più comuni. La gestione del sanguinamento deve essere adattata alla sua intensità e alla sua eziologia. La nozione di terapia anticoagulante è un elemento diagnostico cruciale, che può portare a un antagonismo specifico in caso di sovradosaggio. Si stima che oltre tre milioni di persone all’anno ricevano almeno un trattamento anticoagulante. Davanti a un sospetto di malattia tromboembolica venosa di probabilità da bassa a media, i test di emostasi possono essere utilizzati per guidare la diagnosi e gli esami strumentali. In assenza di sintomi clinici suggestivi, dei disturbi dell’emostasi possono essere sospettati di fronte ad anomalie biologiche. L’emostasi primaria, la coagulazione e la fibrinolisi possono essere esplorate con test globali (Platelet Function Analyzer [PFA], TP, TCA, tempo di lisi) o con test più specifici (dosaggio dei fattori). Questi test sono eseguiti dal laboratorio, ma lo sviluppo della biologia delocalizzata è reale e può essere facilmente spiegato tenendo conto dei ritardi nell’ottenimento dei risultati rispetto all’urgenza della situazione.</p></div>","PeriodicalId":100461,"journal":{"name":"EMC - Urgenze","volume":"23 2","pages":"Pages 1-18"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2019-06-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"72031242","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2019-06-01DOI: 10.1016/S1286-9341(19)42035-8
T. Benmayouf, B. Villoing, B. Doumenc
L’ipoglicemia è una diagnosi molto comune. Il quadro clinico è poco specifico e molto polimorfo. Ne risultano segni neurovegetativi e/o segni neuroglucopenici, che possono arrivare fino al coma. La diagnosi positiva si basa sull’anamnesi, sulla misurazione della glicemia e sulla scomparsa dei sintomi dopo la correzione dell’ipoglicemia. Ciò può verificarsi in un paziente diabetico conosciuto e trattato, ma anche nel paziente non diabetico. In quest’ultimo caso, sono più frequenti le cause farmacologiche e tossiche. Non bisogna dimenticare di cercare le altre cause, in particolare l’insulinoma, prima causa tumorale dell’ipoglicemia. Il trattamento dell’ipoglicemia è un’urgenza, indipendentemente dalla causa. La sua eziologia e il suo trattamento specifico devono essere considerati in un secondo tempo. Le prevenzioni, primaria, mediante l’individuazione precoce dell’ipoglicemia attraverso dispositivi di automonitoraggio adeguati, e secondaria, mediante la ricerca di fattori scatenanti, costituiscono una parte importante della gestione.
{"title":"Ipoglicemia","authors":"T. Benmayouf, B. Villoing, B. Doumenc","doi":"10.1016/S1286-9341(19)42035-8","DOIUrl":"https://doi.org/10.1016/S1286-9341(19)42035-8","url":null,"abstract":"<div><p>L’ipoglicemia è una diagnosi molto comune. Il quadro clinico è poco specifico e molto polimorfo. Ne risultano segni neurovegetativi e/o segni neuroglucopenici, che possono arrivare fino al coma. La diagnosi positiva si basa sull’anamnesi, sulla misurazione della glicemia e sulla scomparsa dei sintomi dopo la correzione dell’ipoglicemia. Ciò può verificarsi in un paziente diabetico conosciuto e trattato, ma anche nel paziente non diabetico. In quest’ultimo caso, sono più frequenti le cause farmacologiche e tossiche. Non bisogna dimenticare di cercare le altre cause, in particolare l’insulinoma, prima causa tumorale dell’ipoglicemia. Il trattamento dell’ipoglicemia è un’urgenza, indipendentemente dalla causa. La sua eziologia e il suo trattamento specifico devono essere considerati in un secondo tempo. Le prevenzioni, primaria, mediante l’individuazione precoce dell’ipoglicemia attraverso dispositivi di automonitoraggio adeguati, e secondaria, mediante la ricerca di fattori scatenanti, costituiscono una parte importante della gestione.</p></div>","PeriodicalId":100461,"journal":{"name":"EMC - Urgenze","volume":"23 2","pages":"Pages 1-5"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2019-06-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"72031414","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2019-06-01DOI: 10.1016/s1286-9341(19)42035-8
T. Benmayouf, B. Villoing, B. Doumenc
{"title":"Ipoglicemia","authors":"T. Benmayouf, B. Villoing, B. Doumenc","doi":"10.1016/s1286-9341(19)42035-8","DOIUrl":"https://doi.org/10.1016/s1286-9341(19)42035-8","url":null,"abstract":"","PeriodicalId":100461,"journal":{"name":"EMC - Urgenze","volume":"2017 1","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2019-06-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"76603197","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}