Pub Date : 2022-08-01DOI: 10.1016/S1286-9341(22)46865-7
D. Savary , F. Morin , A. Drouet , A. Renard
L’ipotermia accidentale è definita come una temperatura interna inferiore a 35 °C e di comparsa involontaria. Questo calo di temperatura influisce su tutte le funzioni dell’organismo. Va ricercata anche quando le circostanze sono poco suggestive, specialmente nel politraumatizzato. In presenza di un’attività circolatoria, la diminuzione del metabolismo tissutale protegge il paziente nonostante un rallentamento emodinamico che va rispettato. Se il paziente trema, può essere riscaldato con metodi non invasivi. Sotto i 32 °C, la vittima corre un rischio vitale. La mobilizzazione del paziente deve quindi essere cauta. È opportuno evitare ogni procedura terapeutica che potrebbe provocare una fibrillazione ventricolare. Se questi metodi di riscaldamento esterno non sono efficaci, soprattutto quando la temperatura interna è inferiore ai 28 °C, i pazienti dovrebbero essere trasportati in un centro in grado di instaurare un ECLS (extracorporeal life support). Questi centri devono accogliere anche i pazienti in arresto cardiaco, che possono essere trasportati con dispositivi di massaggio cardiaco automatizzati. In ospedale, algoritmi decisionali basati su criteri semplici come la kaliemia e il punteggio HOPE (hypothermia outcome prediction after ECLS) consentono di evitare tentativi di ECLS di riscaldamento su pazienti deceduti.
{"title":"Ipotermia accidentale","authors":"D. Savary , F. Morin , A. Drouet , A. Renard","doi":"10.1016/S1286-9341(22)46865-7","DOIUrl":"https://doi.org/10.1016/S1286-9341(22)46865-7","url":null,"abstract":"<div><p>L’ipotermia accidentale è definita come una temperatura interna inferiore a 35<!--> <!-->°C e di comparsa involontaria. Questo calo di temperatura influisce su tutte le funzioni dell’organismo. Va ricercata anche quando le circostanze sono poco suggestive, specialmente nel politraumatizzato. In presenza di un’attività circolatoria, la diminuzione del metabolismo tissutale protegge il paziente nonostante un rallentamento emodinamico che va rispettato. Se il paziente trema, può essere riscaldato con metodi non invasivi. Sotto i 32<!--> <!-->°C, la vittima corre un rischio vitale. La mobilizzazione del paziente deve quindi essere cauta. È opportuno evitare ogni procedura terapeutica che potrebbe provocare una fibrillazione ventricolare. Se questi metodi di riscaldamento esterno non sono efficaci, soprattutto quando la temperatura interna è inferiore ai 28<!--> <!-->°C, i pazienti dovrebbero essere trasportati in un centro in grado di instaurare un ECLS (<em>extracorporeal life support</em>). Questi centri devono accogliere anche i pazienti in arresto cardiaco, che possono essere trasportati con dispositivi di massaggio cardiaco automatizzati. In ospedale, algoritmi decisionali basati su criteri semplici come la kaliemia e il punteggio HOPE (<em>hypothermia outcome prediction after ECLS</em>) consentono di evitare tentativi di ECLS di riscaldamento su pazienti deceduti.</p></div>","PeriodicalId":100461,"journal":{"name":"EMC - Urgenze","volume":"26 3","pages":"Pages 1-10"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2022-08-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"72066523","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2022-08-01DOI: 10.1016/S1286-9341(22)46864-5
S. Mirek (Praticien hospitalier, anesthésiste-réanimateur) , C. Cao (Praticien hospitalier neurochirurgien) , M. Freysz (Professeur émérite des Universités)
Il trauma vertebromidollare è un’urgenza diagnostica e terapeutica. Ogni traumatizzato è un traumatizzato vertebromidollare fino a prova contraria. Il trauma vertebromidollare può essere isolato, secondario a un trauma diretto o compreso nel contesto di un trauma grave. La gestione dei traumi vertebromidollari inizia fin dalla fase preospedaliera con la ricerca clinica di una lesione midollare. L’immobilizzazione cervicale deve essere integrata in un algoritmo di gestione basato sullo studio Nexus. L’immobilizzazione toracolombare resta indicata per ogni sospetta frattura. Deve essere mantenuta fino a quando la diagnosi non è esclusa attraverso la valutazione radiologica. In caso di lesione midollare, l’esame clinico deve contenere l’indicazione dell’ora ed essere realizzato con l’ausilio del punteggio dell’American Spinal Injury Association (ASIA) e deve essere ripetuto. La gestione ottimale delle conseguenze respiratorie ed emodinamiche deve essere realizzata precocemente. I fattori di aggressione midollare di origine sistemica (AMSOS) devono essere controllati, in particolare mantenendo una pressione arteriosa media superiore a 70 mmHg, combattendo l’ipossia per evitare la comparsa di lesioni secondarie e limitando l’estensione del livello lesionale. La centrale medica del servizio di Pronto Soccorso medicalizzato (Samu) consente l’orientamento e il trasporto dei pazienti verso un centro di riferimento per ottimizzare la gestione medicochirurgica. Fin dall’arrivo in ospedale, il riassunto dell’esame clinicolaboratoristico e la valutazione radiologica lesionale da parte di un’equipe multidisciplinare orientano la gestione consentendo un’eventuale indicazione chirurgica urgente.
{"title":"Trauma vertebromidollare","authors":"S. Mirek (Praticien hospitalier, anesthésiste-réanimateur) , C. Cao (Praticien hospitalier neurochirurgien) , M. Freysz (Professeur émérite des Universités)","doi":"10.1016/S1286-9341(22)46864-5","DOIUrl":"https://doi.org/10.1016/S1286-9341(22)46864-5","url":null,"abstract":"<div><p>Il trauma vertebromidollare è un’urgenza diagnostica e terapeutica. Ogni traumatizzato è un traumatizzato vertebromidollare fino a prova contraria. Il trauma vertebromidollare può essere isolato, secondario a un trauma diretto o compreso nel contesto di un trauma grave. La gestione dei traumi vertebromidollari inizia fin dalla fase preospedaliera con la ricerca clinica di una lesione midollare. L’immobilizzazione cervicale deve essere integrata in un algoritmo di gestione basato sullo studio Nexus. L’immobilizzazione toracolombare resta indicata per ogni sospetta frattura. Deve essere mantenuta fino a quando la diagnosi non è esclusa attraverso la valutazione radiologica. In caso di lesione midollare, l’esame clinico deve contenere l’indicazione dell’ora ed essere realizzato con l’ausilio del punteggio dell’American Spinal Injury Association (ASIA) e deve essere ripetuto. La gestione ottimale delle conseguenze respiratorie ed emodinamiche deve essere realizzata precocemente. I fattori di aggressione midollare di origine sistemica (AMSOS) devono essere controllati, in particolare mantenendo una pressione arteriosa media superiore a 70 mmHg, combattendo l’ipossia per evitare la comparsa di lesioni secondarie e limitando l’estensione del livello lesionale. La centrale medica del servizio di Pronto Soccorso medicalizzato (Samu) consente l’orientamento e il trasporto dei pazienti verso un centro di riferimento per ottimizzare la gestione medicochirurgica. Fin dall’arrivo in ospedale, il riassunto dell’esame clinicolaboratoristico e la valutazione radiologica lesionale da parte di un’equipe multidisciplinare orientano la gestione consentendo un’eventuale indicazione chirurgica urgente.</p></div>","PeriodicalId":100461,"journal":{"name":"EMC - Urgenze","volume":"26 3","pages":"Pages 1-13"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2022-08-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"72066524","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2022-05-01DOI: 10.1016/S1286-9341(22)46437-4
S. Sivanandamoorthy , P. Meng , N. Heming , D. Annane
Il monossido di carbonio (CO) è la principale causa di intossicazione accidentale in Francia. La sua incidenza è in calo in parte grazie all’attuazione di un sistema di sorveglianza e di prevenzione fornite rispettivamente dall’Institut de veille sanitaire (InVS) e dall’Institut national de prévention et d’éducation pour la santé (INPES). Gli effetti deleteri del CO sono legati a una tossicità immediata da ipossia cellulare con blocco della catena mitocondriale che può provocare coma e fallimento cardiovascolare e a una tossicità ritardata da perossidazione dei componenti della mielina attraverso l’attivazione piastrinica e dei leucociti polinucleati con conseguenti danni cerebrali. Il trattamento si basa sull’ossigenoterapia normobarica (ONB). Le indicazioni della gestione mediante ossigenoterapia iperbarica (OIB) sono riservate a casi ben definiti: perdita di coscienza prima o al momento del trattamento, insufficienza d’organo (neurologica, respiratoria o cardiovascolare) e donna in gravidanza. In seguito all’intossicazione da CO, è necessario un follow-up medico per rilevare eventuali disturbi neuropsichici e valutarne l’impatto sulla vita quotidiana. La potenziale gravità delle intossicazioni così come delle sequele scatenate giustifica la creazione del rilevatore di CO portatile.
{"title":"Intossicazione da monossido di carbonio","authors":"S. Sivanandamoorthy , P. Meng , N. Heming , D. Annane","doi":"10.1016/S1286-9341(22)46437-4","DOIUrl":"https://doi.org/10.1016/S1286-9341(22)46437-4","url":null,"abstract":"<div><p>Il monossido di carbonio (CO) è la principale causa di intossicazione accidentale in Francia. La sua incidenza è in calo in parte grazie all’attuazione di un sistema di sorveglianza e di prevenzione fornite rispettivamente dall’Institut de veille sanitaire (InVS) e dall’Institut national de prévention et d’éducation pour la santé (INPES). Gli effetti deleteri del CO sono legati a una tossicità immediata da ipossia cellulare con blocco della catena mitocondriale che può provocare coma e fallimento cardiovascolare e a una tossicità ritardata da perossidazione dei componenti della mielina attraverso l’attivazione piastrinica e dei leucociti polinucleati con conseguenti danni cerebrali. Il trattamento si basa sull’ossigenoterapia normobarica (ONB). Le indicazioni della gestione mediante ossigenoterapia iperbarica (OIB) sono riservate a casi ben definiti: perdita di coscienza prima o al momento del trattamento, insufficienza d’organo (neurologica, respiratoria o cardiovascolare) e donna in gravidanza. In seguito all’intossicazione da CO, è necessario un follow-up medico per rilevare eventuali disturbi neuropsichici e valutarne l’impatto sulla vita quotidiana. La potenziale gravità delle intossicazioni così come delle sequele scatenate giustifica la creazione del rilevatore di CO portatile.</p></div>","PeriodicalId":100461,"journal":{"name":"EMC - Urgenze","volume":"26 2","pages":"Pages 1-8"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2022-05-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"72072721","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2022-05-01DOI: 10.1016/S1286-9341(22)46438-6
M. Andronikof (Chef de service)
La concentrazione di sodio, la natriemia, riflette la tonicità dell’ambiente interno indicato dalla formula: tonicità = 2 × [Na] + glicemia in mmol/l. La tonicità è uguale su entrambi i lati della membrana cellulare. Una disnatriemia è per definizione un cambiamento della concentrazione plasmatica di sodio. In ipernatriemia, esiste obbligatoriamente un’ipertonia e quindi una disidratazione della cellula. Il trattamento mirerà a richiamare acqua nella cellula (un liquido ipotonico). In iponatriemia, c’è il più delle volte un’ipotonia (a meno che non ci siano iperglicemia o un gap osmolare). In ipotonia, esiste obbligatoriamente un edema cellulare e il trattamento mirerà a far uscire l’acqua dalla cellula. Il tipo di trattamento deve tenere in considerazione la velocità di correzione ricercata secondo il contesto clinico. La classificazione pertinente dell’iponatriemia in emergenza comprende solo due componenti: l’iponatriemia che deve essere corretta rapidamente di poche mmoli e l’iponatriemia che deve essere corretta lentamente. In ogni caso, la correzione non dovrebbe superare 10 mmol in 24 ore. Noi mettiamo in prospettiva le principali raccomandazioni internazionali e proponiamo una linea di azione sintetica per l’iponatriemia e l’ipernatriemia.
{"title":"Disnatriemie","authors":"M. Andronikof (Chef de service)","doi":"10.1016/S1286-9341(22)46438-6","DOIUrl":"https://doi.org/10.1016/S1286-9341(22)46438-6","url":null,"abstract":"<div><p>La concentrazione di sodio, la natriemia, riflette la tonicità dell’ambiente interno indicato dalla formula: tonicità = 2 × [Na] + glicemia in mmol/l. La tonicità è uguale su entrambi i lati della membrana cellulare. Una disnatriemia è per definizione un cambiamento della concentrazione plasmatica di sodio. In ipernatriemia, esiste obbligatoriamente un’ipertonia e quindi una disidratazione della cellula. Il trattamento mirerà a richiamare acqua nella cellula (un liquido ipotonico). In iponatriemia, c’è il più delle volte un’ipotonia (a meno che non ci siano iperglicemia o un gap osmolare). In ipotonia, esiste obbligatoriamente un edema cellulare e il trattamento mirerà a far uscire l’acqua dalla cellula. Il tipo di trattamento deve tenere in considerazione la velocità di correzione ricercata secondo il contesto clinico. La classificazione pertinente dell’iponatriemia in emergenza comprende solo due componenti: l’iponatriemia che deve essere corretta rapidamente di poche mmoli e l’iponatriemia che deve essere corretta lentamente. In ogni caso, la correzione non dovrebbe superare 10 mmol in 24 ore. Noi mettiamo in prospettiva le principali raccomandazioni internazionali e proponiamo una linea di azione sintetica per l’iponatriemia e l’ipernatriemia.</p></div>","PeriodicalId":100461,"journal":{"name":"EMC - Urgenze","volume":"26 2","pages":"Pages 1-11"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2022-05-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"72072722","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2022-05-01DOI: 10.1016/S1286-9341(22)46439-8
M. Lott (Interne en ophtalmologie) , V. Saunier (Chef de clinique assistant) , A. Trinh-Duc
La sintomatologia oftalmologica è una ragione frequente di consulto in medicina d’urgenza. La maggior parte delle urgenze oculari può essere gestita da medici di medicina d’urgenza. Tuttavia, è importante sapere come diagnosticare le urgenze immediate che richiedono una consulenza specialistica nel più breve tempo possibile, come le ferite del bulbo, l’endoftalmite o la crisi acuta di chiusura dell’angolo. Questo articolo mette in evidenza le varie patologie oculari più frequenti al Pronto Soccorso, i loro segni clinici, il loro metodo diagnostico e le principali terapie da attuare.
{"title":"Urgenze oftalmologiche","authors":"M. Lott (Interne en ophtalmologie) , V. Saunier (Chef de clinique assistant) , A. Trinh-Duc","doi":"10.1016/S1286-9341(22)46439-8","DOIUrl":"https://doi.org/10.1016/S1286-9341(22)46439-8","url":null,"abstract":"<div><p>La sintomatologia oftalmologica è una ragione frequente di consulto in medicina d’urgenza. La maggior parte delle urgenze oculari può essere gestita da medici di medicina d’urgenza. Tuttavia, è importante sapere come diagnosticare le urgenze immediate che richiedono una consulenza specialistica nel più breve tempo possibile, come le ferite del bulbo, l’endoftalmite o la crisi acuta di chiusura dell’angolo. Questo articolo mette in evidenza le varie patologie oculari più frequenti al Pronto Soccorso, i loro segni clinici, il loro metodo diagnostico e le principali terapie da attuare.</p></div>","PeriodicalId":100461,"journal":{"name":"EMC - Urgenze","volume":"26 2","pages":"Pages 1-16"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2022-05-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"72072723","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2022-03-01DOI: 10.1016/S1286-9341(21)46004-7
D. Pateron , N. Carbonell , X. Dray
L’emorragia digestiva acuta non traumatica è una delle principali urgenze digestive. Recenti progressi terapeutici riguardanti la gestione iniziale del paziente, nonché i progressi dell’emostasi endoscopica, hanno migliorato la prognosi di questa patologia, la cui mortalità è dell’ordine del 5-10%. La patologia ulcerosa gastroduodenale e l’ipertensione portale sono le due principali cause di emorragia digestiva acuta. La gestione in Pronto Soccorso comprende misure comuni a tutte le emorragie e misure specifiche a seconda della causa. Il ruolo dei trattamenti farmacologici presuntivi, a domicilio o in Pronto Soccorso, si è molto evoluto negli ultimi anni. La strategia diagnostica e terapeutica è in seguito guidata dai dati dell’endoscopia. L’orientamento avviene tenendo conto della storia naturale dell’emorragia e dei fattori prognostici.
{"title":"Emorragie digestive non traumatiche negli adulti","authors":"D. Pateron , N. Carbonell , X. Dray","doi":"10.1016/S1286-9341(21)46004-7","DOIUrl":"https://doi.org/10.1016/S1286-9341(21)46004-7","url":null,"abstract":"<div><p>L’emorragia digestiva acuta non traumatica è una delle principali urgenze digestive. Recenti progressi terapeutici riguardanti la gestione iniziale del paziente, nonché i progressi dell’emostasi endoscopica, hanno migliorato la prognosi di questa patologia, la cui mortalità è dell’ordine del 5-10%. La patologia ulcerosa gastroduodenale e l’ipertensione portale sono le due principali cause di emorragia digestiva acuta. La gestione in Pronto Soccorso comprende misure comuni a tutte le emorragie e misure specifiche a seconda della causa. Il ruolo dei trattamenti farmacologici presuntivi, a domicilio o in Pronto Soccorso, si è molto evoluto negli ultimi anni. La strategia diagnostica e terapeutica è in seguito guidata dai dati dell’endoscopia. L’orientamento avviene tenendo conto della storia naturale dell’emorragia e dei fattori prognostici.</p></div>","PeriodicalId":100461,"journal":{"name":"EMC - Urgenze","volume":"26 1","pages":"Pages 1-14"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2022-03-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"72056224","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2022-03-01DOI: 10.1016/S1286-9341(21)46005-9
D. Viglino , M. Maignan
La broncopneumopatia cronica ostruttiva è una malattia frequente, caratterizzata da un coinvolgimento polmonare che associa ostruzione bronchiale fissa e lesioni parenchimali (enfisema). Mantiene stretti legami con un gran numero di patologie associate, in particolare cardiovascolari. La sua evoluzione è costellata di riesacerbazioni che possono mettere a rischio la vita a breve e a medio termine e che aggravano la prognosi funzionale accelerando la malattia. Queste esacerbazioni riguardano in primo luogo la funzione respiratoria, ma una parte non trascurabile della morbimortalità è legata alle comorbilità. Il trattamento in urgenza si basa sulle terapie broncodilatatrici e sulla ventilazione non invasiva, che ha notevolmente modificato la prognosi delle esacerbazioni. La terapia corticosteroidea non deve essere sistematica, così come non lo deve essere la terapia antibiotica. Il trattamento delle esacerbazioni richiede sempre più un approccio medico personalizzato. Le comorbilità, alcuni biomarcatori come gli eosinofili, consentono una migliore individualizzazione dei trattamenti. Punteggi come il DECAF (Dyspnoea, Eosinopenia, Consolidation, Acidaemia and atrial Fibrillation) sono stati recentemente sviluppati per tenere conto del rischio a medio termine di questi episodi di esacerbazione. Tenendo conto dei fattori extrapolmonari, essi illustrano l’importanza di riconoscere e gestire le comorbilità in questa malattia. Infine, come in ogni malattia cronica, la prevenzione, l’educazione terapeutica e la rieducazione devono essere prese in considerazione nel decorso delle esacerbazioni. Quando la malattia diviene avanzata, deve essere realizzata una riflessione personalizzata sulla limitazione delle cure e sulla gestione palliativa, condivisa tra tutti gli attori della filiera di cure di questi pazienti.
{"title":"Esacerbazioni delle broncopneumopatie croniche ostruttive","authors":"D. Viglino , M. Maignan","doi":"10.1016/S1286-9341(21)46005-9","DOIUrl":"https://doi.org/10.1016/S1286-9341(21)46005-9","url":null,"abstract":"<div><p>La broncopneumopatia cronica ostruttiva è una malattia frequente, caratterizzata da un coinvolgimento polmonare che associa ostruzione bronchiale fissa e lesioni parenchimali (enfisema). Mantiene stretti legami con un gran numero di patologie associate, in particolare cardiovascolari. La sua evoluzione è costellata di riesacerbazioni che possono mettere a rischio la vita a breve e a medio termine e che aggravano la prognosi funzionale accelerando la malattia. Queste esacerbazioni riguardano in primo luogo la funzione respiratoria, ma una parte non trascurabile della morbimortalità è legata alle comorbilità. Il trattamento in urgenza si basa sulle terapie broncodilatatrici e sulla ventilazione non invasiva, che ha notevolmente modificato la prognosi delle esacerbazioni. La terapia corticosteroidea non deve essere sistematica, così come non lo deve essere la terapia antibiotica. Il trattamento delle esacerbazioni richiede sempre più un approccio medico personalizzato. Le comorbilità, alcuni biomarcatori come gli eosinofili, consentono una migliore individualizzazione dei trattamenti. Punteggi come il DECAF (<em>Dyspnoea, Eosinopenia, Consolidation, Acidaemia and atrial Fibrillation</em>) sono stati recentemente sviluppati per tenere conto del rischio a medio termine di questi episodi di esacerbazione. Tenendo conto dei fattori extrapolmonari, essi illustrano l’importanza di riconoscere e gestire le comorbilità in questa malattia. Infine, come in ogni malattia cronica, la prevenzione, l’educazione terapeutica e la rieducazione devono essere prese in considerazione nel decorso delle esacerbazioni. Quando la malattia diviene avanzata, deve essere realizzata una riflessione personalizzata sulla limitazione delle cure e sulla gestione palliativa, condivisa tra tutti gli attori della filiera di cure di questi pazienti.</p></div>","PeriodicalId":100461,"journal":{"name":"EMC - Urgenze","volume":"26 1","pages":"Pages 1-9"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2022-03-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"72056223","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}