Due tagli nella sostanza del mondo, Libria 2021, collana Paesaggio, è un agile pamphlet di 68 pagine di Roberto Pasini con note di Rahul Mehrotra e Peter Rowe. Il volume ricostruisce attraverso una sofisticata, attenta e mai scontata lettura critica del paradigma spaziale proposto da Walter Benjamin e delle sue molteplici interpretazioni, la trama di un discorso denso e complesso sul paesaggio, nel suo duplice valore estetico ed ecosistemico, e nella sua capacità di incidere sulla produzione dello spazio contemporaneo. Si sottolinea e si riafferma la centralità per il progetto, della costruzione di un modello spaziale per l’esplorazione, la descrizione e l’interpretazione della realtà, una lente interpretativa da cui traguardare il paesaggio.
{"title":"Due tagli nella sostanza del mondo. Il Reno di Hölderlin e altri paesaggi contemporanei","authors":"Maria Simioli, M. Russo","doi":"10.36253/RV-11390","DOIUrl":"https://doi.org/10.36253/RV-11390","url":null,"abstract":"Due tagli nella sostanza del mondo, Libria 2021, collana Paesaggio, è un agile pamphlet di 68 pagine di Roberto Pasini con note di Rahul Mehrotra e Peter Rowe. Il volume ricostruisce attraverso una sofisticata, attenta e mai scontata lettura critica del paradigma spaziale proposto da Walter Benjamin e delle sue molteplici interpretazioni, la trama di un discorso denso e complesso sul paesaggio, nel suo duplice valore estetico ed ecosistemico, e nella sua capacità di incidere sulla produzione dello spazio contemporaneo. Si sottolinea e si riafferma la centralità per il progetto, della costruzione di un modello spaziale per l’esplorazione, la descrizione e l’interpretazione della realtà, una lente interpretativa da cui traguardare il paesaggio.","PeriodicalId":21272,"journal":{"name":"Ri-Vista. Research for landscape architecture","volume":"16 1","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2021-07-26","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"90884321","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Se ogni attività progettuale presuppone un quadro di riferimento -stabile o di previsione e visione- nel quale inscrivere ogni prefigurazione, lo stato di conoscenze e mutazioni sul futuro post-pandemico non è chiaro, né lo sono le necessità e i processi utili per affrontarle. Anche rispetto al ruolo del progetto di paesaggio è possibile organizzare solo risposte parziali e transitorie, che sono forse più prese di coscienza che figurazioni, o che possono essere parte di un ragionamento che pone nuovi e diversi elementi di orientamento. Nella convinzione che questa fase non possa essere trattata né con strumenti consolidati, né con un processo unitario, questo scritto è volutamente frammentario. È quasi una raccolta non ordinata di riflessioni su alcuni aspetti che pongono in relazione il lavoro sul progetto di paesaggio con l’attuale condizione. Qui paesaggio e giardino sono visti come condizioni di prospettiva e rifugio, secondo la teoria di Jay Appleton sull’esperienza del paesaggio, che ci è utile come riferimento.
{"title":"Prospettiva e rifugio nella pandemia, ovvero il paesaggio visto come uccelli","authors":"F. D. Carlo","doi":"10.36253/rv-10323","DOIUrl":"https://doi.org/10.36253/rv-10323","url":null,"abstract":"Se ogni attività progettuale presuppone un quadro di riferimento -stabile o di previsione e visione- nel quale inscrivere ogni prefigurazione, lo stato di conoscenze e mutazioni sul futuro post-pandemico non è chiaro, né lo sono le necessità e i processi utili per affrontarle. Anche rispetto al ruolo del progetto di paesaggio è possibile organizzare solo risposte parziali e transitorie, che sono forse più prese di coscienza che figurazioni, o che possono essere parte di un ragionamento che pone nuovi e diversi elementi di orientamento. Nella convinzione che questa fase non possa essere trattata né con strumenti consolidati, né con un processo unitario, questo scritto è volutamente frammentario. È quasi una raccolta non ordinata di riflessioni su alcuni aspetti che pongono in relazione il lavoro sul progetto di paesaggio con l’attuale condizione. Qui paesaggio e giardino sono visti come condizioni di prospettiva e rifugio, secondo la teoria di Jay Appleton sull’esperienza del paesaggio, che ci è utile come riferimento.","PeriodicalId":21272,"journal":{"name":"Ri-Vista. Research for landscape architecture","volume":"48 1","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2021-07-26","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"78767070","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
La Convenzione europea del paesaggio (CEP), siglata a Firenze il 19 luglio 2000, promuove un’idea di paesaggio non come semplice sfondo delle attività umane, come un luogo di eccezionale bellezza da contemplare “dalla finestra”, ma come “spazio di vita” delle popolazioni. Proprio nell’anno in cui si celebra il ventennale della sua ratifica, milioni di persone in tutto il mondo sono state costrette per diverse settimane, durante il periodo di lockdown dovuto all’emergenza pandemica, a non vivere i luoghi esterni alla propria abitazione e quindi, per così dire, a osservare i paesaggi “là fuori”, a guardarli da “finestre” reali o virtuali come gli schermi dei dispositivi digitali. In un progetto educativo svolto con i ragazzi delle scuole secondarie di secondo grado, il paesaggio diviene “uno specchio di mondi possibili”: esso non è solo l’occasione per rispecchiare lo stato d’animo che accompagna gli studenti durante l’isolamento, un oggetto “fuori dalla finestra” sul quale si posa lo sguardo, ma è soprattutto occasione per riflettere sulla trasformazione delle percezioni e sull’immaginazione del futuro.
{"title":"Paesaggi alla finestra: percezione delle trasformazioni e immaginazione delle alternative durante e dopo il lockdown","authors":"Gianluca Cepollaro, L. Mori","doi":"10.36253/rv-10138","DOIUrl":"https://doi.org/10.36253/rv-10138","url":null,"abstract":"La Convenzione europea del paesaggio (CEP), siglata a Firenze il 19 luglio 2000, promuove un’idea di paesaggio non come semplice sfondo delle attività umane, come un luogo di eccezionale bellezza da contemplare “dalla finestra”, ma come “spazio di vita” delle popolazioni. Proprio nell’anno in cui si celebra il ventennale della sua ratifica, milioni di persone in tutto il mondo sono state costrette per diverse settimane, durante il periodo di lockdown dovuto all’emergenza pandemica, a non vivere i luoghi esterni alla propria abitazione e quindi, per così dire, a osservare i paesaggi “là fuori”, a guardarli da “finestre” reali o virtuali come gli schermi dei dispositivi digitali. In un progetto educativo svolto con i ragazzi delle scuole secondarie di secondo grado, il paesaggio diviene “uno specchio di mondi possibili”: esso non è solo l’occasione per rispecchiare lo stato d’animo che accompagna gli studenti durante l’isolamento, un oggetto “fuori dalla finestra” sul quale si posa lo sguardo, ma è soprattutto occasione per riflettere sulla trasformazione delle percezioni e sull’immaginazione del futuro.","PeriodicalId":21272,"journal":{"name":"Ri-Vista. Research for landscape architecture","volume":"7 1","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2021-07-26","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"87670796","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
P. Branduini, L. Scazzosi, Costanza Pratesi, Daniele Meregalli
La pandemia ha messo in luce la debolezza del sistema ambientale in cui oggi viviamo e dell’agricoltura fortemente specializzata e a bassa biodiversità. I paesaggi dell’agricoltura tradizionale che mantengono caratteri di storicità sono il risultato di lenti processi di adattamento delle tecniche alla natura, offrono un’elevata biodiversità e sono sorgente di resilienza delle comunità: possono pertanto offrire una risposta alla crisi climatica e pandemica che stiamo attraversando. Su questo tema alcuni esperti italiani di diversa formazione ed esperienza sono stati invitati ad esprimere la loro opinione allo scopo di offrire spunti per la nuova politica agricola. Ne sono emerse indicazioni per i paesaggi agricoli di pianura, di montagna e di città: attuare un’agroecologia di pianura, implementare la zootecnia in montagna, costruire una montagna competitiva con altri territori nella produzione e nel turismo ed accogliente per nuovi cittadini e turisti consapevoli, migliorare il riconoscimento e la retribuzione degli agricoltori come manutentori del paesaggio e fornitori di alimenti e di servizi sociali per la città. Infine gli autori hanno sintetizzato cinque suggerimenti per la futura PAC che offra una nuova visione del nostro vivere post pandemia, attraverso la valorizzazione dei paesaggi agrari portatori della storia e dell’identità italiana. The pandemic has highlighted the weakness of the environmental system and highly specialized agriculture with low biodiversity, where we live today. The traditional agricultural landscapes guardians of historic signs and practices are the result of slow processes of adapting techniques to nature, are a source of community resilience and high biodiversity: they can therefore offer a response to the climate and pandemic crisis we are experiencing. On this issue, some Italian experts with different backgrounds and experiences were invited to express their opinion in order to provide ideas for the new agricultural policy. Indications concern the agricultural landscapes of the plains, mountains and cities: implement agroecology in the plain, maintain animal husbandry, build a competitive production and tourism, welcome new citizens and aware tourists in the mountains, improve the recognition and remuneration of farmers as landscape maintainers and providers of food and social services for the cities. Finally, the authors summarized five suggestions for the future CAP that offer a new vision for our post-pandemic life, through the enhancement of agricultural landscapes that are bearers of Italian history and identity.
大流行突出了我们今天生活的环境系统以及高度专业化和生物多样性低的农业的弱点。保持历史特征的传统农业景观是适应自然技术缓慢过程的结果,具有高度的生物多样性,是社区恢复力的来源,因此可以对我们正在经历的气候和大流行危机作出反应。在这方面,邀请了来自不同背景和经验的意大利专家提出他们的意见,以便为新的农业政策提供投入。出现这些迹象的农业景观、山区和低地的城市:实施山区,平原un’agroecologia,实施畜牧业,建造一座同其他领土具有竞争力的生产和山旅游的新公民和游客,并意识到,承认和提高农民收入作为食品维修工的景观和供应商和社会服务的城市。最后,作者总结了五项关于未来cap的建议,通过开发具有意大利历史和身份的农业景观,为我们在大流行后的生活提供了一个新的视角。流行病突出了环境系统的弱点,高度专业化的农业具有低生物多样性,这是我们今天生活的地方。传统的农业土地标志和实践的守护者是适应自然技术的缓慢过程的结果,是社区韧性和高度生物多样性的来源:它们可以为我们所经历的气候和流行病危机提供反应。在这个问题上,一些有着不同背景和经验的意大利专家被邀请表达他们对新农业政策的想法。Indications concern the农业landscapes of the莱恩,白山and cities:实现agroecology in the”,maintain畜牧系,构建具有竞争力的生产and tourism, welcome new citizens and aware tourists in the白山、改进《承认和remuneration of农民as landscape maintainers and提供商of food and social services for the cities。最后,作者对未来CAP提出了五项建议,这五项建议为我们的流行病后生活提供了一个新的愿景,通过农业景观的增强,这是意大利历史和身份的标杆。
{"title":"Paesaggi rurali e pandemia. Opportunità da cogliere da parte della PAC","authors":"P. Branduini, L. Scazzosi, Costanza Pratesi, Daniele Meregalli","doi":"10.36253/rv-10260","DOIUrl":"https://doi.org/10.36253/rv-10260","url":null,"abstract":"La pandemia ha messo in luce la debolezza del sistema ambientale in cui oggi viviamo e dell’agricoltura fortemente specializzata e a bassa biodiversità. I paesaggi dell’agricoltura tradizionale che mantengono caratteri di storicità sono il risultato di lenti processi di adattamento delle tecniche alla natura, offrono un’elevata biodiversità e sono sorgente di resilienza delle comunità: possono pertanto offrire una risposta alla crisi climatica e pandemica che stiamo attraversando. Su questo tema alcuni esperti italiani di diversa formazione ed esperienza sono stati invitati ad esprimere la loro opinione allo scopo di offrire spunti per la nuova politica agricola. Ne sono emerse indicazioni per i paesaggi agricoli di pianura, di montagna e di città: attuare un’agroecologia di pianura, implementare la zootecnia in montagna, costruire una montagna competitiva con altri territori nella produzione e nel turismo ed accogliente per nuovi cittadini e turisti consapevoli, migliorare il riconoscimento e la retribuzione degli agricoltori come manutentori del paesaggio e fornitori di alimenti e di servizi sociali per la città. Infine gli autori hanno sintetizzato cinque suggerimenti per la futura PAC che offra una nuova visione del nostro vivere post pandemia, attraverso la valorizzazione dei paesaggi agrari portatori della storia e dell’identità italiana. \u0000The pandemic has highlighted the weakness of the environmental system and highly specialized agriculture with low biodiversity, where we live today. The traditional agricultural landscapes guardians of historic signs and practices are the result of slow processes of adapting techniques to nature, are a source of community resilience and high biodiversity: they can therefore offer a response to the climate and pandemic crisis we are experiencing. On this issue, some Italian experts with different backgrounds and experiences were invited to express their opinion in order to provide ideas for the new agricultural policy. Indications concern the agricultural landscapes of the plains, mountains and cities: implement agroecology in the plain, maintain animal husbandry, build a competitive production and tourism, welcome new citizens and aware tourists in the mountains, improve the recognition and remuneration of farmers as landscape maintainers and providers of food and social services for the cities. Finally, the authors summarized five suggestions for the future CAP that offer a new vision for our post-pandemic life, through the enhancement of agricultural landscapes that are bearers of Italian history and identity. \u0000 ","PeriodicalId":21272,"journal":{"name":"Ri-Vista. Research for landscape architecture","volume":"32 1","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2021-07-26","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"72987189","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Questo numero di Ri-Vista nasce nell’Aprile del 2020, in pieno lockdown, con l’esigenza di raccogliere alcune delle riflessioni espresse durante il periodo della pandemia prodotta dal COVID-19, nel dibattito sulla qualità dei luoghi che abitiamo, su come questi dovrebbero essere e su come gli esseri umani dovrebbero abitare il pianeta. Un tentativo di compilare una sorta di diario di bordo, o se vogliamo una serie di appunti, utili a ricordare cosa non dovremmo dimenticare di questa esperienza e cosa dovremmo portare all’interno del progetto di paesaggio per migliorare la qualità della vita di tutti gli esseri viventi del pianeta.
{"title":"Progettare per la natura. Cosa non dovremo dimenticare dall’esperienza COVID-19?","authors":"Emanuela Morelli","doi":"10.36253/rv-11510","DOIUrl":"https://doi.org/10.36253/rv-11510","url":null,"abstract":"Questo numero di Ri-Vista nasce nell’Aprile del 2020, in pieno lockdown, con l’esigenza di raccogliere alcune delle riflessioni espresse durante il periodo della pandemia prodotta dal COVID-19, nel dibattito sulla qualità dei luoghi che abitiamo, su come questi dovrebbero essere e su come gli esseri umani dovrebbero abitare il pianeta. Un tentativo di compilare una sorta di diario di bordo, o se vogliamo una serie di appunti, utili a ricordare cosa non dovremmo dimenticare di questa esperienza e cosa dovremmo portare all’interno del progetto di paesaggio per migliorare la qualità della vita di tutti gli esseri viventi del pianeta.","PeriodicalId":21272,"journal":{"name":"Ri-Vista. Research for landscape architecture","volume":"26 1","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2021-07-26","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"77364658","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
In this paper, the very original urban landscape perception caused by the emergency after the 2020’ New CoronaVirus Pandemic event will be discussed and analyzed. Most of the approaches conducted on social media and on the newspaper have pointed to putting in evidence the spectacular empty cities “as never seen before”, which thing is absolutely correct and underlines a unique condition otherwise almost impossible to experience. In fact, the total lock-down caused by the emergency made it impossible to move from a view of the urban landscape to another, where most of the people were able to see such an emptiness only for their own town, maybe just for their own neighbourhood and maybe just from some lucky windows. The global condition will be watched only composing together the pictures exhibited online and in the newspaper. But … … … A specific set of images, created in the days of the emergency will comment and describe the content of the paper.
{"title":"Urban Landscape and Horror Vacui, spectacularity of a distorted perception","authors":"G. Verdiani, Stéphane Giraudeau","doi":"10.36253/rv-10299","DOIUrl":"https://doi.org/10.36253/rv-10299","url":null,"abstract":"In this paper, the very original urban landscape perception caused by the emergency after the 2020’ New CoronaVirus Pandemic event will be discussed and analyzed. Most of the approaches conducted on social media and on the newspaper have pointed to putting in evidence the spectacular empty cities “as never seen before”, which thing is absolutely correct and underlines a unique condition otherwise almost impossible to experience. In fact, the total lock-down caused by the emergency made it impossible to move from a view of the urban landscape to another, where most of the people were able to see such an emptiness only for their own town, maybe just for their own neighbourhood and maybe just from some lucky windows. The global condition will be watched only composing together the pictures exhibited online and in the newspaper. But … … … A specific set of images, created in the days of the emergency will comment and describe the content of the paper.","PeriodicalId":21272,"journal":{"name":"Ri-Vista. Research for landscape architecture","volume":"36 1","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2021-07-26","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"76451374","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
The social distancing does represent an oxymoron: how can there be distancing if what characterizes the very sociality is the proximity between individuals, and generally living beings? Comparable to living dead space (Todd R.W., 2007) or more notorious “still life” or “natura morta”, the paradox remains unsolved: how can something like nature that is impregnated with life, be dead?
{"title":"Still Life – Natura Morta: the landscapes of proximity","authors":"S. Dobričić, M. Acri","doi":"10.36253/rv-10298","DOIUrl":"https://doi.org/10.36253/rv-10298","url":null,"abstract":"The social distancing does represent an oxymoron: how can there be distancing if what characterizes the very sociality is the proximity between individuals, and generally living beings? Comparable to living dead space (Todd R.W., 2007) or more notorious “still life” or “natura morta”, the paradox remains unsolved: how can something like nature that is impregnated with life, be dead?","PeriodicalId":21272,"journal":{"name":"Ri-Vista. Research for landscape architecture","volume":"14 1","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2021-07-26","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"75293633","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Se la realtà ci impone di ripensare città come super-organismi con minori impatti per una crescita economica attuale, efficiente sotto il profilo delle risorse e competitiva, senza emissioni negative (Paris Agreement, Green Deal), dall’altra è chiaro il bisogno di utopia per immaginare dei futuri alternativi, traendo spunto dalle epoche in cui gli ideali hanno avuto il potenziale di influenzare l’attività di progettisti e di pianificatori. In qualunque modo l’utilizzo di un verde più resiliente è diventato l’elemento cardine nei processi di trasformazione urbana. Non a caso anche architetti di fama mondiale come Boeri Associati, MVRDV, AMO/Koolhaas e BIG- Bjarke Ingels Group hanno improntato la loro ricerca sulla green tech al fine di utilizzarla nell’ambito di interventi architettura. Nella soluzione di diversi problemi ambientali: dal cambiamento climatico, alla emergenza COVID-19, dunque, l’utilizzo di un insieme di soluzioni verdi, resilienti e a diverse scale spaziali da quella della città, a quella di quartiere, di isolato e del singolo edificio è diventata una necessità.L’obiettivo di questo lavoro è presentare evidenziandone pregi e criticità alcuni progetti verdi, sia visionari, sia in fase di realizzazione, che si basano sui concetti chiave di sostenibilità, multifunzionalità, aumento dei servizi ecosistemici e multiscalarità. Se la utopia della Riforestazione Urbana di Stefano Boeri diventa realtà, invece la ricerca The Green Dip condotta dal The Why Factory Workshop rappresenta al momento solo uno studio, un manifesto per restituire vivibilità alle città contemporanee.
{"title":"Utopia vs Realtà","authors":"P. Burlando, Sara Grillo","doi":"10.36253/RV-10291","DOIUrl":"https://doi.org/10.36253/RV-10291","url":null,"abstract":"Se la realtà ci impone di ripensare città come super-organismi con minori impatti per una crescita economica attuale, efficiente sotto il profilo delle risorse e competitiva, senza emissioni negative (Paris Agreement, Green Deal), dall’altra è chiaro il bisogno di utopia per immaginare dei futuri alternativi, traendo spunto dalle epoche in cui gli ideali hanno avuto il potenziale di influenzare l’attività di progettisti e di pianificatori. In qualunque modo l’utilizzo di un verde più resiliente è diventato l’elemento cardine nei processi di trasformazione urbana. Non a caso anche architetti di fama mondiale come Boeri Associati, MVRDV, AMO/Koolhaas e BIG- Bjarke Ingels Group hanno improntato la loro ricerca sulla green tech al fine di utilizzarla nell’ambito di interventi architettura. Nella soluzione di diversi problemi ambientali: dal cambiamento climatico, alla emergenza COVID-19, dunque, l’utilizzo di un insieme di soluzioni verdi, resilienti e a diverse scale spaziali da quella della città, a quella di quartiere, di isolato e del singolo edificio è diventata una necessità.L’obiettivo di questo lavoro è presentare evidenziandone pregi e criticità alcuni progetti verdi, sia visionari, sia in fase di realizzazione, che si basano sui concetti chiave di sostenibilità, multifunzionalità, aumento dei servizi ecosistemici e multiscalarità. Se la utopia della Riforestazione Urbana di Stefano Boeri diventa realtà, invece la ricerca The Green Dip condotta dal The Why Factory Workshop rappresenta al momento solo uno studio, un manifesto per restituire vivibilità alle città contemporanee.","PeriodicalId":21272,"journal":{"name":"Ri-Vista. Research for landscape architecture","volume":"4 1","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2021-07-26","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"89053602","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
In this time spent waiting for solutions that will allow us to once again acquire a stable condition for our economies, for the geopolitical equilibrium of the world population, we have been forced to acquire greater awareness of our present, of the fact that the extractive imperialist dimension towards of the planet's resources combined with population growth has potentially exhausted the opportunities for social mobility, for effective progress. This brings us to an undisputed condition of social, cultural and economic impoverishment. The current push towards a circular economy that must rapidly supplant that of consumption in relation to the virtuous, but not without shadows, practices of the Green New Deal offers us, in the midst of the uncertain evolution of the spread of COVID 19, the opportunity to bring at the center of the discussion is the relationship of care that individuals must establish with the environment, with the resources of nature and with the landscape, from which a new biocentric alliance arises that allows us, thanks to our adaptability, to 'resist in order to relive' .
{"title":"Contraddizioni. Il tempo delle città come deserti","authors":"I. Cortesi","doi":"10.36253/rv-10216","DOIUrl":"https://doi.org/10.36253/rv-10216","url":null,"abstract":"In this time spent waiting for solutions that will allow us to once again acquire a stable condition for our economies, for the geopolitical equilibrium of the world population, we have been forced to acquire greater awareness of our present, of the fact that the extractive imperialist dimension towards of the planet's resources combined with population growth has potentially exhausted the opportunities for social mobility, for effective progress. This brings us to an undisputed condition of social, cultural and economic impoverishment. The current push towards a circular economy that must rapidly supplant that of consumption in relation to the virtuous, but not without shadows, practices of the Green New Deal offers us, in the midst of the uncertain evolution of the spread of COVID 19, the opportunity to bring at the center of the discussion is the relationship of care that individuals must establish with the environment, with the resources of nature and with the landscape, from which a new biocentric alliance arises that allows us, thanks to our adaptability, to 'resist in order to relive' .","PeriodicalId":21272,"journal":{"name":"Ri-Vista. Research for landscape architecture","volume":"135 1","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2021-07-26","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"84817833","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Sin dai primi mesi della pandemia è risultato chiaro come, per far fronte all’emergenza sanitaria, i futuri scenari urbani avrebbero dovuto prevedere significative innovazioni in tema di mobilità e di progetto del paesaggio stradale. L’emergere delle istanze connesse al distanziamento sociale e al contingentamento dei mezzi pubblici hanno portato diverse città a prevedere sistemi di mobilità sostenibile in grado di contrastare una incontrollata crescita nell’uso del mezzo privato. Al contempo, si è guardato con rinnovato interesse alla strada come spazio in grado di supplire alla carenza di aree aperte pubbliche di prossimità, emersa in diversi contesti urbani a seguito delle misure di limitazione agli spostamenti. L’interpretazione della strada come paesaggio complesso, in grado, soprattutto all’interno di tessuti urbani densi, di assolvere a funzioni non solo di mobilità, ma anche sociali ed ecologiche è stata pertanto posta alla base di diverse sperimentazioni progettuali, in Italia e all’estero. Questo articolo riporta e discute alcune iniziative di ridisegno del paesaggio stradale urbano, innescate dalla contingenza pandemica, attualmente in corso a Torino, città tra le più colpite dalla prima come dalla seconda “ondata”. La lettura di queste esperienze, oltre a gettare luce su una realtà locale in fieri e non scontata in una città tradizionalmente “auto-centrica”, apre a riflessioni più generali sul ruolo della crisi, non solo sanitaria, come effettivo motore di innovazione urbana e su obiettivi e modi del progetto di paesaggio per la strada nella contingenza pandemica e oltre.
{"title":"Paesaggi della strada in pandemia: progetti per l’emergenza e oltre","authors":"E. Salizzoni","doi":"10.36253/RV-10157","DOIUrl":"https://doi.org/10.36253/RV-10157","url":null,"abstract":"Sin dai primi mesi della pandemia è risultato chiaro come, per far fronte all’emergenza sanitaria, i futuri scenari urbani avrebbero dovuto prevedere significative innovazioni in tema di mobilità e di progetto del paesaggio stradale. L’emergere delle istanze connesse al distanziamento sociale e al contingentamento dei mezzi pubblici hanno portato diverse città a prevedere sistemi di mobilità sostenibile in grado di contrastare una incontrollata crescita nell’uso del mezzo privato. Al contempo, si è guardato con rinnovato interesse alla strada come spazio in grado di supplire alla carenza di aree aperte pubbliche di prossimità, emersa in diversi contesti urbani a seguito delle misure di limitazione agli spostamenti. L’interpretazione della strada come paesaggio complesso, in grado, soprattutto all’interno di tessuti urbani densi, di assolvere a funzioni non solo di mobilità, ma anche sociali ed ecologiche è stata pertanto posta alla base di diverse sperimentazioni progettuali, in Italia e all’estero. Questo articolo riporta e discute alcune iniziative di ridisegno del paesaggio stradale urbano, innescate dalla contingenza pandemica, attualmente in corso a Torino, città tra le più colpite dalla prima come dalla seconda “ondata”. La lettura di queste esperienze, oltre a gettare luce su una realtà locale in fieri e non scontata in una città tradizionalmente “auto-centrica”, apre a riflessioni più generali sul ruolo della crisi, non solo sanitaria, come effettivo motore di innovazione urbana e su obiettivi e modi del progetto di paesaggio per la strada nella contingenza pandemica e oltre.","PeriodicalId":21272,"journal":{"name":"Ri-Vista. Research for landscape architecture","volume":"1 1","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2021-07-26","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"89634006","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}