Pub Date : 2020-01-01DOI: 10.13130/2282-0035/15689
N. Brazzelli
Manderley, la dimora immaginaria sulla costa della Cornovaglia che assomiglia a Menabilly, dove Daphne du Maurier visse e scrisse, costituisce il centro di Rebecca, un romanzo pubblicato nel 1938 che riscosse un enorme successo e divenne un film di Hitchcock nel 1940. La narratrice senza nome comincia il suo racconto informando il lettore che «Manderley was ours no longer. Manderley was no more». Ma e grazie alla sua straordinaria immaginazione che la residenza si staglia davanti ai nostri occhi con il suo viale sinuoso, invaso da mostruosi rododendri color rosso sangue. Modellato su Jane Eyre di Charlotte Bronte, Rebecca e un racconto cupo e romantico, comprendente una seconda moglie, un marito facoltoso, una proprieta inglese misteriosa che nasconde segreti oscuri. Ma mentre Bertha, la moglie di Rochester, e viva, la prima moglie di Maxim de Winter domina Manderley dal regno dei morti. In questo articolo mi concentro su Rebecca come romanzo che comprende la dimensione sentimentale, gotica e poliziesca, e include anche elementi della fiaba e del dramma psicologico: Daphne du Maurier utilizza questi generi e li mescola, contribuendo ad arricchire il tropo della casa infestata, una efficace costruzione immaginativa attraverso cui la scrittrice presenta livelli molteplici di consapevolezza ed esplora i motivi della sessualita e della trasgressione femminile. Si tratta di un Bildungsroman assai peculiare, in cui la narratrice timida e modesta e alla ricerca di felicita e amore. Ma nel racconto che intreccia crimine e mistero molti dettagli non vengono rivelati, mentre il naturale e il sovrannaturale si intersecano, e, per questa ragione, Rebecca puo essere definito anche un romanzo di fantasmi. L’immaginazione di Daphne du Maurier, che esplora la psiche dei personaggi, rappresenta eventi traumatici, e invita i lettori ad addentrarsi nella storia drammatica fino all’epilogo, che rimanda all’inizio della narrazione.
曼德利(Manderley)是康沃尔海岸的一座虚构的房子,看起来像梅纳比利(Daphne du mauer)居住和写作的地方。这位无名的叙述者在开始她的故事时告诉读者,曼德利不是我们。曼德利不再是了。但由于他非凡的想象力,这座豪宅就在我们眼前,蜿蜒的车道上挤满了血红色的杜鹃花怪兽。改编自夏洛特·勃朗特(Charlotte Bronte)、丽贝卡(Rebecca)的《简·爱》(Jane Eyre),讲述了一个黑暗而浪漫的故事,讲述了第二个妻子、一个富有的丈夫、一个隐藏着黑暗秘密的神秘英国财产。但罗切斯特的妻子伯莎还活着,马克西姆·德·温特的第一任妻子从死里统治着曼德利。在这篇文章中我集中谈谈Rebecca哥特式小说,其中包括情感层面,和警察,包括童话的因素和心理的悲剧:达芙妮du Maurier采用混合,并有助于这些各种各样丰富太闹鬼,通过建设富有想象力的作家有各种程度的认识和探索sessualita和妇女的行为的原因。这是一种非常独特的比尔登斯罗马风格,叙述者害羞而谦虚,追求幸福和爱情。但在这个充满犯罪和神秘的故事中,许多细节并没有被揭示,而自然和超自然是相交的,正因为如此,丽贝卡也可以被称为鬼小说。达芙妮·杜·莫里埃(Daphne du maurer)的小说探索了角色的心理,描绘了创伤性事件,并邀请读者深入讲述戏剧性的故事,直到故事的结尾。
{"title":"Manderley in Rebecca by Daphne du Maurier: a haunted house","authors":"N. Brazzelli","doi":"10.13130/2282-0035/15689","DOIUrl":"https://doi.org/10.13130/2282-0035/15689","url":null,"abstract":"Manderley, la dimora immaginaria sulla costa della Cornovaglia che assomiglia a Menabilly, dove Daphne du Maurier visse e scrisse, costituisce il centro di Rebecca, un romanzo pubblicato nel 1938 che riscosse un enorme successo e divenne un film di Hitchcock nel 1940. La narratrice senza nome comincia il suo racconto informando il lettore che «Manderley was ours no longer. Manderley was no more». Ma e grazie alla sua straordinaria immaginazione che la residenza si staglia davanti ai nostri occhi con il suo viale sinuoso, invaso da mostruosi rododendri color rosso sangue. Modellato su Jane Eyre di Charlotte Bronte, Rebecca e un racconto cupo e romantico, comprendente una seconda moglie, un marito facoltoso, una proprieta inglese misteriosa che nasconde segreti oscuri. Ma mentre Bertha, la moglie di Rochester, e viva, la prima moglie di Maxim de Winter domina Manderley dal regno dei morti. In questo articolo mi concentro su Rebecca come romanzo che comprende la dimensione sentimentale, gotica e poliziesca, e include anche elementi della fiaba e del dramma psicologico: Daphne du Maurier utilizza questi generi e li mescola, contribuendo ad arricchire il tropo della casa infestata, una efficace costruzione immaginativa attraverso cui la scrittrice presenta livelli molteplici di consapevolezza ed esplora i motivi della sessualita e della trasgressione femminile. Si tratta di un Bildungsroman assai peculiare, in cui la narratrice timida e modesta e alla ricerca di felicita e amore. Ma nel racconto che intreccia crimine e mistero molti dettagli non vengono rivelati, mentre il naturale e il sovrannaturale si intersecano, e, per questa ragione, Rebecca puo essere definito anche un romanzo di fantasmi. L’immaginazione di Daphne du Maurier, che esplora la psiche dei personaggi, rappresenta eventi traumatici, e invita i lettori ad addentrarsi nella storia drammatica fino all’epilogo, che rimanda all’inizio della narrazione.","PeriodicalId":40153,"journal":{"name":"ACME-Annali della Facolta di Studi Umanistici dell Universita degli Studi di Milano","volume":null,"pages":null},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2020-01-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"66226681","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2020-01-01DOI: 10.13130/2282-0035/15683
C. Lambrugo
EnglishSince 2009 the University of Milan has carried out archaeological excavations in the Peucetian site of Jazzo Fornasiello, a rich and rural settlement at the border between the territories of Gravina in Puglia and Poggiorsini (Italy-Bari). Now the site provides us with some new insights about the crucial role played by Peucetian women in per-forming rituals. The paper draws attention to a funerary enclosure (room G) within the so-called “Complesso Alfa”, which was built in the second half of the 4Th centu-ry BCE exactly above an Archaic tomb (tomb XXIV). The burial belonged to an old woman supposed to have been a charismatic lady, at least judging from some special grave goods and ritual tools buried with the lady. The Peucetian community living at Jazzo Fornasiello preserved memory of the aforementioned burial which probably be-came the focus of a heroic cult between the 4th and the 3rd centuries BCE, also result-ing in the deposition of several subadult enchytrismoi all around the lady, whether it was meant to attract the charismatic old woman’s protection on the babies or to stress special links between past, present and future within the family group italianoL’indagine archeologica che l’Universita degli Studi di Milano conduce dal 2009 nell’insediamento rurale peuceta di Jazzo Fornasiello (Gravina in Puglia, Bari) offre alcuni interessanti spunti di riflessione per la ricostruzione del ruolo della donna peuceta, quale depositaria di speciali competenze e dispensatrice privilegiata del rito. L’articolo trae spunto dall’analisi e dall’interpretazione di un recinto funerario (ambiente G) eretto a Jazzo Fornasiello nell’ambito del c.d. “Complesso Alfa” nella seconda meta del IV sec. a.C. al di sopra di una tomba tardo-arcaica, la cui memoria si era mantenuta nel tempo. La sepoltura, risultata pertinente a una donna anziana, ha restituito un corredo che lascia intuire nella defunta particolari virtu carismatiche; e infatti alla luce di queste che e possibile spiegare, anche nella cornice di piu ampi confronti antropologici, il progressivo agglutinarsi intorno a questa speciale antenata di enchytrismoi infantili, sia che il particolare legame topografico e cultuale veicoli il desiderio che dei piccoli si prendano cura proprio gli antenati, sia che tale associazione rappresenti per i viventi un collegamento forte con il passato a promozione del gruppo familiare nella sua continuita futura.
{"title":"Un’antenata carismatica. La T. XXIV nell’insediamento peuceta di Jazzo Fornasiello (Gravina in Puglia – Ba)","authors":"C. Lambrugo","doi":"10.13130/2282-0035/15683","DOIUrl":"https://doi.org/10.13130/2282-0035/15683","url":null,"abstract":"EnglishSince 2009 the University of Milan has carried out archaeological excavations in the Peucetian site of Jazzo Fornasiello, a rich and rural settlement at the border between the territories of Gravina in Puglia and Poggiorsini (Italy-Bari). Now the site provides us with some new insights about the crucial role played by Peucetian women in per-forming rituals. The paper draws attention to a funerary enclosure (room G) within the so-called “Complesso Alfa”, which was built in the second half of the 4Th centu-ry BCE exactly above an Archaic tomb (tomb XXIV). The burial belonged to an old woman supposed to have been a charismatic lady, at least judging from some special grave goods and ritual tools buried with the lady. The Peucetian community living at Jazzo Fornasiello preserved memory of the aforementioned burial which probably be-came the focus of a heroic cult between the 4th and the 3rd centuries BCE, also result-ing in the deposition of several subadult enchytrismoi all around the lady, whether it was meant to attract the charismatic old woman’s protection on the babies or to stress special links between past, present and future within the family group italianoL’indagine archeologica che l’Universita degli Studi di Milano conduce dal 2009 nell’insediamento rurale peuceta di Jazzo Fornasiello (Gravina in Puglia, Bari) offre alcuni interessanti spunti di riflessione per la ricostruzione del ruolo della donna peuceta, quale depositaria di speciali competenze e dispensatrice privilegiata del rito. L’articolo trae spunto dall’analisi e dall’interpretazione di un recinto funerario (ambiente G) eretto a Jazzo Fornasiello nell’ambito del c.d. “Complesso Alfa” nella seconda meta del IV sec. a.C. al di sopra di una tomba tardo-arcaica, la cui memoria si era mantenuta nel tempo. La sepoltura, risultata pertinente a una donna anziana, ha restituito un corredo che lascia intuire nella defunta particolari virtu carismatiche; e infatti alla luce di queste che e possibile spiegare, anche nella cornice di piu ampi confronti antropologici, il progressivo agglutinarsi intorno a questa speciale antenata di enchytrismoi infantili, sia che il particolare legame topografico e cultuale veicoli il desiderio che dei piccoli si prendano cura proprio gli antenati, sia che tale associazione rappresenti per i viventi un collegamento forte con il passato a promozione del gruppo familiare nella sua continuita futura.","PeriodicalId":40153,"journal":{"name":"ACME-Annali della Facolta di Studi Umanistici dell Universita degli Studi di Milano","volume":null,"pages":null},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2020-01-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"66226662","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2020-01-01DOI: 10.13130/2282-0035/15236
M. Muttini
La storia della riscoperta di Aristofane nell’Umanesimo e affidata anche ai margini dei manoscritti dell’epoca, che ci conservano tracce di letture umanistico-rinascimentali delle commedie. Questi marginalia sono ancora sostanzialmente inediti e inesplorati: infatti, non e mai stata compiuta un’opera sistematica di studio degli esemplari manoscritti umanistici di Aristofane ai fini della pubblicazione di tali chiose. Nel presente saggio, intendo dare notizia al lettore di un fortunato rinvenimento: si tratta del codice Vat. Ottob. gr. 210 (sec. XVmed), in cui il testo greco della diade Pluto (ff. 168r-218v) e Nuvole (ff. 219v-274v) risulta corredato da un ricco patrimonio di postille marginali, di varia tipologia, fino ad oggi non segnalate. Il testimone manoscritto riveste una certa importanza nella storia della riscoperta di Aristofane in Occidente e nella tradizione umanistica degli studi aristofanei.
{"title":"Ai margini di Aristofane: una lettura umanistico-rinascimentale di Pluto e Nuvole","authors":"M. Muttini","doi":"10.13130/2282-0035/15236","DOIUrl":"https://doi.org/10.13130/2282-0035/15236","url":null,"abstract":"La storia della riscoperta di Aristofane nell’Umanesimo e affidata anche ai margini dei manoscritti dell’epoca, che ci conservano tracce di letture umanistico-rinascimentali delle commedie. Questi marginalia sono ancora sostanzialmente inediti e inesplorati: infatti, non e mai stata compiuta un’opera sistematica di studio degli esemplari manoscritti umanistici di Aristofane ai fini della pubblicazione di tali chiose. Nel presente saggio, intendo dare notizia al lettore di un fortunato rinvenimento: si tratta del codice Vat. Ottob. gr. 210 (sec. XVmed), in cui il testo greco della diade Pluto (ff. 168r-218v) e Nuvole (ff. 219v-274v) risulta corredato da un ricco patrimonio di postille marginali, di varia tipologia, fino ad oggi non segnalate. Il testimone manoscritto riveste una certa importanza nella storia della riscoperta di Aristofane in Occidente e nella tradizione umanistica degli studi aristofanei.","PeriodicalId":40153,"journal":{"name":"ACME-Annali della Facolta di Studi Umanistici dell Universita degli Studi di Milano","volume":null,"pages":null},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2020-01-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"66226611","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2020-01-01DOI: 10.13130/2282-0035/15232
Alessio Ranno
I versi finali della Nemea VII di Pindaro (Nem. vii 102-5) sono stati spesso interpretati come un rimando allusivo al Peana VI, e dunque come prova testuale della cosiddetta “teoria dell’apologia”. Al di la del nesso intertestuale fra i due carmi, essi risultano comprensibili all’interno della logica del carme, alla luce della polemica di Pindaro con le menzogne della tradizione culturale pregressa (Omero per la presunta virtu di Odisseo, la vulgata panellenica in senso lato per la presunta empieta di Neottolemo) su cui si impernia la sezione mitica dell’ode: il poeta dichiara di non aver «oltraggiato Neottolemo con parole immutabili» (ἀτρόποισι Νeοπτόλeμον ἑλκύσαι ἔπeσι) in contrasto con i racconti ripetitivi e menzogneri della tradizione. In quest’ottica propongo una lettura possibilmente originale dell’espressione μαψυλάκας Διὸς Κόρινθος («colui che abbaia l’antifona “Corinto di Zeus”»), non solo come esempio di monotona ripetitivita, ma anche e soprattutto di alterazione della verita, nella misura in cui innescherebbe per contrasto un implicito richiamo allusivo, verosimilmente intuibile per gli Egineti di etnia dorica, all’autorita dell’epos corinzio e “dorico” in senso lato di Eumelo di Corinto.
{"title":"'Corinto di Zeus': lirica ed epos nella Nemea VII di Pindaro (Nem. VII 102-105)","authors":"Alessio Ranno","doi":"10.13130/2282-0035/15232","DOIUrl":"https://doi.org/10.13130/2282-0035/15232","url":null,"abstract":"I versi finali della Nemea VII di Pindaro (Nem. vii 102-5) sono stati spesso interpretati come un rimando allusivo al Peana VI, e dunque come prova testuale della cosiddetta “teoria dell’apologia”. Al di la del nesso intertestuale fra i due carmi, essi risultano comprensibili all’interno della logica del carme, alla luce della polemica di Pindaro con le menzogne della tradizione culturale pregressa (Omero per la presunta virtu di Odisseo, la vulgata panellenica in senso lato per la presunta empieta di Neottolemo) su cui si impernia la sezione mitica dell’ode: il poeta dichiara di non aver «oltraggiato Neottolemo con parole immutabili» (ἀτρόποισι Νeοπτόλeμον ἑλκύσαι ἔπeσι) in contrasto con i racconti ripetitivi e menzogneri della tradizione. In quest’ottica propongo una lettura possibilmente originale dell’espressione μαψυλάκας Διὸς Κόρινθος («colui che abbaia l’antifona “Corinto di Zeus”»), non solo come esempio di monotona ripetitivita, ma anche e soprattutto di alterazione della verita, nella misura in cui innescherebbe per contrasto un implicito richiamo allusivo, verosimilmente intuibile per gli Egineti di etnia dorica, all’autorita dell’epos corinzio e “dorico” in senso lato di Eumelo di Corinto.","PeriodicalId":40153,"journal":{"name":"ACME-Annali della Facolta di Studi Umanistici dell Universita degli Studi di Milano","volume":null,"pages":null},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2020-01-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"66226593","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2019-07-30DOI: 10.13130/2282-0035/12025
Isabella Gavazzi
La storia dell’organizzazione teatrale e costellata di convegni ed eventi volti a discutere sui principali argomenti legati a questo mondo: testi, finanziamenti, rapporti tra pubblico e privato. Il convegno milanese del 15 luglio 1974 promosso dal Partito Socialista Italiano, parte da questi presupposti ma, al contrario di altri eventi simili, vanta una partecipazione cospicua di protagonisti della scena teatrale, sia milanese sia nazionale: Paolo Grassi, Roberto Valentini, Leo Wachter sono solo alcuni dei nomi presenti. Un crogiuolo di idee innovative che hanno modificato radicalmente la visione del settore cultura e che troveranno attuazione nei decenni successivi, fino ad essere visibili nella nostra quotidianita. Contestualizzando gli interventi alla luce degli anni in cui hanno mosso i primi passi, risulta chiaro quanto questo convegno, poco ricordato anche dalla critica piu attenta, sia invece una delle pietre miliari nell’ambito dell’organizzazione teatrale e nella creazione della figura professionale dell’operatore culturale.
{"title":"Esperienze teatrali a confronto nella milano degli anni settanta","authors":"Isabella Gavazzi","doi":"10.13130/2282-0035/12025","DOIUrl":"https://doi.org/10.13130/2282-0035/12025","url":null,"abstract":"La storia dell’organizzazione teatrale e costellata di convegni ed eventi volti a discutere sui principali argomenti legati a questo mondo: testi, finanziamenti, rapporti tra pubblico e privato. Il convegno milanese del 15 luglio 1974 promosso dal Partito Socialista Italiano, parte da questi presupposti ma, al contrario di altri eventi simili, vanta una partecipazione cospicua di protagonisti della scena teatrale, sia milanese sia nazionale: Paolo Grassi, Roberto Valentini, Leo Wachter sono solo alcuni dei nomi presenti. Un crogiuolo di idee innovative che hanno modificato radicalmente la visione del settore cultura e che troveranno attuazione nei decenni successivi, fino ad essere visibili nella nostra quotidianita. Contestualizzando gli interventi alla luce degli anni in cui hanno mosso i primi passi, risulta chiaro quanto questo convegno, poco ricordato anche dalla critica piu attenta, sia invece una delle pietre miliari nell’ambito dell’organizzazione teatrale e nella creazione della figura professionale dell’operatore culturale.","PeriodicalId":40153,"journal":{"name":"ACME-Annali della Facolta di Studi Umanistici dell Universita degli Studi di Milano","volume":null,"pages":null},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2019-07-30","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"49601772","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2019-07-30DOI: 10.13130/2282-0035/12018
Ilaria Trafficante
L’articolo prende in esame le evidenze archeologiche del territorio amiternino relative alla presenza di villae di epoca romana. A quelle gia note, preventivamente e criticamente riesaminate, se ne sono aggiunte delle nuove, derivanti dall’analisi della toponomastica e delle testimonianze epigrafiche, che hanno consentito di delineare un quadro piu completo delle forme di occupazione del territorio nel periodo considerato.
{"title":"Le villae antiche del territorio di Amiternum","authors":"Ilaria Trafficante","doi":"10.13130/2282-0035/12018","DOIUrl":"https://doi.org/10.13130/2282-0035/12018","url":null,"abstract":"L’articolo prende in esame le evidenze archeologiche del territorio amiternino relative alla presenza di villae di epoca romana. A quelle gia note, preventivamente e criticamente riesaminate, se ne sono aggiunte delle nuove, derivanti dall’analisi della toponomastica e delle testimonianze epigrafiche, che hanno consentito di delineare un quadro piu completo delle forme di occupazione del territorio nel periodo considerato.","PeriodicalId":40153,"journal":{"name":"ACME-Annali della Facolta di Studi Umanistici dell Universita degli Studi di Milano","volume":null,"pages":null},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2019-07-30","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"46441611","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2018-08-01DOI: 10.13130/2282-0035/10520
G. Poli
L’articolo trae ispirazione dal lavoro svolto per la Tesi di Laurea Parini e Tibullo. L’obiettivo e di dare rilievo a un soggetto poco frequentato dalla critica: Tibullo come possibile modello di Parini. Partendo dalla Tesi, che consiste in una catalogazione di tematiche elegiache e di termini tibulliani nelle opere di Parini, questo articolo mette in luce la presenza dell’autore elegiaco nelle opere del poeta settecentesco, tramite un confronto intertestuale; si prendono in considerazione i legami testuali e tematici (in particolare il tema della guerra), le riprese di Parini eminentemente lessicali e formali, i passi in cui la ripresa tematica e collegata a quella lessicale e le rielaborazioni del modello latino in direzione ironica, con la speranza di aggiungere nuovi riscontri e spunti di riflessione.
{"title":"Parini e Tibullo","authors":"G. Poli","doi":"10.13130/2282-0035/10520","DOIUrl":"https://doi.org/10.13130/2282-0035/10520","url":null,"abstract":"L’articolo trae ispirazione dal lavoro svolto per la Tesi di Laurea Parini e Tibullo. L’obiettivo e di dare rilievo a un soggetto poco frequentato dalla critica: Tibullo come possibile modello di Parini. Partendo dalla Tesi, che consiste in una catalogazione di tematiche elegiache e di termini tibulliani nelle opere di Parini, questo articolo mette in luce la presenza dell’autore elegiaco nelle opere del poeta settecentesco, tramite un confronto intertestuale; si prendono in considerazione i legami testuali e tematici (in particolare il tema della guerra), le riprese di Parini eminentemente lessicali e formali, i passi in cui la ripresa tematica e collegata a quella lessicale e le rielaborazioni del modello latino in direzione ironica, con la speranza di aggiungere nuovi riscontri e spunti di riflessione.","PeriodicalId":40153,"journal":{"name":"ACME-Annali della Facolta di Studi Umanistici dell Universita degli Studi di Milano","volume":null,"pages":null},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2018-08-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"45363489","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2018-08-01DOI: 10.13130/2282-0035/10527
Annalisa Volpone
L’articolo discute la relazione di James Joyce con la nozione di «periphery». Nella poetica di Joyce, questa nozione si riferisce a una posizione geografica specifica (Dublino), a una tipologia di marginalizzazione intellettuale e culturale e a una peculiare forma narrativa. Dallo Stephen Dedalus del Portrait of the Artist as a Young Man e dell’ Ulysses , ai tre bambini della famiglia Porter in Finnegans Wake , Joyce combina le coordinate, geograficamente e culturalmente periferiche, di Dublino – che per lui e al tempo stesso «the centre of the paralysis» e «the Hybernian metropolis» – con il modo in cui questi personaggi intessono le loro relazioni reciproche e cercano di posizionarsi nel contesto familiare, sociale e professionale. La sezione night studies (II.2) in Finnegans Wake , in particolare, restituisce una meta-riflessione sulla periferia in connessione con l’atto stesso di scrivere e con lo spazio che occupa sulla pagina. Segmenti testuali, differenti e apparentemente indipendenti, sono quindi collocati al centro e ai margini della pagina, dando luogo a una narrazione a una contro-narrazione che modificano in modo significativo l’esperienza di lettura.
这篇文章讨论了詹姆斯·乔伊斯的报告“危险”的概念。在乔伊斯的诗中,这个概念指的是一个特定的地理位置(都柏林),一种智力和文化边缘化的类型,以及一种特定的叙事形式。of the艺术家肖像》的斯蒂芬·daedelus as a Young Man和Ulysses,三个孩子的家庭在1939)维克Porter, Joyce,地理坐标和周边文化相结合,都柏林—他和与此同时«the centre of the paralysis大都会》the Hybernian»和«»与这些角色intessono方式—他们的相互关系,并试图在职业、社会和家庭背景。特别是在Finnegans Wake的夜研究(II.2)中,它提供了一个关于外围的元反思与写作本身和它所占据的页面空间有关。文本片段是不同的,显然是独立的,因此被放置在页面的中心和边缘,产生叙事和反叙事,显著改变了阅读体验。
{"title":"The peripatetic periphery or Joyce’s Impossible «Borderation»","authors":"Annalisa Volpone","doi":"10.13130/2282-0035/10527","DOIUrl":"https://doi.org/10.13130/2282-0035/10527","url":null,"abstract":"L’articolo discute la relazione di James Joyce con la nozione di «periphery». Nella poetica di Joyce, questa nozione si riferisce a una posizione geografica specifica (Dublino), a una tipologia di marginalizzazione intellettuale e culturale e a una peculiare forma narrativa. Dallo Stephen Dedalus del Portrait of the Artist as a Young Man e dell’ Ulysses , ai tre bambini della famiglia Porter in Finnegans Wake , Joyce combina le coordinate, geograficamente e culturalmente periferiche, di Dublino – che per lui e al tempo stesso «the centre of the paralysis» e «the Hybernian metropolis» – con il modo in cui questi personaggi intessono le loro relazioni reciproche e cercano di posizionarsi nel contesto familiare, sociale e professionale. La sezione night studies (II.2) in Finnegans Wake , in particolare, restituisce una meta-riflessione sulla periferia in connessione con l’atto stesso di scrivere e con lo spazio che occupa sulla pagina. Segmenti testuali, differenti e apparentemente indipendenti, sono quindi collocati al centro e ai margini della pagina, dando luogo a una narrazione a una contro-narrazione che modificano in modo significativo l’esperienza di lettura.","PeriodicalId":40153,"journal":{"name":"ACME-Annali della Facolta di Studi Umanistici dell Universita degli Studi di Milano","volume":null,"pages":null},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2018-08-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"45871870","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2018-08-01DOI: 10.13130/2282-0035/10528
M. Tortora
La poli-centralita suggerita dal Geocriticismo puo essere applicata alle differenti letterature nazionali. Vi e un modernismo europeo, nel quale ogni tradizione nazionale puo trovare il proprio minimo comune denominatore, e vi sono i modernismi nazionali, che hanno le loro proprie identita e specificita. Questo tipo di poli-centralita puo essere mostrato da una metodologia geocritica e potrebbe costituire il primo passo per un nuovo modo di costruire la mappa della letteratura europea di inizio XX secolo. A questo proposito, si considerano quattro elementi: 1. Il Modernismo cittadino; 2. Centro / Periferia; 3. Modernismo / Realismo; 4. Modernismo / Avanguardia.
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Pub Date : 2018-08-01DOI: 10.13130/2282-0035/10515
Flavio Burni
Il presente articolo si propone di determinare le conoscenze di Eforo riguardo all’uccisione di Teleclo e il ruolo di tale evento nella sua opera. Partendo da Ephor. FGrHist 70 F 216 si cerca di contestualizzare le fonti di Eforo per la vicenda narrata e i principali caratteri della stessa. L’analisi cerca di mostrare innanzitutto che la storia sull’uccisione di Teleclo deve essere giunta a Eforo da una tradizione non successiva alla fine del V secolo a.C.. Secondariamente si mostra che la collocazione di tale evento a Limne, benche non esplicita, e comunque probabile e non incompatibile con i dati ricavabili dalla testimonianza di Eforo. E inoltre tentata una spiegazione del perche l’uccisione di Teleclo non sia affiancata da Eforo alla violenza alle fanciulle spartane attestata in altre fonti, delineando il ragionamento che la morte di Teleclo e la violenza alle fanciulle potessero essere il casus belli rispettivamente della prima e della seconda guerra messenica nella tradizione precedente a Pausania.
本文的目的是确定e论坛对Teleclo的杀戮及其在其工作中的作用的了解。从以弗开始。FGrHist 70 F 216试图将e论坛的来源及其主要特征置于背景中。分析首先试图证明,Teleclo谋杀案的历史一定是在公元前5世纪末才出现在Eforo的一个传统中。第二,这一事件在Limne的地点,虽然不是明确的,但在任何情况下都是可能的,而且与e论坛的证词所提供的资料并不矛盾。并尝试解释为什么要杀害Teleclo女孩spartane不伴随着Eforo暴力,无论是在其他来源,形成推理Teleclo死亡和暴力的女孩可能会开战原因分别为第一次和第二次战争中messenica Pausania之前传统。
{"title":"Considerazioni sulla morte di Teleclo in Eforo di Cuma","authors":"Flavio Burni","doi":"10.13130/2282-0035/10515","DOIUrl":"https://doi.org/10.13130/2282-0035/10515","url":null,"abstract":"Il presente articolo si propone di determinare le conoscenze di Eforo riguardo all’uccisione di Teleclo e il ruolo di tale evento nella sua opera. Partendo da Ephor. FGrHist 70 F 216 si cerca di contestualizzare le fonti di Eforo per la vicenda narrata e i principali caratteri della stessa. L’analisi cerca di mostrare innanzitutto che la storia sull’uccisione di Teleclo deve essere giunta a Eforo da una tradizione non successiva alla fine del V secolo a.C.. Secondariamente si mostra che la collocazione di tale evento a Limne, benche non esplicita, e comunque probabile e non incompatibile con i dati ricavabili dalla testimonianza di Eforo. E inoltre tentata una spiegazione del perche l’uccisione di Teleclo non sia affiancata da Eforo alla violenza alle fanciulle spartane attestata in altre fonti, delineando il ragionamento che la morte di Teleclo e la violenza alle fanciulle potessero essere il casus belli rispettivamente della prima e della seconda guerra messenica nella tradizione precedente a Pausania.","PeriodicalId":40153,"journal":{"name":"ACME-Annali della Facolta di Studi Umanistici dell Universita degli Studi di Milano","volume":null,"pages":null},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2018-08-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"48941458","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}