Questo articolo esamina il significato della locuzione galileiana "sensata esperienza" da una prospettiva fenomenologico-sperimentale. Dopo aver considerato il dato filologico, sono discusse due interpretazioni dell’espressione "sensata esperienza", in riferimento a: i) l’approccio fenomenistico e ii) il punto di vista della fisica. Queste due interpretazioni non rendono conto della seguente aporia galileiana: la "sensata esperienza", uno strumento epistemologico fondamentale per Galileo, e spesso contraddetta. La teoria copernicana, per esempio, afferma l’opposto dell’apparenza fenomenica. La prospettiva fenomenologico-sperimentale offre una possibile via teorica per spiegare questa aporia.
{"title":"Per una lettura fenomenologico-sperimentale della \"sensata esperienza\"","authors":"Michele Sinico","doi":"10.3280/EPIS2015-002004","DOIUrl":"https://doi.org/10.3280/EPIS2015-002004","url":null,"abstract":"Questo articolo esamina il significato della locuzione galileiana \"sensata esperienza\" da una prospettiva fenomenologico-sperimentale. Dopo aver considerato il dato filologico, sono discusse due interpretazioni dell’espressione \"sensata esperienza\", in riferimento a: i) l’approccio fenomenistico e ii) il punto di vista della fisica. Queste due interpretazioni non rendono conto della seguente aporia galileiana: la \"sensata esperienza\", uno strumento epistemologico fondamentale per Galileo, e spesso contraddetta. La teoria copernicana, per esempio, afferma l’opposto dell’apparenza fenomenica. La prospettiva fenomenologico-sperimentale offre una possibile via teorica per spiegare questa aporia.","PeriodicalId":50506,"journal":{"name":"Epistemologia","volume":"1 1","pages":"217-230"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2016-03-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"70120532","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Questo articolo nasce dal desiderio di "scavare" nella nostra tradizione, per trovare tracce, reperti concettuali, icone dell’idea della conoscenza e dei suoi processi educativi. I contenuti che esploreremo in questo saggio sono i seguenti: il concetto di Scienza e della sua applicabilita nelle arti; l’ideale di Conoscenza, anche in relazione alla tradizione scientifica del periodo; le conseguenze che queste riflessioni hanno sull’epistemologia educativa. E evidente, sin da subito, la suggestione foucaultiana, in quest’operazione, appunto "archeologica" che ci spinge a cercare in profondita, sotto strati sedimentati di opinioni, analisi e studi, il germe conoscitivo di una proposta formativa. Il nostro scopo e proprio quello di studiare un antico congegno epistemico che riteniamo sia una radice dell’epistemologia educativa contemporanea, pure nel rispetto della contestualizzazione storica e ambientale delle sue origini.
{"title":"Teoria della conoscenza e formazione nella riflessione di Paracelso","authors":"A. Gramigna","doi":"10.3280/EPIS2015-002005","DOIUrl":"https://doi.org/10.3280/EPIS2015-002005","url":null,"abstract":"Questo articolo nasce dal desiderio di \"scavare\" nella nostra tradizione, per trovare tracce, reperti concettuali, icone dell’idea della conoscenza e dei suoi processi educativi. I contenuti che esploreremo in questo saggio sono i seguenti: il concetto di Scienza e della sua applicabilita nelle arti; l’ideale di Conoscenza, anche in relazione alla tradizione scientifica del periodo; le conseguenze che queste riflessioni hanno sull’epistemologia educativa. E evidente, sin da subito, la suggestione foucaultiana, in quest’operazione, appunto \"archeologica\" che ci spinge a cercare in profondita, sotto strati sedimentati di opinioni, analisi e studi, il germe conoscitivo di una proposta formativa. Il nostro scopo e proprio quello di studiare un antico congegno epistemico che riteniamo sia una radice dell’epistemologia educativa contemporanea, pure nel rispetto della contestualizzazione storica e ambientale delle sue origini.","PeriodicalId":50506,"journal":{"name":"Epistemologia","volume":"38 1","pages":"231-245"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2016-03-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"70120586","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Dopo la separazione del dominio oggettivo della logica del certo da quello soggettivo delle valutazioni probabilistiche, lo studio delle proprieta di coerenza della previsione di specifiche grandezze aleatorie e condotto, in virtu dell’inquadramento della probabilita nella teoria delle decisioni in condizioni d’incertezza, abbinando probabilita ed utilita e riferendosi ad un individuo non gia avverso, ma neutrale nei confronti del rischio. Le proprieta di coerenza sono oggettive in quanto, indipendentemente dalle opinioni soggettive di ciascuno, escludono che possano verificarsi delle conseguenze evidentemente indesiderabili da parte di chiunque.
{"title":"Sugli aspetti logici dell’inquadramento delle valutazioni probabilistiche soggettive nella teoria delle decisioni","authors":"P. Angelini, A. Maturo","doi":"10.3280/EPIS2015-002010","DOIUrl":"https://doi.org/10.3280/EPIS2015-002010","url":null,"abstract":"Dopo la separazione del dominio oggettivo della logica del certo da quello soggettivo delle valutazioni probabilistiche, lo studio delle proprieta di coerenza della previsione di specifiche grandezze aleatorie e condotto, in virtu dell’inquadramento della probabilita nella teoria delle decisioni in condizioni d’incertezza, abbinando probabilita ed utilita e riferendosi ad un individuo non gia avverso, ma neutrale nei confronti del rischio. Le proprieta di coerenza sono oggettive in quanto, indipendentemente dalle opinioni soggettive di ciascuno, escludono che possano verificarsi delle conseguenze evidentemente indesiderabili da parte di chiunque.","PeriodicalId":50506,"journal":{"name":"Epistemologia","volume":"1 1","pages":"315-326"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2016-03-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"70120835","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Sono tuttora largamente diffuse concezioni della scienza arretrate non solo rispetto all’epistemologia aggiornata, ma anche a teorie della conoscenza medievali e antiche. Queste ultime le sono ritenute estranee perche il complesso delle credenze prescientifiche del passato ne ha fatto sottovalutare la portata. Recuperare il senso della continuita storica del lento e faticoso imporsi della scienza e indispensabile per capire la natura e il significato sia di essa sia della conoscenza in generale.
{"title":"Qualche considerazione sulla scienza","authors":"G. Cavallini","doi":"10.3280/EPIS2015-002009","DOIUrl":"https://doi.org/10.3280/EPIS2015-002009","url":null,"abstract":"Sono tuttora largamente diffuse concezioni della scienza arretrate non solo rispetto all’epistemologia aggiornata, ma anche a teorie della conoscenza medievali e antiche. Queste ultime le sono ritenute estranee perche il complesso delle credenze prescientifiche del passato ne ha fatto sottovalutare la portata. Recuperare il senso della continuita storica del lento e faticoso imporsi della scienza e indispensabile per capire la natura e il significato sia di essa sia della conoscenza in generale.","PeriodicalId":50506,"journal":{"name":"Epistemologia","volume":"1 1","pages":"303-314"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2016-03-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"70120768","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
La teoria della conoscenza puo essere intesa in due modi diversi, a seconda di che cosa si intende per conoscenza. In un primo senso, per conoscenza si intende il processo mediante cui conosciamo. In un secondo senso la conoscenza e intesa come il risultato di tale processo, ossia come sinonimo di sapere. Questi due significati sono riflessi nei diversi termini con cui vengono denotati in altre lingue. Mentre una teoria della conoscenza intesa come sapere non ha relazioni significative con le neuroscienze (ma piuttosto con discipline filosofiche come la logica, la metodologia, la semiotica, l’ontologia), una teoria dei processi conoscitivi ha rapporti significativi con le neuroscienze, e fin dall’antichita i filosofi hanno riconosciuto nel cervello il supporto fisico delle attivita cognitive superiori. Con cio, tuttavia, le neuroscienze non possono presentarsi come surrogato di una teoria filosofica del conoscere, in quanto i processi cognitivi debbono essere preliminarmente definiti in sede filosofica, al fine di poter studiare le loro correlazioni (bidirezionali) con fenomeni nervosi.
{"title":"Teoria della conoscenza e neuroscienze","authors":"V. Lourdes","doi":"10.3280/EPIS2015-002002","DOIUrl":"https://doi.org/10.3280/EPIS2015-002002","url":null,"abstract":"La teoria della conoscenza puo essere intesa in due modi diversi, a seconda di che cosa si intende per conoscenza. In un primo senso, per conoscenza si intende il processo mediante cui conosciamo. In un secondo senso la conoscenza e intesa come il risultato di tale processo, ossia come sinonimo di sapere. Questi due significati sono riflessi nei diversi termini con cui vengono denotati in altre lingue. Mentre una teoria della conoscenza intesa come sapere non ha relazioni significative con le neuroscienze (ma piuttosto con discipline filosofiche come la logica, la metodologia, la semiotica, l’ontologia), una teoria dei processi conoscitivi ha rapporti significativi con le neuroscienze, e fin dall’antichita i filosofi hanno riconosciuto nel cervello il supporto fisico delle attivita cognitive superiori. Con cio, tuttavia, le neuroscienze non possono presentarsi come surrogato di una teoria filosofica del conoscere, in quanto i processi cognitivi debbono essere preliminarmente definiti in sede filosofica, al fine di poter studiare le loro correlazioni (bidirezionali) con fenomeni nervosi.","PeriodicalId":50506,"journal":{"name":"Epistemologia","volume":"1 1","pages":"195-200"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2016-03-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"70120930","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Nonostante cio che affermano molti filosofi contemporanei, nell’articolo si sostiene che il realismo metafisico puo - fino a un certo punto - essere difeso. Prendendo in considerazione il tema "linguaggio e metafisica", e facile accorgersi che ogni formulazione di una visione del mondo si basa u un linguaggio condiviso. Cio non significa, tuttavia, che il linguaggio stesso nasconda la realta ne ci autorizza a identificare anti-realismo e idealismo. La preoccupazione del realista metafisico non risiede nella possibilita che il mondo reale possa essere totalmente diverso da quello che vediamo; egli vuole invece evitare l’identificazione del mondo con qualsiasi concettualizzazione umana che lo riguardi. Si deve quindi comprendere che una forma modesta di realismo metafisico e la strada migliore per riconoscere l’indipendenza della realta e, al contempo, il nostro profondo coinvolgimento in essa.
{"title":"Una difesa parziale del realismo metafisico","authors":"M. Marsonet","doi":"10.3280/EPIS2015-002008","DOIUrl":"https://doi.org/10.3280/EPIS2015-002008","url":null,"abstract":"Nonostante cio che affermano molti filosofi contemporanei, nell’articolo si sostiene che il realismo metafisico puo - fino a un certo punto - essere difeso. Prendendo in considerazione il tema \"linguaggio e metafisica\", e facile accorgersi che ogni formulazione di una visione del mondo si basa u un linguaggio condiviso. Cio non significa, tuttavia, che il linguaggio stesso nasconda la realta ne ci autorizza a identificare anti-realismo e idealismo. La preoccupazione del realista metafisico non risiede nella possibilita che il mondo reale possa essere totalmente diverso da quello che vediamo; egli vuole invece evitare l’identificazione del mondo con qualsiasi concettualizzazione umana che lo riguardi. Si deve quindi comprendere che una forma modesta di realismo metafisico e la strada migliore per riconoscere l’indipendenza della realta e, al contempo, il nostro profondo coinvolgimento in essa.","PeriodicalId":50506,"journal":{"name":"Epistemologia","volume":"1 1","pages":"291-302"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2016-03-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"70120717","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
In the present paper I analyse the modularity thesis and, more specifically, the thesis of domain-specificity of processing. I argue that this thesis is not trivial only under the assumption of a variety of processes which differ from each other at the implementation level; otherwise, the variety of cognitive processes can only be explained as emergent on the basic mechanism of associative activation in that it operates on domain-specific representations, which is something that no one would deny. But that assumption is untenable: there are no other processes than associative activation (and inhibition) at the implementation level. Any claim to the contrary is the result of a conceptual confusion between two senses of "associative": a behavioural one, relative to which there are cognitive processes that exceed the ability to code elementary spatio-temporal contingencies, and one that lies instead at the implementation level. Since the assumption of a plurality of processes at the implementation level is untenable, the only viable interpretation of modularism (as far as domain-specificity is concerned) is a trivial one. By this I do not mean that the thesis is devoid of any content. However, its content is scarcely debatable, and far less thrilling than the debate has suggested so far. Nel presente articolo intendo analizzare la tesi della modularita, e piu specificamente la questione della specificita per dominio del processing. Sostengo che questa tesi non e banale solo sotto l’assunzione di una pluralita di processi che differiscono gli uni dagli altri al livello dell’implementazione: altrimenti la varieta dei processi puo essere spiegata come emergente su un meccanismo di attivazione associativa che opera su rappresentazioni specifiche per dominio, una concezione della modularita che nessuno rifiuterebbe. Ma quell’assunzione va respinta: al livello dell’implementazione non ci sono altri processi che l’attivazione (e l’inibizione) associativa. La tesi contraria e il risultato di una confusione concettuale tra due accezioni di "associativo": una comportamentale, secondo la quale vi sono processi cognitivi che eccedono la semplice codifica di contingenze spazio-temporali, ed una che invece si pone al livello dell’implementazione. Se la tesi di una pluralita di processi al livello dell’implementazione non e sostenibile, rimane spazio solo per una interpretazione banale della modularita (almeno per quanto concerne la specificita per dominio). Con questo non intendo che la tesi sia priva di contenuto. Essa e pero ben poco discutibile, e meno eccitante di quanto sia apparso finora.
在本文中,我分析了模块化理论,更具体地说,分析了处理的领域特异性理论。我认为,只有在假设各种过程在实施层面上彼此不同的情况下,这篇论文才不是微不足道的;否则,认知过程的多样性只能解释为在联想激活的基本机制上出现的,因为它在特定领域的表征上运行,这是没有人会否认的。但这种假设是站不住脚的:在执行层面,除了联想激活(和抑制)之外,没有其他过程。任何相反的主张都是“联想”的两种感觉之间概念混淆的结果:一种是行为的,相对而言,有超越基本时空偶然性编码能力的认知过程,另一种是在执行层面。由于在实现级别上有多个过程的假设是站不住脚的,所以对模块化的唯一可行的解释(就领域专用性而言)是一个微不足道的解释。我这样说并不是说这篇论文没有任何内容。然而,它的内容几乎是无可争议的,而且远不如迄今为止辩论所暗示的那样激动人心。Nel提出了基于模块化的模型分析、基于问题的模型分析和基于特定模型处理的模型分析。所以,我们的问题是,我们的问题是,我们的问题是,我们的问题是,我们的假设是,我们的多元是,我们的过程是,我们的差异是,我们的过程是,我们的差异是,我们的生活是,我们的实施是,我们的问题是,我们的过程是,我们的机制是,我们的活动是,我们的活动是,我们的具体是,我们的概念是,我们的模块是,我们的具体是,我们的具体是,我们的概念是,我们的模块化是,我们的具体是,我们的具体是。Ma quell 'assunzione va respinta:所有的生命都是由'implementazione ' nonci sono ' altri processi ' atitivazione (e l 'inibizione)联想而来。首先是“联想”,其次是“加工”,其次是“认知”,最后是“简单”,最后是“偶然”,最后是“空间”,最后是“执行”,最后是“生活”,最后是“执行”。“过程的多样性”和“过程的多样性”和“实现的多样性”,以及“模块的多样性”(“数量的多样性”和“具体的多样性”)。对不存在的问题,不存在的问题,不存在的问题。当我们的人是可分解的,我们的人是可分解的,我们的人是可分解的。
{"title":"Trivializing modularity. An associative-representational account of cognition","authors":"M. Mazzone","doi":"10.3280/EPIS2015-002003","DOIUrl":"https://doi.org/10.3280/EPIS2015-002003","url":null,"abstract":"In the present paper I analyse the modularity thesis and, more specifically, the thesis of domain-specificity of processing. I argue that this thesis is not trivial only under the assumption of a variety of processes which differ from each other at the implementation level; otherwise, the variety of cognitive processes can only be explained as emergent on the basic mechanism of associative activation in that it operates on domain-specific representations, which is something that no one would deny. But that assumption is untenable: there are no other processes than associative activation (and inhibition) at the implementation level. Any claim to the contrary is the result of a conceptual confusion between two senses of \"associative\": a behavioural one, relative to which there are cognitive processes that exceed the ability to code elementary spatio-temporal contingencies, and one that lies instead at the implementation level. Since the assumption of a plurality of processes at the implementation level is untenable, the only viable interpretation of modularism (as far as domain-specificity is concerned) is a trivial one. By this I do not mean that the thesis is devoid of any content. However, its content is scarcely debatable, and far less thrilling than the debate has suggested so far. Nel presente articolo intendo analizzare la tesi della modularita, e piu specificamente la questione della specificita per dominio del processing. Sostengo che questa tesi non e banale solo sotto l’assunzione di una pluralita di processi che differiscono gli uni dagli altri al livello dell’implementazione: altrimenti la varieta dei processi puo essere spiegata come emergente su un meccanismo di attivazione associativa che opera su rappresentazioni specifiche per dominio, una concezione della modularita che nessuno rifiuterebbe. Ma quell’assunzione va respinta: al livello dell’implementazione non ci sono altri processi che l’attivazione (e l’inibizione) associativa. La tesi contraria e il risultato di una confusione concettuale tra due accezioni di \"associativo\": una comportamentale, secondo la quale vi sono processi cognitivi che eccedono la semplice codifica di contingenze spazio-temporali, ed una che invece si pone al livello dell’implementazione. Se la tesi di una pluralita di processi al livello dell’implementazione non e sostenibile, rimane spazio solo per una interpretazione banale della modularita (almeno per quanto concerne la specificita per dominio). Con questo non intendo che la tesi sia priva di contenuto. Essa e pero ben poco discutibile, e meno eccitante di quanto sia apparso finora.","PeriodicalId":50506,"journal":{"name":"Epistemologia","volume":"1 1","pages":"201-215"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2016-03-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"70120481","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Ho diviso la lettura dei capitoli 3-9 del libro B della Fisica di Aristotele in due momenti: nei capitoli 3-7 viene data la definizione delle quattro cause e si pone il problema se caso e fortuna siano cause del divenire, nei capitoli 8-9 si risolve tale aporia in senso teleologico e si traggono le conclusioni sulla relazione concezione interventistica della causalita sostiene che c’e uno stretto legame fra causalita e intervento umano in natura: l’idea di una relazione causale fra due eventi (uno che causa e l’altro che e causato) ha come presupposto il concetto di azione intenzionale e nasce dalla riflessione dell’uomo sul proprio operare finalizzato nella realta. Sebbene sia un aspetto arcaico e in contrasto con le posizioni della scienza contemporanea, in Fisica B Aristotele concepisce il divenire naturale come un agire che procede verso uno scopo ben determinato; la causa efficiens poi, in natura, costituisce l’elemento attivo che origina il movimento e impone la forma, in analogia con l’elemento attivo che nella "arte" e costituito dall’artigiano che opera la produzione. Quest’analogia suggerisce che Aristotele pensi la causa efficiente sulla base della capacita che l’uomo ha di modificare attivamente il suo ambiente, in accordo con la contemporanea teoria interventistica della causalita.
{"title":"L’analogia \"La natura dell’Arte\" in Aristotele (Fisica B, 3-9) e la Teoria Interventistica della Causalita","authors":"G. Licata","doi":"10.3280/EPIS2015-002001","DOIUrl":"https://doi.org/10.3280/EPIS2015-002001","url":null,"abstract":"Ho diviso la lettura dei capitoli 3-9 del libro B della Fisica di Aristotele in due momenti: nei capitoli 3-7 viene data la definizione delle quattro cause e si pone il problema se caso e fortuna siano cause del divenire, nei capitoli 8-9 si risolve tale aporia in senso teleologico e si traggono le conclusioni sulla relazione concezione interventistica della causalita sostiene che c’e uno stretto legame fra causalita e intervento umano in natura: l’idea di una relazione causale fra due eventi (uno che causa e l’altro che e causato) ha come presupposto il concetto di azione intenzionale e nasce dalla riflessione dell’uomo sul proprio operare finalizzato nella realta. Sebbene sia un aspetto arcaico e in contrasto con le posizioni della scienza contemporanea, in Fisica B Aristotele concepisce il divenire naturale come un agire che procede verso uno scopo ben determinato; la causa efficiens poi, in natura, costituisce l’elemento attivo che origina il movimento e impone la forma, in analogia con l’elemento attivo che nella \"arte\" e costituito dall’artigiano che opera la produzione. Quest’analogia suggerisce che Aristotele pensi la causa efficiente sulla base della capacita che l’uomo ha di modificare attivamente il suo ambiente, in accordo con la contemporanea teoria interventistica della causalita.","PeriodicalId":50506,"journal":{"name":"Epistemologia","volume":"38 1","pages":"175-194"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2016-03-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"70120081","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
La riflessione sulla cosmologia e uno degli aspetti meno noti del pensiero di Agazzi. Tuttavia, benche ne abbia scritto solo in poche occasioni e alcune considerazioni siano state superate dai grandi progressi scientifici nel frattempo intercorsi, altre sue intuizioni appaiono tuttora sorprendentemente attuali e feconde, forse ancor di piu di quando furono formulate, come cerchero di mostrare in questo articolo. Su questa base tentero inoltre di proporre una definizione precisa dell’oggetto proprio della cosmologia scientifica e di chiarire i suoi corretti rapporti con la filosofia della natura e la metafisica.
{"title":"La cosmologia nel pensiero di Evandro Agazzi","authors":"P. Musso","doi":"10.3280/EPIS2015-002006","DOIUrl":"https://doi.org/10.3280/EPIS2015-002006","url":null,"abstract":"La riflessione sulla cosmologia e uno degli aspetti meno noti del pensiero di Agazzi. Tuttavia, benche ne abbia scritto solo in poche occasioni e alcune considerazioni siano state superate dai grandi progressi scientifici nel frattempo intercorsi, altre sue intuizioni appaiono tuttora sorprendentemente attuali e feconde, forse ancor di piu di quando furono formulate, come cerchero di mostrare in questo articolo. Su questa base tentero inoltre di proporre una definizione precisa dell’oggetto proprio della cosmologia scientifica e di chiarire i suoi corretti rapporti con la filosofia della natura e la metafisica.","PeriodicalId":50506,"journal":{"name":"Epistemologia","volume":"1 1","pages":"247-273"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2016-03-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"70120613","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
L’emergenza, fornendo una nuova suggestiva chiave di lettura di fenomeni collettivi che sono osservati in numerosi sistemi, puo essere considerata uno dei concetti piu importanti della scienza contemporanea. In natura ci sono svariati stati emergenti, come i superconduttori, che sono caratterizzati da un nuovo tipo di ordine, di proprieta che permettono di analizzare i processi di organizzazione dei loro costituenti elementari. Alla luce del fenomeno della superconduttivita si puo sostenere che la teoria quantistica dei campi, struttura matematica fondamentale in grado di fornire la sintassi della fisica teorica contemporanea, non ha una realta ontologica primaria ma funziona proprio a causa dell’universalita emergente della superconduttivita, in virtu dell’esistenza di fenomeni di organizzazione collettiva all’interno dei sistemi fisici.
{"title":"Dalla superconduttività alla teoria quantistica dei campi: l’emergenza come fondamento della realtà fisica","authors":"Davide Fiscaletti","doi":"10.3280/EPIS2015-002007","DOIUrl":"https://doi.org/10.3280/EPIS2015-002007","url":null,"abstract":"L’emergenza, fornendo una nuova suggestiva chiave di lettura di fenomeni collettivi che sono osservati in numerosi sistemi, puo essere considerata uno dei concetti piu importanti della scienza contemporanea. In natura ci sono svariati stati emergenti, come i superconduttori, che sono caratterizzati da un nuovo tipo di ordine, di proprieta che permettono di analizzare i processi di organizzazione dei loro costituenti elementari. Alla luce del fenomeno della superconduttivita si puo sostenere che la teoria quantistica dei campi, struttura matematica fondamentale in grado di fornire la sintassi della fisica teorica contemporanea, non ha una realta ontologica primaria ma funziona proprio a causa dell’universalita emergente della superconduttivita, in virtu dell’esistenza di fenomeni di organizzazione collettiva all’interno dei sistemi fisici.","PeriodicalId":50506,"journal":{"name":"Epistemologia","volume":"1 1","pages":"275-289"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2016-03-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"70120663","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}