M. Lauretta, F. Ripa, C. Plazzotta, D. Minniti, R. Borghese, R. Broda, R. Arione, P. Panarisi
Introduzione : da alcuni anni sta emergendo come l’organizzazione per processi sia un elemento decisivo per il governo e la gestione delle strutture aziendali. Tale orientamento sta assumendo sempre piu credito anche in campo sanitario dove si registrano una serie di attivita sperimentali tra le quali e un esempio il programma di ricerca proposto dal Cergas-Bocconi denominato “Il percorso assistenziale del paziente in ospedale”, che vede la partecipazione dell’ASO S. Giovanni Battista di Torino. Obiettivi : governare la complessita gestionale deipercorsi diagnostico-terapeutici e assicurarne la qualita del dato. Costruire un sistema di indicatori utile a favorire il razionale confronto tra percorso di riferimento e percorso effettivo. Metodi : il primo passo e stato quello di elaborare un report informatico, mediante il nostro sistema informativo, che evidenziasse tutte le attivita eseguite dal paziente in ospedale attraverso la raccolta “longitudinale” dei dati clinici. Per identificare eventuali scostamenti tra i percorsi di riferimento e i percorsi effettivi, sono stati costruiti degli indicatori di monitoraggio che, messi in rete, hanno permesso un’agevole valutazione degli iter diagnostico- terapeutici rispetto alla “tradizionale” consultazione delle cartelle cliniche. Risultati : e stato attivato un apposito modulo informatico che consente il controllo automatico dei percorsi di cura. Il medico viene facilitato nell’inserimento delle prestazioni erogabili e dei farmaci da somministrare utilizzando quanto definito nel percorso di riferimento. Viene lasciata la discrezionalita di potersi scostare dal protocollo, inserendo e/o eliminando specifiche prestazioni. L’output finale e costituito dalla possibilita di analizzare gli scostamenti tra valori attesi e valori effettivi. Conclusioni : in un sistema organizzativo risulta essenziale la realizzazione di un sistema informativo che consenta la raccolta e il monitoraggio di dati clinici. Le analisi retrospettive, effettuate rilevando manualmente i dati contenuti nelle cartelle cliniche, risultano essere molto onerose. I vantaggi sono da considerarsi nelle informazioni di ritorno che il sistema e in grado di offrire e che possono essere di supporto sia all’analisi organizzativa sia all’analisi clinica.
引言:近年来,流程组织已成为管理和管理公司结构的决定性因素。这一方法正在变得越来越在卫生领域也出现了一种信贷等之间的一系列实验活动和研究方案提出一个例子Cergas-Bocconi称为“病人在医院的护理路径”,涉及dell’ASO S . Giovanni Battista都灵。目标:管理诊断-治疗性课程的复杂管理,并确保数据的质量。建立一个指标系统,以促进参考路径和实际路径之间的合理比较。方法:第一步是通过我们的信息系统编写一份计算机报告,通过“纵向”收集临床数据,突出病人在医院进行的所有活动。为了确定参考路径和实际路径之间的任何偏差,已经建立了监测指标,这些指标在网络中与“传统”的病历检查相比,使诊断治疗过程易于评估。结果:一个特殊的计算机模块被激活,可以自动控制治疗路径。医生可以更容易地使用参考路径中定义的药物来插入福利和管理药物。可以自由选择退出协议,插入和/或删除特定的性能。最终输出包括分析预期值和实际值之间偏差的可能性。结论:在组织系统中,建立一个能够收集和监测临床数据的信息系统是必不可少的。人工记录数据的回顾性分析是非常昂贵的。这些好处可以在系统能够提供的回顾性信息中加以考虑,这些信息可以支持组织分析和临床分析。
{"title":"Applicazione di un sistema di monitoraggio informatico per la valutazione dei percorsi diagnostico-terapeutici: l'esperienza dell'ASO S. Giovanni Battista di Torino","authors":"M. Lauretta, F. Ripa, C. Plazzotta, D. Minniti, R. Borghese, R. Broda, R. Arione, P. Panarisi","doi":"10.2427/6107","DOIUrl":"https://doi.org/10.2427/6107","url":null,"abstract":"Introduzione : da alcuni anni sta emergendo come l’organizzazione per processi sia un elemento decisivo per il governo e la gestione delle strutture aziendali. Tale orientamento sta assumendo sempre piu credito anche in campo sanitario dove si registrano una serie di attivita sperimentali tra le quali e un esempio il programma di ricerca proposto dal Cergas-Bocconi denominato “Il percorso assistenziale del paziente in ospedale”, che vede la partecipazione dell’ASO S. Giovanni Battista di Torino. Obiettivi : governare la complessita gestionale deipercorsi diagnostico-terapeutici e assicurarne la qualita del dato. Costruire un sistema di indicatori utile a favorire il razionale confronto tra percorso di riferimento e percorso effettivo. Metodi : il primo passo e stato quello di elaborare un report informatico, mediante il nostro sistema informativo, che evidenziasse tutte le attivita eseguite dal paziente in ospedale attraverso la raccolta “longitudinale” dei dati clinici. Per identificare eventuali scostamenti tra i percorsi di riferimento e i percorsi effettivi, sono stati costruiti degli indicatori di monitoraggio che, messi in rete, hanno permesso un’agevole valutazione degli iter diagnostico- terapeutici rispetto alla “tradizionale” consultazione delle cartelle cliniche. Risultati : e stato attivato un apposito modulo informatico che consente il controllo automatico dei percorsi di cura. Il medico viene facilitato nell’inserimento delle prestazioni erogabili e dei farmaci da somministrare utilizzando quanto definito nel percorso di riferimento. Viene lasciata la discrezionalita di potersi scostare dal protocollo, inserendo e/o eliminando specifiche prestazioni. L’output finale e costituito dalla possibilita di analizzare gli scostamenti tra valori attesi e valori effettivi. Conclusioni : in un sistema organizzativo risulta essenziale la realizzazione di un sistema informativo che consenta la raccolta e il monitoraggio di dati clinici. Le analisi retrospettive, effettuate rilevando manualmente i dati contenuti nelle cartelle cliniche, risultano essere molto onerose. I vantaggi sono da considerarsi nelle informazioni di ritorno che il sistema e in grado di offrire e che possono essere di supporto sia all’analisi organizzativa sia all’analisi clinica.","PeriodicalId":89162,"journal":{"name":"Italian journal of public health","volume":"1 1","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2012-05-21","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"68876093","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
E. Leoni, M. Aporti, C. Lazzari, P. Legnani, R. Sacchetti
Obiettivi : nell’ambito di un progetto di sorveglianza attiva dei casi di polmonite da legionella, e stata studiata la prevalenza di tutti i casi di polmonite ricoverati in un ospedale di Bologna, allo scopo di definirne la distribuzione per origine (comunitaria o nosocomiale), eziologia, caratteristiche individuali e di confrontarle con le polmoniti da legionella. Metodi : per ogni caso con diagnosi clinica e/o radiologica di polmonite e stato compilato un questionario, raccogliendo le informazioni dalle cartelle cliniche. Tutti i casi di polmonite non specificata sono stati inoltre sottoposti al test per la ricerca dell’antigene di legionella nelle urine.
{"title":"Studio di prevalenza delle polmoniti in un'Azienda opsedaliera di Bologna","authors":"E. Leoni, M. Aporti, C. Lazzari, P. Legnani, R. Sacchetti","doi":"10.2427/6071","DOIUrl":"https://doi.org/10.2427/6071","url":null,"abstract":"Obiettivi : nell’ambito di un progetto di sorveglianza attiva dei casi di polmonite da legionella, e stata studiata la prevalenza di tutti i casi di polmonite ricoverati in un ospedale di Bologna, allo scopo di definirne la distribuzione per origine (comunitaria o nosocomiale), eziologia, caratteristiche individuali e di confrontarle con le polmoniti da legionella. Metodi : per ogni caso con diagnosi clinica e/o radiologica di polmonite e stato compilato un questionario, raccogliendo le informazioni dalle cartelle cliniche. Tutti i casi di polmonite non specificata sono stati inoltre sottoposti al test per la ricerca dell’antigene di legionella nelle urine.","PeriodicalId":89162,"journal":{"name":"Italian journal of public health","volume":"1 1","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2012-05-21","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"68874227","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Obiettivi : valutazione della copertura del Registro notifiche delle malformazioni congenite alla nascita in Trentino negli anni 1999-2000 sulla base dei flussi disponibili. Metodi : sono state considerate tre fonti: Schede cartacee di notifica di malformazione congenita (MALF), che alimentano il Registro Triveneto, il Certificato di assistenza al parto (CEDAP) e le Schede di dimissione ospedaliera (SDO). Si e effettuato un record-linkage sulla base di una combinazione multipla di criteri comuni, individuando 402 casi. I casi non individuati da nessuna fonte e l’esaustivita del flusso informativo sono stati stimati con la tecnica della cattura-ricattura. Risultati : poiche CEDAP risulta associato positivamente ad entrambe le fonti (CEDAP vs. SDO: OR=7,2 [95% IC 2,4-21,6] CEDAP vs. MALF: OR=2,62 [95% IC 1,6-4,2]), il metodo tradizionale della cattura-ricattura (stimatore non distorto di Chapman-Seber) porta ad una sottostima dei casi totali (N); e allora preferibile l’utilizzo dei modelli log-lineari che considerano la dipendenza tra le fonti. Il modello scelto e quello con gli effetti d’interazione CEDAP|SDO e CEDAP|MALF (G2=1,39; p=0,23), che da le stime seguenti: N=471 [95% IC 430-512]; PC=46% [95% IC 43-51]; PM=26% [95% IC 24-28]; PS=78% [95% IC 71-85] (PX: tasso d’esaustivita della fonte X). Integrando il Registro delle malformazioni con almeno un altro dei flussi, si ottengono i seguenti incrementi di P: PMC=56% [95% IC 52-61]; PMS=82% [95% IC 75-90]; PMCS=85% [95% IC 79-93]. Le unioni MALF/CEDAP e MALF/SDO, rispetto al solo flusso delle malformazioni, portano aumenti dell’esaustivita statisticamente significativi (p‹0,001), mentre la differenza tra il binomio MALF/SDO e l’unione di tutte e tre le fonti non e statisticamente significativa. Conclusioni : i risultati mostrano una sottonotifica del flusso MALF ed una buona copertura delle SDO. Un’efficace attivita di sorveglianza richiederebbe quindi l’integrazione di fonti multiple gia informatizzate e che permettono di minimizzare l’influenza della sensibilizzazione degli operatori.
目标:根据现有的流动情况,评估1999-2000年特伦蒂诺出生先天性畸形通报登记册的覆盖范围。方法:考虑了三个来源:《出生缺陷通知》(MALF)纸质表格,其中包括《出生登记册》、《分娩援助证书》(CEDAP)和《医院出院证明》(SDO)。在多个通用标准组合的基础上进行了记录链接,确定了402例。没有来源检测到的病例和信息流的完整性是通过捕获-再捕获技术进行评估的。结果:因为CEDAP与这两个来源都有积极的联系(CEDAP vs. SDO: OR= 7.2 [95% IC 2,4- 21.6] CEDAP vs. MALF: OR= 2.62因此,最好使用考虑来源之间依赖性的对数线性模型。选择和模式与CEDAP相互作用影响| SDO和CEDAP | MALF (G2 = 1.39;p= 0.23),并给出以下估计:N=471 [95% IC 430-512];PC=46% [95% IC 43-51];PM=26% [95% IC 24-28];PS=78% [95% IC 71-85]PMS=82% [95% IC 75-90];PMCS=85% [95% IC 79-93]。与畸形流相比,MALF/CEDAP和MALF/SDO结合导致统计上显著的精度增加(汇编0.001),而MALF/SDO对所有三个来源的组合的差异在统计上没有显著意义。结论:结果显示MALF流子集和SDO覆盖良好。因此,有效的监测将需要结合已经电脑化的多种资源,这些资源将尽量减少提高认识的影响。
{"title":"L’integrazione dei flussi informativi nella sorveglianza delle malformazioni congenite","authors":"S. Piffer, L. Battisti, D. Kaisermann","doi":"10.2427/6062","DOIUrl":"https://doi.org/10.2427/6062","url":null,"abstract":"Obiettivi : valutazione della copertura del Registro notifiche delle malformazioni congenite alla nascita in Trentino negli anni 1999-2000 sulla base dei flussi disponibili. Metodi : sono state considerate tre fonti: Schede cartacee di notifica di malformazione congenita (MALF), che alimentano il Registro Triveneto, il Certificato di assistenza al parto (CEDAP) e le Schede di dimissione ospedaliera (SDO). Si e effettuato un record-linkage sulla base di una combinazione multipla di criteri comuni, individuando 402 casi. I casi non individuati da nessuna fonte e l’esaustivita del flusso informativo sono stati stimati con la tecnica della cattura-ricattura. Risultati : poiche CEDAP risulta associato positivamente ad entrambe le fonti (CEDAP vs. SDO: OR=7,2 [95% IC 2,4-21,6] CEDAP vs. MALF: OR=2,62 [95% IC 1,6-4,2]), il metodo tradizionale della cattura-ricattura (stimatore non distorto di Chapman-Seber) porta ad una sottostima dei casi totali (N); e allora preferibile l’utilizzo dei modelli log-lineari che considerano la dipendenza tra le fonti. Il modello scelto e quello con gli effetti d’interazione CEDAP|SDO e CEDAP|MALF (G2=1,39; p=0,23), che da le stime seguenti: N=471 [95% IC 430-512]; PC=46% [95% IC 43-51]; PM=26% [95% IC 24-28]; PS=78% [95% IC 71-85] (PX: tasso d’esaustivita della fonte X). Integrando il Registro delle malformazioni con almeno un altro dei flussi, si ottengono i seguenti incrementi di P: PMC=56% [95% IC 52-61]; PMS=82% [95% IC 75-90]; PMCS=85% [95% IC 79-93]. Le unioni MALF/CEDAP e MALF/SDO, rispetto al solo flusso delle malformazioni, portano aumenti dell’esaustivita statisticamente significativi (p‹0,001), mentre la differenza tra il binomio MALF/SDO e l’unione di tutte e tre le fonti non e statisticamente significativa. Conclusioni : i risultati mostrano una sottonotifica del flusso MALF ed una buona copertura delle SDO. Un’efficace attivita di sorveglianza richiederebbe quindi l’integrazione di fonti multiple gia informatizzate e che permettono di minimizzare l’influenza della sensibilizzazione degli operatori.","PeriodicalId":89162,"journal":{"name":"Italian journal of public health","volume":"1 1","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2012-05-21","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"68874459","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
S. Pisani, R. Bardelli, M. Gambino, D. Piotti, F. Sambo, R. Soma, A. Stoppa
Nel corso del 2000 e stato avviato, nell’ASL della Provincia di Varese, lo screening mammografico per tutte le donne residenti, di eta compresa tra i 50 - 69 anni. In questo lavoro si valuta sinteticamente l’andamento dello screening dal 1° di gennaio 2001 fino al 31 dicembre 2002. L’avvio dello screening e stato graduale, iniziando con alcuni comuni della Provincia, fino ad arrivare al coinvolgimento di tutti i 141 comuni. La popolazione bersaglio e risultata essere di 109.607 donne. Nel primo anno sono state invitate 35.161 donne, nel secondo 49.709, con un aumento degli inviti pari al 41,4%. La popolazione rispondente, nel corso del 2001, e stata di 12.992 donne, nel 2002 di 22.590 donne, con un aumento della risposta pari al 73,9 %. L’adesione corretta al programma di screening e passata dal 41,2 % nel 2001 al 54,7 % nel 2002 e il tasso di identificazione (Detection Rate) dal 4,8 ‰ al 5,3 ‰. Sta per iniziare il secondo round del programma di screening. In previsione di questa fase, sulla base dell’esperienza maturata nel primo round, dovranno essere aggiornati le linee guida, il piano di fattibilita e implementato il sistema di controllo di qualita di tutte le componenti del programma (ruolo di gestione e di coordinamento dell’ASL, esecuzione delle prestazioni da parte degli enti erogatori, flussi informativi, comunicazione e formazione di tutto il personale dedicato).
{"title":"Valutazione epidemiologica dello screening mammografico 'Per te donna' nell'ASL della provincia di Varese","authors":"S. Pisani, R. Bardelli, M. Gambino, D. Piotti, F. Sambo, R. Soma, A. Stoppa","doi":"10.2427/6087","DOIUrl":"https://doi.org/10.2427/6087","url":null,"abstract":"Nel corso del 2000 e stato avviato, nell’ASL della Provincia di Varese, lo screening mammografico per tutte le donne residenti, di eta compresa tra i 50 - 69 anni. In questo lavoro si valuta sinteticamente l’andamento dello screening dal 1° di gennaio 2001 fino al 31 dicembre 2002. L’avvio dello screening e stato graduale, iniziando con alcuni comuni della Provincia, fino ad arrivare al coinvolgimento di tutti i 141 comuni. La popolazione bersaglio e risultata essere di 109.607 donne. Nel primo anno sono state invitate 35.161 donne, nel secondo 49.709, con un aumento degli inviti pari al 41,4%. La popolazione rispondente, nel corso del 2001, e stata di 12.992 donne, nel 2002 di 22.590 donne, con un aumento della risposta pari al 73,9 %. L’adesione corretta al programma di screening e passata dal 41,2 % nel 2001 al 54,7 % nel 2002 e il tasso di identificazione (Detection Rate) dal 4,8 ‰ al 5,3 ‰. Sta per iniziare il secondo round del programma di screening. In previsione di questa fase, sulla base dell’esperienza maturata nel primo round, dovranno essere aggiornati le linee guida, il piano di fattibilita e implementato il sistema di controllo di qualita di tutte le componenti del programma (ruolo di gestione e di coordinamento dell’ASL, esecuzione delle prestazioni da parte degli enti erogatori, flussi informativi, comunicazione e formazione di tutto il personale dedicato).","PeriodicalId":89162,"journal":{"name":"Italian journal of public health","volume":"1 1","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2012-05-21","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"68875052","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Raffaele Zarrilli, M. Crispino, Maria Bagattini, E. Barretta, P. Villari, M. Triassi
L’epidemiologia molecolare delle infezioni da Acinetobacter baumannii nel reparto di terapia intensiva dell’A.U.P. “Federico II” di Napoli e stato studiata in due periodi finestra, da Maggio 1999 a Dicembre 2000 e da Gennaio a Dicembre 2002. L’analisi genotipica degli isolati clinici di A. baumannii da 131 pazienti effettuata mediante elettroforesi su gel a campo pulsante (PFGE) ha identificato 9 differenti genotipi. Due di essi, i cloni B ed I, predominavano sugli altri ed erano isolati sequenzialmente nel corso delle due epidemie, essendo il clone B responsabile di 67 colonizzazioni e di 14 infezioni, il clone I di 5 colonizzazioni e di 38 infezioni. Inoltre, i due cloni epidemici di A. baumannii mostravano un antibiotipo particolarmente aggressivo, essendo resistenti a tutti gli antimicrobici analizzati, con l’eccezione dei carbapenemici per il clone B e per l’ampicillina-sulbactam e la gentamicina per il clone I. L’analisi mediante reazione a catena della polimerasi (PCR) mostrava la presenza di due integroni di 2500 and 2200 basi nel genoma dei due cloni epidemici B ed I, rispettivamente, ma non in quello dei cloni sporadici. La sequenza nucleotidica dell’integrone del clone B mostrava quattro cassette geniche: aacC1, che codifica per la resistenza alla gentamicina, due regioni codificanti per proteine non note, ed il gene aadA1a, che codifica per la resistenza alla spectinomicina ed alla streptomicina. L’analisi nucleotidica dell’ integrone del clone I mostrava, invece, tre cassette geniche: il gene aacA4, che codifica per la resistenza all’ amikacina, alla netilmicina eed alla tobramicina, una regione codificante per una proteina non nota, ed il gene blaoxa-20, che codifica per una cabapamenasi di classe D. La presenza nei due cloni epidemici di due integroni contenenti diversi geni di resistenza agli amminoglicosidi ed una carbapamenasi di classe D e stata correlata con l’uso elevato nel reparto di amminoglicosidi e carbapenemici.
{"title":"Epidemiologia molecolare di Acinetobacter baumannii in un reparto di terapia intensiva con la comparsa della resistenza ai carbapenemici","authors":"Raffaele Zarrilli, M. Crispino, Maria Bagattini, E. Barretta, P. Villari, M. Triassi","doi":"10.2427/6070","DOIUrl":"https://doi.org/10.2427/6070","url":null,"abstract":"L’epidemiologia molecolare delle infezioni da Acinetobacter baumannii nel reparto di terapia intensiva dell’A.U.P. “Federico II” di Napoli e stato studiata in due periodi finestra, da Maggio 1999 a Dicembre 2000 e da Gennaio a Dicembre 2002. L’analisi genotipica degli isolati clinici di A. baumannii da 131 pazienti effettuata mediante elettroforesi su gel a campo pulsante (PFGE) ha identificato 9 differenti genotipi. Due di essi, i cloni B ed I, predominavano sugli altri ed erano isolati sequenzialmente nel corso delle due epidemie, essendo il clone B responsabile di 67 colonizzazioni e di 14 infezioni, il clone I di 5 colonizzazioni e di 38 infezioni. Inoltre, i due cloni epidemici di A. baumannii mostravano un antibiotipo particolarmente aggressivo, essendo resistenti a tutti gli antimicrobici analizzati, con l’eccezione dei carbapenemici per il clone B e per l’ampicillina-sulbactam e la gentamicina per il clone I. L’analisi mediante reazione a catena della polimerasi (PCR) mostrava la presenza di due integroni di 2500 and 2200 basi nel genoma dei due cloni epidemici B ed I, rispettivamente, ma non in quello dei cloni sporadici. La sequenza nucleotidica dell’integrone del clone B mostrava quattro cassette geniche: aacC1, che codifica per la resistenza alla gentamicina, due regioni codificanti per proteine non note, ed il gene aadA1a, che codifica per la resistenza alla spectinomicina ed alla streptomicina. L’analisi nucleotidica dell’ integrone del clone I mostrava, invece, tre cassette geniche: il gene aacA4, che codifica per la resistenza all’ amikacina, alla netilmicina eed alla tobramicina, una regione codificante per una proteina non nota, ed il gene blaoxa-20, che codifica per una cabapamenasi di classe D. La presenza nei due cloni epidemici di due integroni contenenti diversi geni di resistenza agli amminoglicosidi ed una carbapamenasi di classe D e stata correlata con l’uso elevato nel reparto di amminoglicosidi e carbapenemici.","PeriodicalId":89162,"journal":{"name":"Italian journal of public health","volume":"1 1","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2012-05-21","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"68874215","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Patti Am, A. Santi, A. Vulcano, L. Casagni, A. Lamberti, M. Angelucci, G. M. Fara
21 giugno 2002: la regione Europea viene certificata polio-free. In Italia scompare la vaccinazione OPV e la poliomielite sembra ormai un ricordo del passato. Alle soglie della completa eradicazione dei poliovirus dal mondo e sembrato interessante ripercorrere la storia della malattia in Italia ricostruendo le epidemie, la distribuzione regionale dei casi, i primi successi della vaccinazione fino agli ultimi casi da virus selvaggio nel 1982 e da virus vaccinale nel 2000. Metodo : sono stati esaminati gli Annuari di Statistiche Sanitarie ISTAT che riportano le notifiche di malattia e i casi di morte dal 1887 al 1955 in un unico volume in modo non dettagliato e dal 1956 gli Annuari per provincia e regione di residenza. Gli Annuari sono stati consultati fino al 1978 in quanto dopo questa data i casi sono stati desunti dai dati del Ministero della Salute. Risultati e conclusioni: nel periodo osservato circa 100.000 soggetti in Italia hanno contratto la poliomielite con una maggiore incidenza nelle regioni meridionali, cosa del resto osservata per tutte le infezioni a trasmissione fecale-orale; in tutte le regioni si osserva una maggiore concentrazione dei casi nei capoluoghi probabilmente perche piu densamente popolati rispetto alle altre province. L’esame dei dati ISTAT dal 1956 consente di valutare la distribuzione regionale. Dal 1956 sono stati notificati 35.130 casi e 4818 morti. La ricostruzione storica delle epidemie ha offerto anche la possibilita di valutare quanti siano attualmente i soggetti che, a partire dal 1956, convivono con i postumi della malattia. I 30.312 sopravvissuti stimati hanno un’eta compresa tra 46 e 66 anni. 7747 vivono al Nord (Lombardia 2584), 5751 al Centro (Lazio 2781), 15.062 al Sud (Puglia 4691). Il dato ha un risvolto importante in tema di assistenza e riabilitazione di soggetti che in larga misura andranno incontro alla evoluzione tardiva della poliomielite: la sindrome postpolio.
{"title":"La storia della poliomielite in Italia","authors":"Patti Am, A. Santi, A. Vulcano, L. Casagni, A. Lamberti, M. Angelucci, G. M. Fara","doi":"10.2427/6050","DOIUrl":"https://doi.org/10.2427/6050","url":null,"abstract":"21 giugno 2002: la regione Europea viene certificata polio-free. In Italia scompare la vaccinazione OPV e la poliomielite sembra ormai un ricordo del passato. Alle soglie della completa eradicazione dei poliovirus dal mondo e sembrato interessante ripercorrere la storia della malattia in Italia ricostruendo le epidemie, la distribuzione regionale dei casi, i primi successi della vaccinazione fino agli ultimi casi da virus selvaggio nel 1982 e da virus vaccinale nel 2000. Metodo : sono stati esaminati gli Annuari di Statistiche Sanitarie ISTAT che riportano le notifiche di malattia e i casi di morte dal 1887 al 1955 in un unico volume in modo non dettagliato e dal 1956 gli Annuari per provincia e regione di residenza. Gli Annuari sono stati consultati fino al 1978 in quanto dopo questa data i casi sono stati desunti dai dati del Ministero della Salute. Risultati e conclusioni: nel periodo osservato circa 100.000 soggetti in Italia hanno contratto la poliomielite con una maggiore incidenza nelle regioni meridionali, cosa del resto osservata per tutte le infezioni a trasmissione fecale-orale; in tutte le regioni si osserva una maggiore concentrazione dei casi nei capoluoghi probabilmente perche piu densamente popolati rispetto alle altre province. L’esame dei dati ISTAT dal 1956 consente di valutare la distribuzione regionale. Dal 1956 sono stati notificati 35.130 casi e 4818 morti. La ricostruzione storica delle epidemie ha offerto anche la possibilita di valutare quanti siano attualmente i soggetti che, a partire dal 1956, convivono con i postumi della malattia. I 30.312 sopravvissuti stimati hanno un’eta compresa tra 46 e 66 anni. 7747 vivono al Nord (Lombardia 2584), 5751 al Centro (Lazio 2781), 15.062 al Sud (Puglia 4691). Il dato ha un risvolto importante in tema di assistenza e riabilitazione di soggetti che in larga misura andranno incontro alla evoluzione tardiva della poliomielite: la sindrome postpolio.","PeriodicalId":89162,"journal":{"name":"Italian journal of public health","volume":"1 1","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2012-05-21","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"68874615","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
S. Faria, L. Sodano, A. Gjata, Y. Kodra, A. Kasneci, B. Byku, N. Schinaia
Obiettivi : training: fornire strumenti conoscitivi ed operativi per svolgere un’indagine di prevalenza delle infezioni ospedaliere (IO); studio pilota: valutare la qualita dei rilevatori e della scheda di raccolta dati, le problematiche organizzative del QSUT (circa 1.600 posti-letto), l’operativita della microbiologia. Metodi : training: destinato a 17 operatori del QSUT, si e svolto in due giorni. Nel primo si sono introdotti i concetti di base della sorveglianza epidemiologica delle IO, nel secondo si e presentato il protocollo dell’indagine di prevalenza, di cui si sono discussi gli aspetti organizzativi. Per valutare l’apprendimento si e somministrato un test in entrata e in uscita, costituito da 10 quiz a risposta multipla. Studio pilota: in un giorno si e sperimentata l’indagine in tre reparti: chirurgia, rianimazione ed ematologia pediatrica. Con la scheda predisposta ad hoc e la supervisione dei docenti del corso, i rilevatori hanno raccolto dati dalle cartelle cliniche, visita dei pazienti e chiesto informazioni al personale dei reparti; le IO sospette sono state validate secondo i criteri dei Centers for Disease Control, USA. Risultati : training: la proporzione media delle risposte esatte per ogni partecipante e passata dal 54,2% del pre-test al 74,2% del post-test, quella delle risposte esatte per ogni domanda e stata del 57,9% nel pre-test versus l’81,4% del post-test. Studio pilota: si sono arruolati 79 pazienti, di cui 49,4% femmine; di eta media 36,6 anni; il 58,2% dei pazienti era esposto ad almeno una procedura invasiva, gli operati erano il 65,8% e il 66,7% era in trattamento antibiotico. La prevalenza di pazienti con IO e del 9,3%, quella di IO del 13,9%; nessuna IO ha avuto conferma con esame microbiologico. Conclusioni : selezionare meglio i componenti del gruppo di lavoro, apportare modifiche alla scheda di raccolta dati, utilizzare anche il registro operatorio come fonte dei dati, preparare un protocollo per il laboratorio di microbiologia e fornire a questo il materiale necessario, addestrare tre infermiere per la raccolta standard dei campioni microbiologici.
{"title":"Primo studio di prevalenza delle infezioni ospedaliere presso il Centro Ospedaliero Universitario (QSUT) di Tirana, Albania: training e studio pilota","authors":"S. Faria, L. Sodano, A. Gjata, Y. Kodra, A. Kasneci, B. Byku, N. Schinaia","doi":"10.2427/6075","DOIUrl":"https://doi.org/10.2427/6075","url":null,"abstract":"Obiettivi : training: fornire strumenti conoscitivi ed operativi per svolgere un’indagine di prevalenza delle infezioni ospedaliere (IO); studio pilota: valutare la qualita dei rilevatori e della scheda di raccolta dati, le problematiche organizzative del QSUT (circa 1.600 posti-letto), l’operativita della microbiologia. Metodi : training: destinato a 17 operatori del QSUT, si e svolto in due giorni. Nel primo si sono introdotti i concetti di base della sorveglianza epidemiologica delle IO, nel secondo si e presentato il protocollo dell’indagine di prevalenza, di cui si sono discussi gli aspetti organizzativi. Per valutare l’apprendimento si e somministrato un test in entrata e in uscita, costituito da 10 quiz a risposta multipla. Studio pilota: in un giorno si e sperimentata l’indagine in tre reparti: chirurgia, rianimazione ed ematologia pediatrica. Con la scheda predisposta ad hoc e la supervisione dei docenti del corso, i rilevatori hanno raccolto dati dalle cartelle cliniche, visita dei pazienti e chiesto informazioni al personale dei reparti; le IO sospette sono state validate secondo i criteri dei Centers for Disease Control, USA. Risultati : training: la proporzione media delle risposte esatte per ogni partecipante e passata dal 54,2% del pre-test al 74,2% del post-test, quella delle risposte esatte per ogni domanda e stata del 57,9% nel pre-test versus l’81,4% del post-test. Studio pilota: si sono arruolati 79 pazienti, di cui 49,4% femmine; di eta media 36,6 anni; il 58,2% dei pazienti era esposto ad almeno una procedura invasiva, gli operati erano il 65,8% e il 66,7% era in trattamento antibiotico. La prevalenza di pazienti con IO e del 9,3%, quella di IO del 13,9%; nessuna IO ha avuto conferma con esame microbiologico. Conclusioni : selezionare meglio i componenti del gruppo di lavoro, apportare modifiche alla scheda di raccolta dati, utilizzare anche il registro operatorio come fonte dei dati, preparare un protocollo per il laboratorio di microbiologia e fornire a questo il materiale necessario, addestrare tre infermiere per la raccolta standard dei campioni microbiologici.","PeriodicalId":89162,"journal":{"name":"Italian journal of public health","volume":"33 1","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2012-05-21","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"68874833","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
La riduzione della capacita di lavoro legata alla presenza di un cattivo stato di salute e un fenomeno esistente in tutto il mondo. Con l’industrializzazione, furono introdotti diversi sistemi di assicurazione per le giornate lavorative perse a causa di malattie, che costituiscono adesso parte di ogni moderno sistema di welfare. Nella letteratura scientifica ci si riferisce all’assenza per malattia ed alle pensioni di inabilita sia come ad un grande problema di Sanita Pubblica che come indicatori di tali problemi. Dati sull’assenza per malattia vengono sempre piu frequentemente utilizzati nella ricerca in Sanita Pubblica. Tuttavia, le conoscenze scientifiche riguardo a tale fenomeno sono scarse, a dispetto delle grandi conseguenze che l’assenza per malattia ha a livello dell’individuo, della famiglia e dell’intera societa. I costi assicurativi per malattia causati dall’incapacita di lavorare sono aumentati notevolmente in molti Paesi industriaizzati. Nonostante cio, spesso mancano anche dati descrittivi di base. Il numero di giornate di assenza per malattia varia a seconda della classe sociale, dell’eta, del sesso e dell’etnia, ma le conoscenze sui meccanismi alla base di questi fenomeni sono scarse. La relazione tra i diversi sistemi di assicurazione e la salute pubblica non e quasi mai studiata. Lo stesso vale per le conseguenze positive o negative dell’assenza per malattia, per un periodo piu o meno lungo. In questo settore, molti studi esaminano i fattori che portano all’assenza per malattia, ma cio che avviene successivamente e spesso trascurato. In altri termini, l’assenza per malattia e di solito utilizzata come variabile di effetto e non come variabile d’esposizione. Cio implica che ai medici vengano fornite scarse indicazioni scientifiche su come gestire le pratiche di certificazione di malattia. I pochi studi a tale riguardo hanno evidenziato chiaramente come questo rappresenti per essi un grande problema. E necessario conoscere i fattori che influenzano la frequenza delle assenze per malattia e delle pensioni di inabilita, sia in generale che per differenti diagnosi, a livello individuale e di popolazione, per ottenere informazioni utili ad azioni di promozione della salute e di prevenzione. Di conseguenza, e necessaria la ricerca in differenti discipline scientifiche, utilizzando molteplici prospettive (come quella della societa, della compagnia assicurativa, del luogo di lavoro, dell’assistenza sanitaria, e dell’individuo - particolarmente scarsa quest’ultima). Va inoltre sviluppata la ricerca su differenti metodi scientifici, sia quantitativi che qualitativi, riguardo sia all’occorrenza che alle conseguenze dell’assenza per malattia, sulla certificazione di malattia da parte dei medici, sui problemi percepiti dai diversi professionisti sanitari o dalla persona malata, come pure sugli aspetti economici o legislativi. Gli studi pubblicati riportano piu di 50 misure diverse riguardo all’assenza per malattia e non vi e uniformita sul no
{"title":"La ricerca sui temi dell’assenza dal lavoro per malattia e sulle pensioni di inabilità","authors":"K. Alexanderson","doi":"10.2427/6036","DOIUrl":"https://doi.org/10.2427/6036","url":null,"abstract":"La riduzione della capacita di lavoro legata alla presenza di un cattivo stato di salute e un fenomeno esistente in tutto il mondo. Con l’industrializzazione, furono introdotti diversi sistemi di assicurazione per le giornate lavorative perse a causa di malattie, che costituiscono adesso parte di ogni moderno sistema di welfare. Nella letteratura scientifica ci si riferisce all’assenza per malattia ed alle pensioni di inabilita sia come ad un grande problema di Sanita Pubblica che come indicatori di tali problemi. Dati sull’assenza per malattia vengono sempre piu frequentemente utilizzati nella ricerca in Sanita Pubblica. Tuttavia, le conoscenze scientifiche riguardo a tale fenomeno sono scarse, a dispetto delle grandi conseguenze che l’assenza per malattia ha a livello dell’individuo, della famiglia e dell’intera societa. I costi assicurativi per malattia causati dall’incapacita di lavorare sono aumentati notevolmente in molti Paesi industriaizzati. Nonostante cio, spesso mancano anche dati descrittivi di base. Il numero di giornate di assenza per malattia varia a seconda della classe sociale, dell’eta, del sesso e dell’etnia, ma le conoscenze sui meccanismi alla base di questi fenomeni sono scarse. La relazione tra i diversi sistemi di assicurazione e la salute pubblica non e quasi mai studiata. Lo stesso vale per le conseguenze positive o negative dell’assenza per malattia, per un periodo piu o meno lungo. In questo settore, molti studi esaminano i fattori che portano all’assenza per malattia, ma cio che avviene successivamente e spesso trascurato. In altri termini, l’assenza per malattia e di solito utilizzata come variabile di effetto e non come variabile d’esposizione. Cio implica che ai medici vengano fornite scarse indicazioni scientifiche su come gestire le pratiche di certificazione di malattia. I pochi studi a tale riguardo hanno evidenziato chiaramente come questo rappresenti per essi un grande problema. E necessario conoscere i fattori che influenzano la frequenza delle assenze per malattia e delle pensioni di inabilita, sia in generale che per differenti diagnosi, a livello individuale e di popolazione, per ottenere informazioni utili ad azioni di promozione della salute e di prevenzione. Di conseguenza, e necessaria la ricerca in differenti discipline scientifiche, utilizzando molteplici prospettive (come quella della societa, della compagnia assicurativa, del luogo di lavoro, dell’assistenza sanitaria, e dell’individuo - particolarmente scarsa quest’ultima). Va inoltre sviluppata la ricerca su differenti metodi scientifici, sia quantitativi che qualitativi, riguardo sia all’occorrenza che alle conseguenze dell’assenza per malattia, sulla certificazione di malattia da parte dei medici, sui problemi percepiti dai diversi professionisti sanitari o dalla persona malata, come pure sugli aspetti economici o legislativi. Gli studi pubblicati riportano piu di 50 misure diverse riguardo all’assenza per malattia e non vi e uniformita sul no","PeriodicalId":89162,"journal":{"name":"Italian journal of public health","volume":"1 1","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2012-05-21","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"68873928","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
M. Conversano, D. Lagravinese, G. Gallo, F. D. Stanislao
Trasparenza, razionalizzazione degli interventi sanitari e standard di cure garantiti per tutti sono i tre fondamenti su cui si basa la filosofia che e venuta a improntare il Servizio Sanitario Nazionale con l’entrata in vigore dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA). I LEA hanno rappresentato una novita nel panorama della sanita italiana in quanto hanno fornito una definizione di tutto cio che il SSN considera come essenziale e, quindi, garantito dal servizio pubblico a tutta la popolazione. Fra le tre cosiddette macroaree all’interno delle quali il servizio pubblico garantisce il proprio intervento, la classificazione dei livelli prevede specificatamente l’assistenza sanitaria collettiva in ambiente di vita e di lavoro. In questo ambito si colloca la subarticolazione “Interventi di profilassi e di educazione per prevenire il diffondersi delle malattie infettive” tra cui certamente vanno annoverate le vaccinazioni. C’e quindi un esplicito riconoscimento dell’importanza delle vaccinazioni nella sfera della medicina preventiva e del territorio.
{"title":"Le vaccinazioni nell' ambito dei livelli essenziali di assistenza per la prevenzione","authors":"M. Conversano, D. Lagravinese, G. Gallo, F. D. Stanislao","doi":"10.2427/6042","DOIUrl":"https://doi.org/10.2427/6042","url":null,"abstract":"Trasparenza, razionalizzazione degli interventi sanitari e standard di cure garantiti per tutti sono i tre fondamenti su cui si basa la filosofia che e venuta a improntare il Servizio Sanitario Nazionale con l’entrata in vigore dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA). I LEA hanno rappresentato una novita nel panorama della sanita italiana in quanto hanno fornito una definizione di tutto cio che il SSN considera come essenziale e, quindi, garantito dal servizio pubblico a tutta la popolazione. Fra le tre cosiddette macroaree all’interno delle quali il servizio pubblico garantisce il proprio intervento, la classificazione dei livelli prevede specificatamente l’assistenza sanitaria collettiva in ambiente di vita e di lavoro. In questo ambito si colloca la subarticolazione “Interventi di profilassi e di educazione per prevenire il diffondersi delle malattie infettive” tra cui certamente vanno annoverate le vaccinazioni. C’e quindi un esplicito riconoscimento dell’importanza delle vaccinazioni nella sfera della medicina preventiva e del territorio.","PeriodicalId":89162,"journal":{"name":"Italian journal of public health","volume":"1 1","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2012-05-21","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"68874123","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Il Sistema di Gestione Integrata, puo essere definito come un insieme di persone inserite in una struttura organizzativa, dove sono presenti delle risorse, delle procedure e delle responsabilita, con la finalita di raggiungere e mantenere nel tempo gli obiettivi di miglioramento definiti dall’azienda, in materia di qualita, efficienza ambientale, sicurezza degli impianti e salute dei lavoratori. Il sistema deve essere definito in modo da poter fornire un’adeguata dimostrazione dell’attuazione e del raggiungimento di tali obiettivi. L’esigenza e l’utilita per una Azienda dell’implementazione di un Sistema sicurezza integrato con quelli della qualita e della gestione ambientale riconosce le proprie radici nelle profonde trasformazioni culturali e gestionali imposte dalle normative emanate dalla Comunita Europea nell’ultimo decennio e recepite dai singoli governi. Questa filosofia, meglio conosciuta con la sigla ISO 9000, per quanto finora avulsa dallo scenario italiano in materia di sicurezza sul lavoro racchiude concetti molto importanti anche per chi deve applicare correttamente il D.Lgs. 626/94.
{"title":"Sicurezza sul lavoro in un sistema di gestione integrata","authors":"A. Boccia, M. Triassi, M. Lizza, I. Annino","doi":"10.2427/6049","DOIUrl":"https://doi.org/10.2427/6049","url":null,"abstract":"Il Sistema di Gestione Integrata, puo essere definito come un insieme di persone inserite in una struttura organizzativa, dove sono presenti delle risorse, delle procedure e delle responsabilita, con la finalita di raggiungere e mantenere nel tempo gli obiettivi di miglioramento definiti dall’azienda, in materia di qualita, efficienza ambientale, sicurezza degli impianti e salute dei lavoratori. Il sistema deve essere definito in modo da poter fornire un’adeguata dimostrazione dell’attuazione e del raggiungimento di tali obiettivi. L’esigenza e l’utilita per una Azienda dell’implementazione di un Sistema sicurezza integrato con quelli della qualita e della gestione ambientale riconosce le proprie radici nelle profonde trasformazioni culturali e gestionali imposte dalle normative emanate dalla Comunita Europea nell’ultimo decennio e recepite dai singoli governi. Questa filosofia, meglio conosciuta con la sigla ISO 9000, per quanto finora avulsa dallo scenario italiano in materia di sicurezza sul lavoro racchiude concetti molto importanti anche per chi deve applicare correttamente il D.Lgs. 626/94.","PeriodicalId":89162,"journal":{"name":"Italian journal of public health","volume":"1 1","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2012-05-21","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"68874596","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}