Pub Date : 2024-01-08DOI: 10.14198/rcim.2024.13.01
Antonio Azaustre Lago
La teoría argumentativa de origen judicial basada en la noción de quaestio supone un excelente marco teórico para el comentario filológico de la poesía de cancionero, cuyas composiciones emplean en numerosas ocasiones el enfrentamiento dialéctico como marco poético, un escenario paralelo al del litigio. Este es el caso de «En un deleitoso vergel espaçiado» (PN1 288-ID0541), una de las muestras más importantes de la aplicación de la argumentatio retórica a la poesía cancioneril que se conserva en el Cancionero de Baena. Ruy Páez de Ribera recrea el conflicto sobre la legitimidad del ascenso al trono de Enrique II a través de un pleito ficticio entre la Soberbia y la Mesura, un marco alegórico que promueve el empleo de toda una serie de recursos argumentativos además de términos jurídicos estrechamente relacionados con esta parte del ars rhetorica.
以 "阙"(quaestio)概念为基础的司法起源论证理论为坎西奥内罗诗歌的语言学评论提供了一个极好的理论框架,坎西奥内罗诗歌的创作多次采用辩证对抗作为诗歌框架,这是一种与诉讼平行的情景。这就是《En un deleitoso vergel espaçiado》(PN1 288-ID0541)的情况,它是《巴埃纳的坎西奥内罗》(Cancionero de Baena)中坎西奥内罗诗歌应用辩证修辞学的最重要例子之一。鲁伊-帕埃斯-德-里贝拉 (Ruy Páez de Ribera) 通过索伯比亚 (Soberbia) 和梅苏拉 (Mesura) 之间虚构的诉讼再现了恩里克二世登基合法性的冲突,这一寓言框架促进了一系列论证资源以及与修辞学这一部分密切相关的法律术语的使用。
{"title":"La «quaestio» retórica en Ruy Páez de Ribera: el poema «En un deleitoso vergel espaçiado»","authors":"Antonio Azaustre Lago","doi":"10.14198/rcim.2024.13.01","DOIUrl":"https://doi.org/10.14198/rcim.2024.13.01","url":null,"abstract":"La teoría argumentativa de origen judicial basada en la noción de quaestio supone un excelente marco teórico para el comentario filológico de la poesía de cancionero, cuyas composiciones emplean en numerosas ocasiones el enfrentamiento dialéctico como marco poético, un escenario paralelo al del litigio. Este es el caso de «En un deleitoso vergel espaçiado» (PN1 288-ID0541), una de las muestras más importantes de la aplicación de la argumentatio retórica a la poesía cancioneril que se conserva en el Cancionero de Baena. Ruy Páez de Ribera recrea el conflicto sobre la legitimidad del ascenso al trono de Enrique II a través de un pleito ficticio entre la Soberbia y la Mesura, un marco alegórico que promueve el empleo de toda una serie de recursos argumentativos además de términos jurídicos estrechamente relacionados con esta parte del ars rhetorica.","PeriodicalId":40127,"journal":{"name":"Revista de Cancioneros Impresos y Manuscritos","volume":"25 6","pages":""},"PeriodicalIF":0.1,"publicationDate":"2024-01-08","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"139446973","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2024-01-08DOI: 10.14198/rcim.2024.13.06
G. Germano
La produzione dei canzonieri latini nella Napoli aragonese si sviluppò in un quadro di grande complessità culturale tra il Latino e le lingue volgari in uso presso la corte. Focalizzando i loro caratteri distintivi, il saggio si propone di realizzarne un’interpretazione coerente col quadro della cultura del loro tempo. La sintesi che emerge dall’indagine mostra come, con l’adesione degli intellettuali al programma della politica aragonese nel momento del suo splendore, i canzonieri erotici esprimessero anche un impegno ideologico nella rappresentazione e nella costruzione dei valori della società: è l’epoca dei canzonieri di Giovanni Pontano e dei suoi coetanei, Elisio Calenzio e Gabriele Altilio. Col cambiare degli equilibri esistenti tra gli intellettuali e il potere politico nella crisi della corona e con l’avvento del Vice Regno spagnolo, essa mostra, poi, come cambi anche il carattere della produzione poetica, che tende a porre in secondo piano l’elemento amoroso, diventando perlopiù encomiastica e celebrativa, e ad allontanarsi dall’impegno in precedenza espresso. In quest’epoca solo due canzonieri, uno di Girolamo Angeriano ed uno di Pomponio Gaurico, sono propriamente amorosi ed esprimono il nuovo modo di vivere l’amore in un mondo in cui l’introspezione e la riflessione si sostituiscono all’impegno ideologico e sociale. I canzonieri erotici di questo periodo così denso di trasformazioni mostrano quanto possa essere stretto il rapporto tra una produzione letteraria di carattere sia pure intimo e la società nella quale essa abbia visto la luce, fornendo, così, una paradigmatica chiave di lettura del loro tempo.
{"title":"Canzonieri latini nella Napoli aragonese tra il Regno e il Vice Regno (1450-1550)","authors":"G. Germano","doi":"10.14198/rcim.2024.13.06","DOIUrl":"https://doi.org/10.14198/rcim.2024.13.06","url":null,"abstract":"La produzione dei canzonieri latini nella Napoli aragonese si sviluppò in un quadro di grande complessità culturale tra il Latino e le lingue volgari in uso presso la corte. Focalizzando i loro caratteri distintivi, il saggio si propone di realizzarne un’interpretazione coerente col quadro della cultura del loro tempo. La sintesi che emerge dall’indagine mostra come, con l’adesione degli intellettuali al programma della politica aragonese nel momento del suo splendore, i canzonieri erotici esprimessero anche un impegno ideologico nella rappresentazione e nella costruzione dei valori della società: è l’epoca dei canzonieri di Giovanni Pontano e dei suoi coetanei, Elisio Calenzio e Gabriele Altilio. Col cambiare degli equilibri esistenti tra gli intellettuali e il potere politico nella crisi della corona e con l’avvento del Vice Regno spagnolo, essa mostra, poi, come cambi anche il carattere della produzione poetica, che tende a porre in secondo piano l’elemento amoroso, diventando perlopiù encomiastica e celebrativa, e ad allontanarsi dall’impegno in precedenza espresso. In quest’epoca solo due canzonieri, uno di Girolamo Angeriano ed uno di Pomponio Gaurico, sono propriamente amorosi ed esprimono il nuovo modo di vivere l’amore in un mondo in cui l’introspezione e la riflessione si sostituiscono all’impegno ideologico e sociale. I canzonieri erotici di questo periodo così denso di trasformazioni mostrano quanto possa essere stretto il rapporto tra una produzione letteraria di carattere sia pure intimo e la società nella quale essa abbia visto la luce, fornendo, così, una paradigmatica chiave di lettura del loro tempo.","PeriodicalId":40127,"journal":{"name":"Revista de Cancioneros Impresos y Manuscritos","volume":"44 2","pages":""},"PeriodicalIF":0.1,"publicationDate":"2024-01-08","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"139447832","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2024-01-08DOI: 10.14198/rcim.2024.13.05
Anna Maria Compagna
Nel contesto della produzione napoletana aragonese venivano in contatto tradizioni poetiche diverse e i modelli italiani avevano la possibilità di esercitare la loro influenza su quei poeti iberici che soggiornarono più o meno a lungo presso la corte napoletana, e che si potevano esprimere non solo nelle due lingue delle zone da cui provenivano, cioè in castigliano e in catalano, ma anche nella lingua del paese in cui si trovarono, ossia l’italiano, all’interno del quale interagivano varie tradizioni linguistiche e poetiche diverse. L’esame della poesia oggettiva catalana e dell’uso al suo interno del dialogo permettono di seguire la loro evoluzione nei moduli dialogici e teatrali che si stemperano nella voce dei poeti alla corte aragonese che affiora attraverso nuove manifestazioni che riguardano festa e teatro. Il processo è reso possibile dal contatto e dalla permeabilità dei modelli, che si esplicita in una sperimentazione aperta a nuove strategie letterarie, che trovano nella poesia oggettiva catalana, e soprattutto in quella dialogica, degli antecedenti degni di sviluppo all’interno di nuove dinamiche sociali, che si manifestano attraverso le feste e il teatro che ampliano i loro spazi, acquistando anche una funzione che da gioco può farsi denuncia. Il discorso si appoggia su una documentazione aperta a ulteriori approfondimenti. Un altro tassello si aggiunge al quadro della permeabilità culturale dei modelli che si incontrano nella Napoli aragonese.
{"title":"La poesia oggettiva catalana nella Napoli aragonese","authors":"Anna Maria Compagna","doi":"10.14198/rcim.2024.13.05","DOIUrl":"https://doi.org/10.14198/rcim.2024.13.05","url":null,"abstract":"Nel contesto della produzione napoletana aragonese venivano in contatto tradizioni poetiche diverse e i modelli italiani avevano la possibilità di esercitare la loro influenza su quei poeti iberici che soggiornarono più o meno a lungo presso la corte napoletana, e che si potevano esprimere non solo nelle due lingue delle zone da cui provenivano, cioè in castigliano e in catalano, ma anche nella lingua del paese in cui si trovarono, ossia l’italiano, all’interno del quale interagivano varie tradizioni linguistiche e poetiche diverse. L’esame della poesia oggettiva catalana e dell’uso al suo interno del dialogo permettono di seguire la loro evoluzione nei moduli dialogici e teatrali che si stemperano nella voce dei poeti alla corte aragonese che affiora attraverso nuove manifestazioni che riguardano festa e teatro. Il processo è reso possibile dal contatto e dalla permeabilità dei modelli, che si esplicita in una sperimentazione aperta a nuove strategie letterarie, che trovano nella poesia oggettiva catalana, e soprattutto in quella dialogica, degli antecedenti degni di sviluppo all’interno di nuove dinamiche sociali, che si manifestano attraverso le feste e il teatro che ampliano i loro spazi, acquistando anche una funzione che da gioco può farsi denuncia. Il discorso si appoggia su una documentazione aperta a ulteriori approfondimenti. Un altro tassello si aggiunge al quadro della permeabilità culturale dei modelli che si incontrano nella Napoli aragonese.","PeriodicalId":40127,"journal":{"name":"Revista de Cancioneros Impresos y Manuscritos","volume":"35 25","pages":""},"PeriodicalIF":0.1,"publicationDate":"2024-01-08","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"139448060","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2024-01-08DOI: 10.14198/rcim.2024.13.10
Paola Laskaris
La edición del conocido y parcialmente estudiado manuscrito titulado Canzonette diverse in Lingua Spagnuola con acordes para guitarra, conservado en Roma en el fondo Corsini de la Accademia dei Lincei (Cors625), constituye una pieza importante en el ámbito de los estudios literarios, musicales e histórico-culturales y de las investigaciones sobre las relaciones entre Italia y España en el Siglo de Oro. Los trabajos del equipo coordinado por Patrizia Botta y compuesto por filólogos hispanistas, expertos en musicología, paleografía, codicología e historia social, contribuyen a arrojar luz sobre el contexto en que nació este singular cancionerillo y su función de instrumento de diversión para el mundillo cortesano romano que se reunía alrededor de la familia Peretti.
在文学、音乐和文化历史研究领域,以及对黄金时代意大利和西班牙之间关系的研究中,《Canzonette diverse in Lingua Spagnuola with chords for guitar》(Cors625)是一部重要的作品。由帕特里齐亚-博塔(Patrizia Botta)负责协调的团队由西班牙语言学家、音乐学、古文字学、编纂学和社会史专家组成,他们的工作有助于揭示这首独特的坎西奥内里罗诞生的背景,以及它作为围绕佩雷蒂家族的罗马宫廷娱乐工具的功能。
{"title":"Reseña de «Poesía y música en la Roma Barroca. El cancionero español Corsini 625»","authors":"Paola Laskaris","doi":"10.14198/rcim.2024.13.10","DOIUrl":"https://doi.org/10.14198/rcim.2024.13.10","url":null,"abstract":"La edición del conocido y parcialmente estudiado manuscrito titulado Canzonette diverse in Lingua Spagnuola con acordes para guitarra, conservado en Roma en el fondo Corsini de la Accademia dei Lincei (Cors625), constituye una pieza importante en el ámbito de los estudios literarios, musicales e histórico-culturales y de las investigaciones sobre las relaciones entre Italia y España en el Siglo de Oro. Los trabajos del equipo coordinado por Patrizia Botta y compuesto por filólogos hispanistas, expertos en musicología, paleografía, codicología e historia social, contribuyen a arrojar luz sobre el contexto en que nació este singular cancionerillo y su función de instrumento de diversión para el mundillo cortesano romano que se reunía alrededor de la familia Peretti.","PeriodicalId":40127,"journal":{"name":"Revista de Cancioneros Impresos y Manuscritos","volume":"59 12","pages":""},"PeriodicalIF":0.1,"publicationDate":"2024-01-08","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"139447708","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2024-01-08DOI: 10.14198/rcim.2024.13.09
Gáldrick De la Torre Ávalos
Este capítulo se interesa por la figura del escritor cortesano y su relación con algunas de las características del panorama poético en vulgar de la Nápoles de 1530. A través del apoyo en documentos históricos y testimonios literarios, se pone de manifiesto la autoconciencia que tanto Garcilaso como los poetas de su entorno tenían de su propia identidad como escritores de corte, con el propósito, en última instancia, de alumbrar ciertos aspectos comunes en su poesía solo explicables a partir de su análoga participación dentro del mismo contexto sociológico. El estudio se enmarca en la realidad socioeconómica neofeudal del reino de Nápoles, que desde tiempos de Ferrante I asignó al escritor una función subalterna asumida especularmente en el ámbito de la corte nobiliaria, considerando a su vez elementos del panorama cultural, motivados por la presencia hispánica en el regno, que, a diferencia de otros territorios italianos, influiría en la caracterización caballeresca del escritor cortesano de la Nápoles virreinal.
{"title":"Garcilaso y los escritores cortesanos: una aproximación sociológica al panorama poético en vulgar de la Nápoles de 1530","authors":"Gáldrick De la Torre Ávalos","doi":"10.14198/rcim.2024.13.09","DOIUrl":"https://doi.org/10.14198/rcim.2024.13.09","url":null,"abstract":"Este capítulo se interesa por la figura del escritor cortesano y su relación con algunas de las características del panorama poético en vulgar de la Nápoles de 1530. A través del apoyo en documentos históricos y testimonios literarios, se pone de manifiesto la autoconciencia que tanto Garcilaso como los poetas de su entorno tenían de su propia identidad como escritores de corte, con el propósito, en última instancia, de alumbrar ciertos aspectos comunes en su poesía solo explicables a partir de su análoga participación dentro del mismo contexto sociológico. El estudio se enmarca en la realidad socioeconómica neofeudal del reino de Nápoles, que desde tiempos de Ferrante I asignó al escritor una función subalterna asumida especularmente en el ámbito de la corte nobiliaria, considerando a su vez elementos del panorama cultural, motivados por la presencia hispánica en el regno, que, a diferencia de otros territorios italianos, influiría en la caracterización caballeresca del escritor cortesano de la Nápoles virreinal.","PeriodicalId":40127,"journal":{"name":"Revista de Cancioneros Impresos y Manuscritos","volume":"24 2","pages":""},"PeriodicalIF":0.1,"publicationDate":"2024-01-08","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"139445052","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2024-01-08DOI: 10.14198/rcim.2024.13.03
Martina Brufani
Cuatro cantigas atribuidas a Alfonso Álvarez de Villasandino en el Cancionero de Baena (ID 1189, ID 1190, ID 0405 e ID 1171) se refieren a la reina de Navarra Leonor de Trastámara. Si leemos estos poemas según el orden señalado, diferente al que presentan en PN1, dibuja una historia sentimental que refleja distintas fases del forzoso alejamiento experimentado, entre 1377/1378 y 1381, por Leonor y Carlos, su marido, cuyas voces suenan en estos poemas. Asimismo, es posible individualizar otras cuatro composiciones que cabe relacionar con este matrimonio y que remiten a ese mismo momento, pese a que las rúbricas de tres de ellas las ligan a otros personajes de la época: PN1-41 «Por una floresta escura / muy açerca de una presa» (ID 1184), PN1-13 «Pois me non val’ / servir nin ál» (ID 1160), PN1-17 «As donçellas denle onor» (ID 1164) y PN1-22 «Triste ando de convento» (ID 1167), las cuales muestran el sufrimiento del marido por la separación de su esposa. Se propone además, una reordenación de todo este conjunto de poemas que se ajusta a la cronología amorosa mencionada.
在巴埃纳的 Cancionero de Baena 中,阿方索-阿尔瓦雷斯-德-比利亚桑迪诺 (Alfonso Álvarez de Villasandino) 的四首颂歌(编号 1189、1190、0405 和 1171)都提到了纳瓦拉王后莱昂诺尔-德-特拉斯塔马拉 (Leonor de Trastámara)。如果我们按照所示顺序(与 PN1 中的顺序不同)阅读这些诗歌,我们可以得出一个感伤的故事,它反映了 1377/1378 年至 1381 年期间莱昂诺尔和她的丈夫查尔斯被迫疏远的不同阶段,在这些诗歌中可以听到他们的声音。此外,还有四首作品也与这桩婚姻有关,并涉及同一时期,不过其中三首的标题将它们与当时的其他人物联系在一起:PN1-41 "Por una floresta escura / muy açerca de una presa"(编号 1184)、PN1-13 "Pois me non val' / servir nin ál"(编号 1160)、PN1-17 "As donçellas denle onor"(编号 1164)和 PN1-22 "Triste ando de convento"(编号 1167)表现了丈夫与妻子分离时的痛苦。我们还建议对整组诗歌进行重新排序,以符合上述爱情时间顺序。
{"title":"La separación de Leonor de Trastámara y Carlos III de Navarra en ocho textos de Villasandino: reordenación del ciclo poético","authors":"Martina Brufani","doi":"10.14198/rcim.2024.13.03","DOIUrl":"https://doi.org/10.14198/rcim.2024.13.03","url":null,"abstract":"Cuatro cantigas atribuidas a Alfonso Álvarez de Villasandino en el Cancionero de Baena (ID 1189, ID 1190, ID 0405 e ID 1171) se refieren a la reina de Navarra Leonor de Trastámara. Si leemos estos poemas según el orden señalado, diferente al que presentan en PN1, dibuja una historia sentimental que refleja distintas fases del forzoso alejamiento experimentado, entre 1377/1378 y 1381, por Leonor y Carlos, su marido, cuyas voces suenan en estos poemas. Asimismo, es posible individualizar otras cuatro composiciones que cabe relacionar con este matrimonio y que remiten a ese mismo momento, pese a que las rúbricas de tres de ellas las ligan a otros personajes de la época: PN1-41 «Por una floresta escura / muy açerca de una presa» (ID 1184), PN1-13 «Pois me non val’ / servir nin ál» (ID 1160), PN1-17 «As donçellas denle onor» (ID 1164) y PN1-22 «Triste ando de convento» (ID 1167), las cuales muestran el sufrimiento del marido por la separación de su esposa. Se propone además, una reordenación de todo este conjunto de poemas que se ajusta a la cronología amorosa mencionada.","PeriodicalId":40127,"journal":{"name":"Revista de Cancioneros Impresos y Manuscritos","volume":"9 3","pages":""},"PeriodicalIF":0.1,"publicationDate":"2024-01-08","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"139445286","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2024-01-08DOI: 10.14198/rcim.2024.13.07
T. Leuker
L’articolo rende omaggio al più prolifico poeta napoletano neolatino attivo tra il 1490 e il 1540, Giano Anisio, nato a Domicella nei pressi di Nola. Un riassunto degli studi dedicati all’autore precede l’analisi di un aspetto finora trascurato: la straordinaria ricchezza formale dei carmi lirici che distingue i suoi Varia poemata da tutte le altre raccolte poetiche contemporanee, comprese quelle di Pontano, Marullo e Sannazaro. Anisio non si limitò infatti a riprendere quasi tutti i sistemi strofici usati da Catullo e Orazio, ma ne accrebbe il repertorio con un numero consistente di tipi nuovi. All’illustrazione della varietas offerta dall’autore in questo campo, segue un campione di sei suoi carmi con relativa traduzione italiana.
{"title":"I carmi lirici di Giano Anisio nel panorama della poesia umanistica napoletana","authors":"T. Leuker","doi":"10.14198/rcim.2024.13.07","DOIUrl":"https://doi.org/10.14198/rcim.2024.13.07","url":null,"abstract":"L’articolo rende omaggio al più prolifico poeta napoletano neolatino attivo tra il 1490 e il 1540, Giano Anisio, nato a Domicella nei pressi di Nola. Un riassunto degli studi dedicati all’autore precede l’analisi di un aspetto finora trascurato: la straordinaria ricchezza formale dei carmi lirici che distingue i suoi Varia poemata da tutte le altre raccolte poetiche contemporanee, comprese quelle di Pontano, Marullo e Sannazaro. Anisio non si limitò infatti a riprendere quasi tutti i sistemi strofici usati da Catullo e Orazio, ma ne accrebbe il repertorio con un numero consistente di tipi nuovi. All’illustrazione della varietas offerta dall’autore in questo campo, segue un campione di sei suoi carmi con relativa traduzione italiana.","PeriodicalId":40127,"journal":{"name":"Revista de Cancioneros Impresos y Manuscritos","volume":"2 8","pages":""},"PeriodicalIF":0.1,"publicationDate":"2024-01-08","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"139446825","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2024-01-08DOI: 10.14198/rcim.2024.13.02
P. Botta
Se ilustran los problemas de edición que plantean los textos de tipo tradicional cuando son copiados por un músico, como ocurre en un cancionero musical copilado en Roma entre 1605 y 1613 y conservado en la Accademia dei Lincei, el Ms. Corsini 625, que recoge precisamente poesía española cantada y de veta tradicional, sea compuesta en Italia sea procedente de España. En este cancionero el punto de vista de la copia es constantemente el musical, en prejuicio del aspecto métrico y literario de los textos que ha de ser reestablecido por el filólogo a la hora de editar la colectánea. Se brindan ejemplos de desaliño métrico (cuartetas copiadas como si fueran octavas, o dísticos como sextetos, o seguidillas como tiradas monorrimas), y asimismo de versos de arte mayor y zejelescos o de versos paralelísticos alternantes que resultan tardíos y exóticos en un contexto barroco y romano.
{"title":"Problemas de edición de un cancionero de poesía tradicional: el Ms. Corsini 625","authors":"P. Botta","doi":"10.14198/rcim.2024.13.02","DOIUrl":"https://doi.org/10.14198/rcim.2024.13.02","url":null,"abstract":"Se ilustran los problemas de edición que plantean los textos de tipo tradicional cuando son copiados por un músico, como ocurre en un cancionero musical copilado en Roma entre 1605 y 1613 y conservado en la Accademia dei Lincei, el Ms. Corsini 625, que recoge precisamente poesía española cantada y de veta tradicional, sea compuesta en Italia sea procedente de España. En este cancionero el punto de vista de la copia es constantemente el musical, en prejuicio del aspecto métrico y literario de los textos que ha de ser reestablecido por el filólogo a la hora de editar la colectánea. Se brindan ejemplos de desaliño métrico (cuartetas copiadas como si fueran octavas, o dísticos como sextetos, o seguidillas como tiradas monorrimas), y asimismo de versos de arte mayor y zejelescos o de versos paralelísticos alternantes que resultan tardíos y exóticos en un contexto barroco y romano.","PeriodicalId":40127,"journal":{"name":"Revista de Cancioneros Impresos y Manuscritos","volume":"17 11","pages":""},"PeriodicalIF":0.1,"publicationDate":"2024-01-08","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"139446742","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2024-01-08DOI: 10.14198/rcim.2024.13.08
Maria Isabel Segarra Añón
El artículo propone nuevas reflexiones sobre la presencia de Ferrante II de Nápoles en la poesía de Cariteo (Benet Garret, 1450-1514). Por una parte se estudia la imagen ideal del rey transmitida por el poeta con relación al pensamiento humanístico del Quattrocento. Por otra se analizan las implicaciones interpretativas y estilísticas que supone la figura del soberano en el marco del pretrarquismo del cancionero Endimione de Cariteo. En este sentido se determina y se estudia el motivo del príncipe amado creado por Garret como tema funcional en el cancionero y en el conjunto de su obra. Se relaciona dicho tema con la vertiente política de su producción y el desarrollo de la misma atendiendo al contexto histórico. Nuestro trabajo aporta novedades a la literatura crítica sobre el autor, que hasta hoy únicamente se había ocupado de Ferrante II en la obra de Cariteo de manera general junto a los demás reyes de la dinastía aragonesa de Nápoles y solo en relación a su poesía encomiástica.
{"title":"Entre mito y realidad: el motivo del príncipe amado en la poesía de Cariteo","authors":"Maria Isabel Segarra Añón","doi":"10.14198/rcim.2024.13.08","DOIUrl":"https://doi.org/10.14198/rcim.2024.13.08","url":null,"abstract":"El artículo propone nuevas reflexiones sobre la presencia de Ferrante II de Nápoles en la poesía de Cariteo (Benet Garret, 1450-1514). Por una parte se estudia la imagen ideal del rey transmitida por el poeta con relación al pensamiento humanístico del Quattrocento. Por otra se analizan las implicaciones interpretativas y estilísticas que supone la figura del soberano en el marco del pretrarquismo del cancionero Endimione de Cariteo. En este sentido se determina y se estudia el motivo del príncipe amado creado por Garret como tema funcional en el cancionero y en el conjunto de su obra. Se relaciona dicho tema con la vertiente política de su producción y el desarrollo de la misma atendiendo al contexto histórico. Nuestro trabajo aporta novedades a la literatura crítica sobre el autor, que hasta hoy únicamente se había ocupado de Ferrante II en la obra de Cariteo de manera general junto a los demás reyes de la dinastía aragonesa de Nápoles y solo en relación a su poesía encomiástica.","PeriodicalId":40127,"journal":{"name":"Revista de Cancioneros Impresos y Manuscritos","volume":"52 16","pages":""},"PeriodicalIF":0.1,"publicationDate":"2024-01-08","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"139447444","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2024-01-08DOI: 10.14198/rcim.2024.13.04
Erika Amorino
Muovendo da alcune considerazioni tratte dal celebre volume della sua lirica aragonese di Marco Santagata, il contributo indica nuove prospettive alla sua poesia meridionale attraverso la privilegiata specola della corrispondenza in versi. Il corpus considererà si compose di tutti i testi con adressee prelevati dai canzonieri di vecchia guardia, etichetta con cui, dà Carlo Dionisotti in poi, ci si riferisce a poeti come Giovanni Aloisio, Giovan Francesco Caracciolo, Pietro Jacopo De Jennaro e Giuliano Perleoni. Pur rientrando nella gamma di questa classificazione, il caso di Francesco Galeota, pur ignorando anche gli studi specialistici, costituisce un discorso a parte, non solo per il particolare contenuto-formalità che offre il suo canzoniere, ma più per l'interesse di componenti e componenti relativo al discorso sulla corrispondenza in versi.
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