Basato sui principi teorici e metodologici dell’analisi della conversazione, questo studio descrive gli usi in interazione di ciò ([ʧɔ]), un segnale discorsivo presente in diverse varietà italo-romanze ancora ampiamente diffuse in Veneto, ma frequente anche nell’italiano regionale parlato in quest’area. I dati provengono da telefonate informali e da conversazioni in famiglia, in italiano e in dialetto trevigiano ([trevi'zaŋ]). I risultati preliminari mostrano che ciò (dalla forma imperativa del verbo veneto ciór / tór / tòr ([ʧor] / [tor] / [tɔr], ‘prendere’) è usato principalmente all’inizio del turno di parola, spesso preceduto da altre particelle. Tuttavia ciò si trova spesso all’interno e, in un numero limitato di casi, anche alla fine del turno. Dal punto di vista sequenziale, nei nostri dati la presenza di ciò è riscontrabile in maniera pressoché esclusiva in turni di risposta. Questo studio dimostra che un approccio metodologico di tipo analitico conversazionale può dare un utile contributo alla comprensione non solo di strutture e fenomeni caratteristici del parlato ma anche delle complesse relazioni esistenti tra varietà linguistiche diverse in Italia.
{"title":"”Eh ciò, Sergio el xe stà anca sfortunà”","authors":"Franco Pauletto, Biagio Ursi","doi":"10.5209/cfit.72116","DOIUrl":"https://doi.org/10.5209/cfit.72116","url":null,"abstract":"Basato sui principi teorici e metodologici dell’analisi della conversazione, questo studio descrive gli usi in interazione di ciò ([ʧɔ]), un segnale discorsivo presente in diverse varietà italo-romanze ancora ampiamente diffuse in Veneto, ma frequente anche nell’italiano regionale parlato in quest’area. I dati provengono da telefonate informali e da conversazioni in famiglia, in italiano e in dialetto trevigiano ([trevi'zaŋ]). I risultati preliminari mostrano che ciò (dalla forma imperativa del verbo veneto ciór / tór / tòr ([ʧor] / [tor] / [tɔr], ‘prendere’) è usato principalmente all’inizio del turno di parola, spesso preceduto da altre particelle. Tuttavia ciò si trova spesso all’interno e, in un numero limitato di casi, anche alla fine del turno. Dal punto di vista sequenziale, nei nostri dati la presenza di ciò è riscontrabile in maniera pressoché esclusiva in turni di risposta. Questo studio dimostra che un approccio metodologico di tipo analitico conversazionale può dare un utile contributo alla comprensione non solo di strutture e fenomeni caratteristici del parlato ma anche delle complesse relazioni esistenti tra varietà linguistiche diverse in Italia.","PeriodicalId":41720,"journal":{"name":"Cuadernos de Filologia Italiana","volume":" ","pages":""},"PeriodicalIF":0.1,"publicationDate":"2021-07-15","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"47118109","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Questo studio vuole offrire un’opportunità di riflessione interlinguistica sull’espressione dell’approssimazione tra spagnolo e italiano a partire dalle due perifrasi spagnole venir siendo e venir a ser. Queste due perifrasi, infatti, sono tipicamente utilizzate dagli ispanofoni per esprimere approssimazione, la quale, a seconda del contesto, può essere di ordine quantitativo o tradursi in relativizzazione-eufemizzazione o ancora in espressione di dubbio rispetto a quanto il parlante afferma. In questo studio, si analizzano innanzitutto i punti in comune e le divergenze che caratterizzano le diverse sfumature di approssimazione – spesso talmente sottili da generare dubbi presso gli stessi ispanofoni – che possono veicolare venir siendo e venir a ser; si passa poi a un’analisi di tipo contrastivo tra spagnolo e italiano che mostrerà l’indisponibilità di perifrasi italiane corrispondenti a venir siendo e venir a ser in termini di forma e di espressione della valenza modale approssimativa. Infine, tramite un test ad hoc sottoposto a un gruppo di studenti di spagnolo italofoni, si rifletterà sia sul grado di trasparenza interpretativa che presentano per loro le due perifrasi spagnole in questione – a partire da cinque diversi contesti d’uso proposti – sia sulle soluzioni linguistiche che offrirebbero gli informanti per renderle nella loro lingua madre.
本研究旨在从西班牙的两个周边语venire siendo e venire a ser开始,为西班牙语和意大利语之间近似的表达提供一个语际反思的机会。事实上,这两个外围设备通常被西班牙语使用者用来表达近似,根据上下文的不同,近似可以是定量的,也可以转化为相对化的委婉语,甚至是对说话者陈述的怀疑。在这项研究中,我们首先分析了表征近似的不同细微差别的共同点和差异——通常是如此微妙,以至于在同一个西班牙语中产生怀疑——这些共同点和区别可以传达来和来;然后,我们继续对西班牙语和意大利语进行对比分析,从近似模态值的形式和表达方面表明,与come-siendo和come-a-ser相对应的意大利外设不可用。最后,通过向一组讲意大利语的西班牙语学生提交的一项特别测试,我们将从提出的五种不同的使用语境开始,反思这两种西班牙语外围语言为他们提供的解释透明度,以及举报人用母语提供的语言解决方案。
{"title":"Espressione dell’approssimazione tra spagnolo e italiano: il caso di venir siendo e venir a ser","authors":"M. V. Ambrosini","doi":"10.5209/cfit.67535","DOIUrl":"https://doi.org/10.5209/cfit.67535","url":null,"abstract":"Questo studio vuole offrire un’opportunità di riflessione interlinguistica sull’espressione dell’approssimazione tra spagnolo e italiano a partire dalle due perifrasi spagnole venir siendo e venir a ser. Queste due perifrasi, infatti, sono tipicamente utilizzate dagli ispanofoni per esprimere approssimazione, la quale, a seconda del contesto, può essere di ordine quantitativo o tradursi in relativizzazione-eufemizzazione o ancora in espressione di dubbio rispetto a quanto il parlante afferma. In questo studio, si analizzano innanzitutto i punti in comune e le divergenze che caratterizzano le diverse sfumature di approssimazione – spesso talmente sottili da generare dubbi presso gli stessi ispanofoni – che possono veicolare venir siendo e venir a ser; si passa poi a un’analisi di tipo contrastivo tra spagnolo e italiano che mostrerà l’indisponibilità di perifrasi italiane corrispondenti a venir siendo e venir a ser in termini di forma e di espressione della valenza modale approssimativa. Infine, tramite un test ad hoc sottoposto a un gruppo di studenti di spagnolo italofoni, si rifletterà sia sul grado di trasparenza interpretativa che presentano per loro le due perifrasi spagnole in questione – a partire da cinque diversi contesti d’uso proposti – sia sulle soluzioni linguistiche che offrirebbero gli informanti per renderle nella loro lingua madre.","PeriodicalId":41720,"journal":{"name":"Cuadernos de Filologia Italiana","volume":" ","pages":""},"PeriodicalIF":0.1,"publicationDate":"2020-07-07","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"43365560","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
In questo lavoro analizzo la presenza multiforme di elementi e riferimenti al mondo della scrittura in racconti siciliani orali raccolti tra la seconda metà del XIX secolo e i primissimi anni del XX, con il duplice scopo di, in primo luogo, sottolineare il complesso rapporto esistente tra oralità e scrittura e, in secondo luogo, capire quali funzioni e caratteristiche attribuirono allo scritto la cultura popolare e i suoi interpreti, per lo meno nel contesto preso in esame.
{"title":"Libri, lettere, scritte e testamenti: magia e pericoli della scrittura nelle raccolte di racconti popolari siciliani dell’Ottocento","authors":"Marina Sanfilippo","doi":"10.5209/cfit.67487","DOIUrl":"https://doi.org/10.5209/cfit.67487","url":null,"abstract":"In questo lavoro analizzo la presenza multiforme di elementi e riferimenti al mondo della scrittura in racconti siciliani orali raccolti tra la seconda metà del XIX secolo e i primissimi anni del XX, con il duplice scopo di, in primo luogo, sottolineare il complesso rapporto esistente tra oralità e scrittura e, in secondo luogo, capire quali funzioni e caratteristiche attribuirono allo scritto la cultura popolare e i suoi interpreti, per lo meno nel contesto preso in esame.","PeriodicalId":41720,"journal":{"name":"Cuadernos de Filologia Italiana","volume":" ","pages":""},"PeriodicalIF":0.1,"publicationDate":"2020-07-07","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"46308764","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
L’articolo prende in esame un manoscritto seicentesco (Ang) recante la traduzione in italiano del Satyricon di Petronio, opera dell’Antichità celebre per i suoi contenuti osceni. La traduzione è anonima e si ipotizza di origine settentrionale (Venezia?). Ang non è autografo e probabilmente rappresenta una pubblicazione clandestina. Il confronto sistematico del testo di Ang con le edizioni del Satyricon (in latino), pubblicate fra Cinque e Seicento, ha mostrato come l’autore della traduzione fosse del tutto alieno da preoccupazioni di natura filologica. Quest’ultimo mostra tuttavia una buona padronanza dell’italiano letterario. Il copista che ha materialmente redatto Ang, più che verosimilmente su commissione, rivela invece di non padroneggiare pienamente la norma dello scritto. Inoltre, la punteggiatura, l’organizzazione del testo, così come il particolare uso del richiamo, suggeriscono che Ang possa essere stato espressamente realizzato per essere letto ad alta voce. Il testo della traduzione, così come trasmesso da Ang, contiene delle glosse esplicative atte a delucidare il testo petroniano e, soprattutto, l’italiano originariamente impiegato dal traduttore, chiosato in una varietà meno letteraria (talvolta addirittura ricorrendo al dialetto – di area perugina). Questa complessa stratificazione testuale prova l’effettiva circolazione della traduzione attraverso l’Italia così come il suo progressivo adattarsi ad un pubblico sempre meno esigente.
{"title":"Tradurre, leggere, scrivere il Satyricon di Petronio nel Seicento","authors":"Corinna Onelli","doi":"10.5209/cfit.63246","DOIUrl":"https://doi.org/10.5209/cfit.63246","url":null,"abstract":"L’articolo prende in esame un manoscritto seicentesco (Ang) recante la traduzione in italiano del Satyricon di Petronio, opera dell’Antichità celebre per i suoi contenuti osceni. La traduzione è anonima e si ipotizza di origine settentrionale (Venezia?). Ang non è autografo e probabilmente rappresenta una pubblicazione clandestina. Il confronto sistematico del testo di Ang con le edizioni del Satyricon (in latino), pubblicate fra Cinque e Seicento, ha mostrato come l’autore della traduzione fosse del tutto alieno da preoccupazioni di natura filologica. Quest’ultimo mostra tuttavia una buona padronanza dell’italiano letterario. Il copista che ha materialmente redatto Ang, più che verosimilmente su commissione, rivela invece di non padroneggiare pienamente la norma dello scritto. Inoltre, la punteggiatura, l’organizzazione del testo, così come il particolare uso del richiamo, suggeriscono che Ang possa essere stato espressamente realizzato per essere letto ad alta voce. Il testo della traduzione, così come trasmesso da Ang, contiene delle glosse esplicative atte a delucidare il testo petroniano e, soprattutto, l’italiano originariamente impiegato dal traduttore, chiosato in una varietà meno letteraria (talvolta addirittura ricorrendo al dialetto – di area perugina). Questa complessa stratificazione testuale prova l’effettiva circolazione della traduzione attraverso l’Italia così come il suo progressivo adattarsi ad un pubblico sempre meno esigente.","PeriodicalId":41720,"journal":{"name":"Cuadernos de Filologia Italiana","volume":"1 1","pages":""},"PeriodicalIF":0.1,"publicationDate":"2020-07-07","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"42181928","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Los textos sobre el viaje por España y Portugal realizado por Cosimo de’ Medici entre septiembre de 1668 y marzo de 1669, en gran parte todavía inéditos, constituyen una fuente de excepcional interés para profundizar en las relaciones interculturales entre Italia y la Península ibérica. Los autores de los diarios de viaje describen tradiciones y usos culturales locales, la religiosidad y sus manifestaciones, la moda femenina y la gastronomía de los lugares visitados, que ofrecen testimonios aún no considerados por parte de los expertos en estos ámbitos disciplinares. A través de estos testimonios es posible estudiar los contactos lingüísticos con otros pueblos y la diversidad cultural de las regiones que visitaron estos cronistas.
{"title":"Identidades en contacto en el siglo XVII: la mirada de los italianos sobre la realidad ibérica en las crónicas del viaje de Cosimo III de Medici (1668-1669)","authors":"X. Cruz","doi":"10.5209/cfit.66681","DOIUrl":"https://doi.org/10.5209/cfit.66681","url":null,"abstract":"Los textos sobre el viaje por España y Portugal realizado por Cosimo de’ Medici entre septiembre de 1668 y marzo de 1669, en gran parte todavía inéditos, constituyen una fuente de excepcional interés para profundizar en las relaciones interculturales entre Italia y la Península ibérica. Los autores de los diarios de viaje describen tradiciones y usos culturales locales, la religiosidad y sus manifestaciones, la moda femenina y la gastronomía de los lugares visitados, que ofrecen testimonios aún no considerados por parte de los expertos en estos ámbitos disciplinares. A través de estos testimonios es posible estudiar los contactos lingüísticos con otros pueblos y la diversidad cultural de las regiones que visitaron estos cronistas.","PeriodicalId":41720,"journal":{"name":"Cuadernos de Filologia Italiana","volume":" ","pages":""},"PeriodicalIF":0.1,"publicationDate":"2020-07-07","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"42757911","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
In questo contributo viene esaminato il racconto Golia di Beppe Fenoglio con l’obiettivo di individuare particolari scelte linguistiche e stilistiche finalizzate alla rappresentazione della comunicazione tra italiani e tedeschi. In particolare, si analizza l’uso del tedesco da parte degli italiani e viceversa. Grande risalto, inoltre, è dato ai procedimenti di semplificazione linguistica tipica dei discenti di una lingua sconosciuta. Dopo un confronto con altri testi di argomento simile, l’analisi si chiude con alcune proposte interpretative circa le scelte linguistiche determinate dalla concezione fenogliana della Resistenza.
{"title":"Golia di Beppe Fenoglio: lingue e Resistenza","authors":"Davide Torrent","doi":"10.5209/cfit.63181","DOIUrl":"https://doi.org/10.5209/cfit.63181","url":null,"abstract":"In questo contributo viene esaminato il racconto Golia di Beppe Fenoglio con l’obiettivo di individuare particolari scelte linguistiche e stilistiche finalizzate alla rappresentazione della comunicazione tra italiani e tedeschi. In particolare, si analizza l’uso del tedesco da parte degli italiani e viceversa. Grande risalto, inoltre, è dato ai procedimenti di semplificazione linguistica tipica dei discenti di una lingua sconosciuta. Dopo un confronto con altri testi di argomento simile, l’analisi si chiude con alcune proposte interpretative circa le scelte linguistiche determinate dalla concezione fenogliana della Resistenza.","PeriodicalId":41720,"journal":{"name":"Cuadernos de Filologia Italiana","volume":" ","pages":""},"PeriodicalIF":0.1,"publicationDate":"2020-07-07","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"43368192","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Molti personaggi letterari si potrebbero paragonare metaforicamente a isole inaccessibili, su cui tanti si sforzano, senza successo, di esercitare una forma di possesso. Questo lavoro si focalizza su tre personaggi, l’italiano Montalbano, il francese Adamsberg, lo spagnolo Falcó, tra i quali ho cercato di dimostrare che sussistano numerose ed evidenti analogie, riguardo alla loro personalità e ai loro rapporti con i colleghi di lavoro, con la famiglia, gli amici, gli amori. Si tratta di individui straordinari dalle caratteristiche eccezionali che, spinti dall’esigenza di autonomia, tendono a seguire il loro istinto e spesso a violare le regole; hanno logica, intuito, capacità di reazione insoliti, tali da farli primeggiare rispetto a chi li circonda. La loro superiorità innegabile può essere invidiata o sminuita, ma inevitabilmente li porta a evitare i legami e a scegliere la solitudine volontaria come stile di vita, come condizione necessaria per il funzionamento della loro mente privilegiata e presupposto indispensabile per il mestiere che hanno deciso di svolgere.
{"title":"«Ma bella più di tutte l’Isola Non-Trovata» . Montalbano, Falcó e Adamsberg: personaggi seriali a confronto nella narrativa di Camilleri, Pérez-Reverte e Vargas","authors":"Simona Demontis","doi":"10.5209/cfit.64144","DOIUrl":"https://doi.org/10.5209/cfit.64144","url":null,"abstract":"Molti personaggi letterari si potrebbero paragonare metaforicamente a isole inaccessibili, su cui tanti si sforzano, senza successo, di esercitare una forma di possesso. Questo lavoro si focalizza su tre personaggi, l’italiano Montalbano, il francese Adamsberg, lo spagnolo Falcó, tra i quali ho cercato di dimostrare che sussistano numerose ed evidenti analogie, riguardo alla loro personalità e ai loro rapporti con i colleghi di lavoro, con la famiglia, gli amici, gli amori. Si tratta di individui straordinari dalle caratteristiche eccezionali che, spinti dall’esigenza di autonomia, tendono a seguire il loro istinto e spesso a violare le regole; hanno logica, intuito, capacità di reazione insoliti, tali da farli primeggiare rispetto a chi li circonda. La loro superiorità innegabile può essere invidiata o sminuita, ma inevitabilmente li porta a evitare i legami e a scegliere la solitudine volontaria come stile di vita, come condizione necessaria per il funzionamento della loro mente privilegiata e presupposto indispensabile per il mestiere che hanno deciso di svolgere.","PeriodicalId":41720,"journal":{"name":"Cuadernos de Filologia Italiana","volume":" ","pages":""},"PeriodicalIF":0.1,"publicationDate":"2020-07-07","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"43448307","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
: La ricerca confronta la capacità di intercomprensione dello spagnolo fra due gruppi di italofoni nativi, studenti universitari di lingue straniere e studenti universitari di discipline non linguistiche, prevalentemente di ingegneria, per verificare se la competenza linguistica plurilingue e la competenza metalinguistica più matura degli studenti di lingue determinino un vantaggio nella comprensione di un testo scritto in una lingua affine non conosciuta. Le analisi evidenziano analogie piuttosto che differenze fra i due gruppi sia sul piano della comprensione del contenuto, misurata in termini di comprensione globale, analitica e inferenziale, sia delle strategie di comprensione adottate. Il vantaggio degli studenti di lingue emerge solo nella rapidità di trasposizione del testo spagnolo in italiano. I risultati sottolineano così come l’intercomprensione fra lingue affini sia un fenomeno altamente spontaneo e incoraggiano ad impiegarla come risorsa efficace per incrementare la motivazione all’apprendimento di nuove lingue e promuovere il plurilinguismo.
{"title":"Intercomprensione e plurilinguismo: studenti universitari di lingue e di discipline non linguistiche a confronto","authors":"F. Rosi","doi":"10.5209/cfit.66537","DOIUrl":"https://doi.org/10.5209/cfit.66537","url":null,"abstract":": La ricerca confronta la capacità di intercomprensione dello spagnolo fra due gruppi di italofoni nativi, studenti universitari di lingue straniere e studenti universitari di discipline non linguistiche, prevalentemente di ingegneria, per verificare se la competenza linguistica plurilingue e la competenza metalinguistica più matura degli studenti di lingue determinino un vantaggio nella comprensione di un testo scritto in una lingua affine non conosciuta. Le analisi evidenziano analogie piuttosto che differenze fra i due gruppi sia sul piano della comprensione del contenuto, misurata in termini di comprensione globale, analitica e inferenziale, sia delle strategie di comprensione adottate. Il vantaggio degli studenti di lingue emerge solo nella rapidità di trasposizione del testo spagnolo in italiano. I risultati sottolineano così come l’intercomprensione fra lingue affini sia un fenomeno altamente spontaneo e incoraggiano ad impiegarla come risorsa efficace per incrementare la motivazione all’apprendimento di nuove lingue e promuovere il plurilinguismo.","PeriodicalId":41720,"journal":{"name":"Cuadernos de Filologia Italiana","volume":" ","pages":""},"PeriodicalIF":0.1,"publicationDate":"2020-07-07","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"46662146","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
En la conmemoración del primer centenario de Seis personajes en busca de autor (1921), de Luigi Pirandello, se analizan sus núcleos semánticos más relevantes. Tras breves menciones a su cartelera inmediata en el tiempo, incluidas Barcelona y Madrid, se señalan las dos variantes textuales principales de autor (1921, 1925) y el Prefacio de la segunda. Se aborda el personaje aparentemente secundario, pero en realidad clave, de Madama Pace, que está vinculado a una serie de preguntas y cuestiones medulares (teatro / vida / arte, Actores / Personajes, realidad / ficción…) a las que se intenta dar respuesta, buscando el sentido último de esta obra maestra, necesariamente inserto en su contexto histórico y artístico.
{"title":"Madama Pace cumple cien años: a vueltas con Seis personajes en busca de autor 1921-2021","authors":"J. C. Canuto","doi":"10.5209/cfit.67741","DOIUrl":"https://doi.org/10.5209/cfit.67741","url":null,"abstract":"En la conmemoración del primer centenario de Seis personajes en busca de autor (1921), de Luigi Pirandello, se analizan sus núcleos semánticos más relevantes. Tras breves menciones a su cartelera inmediata en el tiempo, incluidas Barcelona y Madrid, se señalan las dos variantes textuales principales de autor (1921, 1925) y el Prefacio de la segunda. Se aborda el personaje aparentemente secundario, pero en realidad clave, de Madama Pace, que está vinculado a una serie de preguntas y cuestiones medulares (teatro / vida / arte, Actores / Personajes, realidad / ficción…) a las que se intenta dar respuesta, buscando el sentido último de esta obra maestra, necesariamente inserto en su contexto histórico y artístico.","PeriodicalId":41720,"journal":{"name":"Cuadernos de Filologia Italiana","volume":" ","pages":""},"PeriodicalIF":0.1,"publicationDate":"2020-07-07","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"46806488","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}