Il presente articolo ha l'obiettivo di rilevare i punti di svolta nelle traiettorie di vita di tre famiglie rom romene che per oltre dieci anni hanno vissuto nella città di Mi-lano e sono quindi state bersaglio di interventi politici. L'analisi lascia spazio alla dimensione interpretativa dei soggetti e alla valutazione che essi stessi fanno degli esiti delle proprie carriere abitative: un appartamento in affitto, una casa popolare e una baracca, considerandoli parte di un processo complesso e determinato da una moltitudine di variabili individuali, famigliari, culturali e strutturali. Gli effetti diretti ed indiretti degli interventi istituzionali permettono così di inquadrare il complesso tema dell'agency e dell'autonomia dei rom mettendo in luce le intera-zioni tra strategie individuali e vincoli strutturali.
{"title":"\"Volevo solo un posto tranquillo!\" Carriere abitative di famiglie rom e politiche locali a Milano","authors":"G. Persico","doi":"10.3280/mm2021-003010","DOIUrl":"https://doi.org/10.3280/mm2021-003010","url":null,"abstract":"Il presente articolo ha l'obiettivo di rilevare i punti di svolta nelle traiettorie di vita di tre famiglie rom romene che per oltre dieci anni hanno vissuto nella città di Mi-lano e sono quindi state bersaglio di interventi politici. L'analisi lascia spazio alla dimensione interpretativa dei soggetti e alla valutazione che essi stessi fanno degli esiti delle proprie carriere abitative: un appartamento in affitto, una casa popolare e una baracca, considerandoli parte di un processo complesso e determinato da una moltitudine di variabili individuali, famigliari, culturali e strutturali. Gli effetti diretti ed indiretti degli interventi istituzionali permettono così di inquadrare il complesso tema dell'agency e dell'autonomia dei rom mettendo in luce le intera-zioni tra strategie individuali e vincoli strutturali.","PeriodicalId":93477,"journal":{"name":"Mondi migranti : rivista di studi e ricerche sulle migrazioni internazionali","volume":"84 1","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2021-12-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"88955871","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Depuis que Durkheim a établi que la solidarité est la relation constitutive de la so-ciété, la notion est au cœur des paradigmes théoriques de la discipline et de ses op-positions structurantes : individualisme/holisme, communauté/société, égoïsme/altruisme etc. Dans les sociétés modernes, la contrainte morale qu'exerce l'obligation de solidarité est selon Durkheim la condition de l'intégration sociale. Elle se manifeste toutefois sous une double face : l'intérêt à s'associer et ce qu'il appelle « le plaisir de communier, pour mener ensemble une même vie morale ». A partir de cette ambivalence fondamentale, on s'intéressera aux usages de la notion de solidarité dans les politiques migratoires et les actions de soutien aux immigrés. On examinera à travers les discours de différents acteurs (les Etats, les institutions européennes, les associations) l'ambiguïté des appels à la solidarité entre ouverture et protectionnisme (« solidarité avec » et « solidarité contre »), les différentes conceptions du rapport Nous/Eux qui les sous-tendent, les contradic-tions internes entre les valeurs que ces acteurs mobilisent pour traduire leur concep-tion de la solidarité et leurs pratiques politiques ou militantes (entre dénonciation et action humanitaire ou entre des identités politiques basées sur les droits de l'homme et la déshumanisation de l'autre). Mots clefs : solidarité ; migration ; frontière ; politique européenne ; mouvement associatif ; Durkheim.
{"title":"Usages et mésusages de la notion de solidarité en contexte migratoire","authors":"J. Streiff-Fénart","doi":"10.3280/mm2021-003001","DOIUrl":"https://doi.org/10.3280/mm2021-003001","url":null,"abstract":"Depuis que Durkheim a établi que la solidarité est la relation constitutive de la so-ciété, la notion est au cœur des paradigmes théoriques de la discipline et de ses op-positions structurantes : individualisme/holisme, communauté/société, égoïsme/altruisme etc. Dans les sociétés modernes, la contrainte morale qu'exerce l'obligation de solidarité est selon Durkheim la condition de l'intégration sociale. Elle se manifeste toutefois sous une double face : l'intérêt à s'associer et ce qu'il appelle « le plaisir de communier, pour mener ensemble une même vie morale ». A partir de cette ambivalence fondamentale, on s'intéressera aux usages de la notion de solidarité dans les politiques migratoires et les actions de soutien aux immigrés. On examinera à travers les discours de différents acteurs (les Etats, les institutions européennes, les associations) l'ambiguïté des appels à la solidarité entre ouverture et protectionnisme (« solidarité avec » et « solidarité contre »), les différentes conceptions du rapport Nous/Eux qui les sous-tendent, les contradic-tions internes entre les valeurs que ces acteurs mobilisent pour traduire leur concep-tion de la solidarité et leurs pratiques politiques ou militantes (entre dénonciation et action humanitaire ou entre des identités politiques basées sur les droits de l'homme et la déshumanisation de l'autre). Mots clefs : solidarité ; migration ; frontière ; politique européenne ; mouvement associatif ; Durkheim.","PeriodicalId":93477,"journal":{"name":"Mondi migranti : rivista di studi e ricerche sulle migrazioni internazionali","volume":"80 1","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2021-12-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"83185377","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
{"title":"In ricordo di Maria Immacolata Macioti, sociologa dell'emigrazione","authors":"R. Cipriani","doi":"10.3280/mm2021-003012","DOIUrl":"https://doi.org/10.3280/mm2021-003012","url":null,"abstract":"","PeriodicalId":93477,"journal":{"name":"Mondi migranti : rivista di studi e ricerche sulle migrazioni internazionali","volume":"37 1","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2021-12-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"75185570","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
A partire dal 2015, con la "chiusura" di diverse frontiere interne in Europa, migliaia di migranti rimangono bloccati nel tentativo di varcare il confine tra l'Italia e la Francia. Come in altre borderlands, in Val di Susa - luogo storicamente caratteriz-zato da diverse mobilitazioni territoriali - al confine con il Brianzonese, emergono due reti di solidarietà, che supportano senza alcuna contropartita mercantile il viaggio dei migranti attraverso l'ospitalità, la cura e altre pratiche solidali. Le due reti valsusine si fanno espressione di diversi approcci, discorsi e pratiche, condividendo differenti ambiti di azione e definendo una risposta complementare al passaggio dei migranti sul territorio. Il presente articolo analizza le reti di solidarietà al transito sul nodo di frontiera della Val di Susa, il loro rapporto con le rotte migranti e i processi di criminalizzazione che attorno ad esse si costituiscono. I risultati della ricerca, iniziata nel febbraio 2020 e tuttora in corso, si basano su un processo et-nografico che ha alternato l'immersione sul campo con tecniche di ricerca da remoto, nei periodi in cui le misure anti-pandemiche impedivano la presenza fisica, sulla scia di un approccio multimodale.
{"title":"Solidarity at the border: support network for migrants in transit in the Susa Valley","authors":"L. Giliberti, D. Filippi","doi":"10.3280/mm2021-003005","DOIUrl":"https://doi.org/10.3280/mm2021-003005","url":null,"abstract":"A partire dal 2015, con la \"chiusura\" di diverse frontiere interne in Europa, migliaia di migranti rimangono bloccati nel tentativo di varcare il confine tra l'Italia e la Francia. Come in altre borderlands, in Val di Susa - luogo storicamente caratteriz-zato da diverse mobilitazioni territoriali - al confine con il Brianzonese, emergono due reti di solidarietà, che supportano senza alcuna contropartita mercantile il viaggio dei migranti attraverso l'ospitalità, la cura e altre pratiche solidali. Le due reti valsusine si fanno espressione di diversi approcci, discorsi e pratiche, condividendo differenti ambiti di azione e definendo una risposta complementare al passaggio dei migranti sul territorio. Il presente articolo analizza le reti di solidarietà al transito sul nodo di frontiera della Val di Susa, il loro rapporto con le rotte migranti e i processi di criminalizzazione che attorno ad esse si costituiscono. I risultati della ricerca, iniziata nel febbraio 2020 e tuttora in corso, si basano su un processo et-nografico che ha alternato l'immersione sul campo con tecniche di ricerca da remoto, nei periodi in cui le misure anti-pandemiche impedivano la presenza fisica, sulla scia di un approccio multimodale.","PeriodicalId":93477,"journal":{"name":"Mondi migranti : rivista di studi e ricerche sulle migrazioni internazionali","volume":"29 1","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2021-12-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"81801873","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pratica popolare e transnazionale, il calcio è un "laboratorio" particolarmente interessante per studiare la costruzione di legami tra migranti e società d'accoglienza. In Francia, questo sport è presentato come un vettore di integrazione e di cittadi-nanza per i giovani provenienti da un contesto migratorio. A partire da una contes-tualizzazione che permette di cogliere l'ambivalenza e le forme d'integrazione degli immigrati attraverso lo sport in Francia, l'articolo propone di indagare la pra-tica sportiva dei calciatori originari del Maghreb e della Turchia in Alsazia, re-gione del Nord-Est della Francia. Analizzeremo in modo particolare la pratica del calcio dilettantistico dei migranti turchi (prima comunità di immigrati in Alsazia) per determinare se questa popolazione si raggrupa o meno in base all'origine. L'articolo si basa su una sintesi dei lavori dell'autore e sugli esiti di un'indagine incrociando approcci qualitativo e quantitativo.
{"title":"Fare società attraverso lo sport. L'esempio delle società calcistiche comunitarie in Alsazia (Francia)","authors":"William Gasparini","doi":"10.3280/mm2021-003009","DOIUrl":"https://doi.org/10.3280/mm2021-003009","url":null,"abstract":"Pratica popolare e transnazionale, il calcio è un \"laboratorio\" particolarmente interessante per studiare la costruzione di legami tra migranti e società d'accoglienza. In Francia, questo sport è presentato come un vettore di integrazione e di cittadi-nanza per i giovani provenienti da un contesto migratorio. A partire da una contes-tualizzazione che permette di cogliere l'ambivalenza e le forme d'integrazione degli immigrati attraverso lo sport in Francia, l'articolo propone di indagare la pra-tica sportiva dei calciatori originari del Maghreb e della Turchia in Alsazia, re-gione del Nord-Est della Francia. Analizzeremo in modo particolare la pratica del calcio dilettantistico dei migranti turchi (prima comunità di immigrati in Alsazia) per determinare se questa popolazione si raggrupa o meno in base all'origine. L'articolo si basa su una sintesi dei lavori dell'autore e sugli esiti di un'indagine incrociando approcci qualitativo e quantitativo.","PeriodicalId":93477,"journal":{"name":"Mondi migranti : rivista di studi e ricerche sulle migrazioni internazionali","volume":"120 1","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2021-12-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"85888939","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
The resettlement of refugees is an important contemporary issue and several coun-tries responded to the global resettlement needs by implementing national pro-grams. This article aims to analyze current developments about refugee protection by focusing on Canada's experience in resettling and integrating refugees through the support of private sponsors. It elaborates on the outcomes and challenges of Canada's private sponsorship program implemented since the late 1970s and ex-plores its transferability in Europe. The authors affirm that, despite the program's vulnerabilities, it can be a model for European countries dealing with the resettle-ment of refugees.
{"title":"Asylum policies and resettlement. Insights and lessons from Canada's experience","authors":"Ervis Martani, D. Helly","doi":"10.3280/mm2021-003011","DOIUrl":"https://doi.org/10.3280/mm2021-003011","url":null,"abstract":"The resettlement of refugees is an important contemporary issue and several coun-tries responded to the global resettlement needs by implementing national pro-grams. This article aims to analyze current developments about refugee protection by focusing on Canada's experience in resettling and integrating refugees through the support of private sponsors. It elaborates on the outcomes and challenges of Canada's private sponsorship program implemented since the late 1970s and ex-plores its transferability in Europe. The authors affirm that, despite the program's vulnerabilities, it can be a model for European countries dealing with the resettle-ment of refugees.","PeriodicalId":93477,"journal":{"name":"Mondi migranti : rivista di studi e ricerche sulle migrazioni internazionali","volume":"108 1","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2021-12-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"80791868","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
La criminalisation de la solidarité des ONG de sauvetage et de secours a été une question d'une importance politique et médiatique significative pendant le « long été de la migration » en Europe. PROEM-AID, une petite ONG fondée en 2015 par des pompiers de Séville (Andalousie, Espagne), a développé des activités de sauve-tage et de secours sur la côte de Lesbos, dans la mer Égée, et en Méditerranée cen-trale. Basé sur l'étude de cas de l'ONG et l'accusation de trafic d'êtres humains su-bie par trois volontaires de PROEM-AID, l'article analyse la criminalisation des réseaux de solidarité en Méditerranée. Cet article est le résultat d'une recherche ethnographique menée en 2017 et 2019 à Séville. Mots clefs : délit de solidarité ; sauvetage ; Mer Égée ; politiques d'épuisement ; humanitarisme ; ONG
{"title":"La criminalisation du sauvetage dans la mer Égée. Le cas de l'ONG PROEM-AID","authors":"Juan Pablo Aris Escarcena","doi":"10.3280/mm2021-003007","DOIUrl":"https://doi.org/10.3280/mm2021-003007","url":null,"abstract":"La criminalisation de la solidarité des ONG de sauvetage et de secours a été une question d'une importance politique et médiatique significative pendant le « long été de la migration » en Europe. PROEM-AID, une petite ONG fondée en 2015 par des pompiers de Séville (Andalousie, Espagne), a développé des activités de sauve-tage et de secours sur la côte de Lesbos, dans la mer Égée, et en Méditerranée cen-trale. Basé sur l'étude de cas de l'ONG et l'accusation de trafic d'êtres humains su-bie par trois volontaires de PROEM-AID, l'article analyse la criminalisation des réseaux de solidarité en Méditerranée. Cet article est le résultat d'une recherche ethnographique menée en 2017 et 2019 à Séville. Mots clefs : délit de solidarité ; sauvetage ; Mer Égée ; politiques d'épuisement ; humanitarisme ; ONG","PeriodicalId":93477,"journal":{"name":"Mondi migranti : rivista di studi e ricerche sulle migrazioni internazionali","volume":"252 1","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2021-12-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"73141973","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
{"title":"In ricordo di Antonio Tosi, sociologo","authors":"A. Petrillo","doi":"10.3280/mm2021-003013","DOIUrl":"https://doi.org/10.3280/mm2021-003013","url":null,"abstract":"","PeriodicalId":93477,"journal":{"name":"Mondi migranti : rivista di studi e ricerche sulle migrazioni internazionali","volume":"1 1","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2021-12-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"91165478","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Giustina Orientale Caputo, Alessio Buonomo, G. Gargiulo
Figli del paradosso dell'integrazione (Wrench, Rea e Ouali, 1992), per gli studenti con background migratorio la scuola è il principale elemento costitutivo degli oriz-zonti di attesa (Jedlowski, 2017). Nonostante miglioramenti, i dati (MIUR, 2019) indicano che questi studenti hanno maggiori probabilità di fare esperienza del fe-nomeno di tracking. Dall'analisi di focus group condotti in alcune scuole seconda-rie di primo grado a Napoli, si configura la presenza del paradosso delle aspirazioni (Salikutluk, 2013). Se, da un lato, gli approcci dell'ottimismo degli immigrati e delle opportunità bloccate sembrano spiegare alte aspirazioni, dall'altro, adottando la teoria degli altri significativi, insegnanti e gruppo dei pari sembrano giocare un ruo-lo ambiguo. In particolare, parrebbero essere le forme di esclusione più o meno in-tenzionali generate dalle istituzioni scolastiche (Serpieri e Grimaldi, 2013) a riverbe-rare con più forza sulle aspirazioni, prefigurando pericolose profezie che si auto-avverano (Ravecca, 2009).
{"title":"Cosa farò da grande? Progetti, aspirazioni e prospettive degli studenti con background migratorio","authors":"Giustina Orientale Caputo, Alessio Buonomo, G. Gargiulo","doi":"10.3280/mm2021-003008","DOIUrl":"https://doi.org/10.3280/mm2021-003008","url":null,"abstract":"Figli del paradosso dell'integrazione (Wrench, Rea e Ouali, 1992), per gli studenti con background migratorio la scuola è il principale elemento costitutivo degli oriz-zonti di attesa (Jedlowski, 2017). Nonostante miglioramenti, i dati (MIUR, 2019) indicano che questi studenti hanno maggiori probabilità di fare esperienza del fe-nomeno di tracking. Dall'analisi di focus group condotti in alcune scuole seconda-rie di primo grado a Napoli, si configura la presenza del paradosso delle aspirazioni (Salikutluk, 2013). Se, da un lato, gli approcci dell'ottimismo degli immigrati e delle opportunità bloccate sembrano spiegare alte aspirazioni, dall'altro, adottando la teoria degli altri significativi, insegnanti e gruppo dei pari sembrano giocare un ruo-lo ambiguo. In particolare, parrebbero essere le forme di esclusione più o meno in-tenzionali generate dalle istituzioni scolastiche (Serpieri e Grimaldi, 2013) a riverbe-rare con più forza sulle aspirazioni, prefigurando pericolose profezie che si auto-avverano (Ravecca, 2009).","PeriodicalId":93477,"journal":{"name":"Mondi migranti : rivista di studi e ricerche sulle migrazioni internazionali","volume":"2 1","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2021-12-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"87443926","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Covid-19 has shed light on the Sino-Italian communities, usually perceived as a "minority model", based on their being considered as integrated, hard-working and silent. The media narratives about the relation between the spreading of the virus and the consumption of food framed as "disgusting" have neutralised the color-blindness usually applied to Asian migrants in Italy. The latent racism has been reinforced by a process of distinction focused on the disgust for an "abject" food. The reframing of the Sino-Italians as folk devils through the spread of gastro-panic has yet triggered processes of subjectivation, pushing them to make their voices heard on a public level. By the standpoint of 12 "Asian" restaurant owners in the city of Genoa, we explore the frame in which such dynamics have unfolded.
{"title":"I am not a virus! From model minority to public enemy, the racialisation of the Chinese community in Italy through food","authors":"Sebastiano Benasso, Luisa Stagi","doi":"10.3280/mm2021-002007","DOIUrl":"https://doi.org/10.3280/mm2021-002007","url":null,"abstract":"Covid-19 has shed light on the Sino-Italian communities, usually perceived as a \"minority model\", based on their being considered as integrated, hard-working and silent. The media narratives about the relation between the spreading of the virus and the consumption of food framed as \"disgusting\" have neutralised the color-blindness usually applied to Asian migrants in Italy. The latent racism has been reinforced by a process of distinction focused on the disgust for an \"abject\" food. The reframing of the Sino-Italians as folk devils through the spread of gastro-panic has yet triggered processes of subjectivation, pushing them to make their voices heard on a public level. By the standpoint of 12 \"Asian\" restaurant owners in the city of Genoa, we explore the frame in which such dynamics have unfolded.","PeriodicalId":93477,"journal":{"name":"Mondi migranti : rivista di studi e ricerche sulle migrazioni internazionali","volume":"68 1","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2021-08-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"77197486","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}