Abstract: The first section of this paper outlines the major theme, that “mind” is not the label of something unitary but of a collection of things that can only be revealed by research at three different levels. The first level of enquiry is the account of mind that can be gleaned from what is often referred to as our folk psychology . Even with its limitations, it is an indispensable part of our social interactions. The second section outlines how, with the rise of experimental psychology , our account of human minds has been extended because experimental psychology often reveals a level of factors in our mental life which is not open to ordinary observation. The third section explores how our account of human minds is extended even further by the modern instrument-aided researches at the level of neuropsychology . The fourth section argues that no one level of enquiry should be described as ultimate or dominant but that each level reveals different facts about our mental life. The fifth section sums up and argues that a common narrow version of “naturalizing the mind” is a mistaken enterprise. Keywords : Mind; Mind/Body Problem; Naturalism and Naturalization; Psychology; Neuropsychology Alla ricerca della "mente" Riassunto : La prima parte di questo articolo illustra il tema principale del lavoro, ossia che “mente” non e l’etichetta linguistica per qualcosa di unitario, ma sta a indicare un insieme di cose che puo solo essere svelato da una ricerca da condurre su tre differenti livelli. Il primo livello d’indagine e la descrizione della mente che puo essere desunta da cio cui solitamente ci si riferisce come la nostra psicologia ingenua . Nonostante i suoi limiti questa e una parte imprescindibile delle nostre interazioni sociali. La seconda parte illustra come, con il sorgere della psicologia sperimentale , la nostra descrizione delle menti umane si e estesa, poiche la psicologia sperimentale spesso rivela un livello di fattori nella nostra vita mentale che non sono accessibili con l’osservazione ordinaria. La terza parte esplora come la nostra descrizione delle menti umane e andata anche oltre grazie all’apparato strumentale di cui i ricercatori hanno potuto fruire sul piano della neuropsicologia . Nella quarta parte si sostiene che nessuno dei livelli d’indagine puo essere descritto come ultimo o dominante, ma ogni livello rivela fatti diversi sulla vita della mente. Nella quinta parte si tirano le fila del discorso, sostenendo come una visione ristretta di senso comune della “naturalizzazione della mente” sia un’impresa fuorviante. Parole chiave : Mente; Problema mente/corpo; Naturalismo e naturalizzazione; Psicologia; Neuropsicologia
{"title":"Researching \"The Mind\"","authors":"W. Lyons","doi":"10.4453/rifp.2018.0020","DOIUrl":"https://doi.org/10.4453/rifp.2018.0020","url":null,"abstract":"Abstract: The first section of this paper outlines the major theme, that “mind” is not the label of something unitary but of a collection of things that can only be revealed by research at three different levels. The first level of enquiry is the account of mind that can be gleaned from what is often referred to as our folk psychology . Even with its limitations, it is an indispensable part of our social interactions. The second section outlines how, with the rise of experimental psychology , our account of human minds has been extended because experimental psychology often reveals a level of factors in our mental life which is not open to ordinary observation. The third section explores how our account of human minds is extended even further by the modern instrument-aided researches at the level of neuropsychology . The fourth section argues that no one level of enquiry should be described as ultimate or dominant but that each level reveals different facts about our mental life. The fifth section sums up and argues that a common narrow version of “naturalizing the mind” is a mistaken enterprise. Keywords : Mind; Mind/Body Problem; Naturalism and Naturalization; Psychology; Neuropsychology Alla ricerca della \"mente\" Riassunto : La prima parte di questo articolo illustra il tema principale del lavoro, ossia che “mente” non e l’etichetta linguistica per qualcosa di unitario, ma sta a indicare un insieme di cose che puo solo essere svelato da una ricerca da condurre su tre differenti livelli. Il primo livello d’indagine e la descrizione della mente che puo essere desunta da cio cui solitamente ci si riferisce come la nostra psicologia ingenua . Nonostante i suoi limiti questa e una parte imprescindibile delle nostre interazioni sociali. La seconda parte illustra come, con il sorgere della psicologia sperimentale , la nostra descrizione delle menti umane si e estesa, poiche la psicologia sperimentale spesso rivela un livello di fattori nella nostra vita mentale che non sono accessibili con l’osservazione ordinaria. La terza parte esplora come la nostra descrizione delle menti umane e andata anche oltre grazie all’apparato strumentale di cui i ricercatori hanno potuto fruire sul piano della neuropsicologia . Nella quarta parte si sostiene che nessuno dei livelli d’indagine puo essere descritto come ultimo o dominante, ma ogni livello rivela fatti diversi sulla vita della mente. Nella quinta parte si tirano le fila del discorso, sostenendo come una visione ristretta di senso comune della “naturalizzazione della mente” sia un’impresa fuorviante. Parole chiave : Mente; Problema mente/corpo; Naturalismo e naturalizzazione; Psicologia; Neuropsicologia","PeriodicalId":41707,"journal":{"name":"Rivista Internazionale di Filosofia e Psicologia","volume":"9 1","pages":"194-207"},"PeriodicalIF":0.2,"publicationDate":"2018-12-31","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"48265670","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Abstract: Michael Gazzaniga, a prominent cognitive neuroscientist, has argued against reductionist accounts of cognition. Instead, Gazzaniga defends a form of non-reductive physicalism: epistemological neuro-cognitive non-reductionism and ontological monist physicalism. His position is motivated by the theses that: (1) cognitive phenomena can be realized by multiple neural systems; (2) many outcomes of these systems are unpredictable; and (3) multi-level explanations are required. Epistemological neuro-cognitive non-reductionism is presented as the most appropriate stance to account for the way in which phenomena should be explained in cognitive neuroscience. In this paper, I argue, however, that a recent form of (ontological and epistemological) neuro-cognitive reductionism, namely neo-mechanistic reductionism accounts for the arguments presented by Gazzaniga. Thus, the theory offers a more consistent and well-articulated view of the relationship between cognitive and neural phenomena that is specifically compatible with the explanatory strategies and aims of contemporary cognitive neuroscience. Keywords: Neo-mechanistic Philosophy; Michael Gazzaniga; Non-reductionism; Reductionism; Philosophy of Cognitive Neuroscience L’antiriduzionismo neurocognitivo di Michael Gazzaniga e la sfida della riduzione neomeccanicista Riassunto: Uno dei piu importanti neuroscienziati dei nostri tempi, Michael Gazzaniga, si e schierato contro una concezione riduzionista della cognizione. Al contrario Gazzaniga difende una forma di fisicalismo non-riduzionistico che risulta dalla combinazione, sul piano epistemologico, di un anti-riduzionismo cognitivo e, sul piano ontologico, di un monismo fisicalista. La sua posizione e motivata dalla tesi per cui (1) i fenomeni cognitivi possono essere realizzati da molteplici sistemi neurali; (2) molti esiti di tali sistemi non si possono prevedere; (3) e sono pertanto necessarie spiegazioni a livelli plurimi. La concezione presentata come piu adeguata per dare conto sul piano epistemologico di come i fenomeni dovrebbero essere spiegati all’interno delle neuroscienze cognitive e una forma di anti-riduzionismo neuro-cognitivo. In questo articolo si sostiene tuttavia che una recente forma di riduzionismo neuro-cognitivo (epistemologico ed ontologico) puo dare conto degli argomenti presentati da Gazzaniga. Si tratta di una teoria che offre una interpretazione maggiormente coerente ed articolata della relazione fra fenomeni cognitivi e neurali e che offre un modello di spiegazione compatibile con gli scopi esplicativi delle neuroscienze cognitive contemporanee. Parole chiave: Filosofia neomeccanicista; Michael Gazzaniga; Nonriduzionismo; Riduzionismo; Filosofia della neuroscienza cognitiva
摘要:杰出的认知神经科学家迈克尔·加扎尼加(Michael Gazzaniga)反对认知的还原论。相反,加扎尼加为一种非还原性物理主义辩护:认识论神经认知非还原论和本体论一元论物理主义。他的观点源于以下论点:(1)认知现象可以由多个神经系统来实现;(2)这些系统的许多结果是不可预测的;(3)多层次解释。认识论的神经认知非还原论被认为是解释认知神经科学中现象的最合适的立场。然而,在本文中,我认为,最近形式的(本体论和认识论)神经认知还原论,即新机械还原论解释了加扎尼加提出的论点。因此,该理论为认知和神经现象之间的关系提供了一个更加一致和清晰的观点,这与当代认知神经科学的解释策略和目标是特别一致的。关键词:新机械论哲学;迈克尔Gazzaniga;Non-reductionism;简化论;L 'antiriduzionismo neurocognitivo di Michael Gazzaniga e la sfiida della riduzizione neomeccanicista riassto: Uno dei piu importanti neuroscienziati dei nostri tempi, Michael Gazzaniga, i ' scherato control una concezione riduzionista della cognione。与此相反,加扎尼加区分了不同形式的财政主义、非财政主义、财政主义组合、钢琴认识论、反财政主义认知、钢琴本体论、财政主义和财政主义。(1)现象的认知占有欲、认知实现欲、认知系统实现欲、认知系统实现欲;(2)非事前占有;(3)从个人角度看,必要的情况是复数形式的。概念、表象、表象、表象、表象、表象、表象、表象、表象、表象、表象、表象、表象、表象、表象、表象、表象、表象、表象、表象、表象、表象、表象、表象、表象、表象、表象、表象、表象、表象、表象、表象、表象、表象、表象、表象、表象、表象、表象、表象、表象、表象。在关于神经认知(认识论和本体论)的问题上,我们提出了一种新的形式,即神经认知(认知和本体论)。在认知和神经科学方面,我们提供了一种全新的模式,一种全新的模式,一种全新的模式,一种全新的模式,一种全新的模式,一种全新的模式,一种全新的模式。假释官:Filosofia neomeccanicista;迈克尔Gazzaniga;Nonriduzionismo;Riduzionismo;认知神经科学期刊
{"title":"Michael Gazzaniga’s Neuro-cognitive Antireductionism and the Challenge of Neo-mechanistic Reduction","authors":"D. Leite","doi":"10.4453/RIFP.2018.0013","DOIUrl":"https://doi.org/10.4453/RIFP.2018.0013","url":null,"abstract":"Abstract: Michael Gazzaniga, a prominent cognitive neuroscientist, has argued against reductionist accounts of cognition. Instead, Gazzaniga defends a form of non-reductive physicalism: epistemological neuro-cognitive non-reductionism and ontological monist physicalism. His position is motivated by the theses that: (1) cognitive phenomena can be realized by multiple neural systems; (2) many outcomes of these systems are unpredictable; and (3) multi-level explanations are required. Epistemological neuro-cognitive non-reductionism is presented as the most appropriate stance to account for the way in which phenomena should be explained in cognitive neuroscience. In this paper, I argue, however, that a recent form of (ontological and epistemological) neuro-cognitive reductionism, namely neo-mechanistic reductionism accounts for the arguments presented by Gazzaniga. Thus, the theory offers a more consistent and well-articulated view of the relationship between cognitive and neural phenomena that is specifically compatible with the explanatory strategies and aims of contemporary cognitive neuroscience. Keywords: Neo-mechanistic Philosophy; Michael Gazzaniga; Non-reductionism; Reductionism; Philosophy of Cognitive Neuroscience L’antiriduzionismo neurocognitivo di Michael Gazzaniga e la sfida della riduzione neomeccanicista Riassunto: Uno dei piu importanti neuroscienziati dei nostri tempi, Michael Gazzaniga, si e schierato contro una concezione riduzionista della cognizione. Al contrario Gazzaniga difende una forma di fisicalismo non-riduzionistico che risulta dalla combinazione, sul piano epistemologico, di un anti-riduzionismo cognitivo e, sul piano ontologico, di un monismo fisicalista. La sua posizione e motivata dalla tesi per cui (1) i fenomeni cognitivi possono essere realizzati da molteplici sistemi neurali; (2) molti esiti di tali sistemi non si possono prevedere; (3) e sono pertanto necessarie spiegazioni a livelli plurimi. La concezione presentata come piu adeguata per dare conto sul piano epistemologico di come i fenomeni dovrebbero essere spiegati all’interno delle neuroscienze cognitive e una forma di anti-riduzionismo neuro-cognitivo. In questo articolo si sostiene tuttavia che una recente forma di riduzionismo neuro-cognitivo (epistemologico ed ontologico) puo dare conto degli argomenti presentati da Gazzaniga. Si tratta di una teoria che offre una interpretazione maggiormente coerente ed articolata della relazione fra fenomeni cognitivi e neurali e che offre un modello di spiegazione compatibile con gli scopi esplicativi delle neuroscienze cognitive contemporanee. Parole chiave: Filosofia neomeccanicista; Michael Gazzaniga; Nonriduzionismo; Riduzionismo; Filosofia della neuroscienza cognitiva","PeriodicalId":41707,"journal":{"name":"Rivista Internazionale di Filosofia e Psicologia","volume":"9 1","pages":"109-126"},"PeriodicalIF":0.2,"publicationDate":"2018-08-31","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"44512968","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Riassunto: Intento di questo lavoro e di mostrare il valore euristico di alcuni modelli semiotici nella ricerca scientifica e in particolare nelle neuroscienze. Alcune teorie di Greimas, o di Lotman, per esempio, possono offrire efficaci strumenti per l’inquadramento di problemi di difficile soluzione nell'ambito degli studi sulla mente, sulla coscienza, sull’origine della semiosi e dei linguaggi. In questo modo, certe scoperte delle neuroscienze sembrano trovare coerenza alla luce dello studio dei sistemi complessi e dei modelli di informazione integrata. Ne emerge una visione di “mente estesa” nella quale la coscienza umana ha bisogno di modalita intersoggettive per la sua stessa costruzione e per il suo funzionamento. Parole chiave: Coscienza; Consapevolezza; Neuroscienze; Semiotica; Mente estesa Consciousness, Awareness, and Sense. Semiotics and Neurosciences Abstract: This paper aims at showing the heuristic value of several semiotic models in scientific research, and in particular the neurosciences. In Greimas and Lotman’s theories, for example, we find effective and operationalized instruments that could help us address some of the most difficult problems related to the mind, consciousness, and the origin of semiosis and languages. In this way, certain scientific discoveries in the neurosciences seem to gain coherence in the light of complex systems theories and integrated information models. The emerging concept is a view of “extended mind” in which human consciousness requires an inter-subjective mode for its construction and functioning. Keywords: Consciousness; Awareness; Neuroscience; Semiotics; Extended Mind
{"title":"Coscienza, consapevolezza, senso. Semiotica e neuroscienze","authors":"Marco Sanna","doi":"10.4453/RIFP.2018.0018","DOIUrl":"https://doi.org/10.4453/RIFP.2018.0018","url":null,"abstract":"Riassunto: Intento di questo lavoro e di mostrare il valore euristico di alcuni modelli semiotici nella ricerca scientifica e in particolare nelle neuroscienze. Alcune teorie di Greimas, o di Lotman, per esempio, possono offrire efficaci strumenti per l’inquadramento di problemi di difficile soluzione nell'ambito degli studi sulla mente, sulla coscienza, sull’origine della semiosi e dei linguaggi. In questo modo, certe scoperte delle neuroscienze sembrano trovare coerenza alla luce dello studio dei sistemi complessi e dei modelli di informazione integrata. Ne emerge una visione di “mente estesa” nella quale la coscienza umana ha bisogno di modalita intersoggettive per la sua stessa costruzione e per il suo funzionamento. Parole chiave: Coscienza; Consapevolezza; Neuroscienze; Semiotica; Mente estesa Consciousness, Awareness, and Sense. Semiotics and Neurosciences Abstract: This paper aims at showing the heuristic value of several semiotic models in scientific research, and in particular the neurosciences. In Greimas and Lotman’s theories, for example, we find effective and operationalized instruments that could help us address some of the most difficult problems related to the mind, consciousness, and the origin of semiosis and languages. In this way, certain scientific discoveries in the neurosciences seem to gain coherence in the light of complex systems theories and integrated information models. The emerging concept is a view of “extended mind” in which human consciousness requires an inter-subjective mode for its construction and functioning. Keywords: Consciousness; Awareness; Neuroscience; Semiotics; Extended Mind","PeriodicalId":41707,"journal":{"name":"Rivista Internazionale di Filosofia e Psicologia","volume":"9 1","pages":"178-191"},"PeriodicalIF":0.2,"publicationDate":"2018-08-31","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"48769388","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Riassunto: In questo contributo analizzeremo il criterio del danno, presente nella definizione generale di disturbo mentale del DSM. La questione ha rilevanza sia da un punto di vista filosofico, perche il danno e una componente normativa e valoriale, non oggettiva, sia da un punto di vista clinico, perche chi ha difeso il criterio del danno ha spesso sostenuto che in sua assenza avremmo troppi falsi positivi. Infine, ha importanza dal punto di vista socio-sanitario in relazione al rapporto tra la psichiatria e la medicina non psichiatrica, nello specifico tra il DSM e l’ICD. Sosterremo che ci sono buone ragioni per non mantenere il danno come criterio necessario nella definizione generale del disturbo mentale. Dopo una breve introduzione, forniremo una panoramica storica sul ruolo del criterio del danno nelle varie edizioni del DSM. Successivamente si illustrera la principale obiezione contro l’inclusione del criterio del danno nella definizione generale di disturbo mentale, ossia il problema dei falsi negativi, per poi presentare e discutere ulteriori ragioni – medico-pratiche e concettuali – che depongono a sfavore dell’attribuzione di un forte peso al criterio del danno. In sede conclusiva ribadiamo come la decisione presa dalla task force del DSM-5 di escludere il criterio del danno dalla definizione generale di disturbo mentale debba essere sostenuta. Parole chiave: Danno; Disabilita; Disagio; Disturbo mentale; DSM “Harm” as Criterion for the Definition of Mental Disease in DSM. Some Epistemological Reflections Abstract: In this paper, we analyse the harm requirement in the general definition of mental disorder in the Diagnostic and Statistical Manual for Mental Disorders (DSM). This issue has both philosophical and clinical relevance: on the one hand the harm requirement is a normative, value-laden, non-objective component in the definition of mental disorder; on the other hand, the harm requirement has often been defended on the grounds that it prevents an increase in false positives. The issue is also important in assessing the relationship between psychiatry and somatic medicine, more precisely, between the DSM and the International Classification of Diseases (ICD). We argue that there are good reasons not to maintain the harm requirement in the general definition of mental disorder. After a brief introduction, we overview the history of the harm requirement across the various editions of the DSM. Then, we examine the main objection to the inclusion of the harm requirement in the general definition of mental disorder, that is, the problem of false negatives, and also present several other points – both practical and conceptual – that help demonstrate why the harm requirement is inadequate as a definiens of mental disorder. To conclude, we stress that the decision of the DSM-5 task force not to regard the harm requirement as a necessary component of mental disorder should be endorsed. Keywords: Harm; Disability, Distress; Mental Disorde
{"title":"Il criterio del “danno” nella definizione di disturbo mentale del DSM. Alcune riflessioni epistemologiche","authors":"M. Amoretti, E. Lalumera","doi":"10.4453/RIFP.2018.0015","DOIUrl":"https://doi.org/10.4453/RIFP.2018.0015","url":null,"abstract":"Riassunto: In questo contributo analizzeremo il criterio del danno, presente nella definizione generale di disturbo mentale del DSM. La questione ha rilevanza sia da un punto di vista filosofico, perche il danno e una componente normativa e valoriale, non oggettiva, sia da un punto di vista clinico, perche chi ha difeso il criterio del danno ha spesso sostenuto che in sua assenza avremmo troppi falsi positivi. Infine, ha importanza dal punto di vista socio-sanitario in relazione al rapporto tra la psichiatria e la medicina non psichiatrica, nello specifico tra il DSM e l’ICD. Sosterremo che ci sono buone ragioni per non mantenere il danno come criterio necessario nella definizione generale del disturbo mentale. Dopo una breve introduzione, forniremo una panoramica storica sul ruolo del criterio del danno nelle varie edizioni del DSM. Successivamente si illustrera la principale obiezione contro l’inclusione del criterio del danno nella definizione generale di disturbo mentale, ossia il problema dei falsi negativi, per poi presentare e discutere ulteriori ragioni – medico-pratiche e concettuali – che depongono a sfavore dell’attribuzione di un forte peso al criterio del danno. In sede conclusiva ribadiamo come la decisione presa dalla task force del DSM-5 di escludere il criterio del danno dalla definizione generale di disturbo mentale debba essere sostenuta. Parole chiave: Danno; Disabilita; Disagio; Disturbo mentale; DSM “Harm” as Criterion for the Definition of Mental Disease in DSM. Some Epistemological Reflections Abstract: In this paper, we analyse the harm requirement in the general definition of mental disorder in the Diagnostic and Statistical Manual for Mental Disorders (DSM). This issue has both philosophical and clinical relevance: on the one hand the harm requirement is a normative, value-laden, non-objective component in the definition of mental disorder; on the other hand, the harm requirement has often been defended on the grounds that it prevents an increase in false positives. The issue is also important in assessing the relationship between psychiatry and somatic medicine, more precisely, between the DSM and the International Classification of Diseases (ICD). We argue that there are good reasons not to maintain the harm requirement in the general definition of mental disorder. After a brief introduction, we overview the history of the harm requirement across the various editions of the DSM. Then, we examine the main objection to the inclusion of the harm requirement in the general definition of mental disorder, that is, the problem of false negatives, and also present several other points – both practical and conceptual – that help demonstrate why the harm requirement is inadequate as a definiens of mental disorder. To conclude, we stress that the decision of the DSM-5 task force not to regard the harm requirement as a necessary component of mental disorder should be endorsed. Keywords: Harm; Disability, Distress; Mental Disorde","PeriodicalId":41707,"journal":{"name":"Rivista Internazionale di Filosofia e Psicologia","volume":"9 1","pages":"139-150"},"PeriodicalIF":0.2,"publicationDate":"2018-08-31","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"44976691","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Riassunto: In questo lavoro intendo discutere alcune questioni metodologiche relative al dibattito sull’individuazione delle modalita sensoriali. In primo luogo, cerchero di distinguere tra un problema metafisico, che riguarda la natura dei sensi, e un problema di classificazione, che riguarda la loro tassonomia. I criteri comunemente impiegati per individuare i sensi dovrebbero essere in grado di affrontare entrambi i problemi. In secondo luogo, delineero cinque zone grigie, ossia cinque gruppi di casi problematici, che gli autori interessati nel difendere un criterio dovrebbero essere in grado di affrontare. Il fine di questo lavoro non e quello di discutere i criteri e le aree grigie per se , bensi quello di chiarire alcune premesse metodologiche sullo sfondo del dibattito che qui si sta considerando. Parole chiave: Individuazione dei sensi; Filosofia della percezione; Metafisica dei sensi; Classificazione dei sensi; Zone grigie Methodological Considerations on the Individuation of the Senses Abstract: In this paper, I discuss some methodological issues relevant to the debate on the individuation of the sensory modalities. First, I make a distinction between a metaphysical question related to the nature of the senses, and a classificatory question related to their taxonomization. The criteria commonly used to individuate the senses should be able to address both questions. Second, I articulate five grey areas, namely, five groups of problematic cases that authors interested in defending a specific criterion should be able to tackle. The aim of this paper is not to discuss these criteria and grey areas per se , but to clarify some methodological premises that frame the debate under consideration. Keywords: Individuation of the Senses; Philosophy of Perception; Metaphysics of the Senses; Classification of the Senses; Grey Areas
{"title":"Considerazioni metodologiche sull’individuazione dei sensi","authors":"Andrea Togni","doi":"10.4453/RIFP.2018.0014","DOIUrl":"https://doi.org/10.4453/RIFP.2018.0014","url":null,"abstract":"Riassunto: In questo lavoro intendo discutere alcune questioni metodologiche relative al dibattito sull’individuazione delle modalita sensoriali. In primo luogo, cerchero di distinguere tra un problema metafisico, che riguarda la natura dei sensi, e un problema di classificazione, che riguarda la loro tassonomia. I criteri comunemente impiegati per individuare i sensi dovrebbero essere in grado di affrontare entrambi i problemi. In secondo luogo, delineero cinque zone grigie, ossia cinque gruppi di casi problematici, che gli autori interessati nel difendere un criterio dovrebbero essere in grado di affrontare. Il fine di questo lavoro non e quello di discutere i criteri e le aree grigie per se , bensi quello di chiarire alcune premesse metodologiche sullo sfondo del dibattito che qui si sta considerando. Parole chiave: Individuazione dei sensi; Filosofia della percezione; Metafisica dei sensi; Classificazione dei sensi; Zone grigie Methodological Considerations on the Individuation of the Senses Abstract: In this paper, I discuss some methodological issues relevant to the debate on the individuation of the sensory modalities. First, I make a distinction between a metaphysical question related to the nature of the senses, and a classificatory question related to their taxonomization. The criteria commonly used to individuate the senses should be able to address both questions. Second, I articulate five grey areas, namely, five groups of problematic cases that authors interested in defending a specific criterion should be able to tackle. The aim of this paper is not to discuss these criteria and grey areas per se , but to clarify some methodological premises that frame the debate under consideration. Keywords: Individuation of the Senses; Philosophy of Perception; Metaphysics of the Senses; Classification of the Senses; Grey Areas","PeriodicalId":41707,"journal":{"name":"Rivista Internazionale di Filosofia e Psicologia","volume":"9 1","pages":"127-138"},"PeriodicalIF":0.2,"publicationDate":"2018-08-31","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"46960474","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Riassunto: Lo scopo di questo lavoro e fornire una spiegazione filosofico-cognitiva della diagnosi nosologica legando i classici temi filosofici delle forme del ragionamento scientifico (come induzione, deduzione, abduzione, analogia) con gli aspetti cognitivi del ragionamento di senso comune (come la categorizzazione, i prototipi, le argomentazioni). In filosofia della medicina sono state proposte varie teorie della diagnosi per analizzare e spiegare il ragionamento diagnostico; una di queste e la diagnosi nosologica: un particolare tipo di diagnosi a-teorica e basata sulla similarita. In questo lavoro mostriamo come la diagnosi nosologica si possa considerare come un procedimento scientifico composto sia da processi induttivi di categorizzazione e concettualizzazione che di argomentazioni per analogia; i processi di categorizzazione coinvolti sono spiegabili usando due delle teorie dei concetti proposte nella scienza cognitiva: la teoria dei prototipi e la teoria degli esemplari; mentre le argomentazioni usate sono analogie sia simmetriche che anti-simmetriche. Infine, presentiamo un modello della diagnosi nosologica che lega in un quadro coerente queste precedenti analisi; in questo modello la diagnosi nosologica basata sul riconoscimento del quadro morboso tipico, la sindrome, e spiegata in termini di teoria dei prototipi e di argomentazioni analogiche anti-simmetriche; mentre la diagnosi nosologica basata su di un precedente caso clinico e spiegata con la teoria degli esemplari e con le usuali argomentazioni analogiche simmetriche. Parole chiave: Diagnosi; Categorizzazione; Analogia; Induzione; Nosologia Analogical Arguments and Categorization Processes in Nosological Diagnosis - Abstract: The purpose of this work is to provide a philosophical-cognitive explanation of nosological diagnosis by linking the classical philosophical themes of scientific reasoning (such as induction, deduction, abduction, analogy) to cognitive aspects of common sense reasoning (such as categorization, prototypes, argumentation). In philosophy of medicine, various theories of diagnosis have been proposed to analyze and explain diagnostic reasoning; one of these is nosological diagnosis: a particular type of atheoretical diagnosis based on similarity. In this paper, we show how nosological diagnosis can be considered as a scientific process composed of both inductive processes of categorization and argumentation by analogy; the categorization processes involved can be explained using two of the theories of concepts proposed in cognitive science: the theory of prototypes and the theory of exemplars; while argumentation uses both symmetrical and anti-symmetrical analogies. Finally, we present a model of nosological diagnosis that binds these previous analyses into a coherent framework; in this model, nosological diagnosis based on the recognition of a typical syndrome is explained in terms of prototype theory and anti-symmetrical analogical argumentation; while nosol
小结:这项工作的目的是提供一份解释filosofico-cognitiva nosologica诊断结合传统的哲学主题的科学推理的形式(如归纳、演绎、外展,类比推理的)与认知方面的常识(如分类原型)的论点。在医学哲学中,提出了各种诊断理论来分析和解释诊断推理;其中之一是逻辑诊断:一种基于相似性的特定类型的非理论诊断。在这项工作中,我们展示了如何将逻辑诊断视为一种科学过程,它既包括归纳的分类和概念化过程,也包括类比论证;所涉及的分类过程可以用认知科学中提出的两种概念理论来解释:原型理论和标本理论;然而,所使用的论点是对称和反对称的类比。最后,我们展示了一个逻辑诊断的模型,它将这些早期的分析结合在一个连贯的框架中;在这个模型中,基于对典型病态模式(综合征)的识别的逻辑诊断,用原型理论和反对称模拟论证来解释;而基于早期病例的逻辑诊断则用标本理论和通常对称的模拟论证来解释。关键词:诊断;分类;相似之处;感应;- Nosologia Analogical Arguments and Categorization -在Nosological Diagnosis -摘要:The目的of this work is to provide a philosophical-cognitive explanation of Nosological Diagnosis由连接The classical philosophical themes of scientific reasoning (such as induction deduction abduction) (analogy),在认知的伤害reasoning (such as Categorization, prototype,以此)。在医学哲学中,不同的诊断理论被建议进行分析和解释诊断推理;其中一种是已知的诊断:一种基于相似性的atheoretical诊断。在这篇论文中,我们展示了如何将诊断视为一种科学过程,包括模拟分类和推理的两种工业过程;所涉及的分类过程可以用认知科学中提出的两种概念理论来解释:原型理论和exemplars理论;同时推理两个对称和反对称模拟。最后,我们展示了一个著名诊断的模型,它将这些先验分析嵌入到一个统一的框架中;在这个模型中,基于typical syndrome的识别是在原型理论和反对称模拟语句的术语中解释的;而医学诊断是基于临床前的案例研究是由exemplars的理论和通常的模拟对应物解释的。Keywords: Diagnosis;Categorization;Analogy;Induction;Nosology
{"title":"Argomentazioni Analogiche e Processi di Categorizzazione nella Diagnosi Nosologica","authors":"F. Gagliardi","doi":"10.4453/RIFP.2018.0016","DOIUrl":"https://doi.org/10.4453/RIFP.2018.0016","url":null,"abstract":"Riassunto: Lo scopo di questo lavoro e fornire una spiegazione filosofico-cognitiva della diagnosi nosologica legando i classici temi filosofici delle forme del ragionamento scientifico (come induzione, deduzione, abduzione, analogia) con gli aspetti cognitivi del ragionamento di senso comune (come la categorizzazione, i prototipi, le argomentazioni). In filosofia della medicina sono state proposte varie teorie della diagnosi per analizzare e spiegare il ragionamento diagnostico; una di queste e la diagnosi nosologica: un particolare tipo di diagnosi a-teorica e basata sulla similarita. In questo lavoro mostriamo come la diagnosi nosologica si possa considerare come un procedimento scientifico composto sia da processi induttivi di categorizzazione e concettualizzazione che di argomentazioni per analogia; i processi di categorizzazione coinvolti sono spiegabili usando due delle teorie dei concetti proposte nella scienza cognitiva: la teoria dei prototipi e la teoria degli esemplari; mentre le argomentazioni usate sono analogie sia simmetriche che anti-simmetriche. Infine, presentiamo un modello della diagnosi nosologica che lega in un quadro coerente queste precedenti analisi; in questo modello la diagnosi nosologica basata sul riconoscimento del quadro morboso tipico, la sindrome, e spiegata in termini di teoria dei prototipi e di argomentazioni analogiche anti-simmetriche; mentre la diagnosi nosologica basata su di un precedente caso clinico e spiegata con la teoria degli esemplari e con le usuali argomentazioni analogiche simmetriche. Parole chiave: Diagnosi; Categorizzazione; Analogia; Induzione; Nosologia Analogical Arguments and Categorization Processes in Nosological Diagnosis - Abstract: The purpose of this work is to provide a philosophical-cognitive explanation of nosological diagnosis by linking the classical philosophical themes of scientific reasoning (such as induction, deduction, abduction, analogy) to cognitive aspects of common sense reasoning (such as categorization, prototypes, argumentation). In philosophy of medicine, various theories of diagnosis have been proposed to analyze and explain diagnostic reasoning; one of these is nosological diagnosis: a particular type of atheoretical diagnosis based on similarity. In this paper, we show how nosological diagnosis can be considered as a scientific process composed of both inductive processes of categorization and argumentation by analogy; the categorization processes involved can be explained using two of the theories of concepts proposed in cognitive science: the theory of prototypes and the theory of exemplars; while argumentation uses both symmetrical and anti-symmetrical analogies. Finally, we present a model of nosological diagnosis that binds these previous analyses into a coherent framework; in this model, nosological diagnosis based on the recognition of a typical syndrome is explained in terms of prototype theory and anti-symmetrical analogical argumentation; while nosol","PeriodicalId":41707,"journal":{"name":"Rivista Internazionale di Filosofia e Psicologia","volume":"9 1","pages":"151-161"},"PeriodicalIF":0.2,"publicationDate":"2018-08-31","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"46515182","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
{"title":"Recensione di A. Benini, Neurobiologia del tempo","authors":"A. Biuso","doi":"10.4453/RIFP.2018.0019","DOIUrl":"https://doi.org/10.4453/RIFP.2018.0019","url":null,"abstract":"","PeriodicalId":41707,"journal":{"name":"Rivista Internazionale di Filosofia e Psicologia","volume":"9 1","pages":"192-193"},"PeriodicalIF":0.2,"publicationDate":"2018-08-31","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"47880275","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Riassunto: Questo lavoro tratta le dimensioni analitiche della hyletica e della genetica nella prima fenomenologia della percezione sensibile di M. Scheler, caratterizzata da una fondazione realistica della materia e della forma del percetto. La hyletica fenomenologica indaga la “materia” o contenuto qualitativo del vissuto nel suo aspetto pre-intenzionale di dato sensoriale informe, privo cioe di forma oggettiva. La genetica fenomenologica indaga la genesi o formazione dei due poli della relazione intenzionale atto-oggetto, a partire dal loro originario momento d’indistinzione allo stadio primitivo della coscienza percettiva. In questo lavoro si sottolinea l’originale elaborazione scheleriana dell’analisi fenomenologica: hyletica e genetica sono parte di un’indagine volta a indagare i diversi aspetti della realta intesa come fenomeno vissuto caratterizzato dalla resistenza delle cose rispetto a un comportamento animato da finalita adattative. Il percipiente non e per Scheler il soggetto autocosciente, ma l’organismo come agente di informazione/comunicazione in costante interazione con il proprio ambiente circostante. Parole chiave: Hyletica fenomenologica; Fenomenologia genetica; Oggetto reale; Materia; Resistenza Matter and Form in Max Scheler’s Early Phenomenological Aesthetics Abstract: This paper addresses the analytic dimensions of Hyletics and Genetics in M. Scheler’s early phenomenology of sense perception, characterized by its realistic foundation for the matter and form of percepts. Phenomenological Hyletics studies the “matter”, i.e., the qualitative content of lived experiences with respect to the pre-intentional aspect of its unformed sensory input, lacking in objectual form. Phenomenological Genetics studies the “genesis” or formation of intentionality’s relata, starting from the early moments of indistinction at the initial phase of perceptual consciousness. This paper highlights the pivotal role and, above all, the original elaboration of these two analytic dimensions by the author: within Scheler’s work, phenomenological Hyletics and Genetics form part of an inquiry that stresses different aspects of reality, understood as a living phenomenon characterized by the resistance of things to adaptive behavior. According to Scheler, therefore, the perceiver is not a self-conscious subject, but rather an organism, i.e., an agent of information-communication that continuously interacts with his surrounding environment. Keywords: Phenomenological Hyletic; Genetic Phenomenology; Real Object; Matter; Resistence
{"title":"Materia e forma nella prima estetica fenomenologica di Max Scheler","authors":"Martina Properzi","doi":"10.4453/rifp.2018.0017","DOIUrl":"https://doi.org/10.4453/rifp.2018.0017","url":null,"abstract":"Riassunto: Questo lavoro tratta le dimensioni analitiche della hyletica e della genetica nella prima fenomenologia della percezione sensibile di M. Scheler, caratterizzata da una fondazione realistica della materia e della forma del percetto. La hyletica fenomenologica indaga la “materia” o contenuto qualitativo del vissuto nel suo aspetto pre-intenzionale di dato sensoriale informe, privo cioe di forma oggettiva. La genetica fenomenologica indaga la genesi o formazione dei due poli della relazione intenzionale atto-oggetto, a partire dal loro originario momento d’indistinzione allo stadio primitivo della coscienza percettiva. In questo lavoro si sottolinea l’originale elaborazione scheleriana dell’analisi fenomenologica: hyletica e genetica sono parte di un’indagine volta a indagare i diversi aspetti della realta intesa come fenomeno vissuto caratterizzato dalla resistenza delle cose rispetto a un comportamento animato da finalita adattative. Il percipiente non e per Scheler il soggetto autocosciente, ma l’organismo come agente di informazione/comunicazione in costante interazione con il proprio ambiente circostante. Parole chiave: Hyletica fenomenologica; Fenomenologia genetica; Oggetto reale; Materia; Resistenza Matter and Form in Max Scheler’s Early Phenomenological Aesthetics Abstract: This paper addresses the analytic dimensions of Hyletics and Genetics in M. Scheler’s early phenomenology of sense perception, characterized by its realistic foundation for the matter and form of percepts. Phenomenological Hyletics studies the “matter”, i.e., the qualitative content of lived experiences with respect to the pre-intentional aspect of its unformed sensory input, lacking in objectual form. Phenomenological Genetics studies the “genesis” or formation of intentionality’s relata, starting from the early moments of indistinction at the initial phase of perceptual consciousness. This paper highlights the pivotal role and, above all, the original elaboration of these two analytic dimensions by the author: within Scheler’s work, phenomenological Hyletics and Genetics form part of an inquiry that stresses different aspects of reality, understood as a living phenomenon characterized by the resistance of things to adaptive behavior. According to Scheler, therefore, the perceiver is not a self-conscious subject, but rather an organism, i.e., an agent of information-communication that continuously interacts with his surrounding environment. Keywords: Phenomenological Hyletic; Genetic Phenomenology; Real Object; Matter; Resistence","PeriodicalId":41707,"journal":{"name":"Rivista Internazionale di Filosofia e Psicologia","volume":"9 1","pages":"162-177"},"PeriodicalIF":0.2,"publicationDate":"2018-08-31","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"48705329","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Riassunto: Il presente studio intende mostrare la natura specifica del cognitivismo emotivo proposto da Franz Brentano. In maniera piu o meno evidente, la teoria del valore delineata da Brentano ha ricoperto un ruolo di primaria importanza nel dibattito assiologico-etico di fine Ottocento e inizio Novecento ed e ampiamente discussa anche all’interno del dibattito contemporaneo. Nel contributo (a) vengono richiamati gli aspetti generali di tale teoria soffermandosi sulla nozione di “rappresentazione intuitiva” intesa come modalita che permette di conoscere cio che giusto e cio che e ingiusto. Si passa dunque a (b) discutere l’accezione brentaniana di “preferibilita intrinseca”, (c) rilevando, in sede di conclusione, che l’effettiva centralita e attualita della teoria brentaniana sono conseguenza diretta della sua intrinseca natura “non univoca”. Parole chiave: Franz Brentano; Valore; Emozione; Cognitivismo emotivo; Presentazione intuitiva Franz Brentano and Emotional Cognitivism Abstract: This essay aims to describe the specific nature of the emotional cognitivism sketched out by Franz Brentano. Indeed in a more or less direct way the value-theory he developed has played a key-role both within the ethical-axiological debate at the turn of the 20th century and in contemporary debate. In this paper I (a) describe the general traits of Brentano’s value-theory focusing primarily on his account of concrete intuitive presentation insofar as it allows us to acknowledge what it is right and wrong. Then (b) I discuss Brentano’s characterization of “intrinsic preferability” and conclude by arguing that (c) the historical-philosophical prominence and relevance of this value-account may be sought in its “not univocal nature”. Keywords: Franz Brentano; Value; Emotion; Emotional Cognitivism; Intuitive Presentation
{"title":"Franz Brentano e il cognitivismo emotivo","authors":"Gemmo Iocco","doi":"10.4453/rifp.2018.0004","DOIUrl":"https://doi.org/10.4453/rifp.2018.0004","url":null,"abstract":"Riassunto: Il presente studio intende mostrare la natura specifica del cognitivismo emotivo proposto da Franz Brentano. In maniera piu o meno evidente, la teoria del valore delineata da Brentano ha ricoperto un ruolo di primaria importanza nel dibattito assiologico-etico di fine Ottocento e inizio Novecento ed e ampiamente discussa anche all’interno del dibattito contemporaneo. Nel contributo (a) vengono richiamati gli aspetti generali di tale teoria soffermandosi sulla nozione di “rappresentazione intuitiva” intesa come modalita che permette di conoscere cio che giusto e cio che e ingiusto. Si passa dunque a (b) discutere l’accezione brentaniana di “preferibilita intrinseca”, (c) rilevando, in sede di conclusione, che l’effettiva centralita e attualita della teoria brentaniana sono conseguenza diretta della sua intrinseca natura “non univoca”. Parole chiave: Franz Brentano; Valore; Emozione; Cognitivismo emotivo; Presentazione intuitiva Franz Brentano and Emotional Cognitivism Abstract: This essay aims to describe the specific nature of the emotional cognitivism sketched out by Franz Brentano. Indeed in a more or less direct way the value-theory he developed has played a key-role both within the ethical-axiological debate at the turn of the 20th century and in contemporary debate. In this paper I (a) describe the general traits of Brentano’s value-theory focusing primarily on his account of concrete intuitive presentation insofar as it allows us to acknowledge what it is right and wrong. Then (b) I discuss Brentano’s characterization of “intrinsic preferability” and conclude by arguing that (c) the historical-philosophical prominence and relevance of this value-account may be sought in its “not univocal nature”. Keywords: Franz Brentano; Value; Emotion; Emotional Cognitivism; Intuitive Presentation","PeriodicalId":41707,"journal":{"name":"Rivista Internazionale di Filosofia e Psicologia","volume":"9 1","pages":"45-56"},"PeriodicalIF":0.2,"publicationDate":"2018-04-30","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"43705701","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Abstract: In this commentary on Sinhababu’s Humean Nature I will explore three lines of inquiry. The first asks about the explanatory power of the Desire-Belief Theory of Reasoning , by way of wondering about how desires and beliefs combine with one another. The second question continues along these lines, asking about the further conditions Sinhababu places on reasoning and whether a theory of reasoning can be normatively neutral. The third points out the need for more clarity in his account of intention by contrasting it with practical reasoning. Keywords: Desire; Belief; Humean Psychology; Intention; Practical Reasoning Meccanica e psicologia del ragionamento pratico Riassunto: In questo commento su Humean Nature di Neil Sinhababu intendo esplorare tre linee di indagine. La prima si interroga sul potere esplicativo della Desire-Belief Theory of Reasoning , indagando come desideri e credenze si combinano reciprocamente. La seconda prosegue su questa strada, interrogando le ulteriori condizioni che Sinhababu pone sul ragionamento e chiedendomi se una teoria del ragionamento possa essere normativamente neutrale. La terza individua il bisogno di maggiore chiarezza nella sua descrizione dell’intenzione, mostrandone le differenze rispetto al ragionamento pratico. Parole chiave: Desiderio; Credenza; Psicologia humeana; Intenzione; Ragionamento pratico
{"title":"The Mechanics and Psychology of Practical Reasoning","authors":"A. King","doi":"10.4453/rifp.2018.0008","DOIUrl":"https://doi.org/10.4453/rifp.2018.0008","url":null,"abstract":"Abstract: In this commentary on Sinhababu’s Humean Nature I will explore three lines of inquiry. The first asks about the explanatory power of the Desire-Belief Theory of Reasoning , by way of wondering about how desires and beliefs combine with one another. The second question continues along these lines, asking about the further conditions Sinhababu places on reasoning and whether a theory of reasoning can be normatively neutral. The third points out the need for more clarity in his account of intention by contrasting it with practical reasoning. Keywords: Desire; Belief; Humean Psychology; Intention; Practical Reasoning Meccanica e psicologia del ragionamento pratico Riassunto: In questo commento su Humean Nature di Neil Sinhababu intendo esplorare tre linee di indagine. La prima si interroga sul potere esplicativo della Desire-Belief Theory of Reasoning , indagando come desideri e credenze si combinano reciprocamente. La seconda prosegue su questa strada, interrogando le ulteriori condizioni che Sinhababu pone sul ragionamento e chiedendomi se una teoria del ragionamento possa essere normativamente neutrale. La terza individua il bisogno di maggiore chiarezza nella sua descrizione dell’intenzione, mostrandone le differenze rispetto al ragionamento pratico. Parole chiave: Desiderio; Credenza; Psicologia humeana; Intenzione; Ragionamento pratico","PeriodicalId":41707,"journal":{"name":"Rivista Internazionale di Filosofia e Psicologia","volume":"9 1","pages":"81-88"},"PeriodicalIF":0.2,"publicationDate":"2018-04-30","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"46526055","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}