Pub Date : 2016-07-01DOI: 10.1016/S1776-0313(15)76313-6
R. Malet, S. Consoli
{"title":"Aspetti psicologici e socioculturali della pelle e dell⬢aspetto","authors":"R. Malet, S. Consoli","doi":"10.1016/S1776-0313(15)76313-6","DOIUrl":"https://doi.org/10.1016/S1776-0313(15)76313-6","url":null,"abstract":"","PeriodicalId":100418,"journal":{"name":"EMC - Cosmetologia Medica e Medicina degli Inestetismi Cutanei","volume":"279 1","pages":"1-10"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2016-07-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"76253593","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2016-07-01DOI: 10.1016/S1776-0313(15)76314-8
M.-C. Martini
Gli agenti autoabbronzanti attualmente sul mercato sono praticamente tutti basati sul diidrossiacetone (DHA), associato o meno all⬢eritrulosio, a derivati della tirosina e, a volte, a un naftochinone. La colorazione ottenuta, vicina all⬢abbronzatura naturale, è dovuta alla combinazione chimica del DHA con gli aminoacidi della pelle secondo la reazione di Maillard. Vi sarà, dunque, la formazione di melanoidine, pigmenti polimerici, fissati nello strato corneo, che vi rimangono fino alla desquamazione dei corneociti. Questo colore è semipermanente e ben tollerato dalla pelle. La formulazione dei prodotti è delicata e la loro conservazione è difficile, ma nessun⬢altra sostanza fornisce risultati più soddisfacenti e duraturi.
{"title":"Autoabbronzanti e abbronzanti artificiali","authors":"M.-C. Martini","doi":"10.1016/S1776-0313(15)76314-8","DOIUrl":"https://doi.org/10.1016/S1776-0313(15)76314-8","url":null,"abstract":"<div><p>Gli agenti autoabbronzanti attualmente sul mercato sono praticamente tutti basati sul diidrossiacetone (DHA), associato o meno all⬢eritrulosio, a derivati della tirosina e, a volte, a un naftochinone. La colorazione ottenuta, vicina all⬢abbronzatura naturale, è dovuta alla combinazione chimica del DHA con gli aminoacidi della pelle secondo la reazione di Maillard. Vi sarà, dunque, la formazione di melanoidine, pigmenti polimerici, fissati nello strato corneo, che vi rimangono fino alla desquamazione dei corneociti. Questo colore è semipermanente e ben tollerato dalla pelle. La formulazione dei prodotti è delicata e la loro conservazione è difficile, ma nessun⬢altra sostanza fornisce risultati più soddisfacenti e duraturi.</p></div>","PeriodicalId":100418,"journal":{"name":"EMC - Cosmetologia Medica e Medicina degli Inestetismi Cutanei","volume":"13 1","pages":"Pages 1-5"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2016-07-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"https://sci-hub-pdf.com/10.1016/S1776-0313(15)76314-8","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"72064160","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2016-07-01DOI: 10.1016/S1776-0313(15)76320-3
S. Casadio
{"title":"Dermopigmentazione in medicina e in dermatologia chirurgica","authors":"S. Casadio","doi":"10.1016/S1776-0313(15)76320-3","DOIUrl":"https://doi.org/10.1016/S1776-0313(15)76320-3","url":null,"abstract":"","PeriodicalId":100418,"journal":{"name":"EMC - Cosmetologia Medica e Medicina degli Inestetismi Cutanei","volume":"11 1","pages":"1-8"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2016-07-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"74271279","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2016-07-01DOI: 10.1016/S1776-0313(15)76319-7
G. Toubel
La tecnica frazionata ha permesso di riscoprire i benefici dei laser CO2 (anidride carbonica), eliminando quasi tutti gli effetti collaterali indesiderati. Sono emerse delle nuove applicazioni che sono diventate inevitabili (laser e cicatrici). Sono, inoltre, apparsi nuovi laser frazionati non ablativi capaci di produrre semplicemente pozzi di coagulazione pura con delle sequele quasi inesistenti. Bisogna comprendere bene che questa tecnica tratta solo una parte della pelle, poiché causa dei fori dovuti all⬢ablazione o alla coagulazione, lasciando degli intervalli di pelle sana. La cicatrizzazione è molto veloce proprio grazie a queste zone risparmiate. Inoltre, si parla spesso di guarigione in tre dimensioni. Un altro grande vantaggio non trascurabile di queste tecniche riguarda il dolore. In effetti, ci si può accontentare di un⬢anestesia locale, se non si supera una percentuale di pelle trattata del 20-25%, facendo, in questo modo, a meno della sala operatoria o delle anestesie tronculari. Il problema deriva dall⬢effetto tissutale ricercato e bisogna scegliere tra un⬢ablazione più o meno profonda e una coagulazione che possono essere diffuse intorno a questi pozzi. Bisogna, quindi, conoscere la propria macchina, soprattutto se si tratta di una tecnica frazionata ablativa, perché bisogna variare i parametri per avere più o meno coagulazione a livello dei pozzi di ablazione. Queste tecniche prendono efficacemente in carico un⬢ampia varietà di cicatrici e non possono offrire nulla nel caso di cicatrici da acne. L⬢eliodermia beneficia di queste tecniche senza nessun rischio di ipopigmentazione, con costi sociali limitati grazie a sequele più semplici. Inoltre, i fototipi scuri possono beneficiare di tecniche non ablative, a patto di ripetere le sedute. Si tratta di un buon avanzamento terapeutico da apprendere per tirarne fuori il massimo dell⬢efficacia senza inconvenienti. Per non prendere troppo rischio, ci si può accontentare di tecniche non ablative frazionate, ma che si limitano a una sola coagulazione tissutale, cosa che diminuisce il numero di applicazioni cliniche.
{"title":"Fonti di energia frazionata","authors":"G. Toubel","doi":"10.1016/S1776-0313(15)76319-7","DOIUrl":"https://doi.org/10.1016/S1776-0313(15)76319-7","url":null,"abstract":"<div><p>La tecnica frazionata ha permesso di riscoprire i benefici dei laser CO<sub>2</sub> (anidride carbonica), eliminando quasi tutti gli effetti collaterali indesiderati. Sono emerse delle nuove applicazioni che sono diventate inevitabili (laser e cicatrici). Sono, inoltre, apparsi nuovi laser frazionati non ablativi capaci di produrre semplicemente pozzi di coagulazione pura con delle sequele quasi inesistenti. Bisogna comprendere bene che questa tecnica tratta solo una parte della pelle, poiché causa dei fori dovuti all⬢ablazione o alla coagulazione, lasciando degli intervalli di pelle sana. La cicatrizzazione è molto veloce proprio grazie a queste zone risparmiate. Inoltre, si parla spesso di guarigione in tre dimensioni. Un altro grande vantaggio non trascurabile di queste tecniche riguarda il dolore. In effetti, ci si può accontentare di un⬢anestesia locale, se non si supera una percentuale di pelle trattata del 20-25%, facendo, in questo modo, a meno della sala operatoria o delle anestesie tronculari. Il problema deriva dall⬢effetto tissutale ricercato e bisogna scegliere tra un⬢ablazione più o meno profonda e una coagulazione che possono essere diffuse intorno a questi pozzi. Bisogna, quindi, conoscere la propria macchina, soprattutto se si tratta di una tecnica frazionata ablativa, perché bisogna variare i parametri per avere più o meno coagulazione a livello dei pozzi di ablazione. Queste tecniche prendono efficacemente in carico un⬢ampia varietà di cicatrici e non possono offrire nulla nel caso di cicatrici da acne. L⬢eliodermia beneficia di queste tecniche senza nessun rischio di ipopigmentazione, con costi sociali limitati grazie a sequele più semplici. Inoltre, i fototipi scuri possono beneficiare di tecniche non ablative, a patto di ripetere le sedute. Si tratta di un buon avanzamento terapeutico da apprendere per tirarne fuori il massimo dell⬢efficacia senza inconvenienti. Per non prendere troppo rischio, ci si può accontentare di tecniche non ablative frazionate, ma che si limitano a una sola coagulazione tissutale, cosa che diminuisce il numero di applicazioni cliniche.</p></div>","PeriodicalId":100418,"journal":{"name":"EMC - Cosmetologia Medica e Medicina degli Inestetismi Cutanei","volume":"13 1","pages":"Pages 1-9"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2016-07-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"https://sci-hub-pdf.com/10.1016/S1776-0313(15)76319-7","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"72064164","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2016-07-01DOI: 10.1016/S1776-0313(15)76312-4
R. Abdayem, M. Haftek MD, PhD
La pelle funge da interfaccia tra l⬢organismo e il suo ambiente circostante. L⬢epidermide, lo strato più esterno della pelle, provvede essenzialmente alla funzione di protezione interattiva. La barriera epidermica può essere suddivisa in tre sistemi di difesa: la barriera fotoprotettiva, la barriera immunitaria e la barriera fisica e chimica dello strato corneo. Per proteggersi dalle radiazioni ultraviolette nocive, la pelle dispone di fattori di assorbimento come la melanina prodotta dai melanociti e l⬢acido urocanico, un prodotto di degradazione della filaggrina. Il sistema epidermico di difesa immunitaria include un versante innato, rapido ma non specifico, e una risposta adattativa, sistemica e specifica dell⬢antigene, iniziata dalle cellule di Langerhans. Il prodotto della differenziazione terminale dei cheratinociti epidermici, lo strato corneo, fornisce la funzione essenziale di una permeabilità di barriera fisica e chimica. Lo strato corneo è composto da corneociti, dotati di involucri cornei e interconnessi da corneodesmosomi, e da una matrice extracellulare lipidica organizzata in strati. La barriera epidermica, costantemente rinnovata, è caratterizzata da un⬢elevata capacità di adattarsi alle mutevoli condizioni ambientali.
{"title":"Barriera epidermica","authors":"R. Abdayem, M. Haftek MD, PhD","doi":"10.1016/S1776-0313(15)76312-4","DOIUrl":"https://doi.org/10.1016/S1776-0313(15)76312-4","url":null,"abstract":"<div><p>La pelle funge da interfaccia tra l⬢organismo e il suo ambiente circostante. L⬢epidermide, lo strato più esterno della pelle, provvede essenzialmente alla funzione di protezione interattiva. La barriera epidermica può essere suddivisa in tre sistemi di difesa: la barriera fotoprotettiva, la barriera immunitaria e la barriera fisica e chimica dello strato corneo. Per proteggersi dalle radiazioni ultraviolette nocive, la pelle dispone di fattori di assorbimento come la melanina prodotta dai melanociti e l⬢acido urocanico, un prodotto di degradazione della filaggrina. Il sistema epidermico di difesa immunitaria include un versante innato, rapido ma non specifico, e una risposta adattativa, sistemica e specifica dell⬢antigene, iniziata dalle cellule di Langerhans. Il prodotto della differenziazione terminale dei cheratinociti epidermici, lo <em>strato corneo</em>, fornisce la funzione essenziale di una permeabilità di barriera fisica e chimica. Lo strato corneo è composto da corneociti, dotati di involucri cornei e interconnessi da corneodesmosomi, e da una matrice extracellulare lipidica organizzata in strati. La barriera epidermica, costantemente rinnovata, è caratterizzata da un⬢elevata capacità di adattarsi alle mutevoli condizioni ambientali.</p></div>","PeriodicalId":100418,"journal":{"name":"EMC - Cosmetologia Medica e Medicina degli Inestetismi Cutanei","volume":"13 1","pages":"Pages 1-7"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2016-07-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"https://sci-hub-pdf.com/10.1016/S1776-0313(15)76312-4","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"72064250","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2016-07-01DOI: 10.1016/S1776-0313(15)76315-X
D. Tennstedt (Professeur, chef de service de dermatologie), A. Herman (Docteur, assistante en dermatologie), J.-M. Lachapelle (Professeur émérite, ancien chef de service de dermatologie)
La gamma di prodotti utilizzati dai professionisti per lavare o impreziosire la capigliatura e per modificarne il colore o la forma non è priva di effetti collaterali. Questi effetti sono principalmente dermatiti da irritazione ed eczemi allergici da contatto, che possono influire sul cuoio capelluto, ma anche su nuca, faccia anteriore del collo, fronte e regioni periorbitarie e guance. Tra gli allergeni più citati, devono essere menzionati la parafenilendiamina (PPD) delle tinture per capelli, il glicerolo monotioglicolato (GMTG) degli acidi permanenti e il persolfato di ammonio dei decoloranti (quest⬢ultimo è responsabile principalmente di orticarie da contatto). Non bisogna dimenticare altri allergeni come la cocamidopropilbetaina tra i tensioattivi nonché alcuni componenti della formulazione, come i conservanti e i profumi (perfino il minoxidil, così frequentemente usato dai pazienti).
{"title":"Effetti collaterali della cura dei capelli negli utilizzatori","authors":"D. Tennstedt (Professeur, chef de service de dermatologie), A. Herman (Docteur, assistante en dermatologie), J.-M. Lachapelle (Professeur émérite, ancien chef de service de dermatologie)","doi":"10.1016/S1776-0313(15)76315-X","DOIUrl":"https://doi.org/10.1016/S1776-0313(15)76315-X","url":null,"abstract":"<div><p>La gamma di prodotti utilizzati dai professionisti per lavare o impreziosire la capigliatura e per modificarne il colore o la forma non è priva di effetti collaterali. Questi effetti sono principalmente dermatiti da irritazione ed eczemi allergici da contatto, che possono influire sul cuoio capelluto, ma anche su nuca, faccia anteriore del collo, fronte e regioni periorbitarie e guance. Tra gli allergeni più citati, devono essere menzionati la parafenilendiamina (PPD) delle tinture per capelli, il glicerolo monotioglicolato (GMTG) degli acidi permanenti e il persolfato di ammonio dei decoloranti (quest⬢ultimo è responsabile principalmente di orticarie da contatto). Non bisogna dimenticare altri allergeni come la cocamidopropilbetaina tra i tensioattivi nonché alcuni componenti della formulazione, come i conservanti e i profumi (perfino il minoxidil, così frequentemente usato dai pazienti).</p></div>","PeriodicalId":100418,"journal":{"name":"EMC - Cosmetologia Medica e Medicina degli Inestetismi Cutanei","volume":"13 1","pages":"Pages 1-8"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2016-07-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"https://sci-hub-pdf.com/10.1016/S1776-0313(15)76315-X","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"72064251","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2015-07-01DOI: 10.1016/S1776-0313(15)70710-0
M. Sayag (MD)
Dopo un richiamo del ruolo dei prodotti per la toilette che sono dei cosmetici, sono studiati i tensioattivi che ne costituiscono gli ingredienti detergenti: la loro definizione, le loro proprietà (imbibente, emulsionante, solubilizzante, detergente e schiumogena), quindi la loro classificazione, che comprende dei tensioattivi ionici (anionici, cationici, anfoteri) e non ionici con le caratteristiche di ogni gruppo e, infine, la loro tolleranza. Sono, quindi, passati in rassegna i diversi prodotti per la toilette: i saponi (il più delle volte solidi), i syndet (solidi e liquidi), le lozioni detergenti (lozioni complementari del latte per la toilette, soluzioni micellari e loro derivati: spume e gel), le emulsioni detergenti (latte per la toilette e creme lavanti) e delle forme complementari (oli detergenti, struccanti bifasici e salviette imbevute). Infine, sono trattate le indicazioni dei prodotti per la toilette incontrate dal medico: tipi di cute (secca, grassa, sensibile, del neonato e del lattante, del soggetto anziano, igiene intima) e alcune dermatosi (acne, dermatite atopica, rosacea, ecc.). La diversità dei prodotti per la toilette attualmente disponibili offre una scelta molto ampia all’utilizzatore, guidata dai suoi desideri orientati a prodotti standard (sapone supergrasso, gel doccia, latte detergente) o più moderni, che rinnovano il piacere della toilette (spuma detergente, olio da doccia) o, anche, tradizionali, come il sapone di Marsiglia, divenuto nuovamente attraente con la moda dei prodotti naturali. Il dermatologo può consigliare il suo paziente in funzione del tipo di cute o della dermatosi, scegliendo il prodotto di igiene adeguato che presenta il miglior equilibrio tra il suo potere detergente e il rispetto dell’integrità epidermica.
{"title":"Prodotti per la toilette","authors":"M. Sayag (MD)","doi":"10.1016/S1776-0313(15)70710-0","DOIUrl":"https://doi.org/10.1016/S1776-0313(15)70710-0","url":null,"abstract":"<div><p>Dopo un richiamo del ruolo dei prodotti per la toilette che sono dei cosmetici, sono studiati i tensioattivi che ne costituiscono gli ingredienti detergenti: la loro definizione, le loro proprietà (imbibente, emulsionante, solubilizzante, detergente e schiumogena), quindi la loro classificazione, che comprende dei tensioattivi ionici (anionici, cationici, anfoteri) e non ionici con le caratteristiche di ogni gruppo e, infine, la loro tolleranza. Sono, quindi, passati in rassegna i diversi prodotti per la toilette: i saponi (il più delle volte solidi), i syndet (solidi e liquidi), le lozioni detergenti (lozioni complementari del latte per la toilette, soluzioni micellari e loro derivati: spume e gel), le emulsioni detergenti (latte per la toilette e creme lavanti) e delle forme complementari (oli detergenti, struccanti bifasici e salviette imbevute). Infine, sono trattate le indicazioni dei prodotti per la toilette incontrate dal medico: tipi di cute (secca, grassa, sensibile, del neonato e del lattante, del soggetto anziano, igiene intima) e alcune dermatosi (acne, dermatite atopica, rosacea, ecc.). La diversità dei prodotti per la toilette attualmente disponibili offre una scelta molto ampia all’utilizzatore, guidata dai suoi desideri orientati a prodotti standard (sapone supergrasso, gel doccia, latte detergente) o più moderni, che rinnovano il piacere della toilette (spuma detergente, olio da doccia) o, anche, tradizionali, come il sapone di Marsiglia, divenuto nuovamente attraente con la moda dei prodotti naturali. Il dermatologo può consigliare il suo paziente in funzione del tipo di cute o della dermatosi, scegliendo il prodotto di igiene adeguato che presenta il miglior equilibrio tra il suo potere detergente e il rispetto dell’integrità epidermica.</p></div>","PeriodicalId":100418,"journal":{"name":"EMC - Cosmetologia Medica e Medicina degli Inestetismi Cutanei","volume":"12 1","pages":"Pages 1-8"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2015-07-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"https://sci-hub-pdf.com/10.1016/S1776-0313(15)70710-0","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"72070103","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2015-07-01DOI: 10.1016/S1776-0313(15)70734-3
C. Noe, M. Pelletier-Aouizerate, H. Cartier
{"title":"LED in dermatologia","authors":"C. Noe, M. Pelletier-Aouizerate, H. Cartier","doi":"10.1016/S1776-0313(15)70734-3","DOIUrl":"https://doi.org/10.1016/S1776-0313(15)70734-3","url":null,"abstract":"","PeriodicalId":100418,"journal":{"name":"EMC - Cosmetologia Medica e Medicina degli Inestetismi Cutanei","volume":"24 1","pages":"1-12"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2015-07-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"81636836","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2015-07-01DOI: 10.1016/S1776-0313(15)70711-2
F. Dhaille (Ancien interne des hôpitaux, assistant spécialiste, attaché au centre Sabouraud de l’hôpital Saint-Louis) , B. Matard (Ancien interne des hôpitaux, ancien chef de clinique assistant, attaché à l’hôpital Tarnier-Cochin et au centre Sabouraud de l’hôpital Saint-Louis) , P. Reygagne (Ancien interne et ancien chef de clinique des hôpitaux de Paris, directeur du centre Sabouraud de l’hôpital Saint-Louis)
La forfora è attualmente considerata una forma clinica di dermatite seborroica. I meccanismi fisiopatologici che portano alla formazione di forfora sono sempre poco conosciuti. Il ruolo causale dei lieviti del genere Malassezia nell’infiammazione e nella proliferazione epidermiche sembra oggi consensuale, senza che il loro meccanismo d’azione sia noto. Il numero di lieviti sembra meno in causa rispetto alla loro natura. Gli studi relativi all’immunità anti-Malassezia spp. sono contraddittori, ma i più recenti mostrano che l’immunità specifica anti-Malassezia spp. resta normale. L’esistenza di una nuova tassonomia del genere Malassezia permette la realizzazione di studi epidemiologici che precisano meglio il ruolo di ogni specie di lievito nella fisiopatologia della forfora. La conoscenza dei differenti attivi antiforfora (modalità d’azione, effetti collaterali) permette un trattamento adattato ai diversi stati forforosi.
{"title":"Cure antiforfora","authors":"F. Dhaille (Ancien interne des hôpitaux, assistant spécialiste, attaché au centre Sabouraud de l’hôpital Saint-Louis) , B. Matard (Ancien interne des hôpitaux, ancien chef de clinique assistant, attaché à l’hôpital Tarnier-Cochin et au centre Sabouraud de l’hôpital Saint-Louis) , P. Reygagne (Ancien interne et ancien chef de clinique des hôpitaux de Paris, directeur du centre Sabouraud de l’hôpital Saint-Louis)","doi":"10.1016/S1776-0313(15)70711-2","DOIUrl":"https://doi.org/10.1016/S1776-0313(15)70711-2","url":null,"abstract":"<div><p>La forfora è attualmente considerata una forma clinica di dermatite seborroica. I meccanismi fisiopatologici che portano alla formazione di forfora sono sempre poco conosciuti. Il ruolo causale dei lieviti del genere <em>Malassezia</em> nell’infiammazione e nella proliferazione epidermiche sembra oggi consensuale, senza che il loro meccanismo d’azione sia noto. Il numero di lieviti sembra meno in causa rispetto alla loro natura. Gli studi relativi all’immunità anti-<em>Malassezia</em> spp. sono contraddittori, ma i più recenti mostrano che l’immunità specifica anti-<em>Malassezia</em> spp. resta normale. L’esistenza di una nuova tassonomia del genere <em>Malassezia</em> permette la realizzazione di studi epidemiologici che precisano meglio il ruolo di ogni specie di lievito nella fisiopatologia della forfora. La conoscenza dei differenti attivi antiforfora (modalità d’azione, effetti collaterali) permette un trattamento adattato ai diversi stati forforosi.</p></div>","PeriodicalId":100418,"journal":{"name":"EMC - Cosmetologia Medica e Medicina degli Inestetismi Cutanei","volume":"12 1","pages":"Pages 1-10"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2015-07-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"https://sci-hub-pdf.com/10.1016/S1776-0313(15)70711-2","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"72070104","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2015-07-01DOI: 10.1016/S1776-0313(15)70710-0
M. Sayag
{"title":"Prodotti per la toilette","authors":"M. Sayag","doi":"10.1016/S1776-0313(15)70710-0","DOIUrl":"https://doi.org/10.1016/S1776-0313(15)70710-0","url":null,"abstract":"","PeriodicalId":100418,"journal":{"name":"EMC - Cosmetologia Medica e Medicina degli Inestetismi Cutanei","volume":"11 1","pages":"1-8"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2015-07-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"89364247","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}