La rabdomiolisi è il risultato di una lesione diretta del sarcolemma o di un’inadeguatezza tra il fabbisogno e la produzione di adenosina trifosfato da parte delle cellule muscolari striate. La conseguenza è un eccessivo aumento del calcio libero ionizzato nel citoplasma. Classicamente si distingue tra rabdomiolisi traumatica e non traumatica, ma in pratica qualsiasi situazione che porti a uno squilibrio metabolico all’interno delle cellule muscolari può portare a una rabdomiolisi. La lisi delle cellule muscolari striate scheletriche provoca la liberazione del loro contenuto nel flusso sanguigno. Le conseguenze possono allora variare da un semplice aumento della creatinina fosfokinasi a livello plasmatico fino a una vera e propria ipovolemia con disturbi idroelettrolitici, insufficienza renale acuta e pericolo per la prognosi vitale. I principali meccanismi che causano la rabdomiolisi comprendono i traumi e le compressioni, l’ischemia e l’ipossia muscolare, l’attività muscolare eccessiva, le infezioni, i tossici e i farmaci, nonché le anomalie genetiche. Il punto chiave essenziale della gestione è il riempimento vascolare precoce e appropriato per normalizzare la volemia e alcalinizzare le urine. L’alcalinizzazione delle urine mediante somministrazione di bicarbonati di sodio e la diuresi forzata mediante somministrazione di diuretici o mannitolo non hanno un’efficacia chiaramente dimostrata. Non vi è inoltre alcuna dimostrazione dell’efficacia dell’uso precoce dell’epurazione extrarenale in caso di rabdomiolisi al fine di prevenire l’evoluzione verso l’insufficienza renale. L’insufficienza renale è nella maggior parte dei casi reversibile. La diagnosi precoce della rabdomiolisi è fondamentale per prevenirne le complicanze.