La valutazione regolare del dolore postoperatorio utilizzando punteggi appropriati all’età del bambino è un prerequisito essenziale per il suo trattamento efficace. La strategia analgesica multimodale inizia fin dalla fase operatoria. L’obiettivo è ridurre il consumo di morfinici senza alterare la qualità dell’analgesia, per diminuire l’incidenza degli effetti indesiderati e abbreviare i tempi di recupero postoperatorio. Anestesia locoregionale, paracetamolo, ibuprofene o ketoprofene sono i pilastri di questo risparmio morfinico. Desametasone e ketamina a dosi anti-iperalgesiche sono ampiamente indicati. Sotto i 12 anni, la codeina è esclusa dall’arsenale terapeutico e la prescrizione del tramadolo è molto cauta, soprattutto in caso di sindrome ostruttiva. Privilegiare la somministrazione orale di morfina riduce il rischio di depressione respiratoria. La sua somministrazione parenterale, idealmente controllata dal bambino o dall’infermiere, tiene conto delle caratteristiche farmacocinetiche legate all’età, per l’aggiustamento delle dosi. La natura del monitoraggio da attuare è strettamente legata al terreno. Le sue indicazioni e modalità devono essere oggetto di una procedura standardizzata. Il controllo dell’intensità del dolore postoperatorio immediato, dell’ansia e del catastrofismo del bambino e dei suoi genitori fa parte della prevenzione del dolore postoperatorio cronico a lungo termine. La diversità dei possibili interventi chirurgici impone l’elaborazione di protocolli adattati alla tipologia dei pazienti pediatrici trattati in ciascuna struttura sulla base delle raccomandazioni di buone pratiche.