Pub Date : 2022-01-01DOI: 10.17473/1971-6818-2021-3-5
Valeria Antoncecchi, Ugo Oliviero, Ketty Savino, Angelo Aloisio, Laura Casalino, G. D'Ascenzo, Adele Lillo, Giosuè Santoro, G. Zito
Fra le manifestazioni cliniche del COVID, il coinvolgimento dell’apparato cardiovascolare è ad oggi un’evidenza accertata. Sono stati descritti sintomi cardiologici anche ben oltre la fase acuta e la dimissione ospedaliera, con quadri clinici variabili che possono perdurare per mesi. Al fine di valutare la frequenza e il tipo di danno cardiovascolare in pazienti con pregresso COVID-19, anche asintomatico e paucisintomatico, A.R.C.A. (Associazioni Regionali Cardiologi Ambulatoriali), ha progettato e diffuso tra i suoi associati un registro ad hoc. Nel presente articolo è discusso il razionale ed illustrato il progetto dello studio.
{"title":"Registro A.R.C.A. sul danno cardiovascolare in fase post-acuta dei pazienti affetti da COVID","authors":"Valeria Antoncecchi, Ugo Oliviero, Ketty Savino, Angelo Aloisio, Laura Casalino, G. D'Ascenzo, Adele Lillo, Giosuè Santoro, G. Zito","doi":"10.17473/1971-6818-2021-3-5","DOIUrl":"https://doi.org/10.17473/1971-6818-2021-3-5","url":null,"abstract":"Fra le manifestazioni cliniche del COVID, il coinvolgimento dell’apparato cardiovascolare è ad oggi un’evidenza accertata. Sono stati descritti sintomi cardiologici anche ben oltre la fase acuta e la dimissione ospedaliera, con quadri clinici variabili che possono perdurare per mesi. Al fine di valutare la frequenza e il tipo di danno cardiovascolare in pazienti con pregresso COVID-19, anche asintomatico e paucisintomatico, A.R.C.A. (Associazioni Regionali Cardiologi Ambulatoriali), ha progettato e diffuso tra i suoi associati un registro ad hoc. Nel presente articolo è discusso il razionale ed illustrato il progetto dello studio.","PeriodicalId":9447,"journal":{"name":"CARDIOLOGIA AMBULATORIALE","volume":"15 1","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2022-01-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"81163949","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2022-01-01DOI: 10.17473/1971-6818-2021-3-1
Arnaldo Loner
Come un uragano la pandemia da SARS Covid 19 ha investito il pianeta sconvolgendo le consuete abitudini di vita, l’approccio alla malattia e, talora, alla morte di quanti ne sono stati colpiti e dei loro familiari forzatamente allontanati dai propri cari. In questo contesto ancora di più il ruolo del medico, gli aspetti relazionali, e deontologici tra sanitario e paziente sono diventati rilevanti. Da anni l’avvocato Arnaldo Loner, già Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Bolzano e del Triveneto e, a suo tempo, accusa nel processo contro il guardiano del lager nazi-fascista della città, si occupa di deontologia medica, di aspetti medico-legali e di problematiche legate al fine vita. Numerose le sue pubblicazioni e le onorificenze ufficiali acquisite anche a livello internazionale. Nel recente convegno regionale dell’ARCA del Trentino Alto Adige svoltosi a Trento l’avvocato Loner ha tenuto una lettura dal titolo: “Riflessioni tra norma e deontologia in sanità”. Il tema della vita e della morte sono stati trattati da ampiamente e con pari dignità sempre tenendo ben presente che “Il tempo di relazione è tempo di cura” ed il medico nell’uno e nell’altro caso è un accompagnatore. Sarà pur vero, come sostiene Erich Fromm, che “gli uomini sono piccole nuvole che si formano e passano senza alterare minimamente le condizioni atmosferiche” ma il loro passaggio sulla terra non può essere ciò che succede mentre noi ci occupiamo d’altro.
就像一场飓风一样,SARS Covid 19的大流行席卷了地球,扰乱了人们的日常生活方式,扰乱了人们应对疾病的方式,有时甚至扰乱了人们的死亡方式在这方面,医生的作用、病人与病人之间的关系和道德方面变得更加重要。多年来,律师阿纳尔多·洛纳尔(Arnaldo Loner)一直是博尔扎诺和特里维内托律师协会(Bolzano and del Triveneto律师协会)的前主席,他曾在对该市纳粹法西斯集中营看守人的审判中担任检察官。他的许多出版物和官方奖项也在国际上获得。在最近在特伦托举行的特伦蒂诺·阿尔托阿迪热地区会议上,律师洛纳发表了一篇题为“健康标准与职业道德之间的反思”的文章。生与死的问题得到了广泛和平等的对待,始终牢记“关系时间就是治疗时间”,在这两种情况下,医生都是陪护。正如埃里希•弗洛姆(Erich Fromm)所言,“人类是微小的云,在不改变大气条件的情况下形成和移动”,这或许是真的,但它们在地球上的移动不可能是我们在处理其他事情时发生的事情。
{"title":"La nuova morte Una malattia curabile. Riflessioni sul fine vita","authors":"Arnaldo Loner","doi":"10.17473/1971-6818-2021-3-1","DOIUrl":"https://doi.org/10.17473/1971-6818-2021-3-1","url":null,"abstract":"Come un uragano la pandemia da SARS Covid 19 ha investito il pianeta sconvolgendo le consuete abitudini di vita, l’approccio alla malattia e, talora, alla morte di quanti ne sono stati colpiti e dei loro familiari forzatamente allontanati dai propri cari. In questo contesto ancora di più il ruolo del medico, gli aspetti relazionali, e deontologici tra sanitario e paziente sono diventati rilevanti. Da anni l’avvocato Arnaldo Loner, già Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Bolzano e del Triveneto e, a suo tempo, accusa nel processo contro il guardiano del lager nazi-fascista della città, si occupa di deontologia medica, di aspetti medico-legali e di problematiche legate al fine vita. Numerose le sue pubblicazioni e le onorificenze ufficiali acquisite anche a livello internazionale. Nel recente convegno regionale dell’ARCA del Trentino Alto Adige svoltosi a Trento l’avvocato Loner ha tenuto una lettura dal titolo: “Riflessioni tra norma e deontologia in sanità”. Il tema della vita e della morte sono stati trattati da ampiamente e con pari dignità sempre tenendo ben presente che “Il tempo di relazione è tempo di cura” ed il medico nell’uno e nell’altro caso è un accompagnatore. Sarà pur vero, come sostiene Erich Fromm, che “gli uomini sono piccole nuvole che si formano e passano senza alterare minimamente le condizioni atmosferiche” ma il loro passaggio sulla terra non può essere ciò che succede mentre noi ci occupiamo d’altro.","PeriodicalId":9447,"journal":{"name":"CARDIOLOGIA AMBULATORIALE","volume":"32 1","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2022-01-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"81925849","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2022-01-01DOI: 10.17473/1971-6818-2021-3-6
Roberto Marescotti
I pazienti che sviluppano una malattia cardiovascolare sono generalmente portatori, nel corso di una lunga fase preclinica, di fattori di rischio, spesso molteplici, per aterosclerosi. In questi soggetti è fondamentale una stratificazione del rischio per identificare e trattare adeguatamente coloro che andranno incontro alle manifestazioni cliniche della malattia aterosclerotica. L’ecocolordoppler dei tronchi sovraortici, che valuta la presenza di placche ateromasiche e lo spessore medio-intimale carotideo, è fondamentale nello screening di tali pazienti. L’ecocolordoppler è una metodica validata ed entrata nell’uso comune, non invasiva, facilmente ripetibile, ma che richiede un adeguato training dell’operatore per acquisire le adeguate competenze. Le nostre osservazioni richiamano l’attenzione sulla ateromasia delle arterie del distretto tronco brachiocefalico-succlavia destra, come marker precoce e predittivo del rischio, indipendente rispetto allo spessore medio-intimale carotideo.
{"title":"Le placche ateromasiche localizzate al tratto tronco comune-succlavia destra, come marker precoce di malattia ateromasica","authors":"Roberto Marescotti","doi":"10.17473/1971-6818-2021-3-6","DOIUrl":"https://doi.org/10.17473/1971-6818-2021-3-6","url":null,"abstract":"I pazienti che sviluppano una malattia cardiovascolare sono generalmente portatori, nel corso di una lunga fase preclinica, di fattori di rischio, spesso molteplici, per aterosclerosi. In questi soggetti è fondamentale una stratificazione del rischio per identificare e trattare adeguatamente coloro che andranno incontro alle manifestazioni cliniche della malattia aterosclerotica. L’ecocolordoppler dei tronchi sovraortici, che valuta la presenza di placche ateromasiche e lo spessore medio-intimale carotideo, è fondamentale nello screening di tali pazienti. L’ecocolordoppler è una metodica validata ed entrata nell’uso comune, non invasiva, facilmente ripetibile, ma che richiede un adeguato training dell’operatore per acquisire le adeguate competenze. Le nostre osservazioni richiamano l’attenzione sulla ateromasia delle arterie del distretto tronco brachiocefalico-succlavia destra, come marker precoce e predittivo del rischio, indipendente rispetto allo spessore medio-intimale carotideo.","PeriodicalId":9447,"journal":{"name":"CARDIOLOGIA AMBULATORIALE","volume":"46 1","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2022-01-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"80589254","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2021-10-14DOI: 10.17473/1971-6818-2021-2-3
Tiziana Leopizzi, Agnese Maria Fioretti
l tromboembolismo venoso rappresenta una causa di elevata mortalità e morbilità nei pazienti oncologici; gli anticoagulanti iniettivi ed il warfarin presentano alcuni limiti, difficilmente superabili nella pratica clinica. I recenti trial sugli anticoagulanti orali diretti, in prevenzione primaria, secondaria e nel trattamento del tromboembolismo venoso nel paziente con cancro attivo hanno dimostrato che i DOACs sono una scelta terapeutica non solo sicura ed efficace, ma anche maneggevole. In un ambito clinico “challenging” a causa di concomitanti terapie antitumorali, cateteri venosi centrali, trombocitopenia, disfunzione epatica e renale, fragilità tissutale e frequenti procedure invasive che complessivamente concorrono a rendere i pazienti particolarmente suscettibili al tromboembolismo venoso, i DOACs aprono un nuovo scenario terapeutico molto promettente.
{"title":"I DOACs alla conquista della trombosi cancro-correlata: una sfida vinta. Review della letteratura","authors":"Tiziana Leopizzi, Agnese Maria Fioretti","doi":"10.17473/1971-6818-2021-2-3","DOIUrl":"https://doi.org/10.17473/1971-6818-2021-2-3","url":null,"abstract":"l tromboembolismo venoso rappresenta una causa di elevata mortalità e morbilità nei pazienti oncologici; gli anticoagulanti iniettivi ed il warfarin presentano alcuni limiti, difficilmente superabili nella pratica clinica. I recenti trial sugli anticoagulanti orali diretti, in prevenzione primaria, secondaria e nel trattamento del tromboembolismo venoso nel paziente con cancro attivo hanno dimostrato che i DOACs sono una scelta terapeutica non solo sicura ed efficace, ma anche maneggevole. In un ambito clinico “challenging” a causa di concomitanti terapie antitumorali, cateteri venosi centrali, trombocitopenia, disfunzione epatica e renale, fragilità tissutale e frequenti procedure invasive che complessivamente concorrono a rendere i pazienti particolarmente suscettibili al tromboembolismo venoso, i DOACs aprono un nuovo scenario terapeutico molto promettente.","PeriodicalId":9447,"journal":{"name":"CARDIOLOGIA AMBULATORIALE","volume":"92 1","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2021-10-14","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"76276677","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2021-10-14DOI: 10.17473/1971-6818-2021-2-6
Franco Cosmi
Introduzione. Le linee guida sono delle raccomandazioni con diversi livelli di evidenza scientifica messe a punto dagli esperti individuati dalle Autorità Regolatorie e dalle Società Professionali per consentire i migliori standard di intervento diagnostico e terapeutico al momento disponibili. Con la Legge 24/2017 in Italia sono diventate di osservanza giurisprudenziale, anche se a tutt’oggi mancano ancora le raccomandazioni ministeriali previste. Scopo. L’obiettivo dello studio è la valutazione nella pratica ambulatoriale cardiologica corrente dell’adesione alle linee guida della Società Europea di Cardiologia (ESC) riguardo i 3 principali fattori di rischio cardiovascolare: quelle sull’ipertensione del 2018, sulle dislipidemie e diabete mellito del 2019. Sono state valutate le criticità cliniche, amministrative ed organizzative che rendono difficoltosa la loro applicazione. Metodi e risultati. I target di valori pressori raccomandati dalle linee guida europee nei pazienti con sindrome coronarica cronica ipertesi comportano difficoltà decisionali soprattutto riguardanti la persistenza di valori di pressione sistolica elevata ≥ 140 mmHg con diastolica < 70 mmHg, ritenuti pericolosi dalle linee guida, valori di sistolica < 130 mmHg nelle persone di età ≥ 65 anni e in quelle con valori < 120 mmHg di età inferiore. Sempre in questi pazienti, con dislipidemia, la normativa vigente non prevede la rimborsabilità dei farmaci inibitori PCSK9 nei pazienti con livelli di LDL superiori all’obiettivo indicato di 55 mg/dl ma inferiore a 100 mg/dl. Nei pazienti diabetici a rischio molto elevato non è prevista la possibilità prescrittiva del cardiologo e dei medici di medicina generale degli ipoglicemizzanti appartenenti alle categorie degli SGLT2-i e GLP1-ar nonostante questi farmaci siano raccomandati in classe I A. Per le difficoltà organizzative riscontrate la prescrizione è limitata al 15-20% dei pazienti a rischio cardiovascolare molto elevato. Conclusioni. Le linee guida rappresentano le raccomandazioni per la migliore terapia a disposizione da parte della medicina ufficiale. Esse aiutano il medico a prendere la decisione terapeutica più congrua allo stato dell’arte. Problematiche di ordine clinico, amministrativo ed organizzativo rendono difficili gli adeguati percorsi diagnosticoterapeutici ed assistenziali necessari per la loro applicazione nella pratica clinica rendendo non ottimale il trattamento dei tre principali fattori di rischio cardiovascolare. L’inerzia terapeutica conseguente alla fatica burocratica potrebbe esporre il medico a problematiche medico-legali imputabili più a meccanismi di sistema che alla sua competenza professionale.
{"title":"Te linee guida: la difficile applicazione tra clinica, scienza, giurisprudenza, sostenibilità economica ed organizzativa","authors":"Franco Cosmi","doi":"10.17473/1971-6818-2021-2-6","DOIUrl":"https://doi.org/10.17473/1971-6818-2021-2-6","url":null,"abstract":"Introduzione. Le linee guida sono delle raccomandazioni con diversi livelli di evidenza scientifica messe a punto dagli esperti individuati dalle Autorità Regolatorie e dalle Società Professionali per consentire i migliori standard di intervento diagnostico e terapeutico al momento disponibili. Con la Legge 24/2017 in Italia sono diventate di osservanza giurisprudenziale, anche se a tutt’oggi mancano ancora le raccomandazioni ministeriali previste. Scopo. L’obiettivo dello studio è la valutazione nella pratica ambulatoriale cardiologica corrente dell’adesione alle linee guida della Società Europea di Cardiologia (ESC) riguardo i 3 principali fattori di rischio cardiovascolare: quelle sull’ipertensione del 2018, sulle dislipidemie e diabete mellito del 2019. Sono state valutate le criticità cliniche, amministrative ed organizzative che rendono difficoltosa la loro applicazione. Metodi e risultati. I target di valori pressori raccomandati dalle linee guida europee nei pazienti con sindrome coronarica cronica ipertesi comportano difficoltà decisionali soprattutto riguardanti la persistenza di valori di pressione sistolica elevata ≥ 140 mmHg con diastolica < 70 mmHg, ritenuti pericolosi dalle linee guida, valori di sistolica < 130 mmHg nelle persone di età ≥ 65 anni e in quelle con valori < 120 mmHg di età inferiore. Sempre in questi pazienti, con dislipidemia, la normativa vigente non prevede la rimborsabilità dei farmaci inibitori PCSK9 nei pazienti con livelli di LDL superiori all’obiettivo indicato di 55 mg/dl ma inferiore a 100 mg/dl. Nei pazienti diabetici a rischio molto elevato non è prevista la possibilità prescrittiva del cardiologo e dei medici di medicina generale degli ipoglicemizzanti appartenenti alle categorie degli SGLT2-i e GLP1-ar nonostante questi farmaci siano raccomandati in classe I A. Per le difficoltà organizzative riscontrate la prescrizione è limitata al 15-20% dei pazienti a rischio cardiovascolare molto elevato. Conclusioni. Le linee guida rappresentano le raccomandazioni per la migliore terapia a disposizione da parte della medicina ufficiale. Esse aiutano il medico a prendere la decisione terapeutica più congrua allo stato dell’arte. Problematiche di ordine clinico, amministrativo ed organizzativo rendono difficili gli adeguati percorsi diagnosticoterapeutici ed assistenziali necessari per la loro applicazione nella pratica clinica rendendo non ottimale il trattamento dei tre principali fattori di rischio cardiovascolare. L’inerzia terapeutica conseguente alla fatica burocratica potrebbe esporre il medico a problematiche medico-legali imputabili più a meccanismi di sistema che alla sua competenza professionale.","PeriodicalId":9447,"journal":{"name":"CARDIOLOGIA AMBULATORIALE","volume":"43 1","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2021-10-14","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"76482732","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2021-10-14DOI: 10.17473/1971-6818-2021-2-5
Matteo Toma, G. Guglielmi, G. Crimi, I. Porto, Pietro Ameri
La stratificazione del rischio nei pazienti con ipertensione arteriosa polmonare (IAP) permette ai clinici di predire l’outcome e monitorare la progressione di malattia. Inoltre, risulta fondamentale per guidare le strategie di trattamento. Nell’ultimo decennio, numerosi score sono stati implementati per valutare il profilo di rischio dei pazienti con IAP e hanno dimostrato come il raggiungimento di un profilo di rischio basso sia associato ad una migliore sopravvivenza libera da trapianto a lungo termine. Ulteriori studi sono necessari per migliorare la valutazione del rischio, in particolare nei pazienti classificati come a rischio intermedio per i quali può risultare complesso effettuare delle scelte terapeutiche.
{"title":"La stratificazione del rischio nei pazienti con ipertensione arteriosa polmonare e ipertensione polmonare cronica tromboembolica","authors":"Matteo Toma, G. Guglielmi, G. Crimi, I. Porto, Pietro Ameri","doi":"10.17473/1971-6818-2021-2-5","DOIUrl":"https://doi.org/10.17473/1971-6818-2021-2-5","url":null,"abstract":"La stratificazione del rischio nei pazienti con ipertensione arteriosa polmonare (IAP) permette ai clinici di predire l’outcome e monitorare la progressione di malattia. Inoltre, risulta fondamentale per guidare le strategie di trattamento. Nell’ultimo decennio, numerosi score sono stati implementati per valutare il profilo di rischio dei pazienti con IAP e hanno dimostrato come il raggiungimento di un profilo di rischio basso sia associato ad una migliore sopravvivenza libera da trapianto a lungo termine. Ulteriori studi sono necessari per migliorare la valutazione del rischio, in particolare nei pazienti classificati come a rischio intermedio per i quali può risultare complesso effettuare delle scelte terapeutiche.","PeriodicalId":9447,"journal":{"name":"CARDIOLOGIA AMBULATORIALE","volume":"34 1","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2021-10-14","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"79311415","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2021-10-14DOI: 10.17473/1971-6818-2021-2-2
Luigi Fimiani, Giuseppe Andò, Marta Belmonte
La doppia terapia antiaggregante (DAPT) costituisce il gold standard del trattamento dei pazienti sottoposti a rivascolarizzazione miocardica percutanea (PCI), riducendo il rischio ischemico a breve ed a lungo termine, a costo di un aumento del rischio emorragico. Il rischio ischemico ed emorragico riconoscono cause comuni e spesso vanno contestualizzati nel quadro clinico globale di pazienti complessi, con plurime comorbidità. Verranno quindi delineati gli elementi da considerare per una adeguata gestione della DAPT in casi clinici complessi.
{"title":"Gestione della terapia antitrombotica dopo angioplastica coronarica nei pazienti complessi","authors":"Luigi Fimiani, Giuseppe Andò, Marta Belmonte","doi":"10.17473/1971-6818-2021-2-2","DOIUrl":"https://doi.org/10.17473/1971-6818-2021-2-2","url":null,"abstract":"La doppia terapia antiaggregante (DAPT) costituisce il gold standard del trattamento dei pazienti sottoposti a rivascolarizzazione miocardica percutanea (PCI), riducendo il rischio ischemico a breve ed a lungo termine, a costo di un aumento del rischio emorragico. Il rischio ischemico ed emorragico riconoscono cause comuni e spesso vanno contestualizzati nel quadro clinico globale di pazienti complessi, con plurime comorbidità. Verranno quindi delineati gli elementi da considerare per una adeguata gestione della DAPT in casi clinici complessi.","PeriodicalId":9447,"journal":{"name":"CARDIOLOGIA AMBULATORIALE","volume":"13 1","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2021-10-14","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"74570827","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2021-10-14DOI: 10.17473/1971-6818-2021-2-1
Alfio Ernesto Bianchi, A. Maggi, Riccardo Raddino
Il microbiota intestinale è un ecosistema batterico cha ha proprietà difensive per l’ospite ma che in particolari condizioni può produrre metaboliti tossici e dannosi per l’organismo. Metaboliti benefici sono gli acidi grassi a catena corta (SCAF), i metaboliti biliari ed i probiotici. Metaboliti dannosi sono la trimetilamina-N-ossidata (TMAO), i lipopolisaccaridi (LPS) e le tossine uremiche. La permeabilità della mucosa intestinale è la causa principale del passaggio in circolo di metaboliti dannosi. Il microbiota può intervenire in modo difensivo o dannoso in molte patologie cardiovascolari come la cardiopatia ischemica e lo scompenso ed in situazioni cliniche come il diabete, l’obesità, la malattia renale, la colite ulcerosa, il morbo di Chron e le malattie neurodegenerative. La dieta corretta è il cardine per mantenere una una favorevole funzionalità del microbiota.
{"title":"Il microbiota intestinale, tra salute e malattia: un vero attore a due facce","authors":"Alfio Ernesto Bianchi, A. Maggi, Riccardo Raddino","doi":"10.17473/1971-6818-2021-2-1","DOIUrl":"https://doi.org/10.17473/1971-6818-2021-2-1","url":null,"abstract":"Il microbiota intestinale è un ecosistema batterico cha ha proprietà difensive per l’ospite ma che in particolari condizioni può produrre metaboliti tossici e dannosi per l’organismo. Metaboliti benefici sono gli acidi grassi a catena corta (SCAF), i metaboliti biliari ed i probiotici. Metaboliti dannosi sono la trimetilamina-N-ossidata (TMAO), i lipopolisaccaridi (LPS) e le tossine uremiche. La permeabilità della mucosa intestinale è la causa principale del passaggio in circolo di metaboliti dannosi. Il microbiota può intervenire in modo difensivo o dannoso in molte patologie cardiovascolari come la cardiopatia ischemica e lo scompenso ed in situazioni cliniche come il diabete, l’obesità, la malattia renale, la colite ulcerosa, il morbo di Chron e le malattie neurodegenerative. La dieta corretta è il cardine per mantenere una una favorevole funzionalità del microbiota.","PeriodicalId":9447,"journal":{"name":"CARDIOLOGIA AMBULATORIALE","volume":"54 1","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2021-10-14","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"77889366","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2021-10-14DOI: 10.17473/1971-6818-2021-2-7
V. M. Parato, M. Scarano, Federica Traini, Simona Pelliccioni
Le disfunzioni tiroidee sono causa di turbe del ritmo cardiaco. Nello specifico, l’ipotiroidismo può causare blocchi atrio-ventricolari anche di II e III grado, talora complicati da deterioramento emodinamico. È ritenuto che tali turbe di conduzione possano essere reversibili a seguito di terapia di supplementazione con L-tiroxina. Presentiamo il caso di una donna di 87 anni con un quadro di deterioramento emodinamico per shock/severa ipotensione e rilievo all’ECG di BAV di alto grado con ritmo sostitutivo a FC di 26 bpm. A seguito di elettrostimolazione d’emergenza intraventricolare destra, la paziente è stata trattata con impianto di pacemaker permanente. Per il riscontro di un quadro di ipotiroidismo severo da tiroidite autoimmune, è stato iniziato un trattamento sostitutivo con L-tiroxina associata a prednisone. In sesta giornata si assisteva al ripristino di ritmo sinusale che risultava presente anche al followup di 21 giorni. Da una revisione della letteratura medica si evince che il BAV di II e III grado in presenza di ipotiroidismo è reversibile in una bassa percentuale di casi e che l’impianto di pacemaker permanente rimane una soluzione “quasi sempre” indicata.
{"title":"Blocco atrio-ventricolare di alto grado reversibile in paziente con ipotiroidismo","authors":"V. M. Parato, M. Scarano, Federica Traini, Simona Pelliccioni","doi":"10.17473/1971-6818-2021-2-7","DOIUrl":"https://doi.org/10.17473/1971-6818-2021-2-7","url":null,"abstract":"Le disfunzioni tiroidee sono causa di turbe del ritmo cardiaco. Nello specifico, l’ipotiroidismo può causare blocchi atrio-ventricolari anche di II e III grado, talora complicati da deterioramento emodinamico. È ritenuto che tali turbe di conduzione possano essere reversibili a seguito di terapia di supplementazione con L-tiroxina. Presentiamo il caso di una donna di 87 anni con un quadro di deterioramento emodinamico per shock/severa ipotensione e rilievo all’ECG di BAV di alto grado con ritmo sostitutivo a FC di 26 bpm. A seguito di elettrostimolazione d’emergenza intraventricolare destra, la paziente è stata trattata con impianto di pacemaker permanente. Per il riscontro di un quadro di ipotiroidismo severo da tiroidite autoimmune, è stato iniziato un trattamento sostitutivo con L-tiroxina associata a prednisone. In sesta giornata si assisteva al ripristino di ritmo sinusale che risultava presente anche al followup di 21 giorni. Da una revisione della letteratura medica si evince che il BAV di II e III grado in presenza di ipotiroidismo è reversibile in una bassa percentuale di casi e che l’impianto di pacemaker permanente rimane una soluzione “quasi sempre” indicata.","PeriodicalId":9447,"journal":{"name":"CARDIOLOGIA AMBULATORIALE","volume":"8 1","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2021-10-14","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"81827745","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2021-10-14DOI: 10.17473/1971-6818-2021-2-4
Riccardo Raddino, Angelica Cersosimo, Alfio Ernesto Bianchi, A. Maggi
Gli ormoni tiroidei hanno un impatto significativo sulla funzione e sulla struttura cardiaca. Gli effetti cardiaci intracellulari dell’ormone tiroideo T3 si esplicano attraverso due meccanismi: genomico e non genomico, mentre la definizione di ipertiroidismo o di ipotiroidismo si basa sui livelli sierici di TSH e di concentrazioni libere degli ormoni T3 e T4 (FT3, FT4).L’ipertiroidismo è caratterizzato da un aumento della frequenza cardiaca a riposo, del volume sanguigno, della gittata sistolica, della contrattilità miocardica, della frazione di eiezione e da un miglioramento del rilassamento diastolico. L’ipotiroidismo è associato a una ridotta gittata cardiaca a causa del ridotto rilassamento della muscolatura liscia vascolare e della ridotta disponibilità di ossido nitrico endoteliale con conseguente rigidità arteriosa, aumento della resistenza vascolare sistemica e minor ritorno venoso. In considerazione degli effetti dell’ormone T3 sui cardiomiociti e sulla fisiologia cardiovascolare e metabolica, sarebbe indicata una precoce ricerca sierica dei valori di TSH, FT3 e FT4 in tutti quei pazienti con disfunzione diastolica, fibrillazione atriale, PAH, blocchi atrioventricolari, così da garantire un trattamento precoce che può invertire l’evoluzione clinica e prevenire, così, il rischio di morte cardiovascolare.
{"title":"Effetti della malattia tiroidea sul sistema cardiovascolare","authors":"Riccardo Raddino, Angelica Cersosimo, Alfio Ernesto Bianchi, A. Maggi","doi":"10.17473/1971-6818-2021-2-4","DOIUrl":"https://doi.org/10.17473/1971-6818-2021-2-4","url":null,"abstract":"Gli ormoni tiroidei hanno un impatto significativo sulla funzione e sulla struttura cardiaca. Gli effetti cardiaci intracellulari dell’ormone tiroideo T3 si esplicano attraverso due meccanismi: genomico e non genomico, mentre la definizione di ipertiroidismo o di ipotiroidismo si basa sui livelli sierici di TSH e di concentrazioni libere degli ormoni T3 e T4 (FT3, FT4).L’ipertiroidismo è caratterizzato da un aumento della frequenza cardiaca a riposo, del volume sanguigno, della gittata sistolica, della contrattilità miocardica, della frazione di eiezione e da un miglioramento del rilassamento diastolico. L’ipotiroidismo è associato a una ridotta gittata cardiaca a causa del ridotto rilassamento della muscolatura liscia vascolare e della ridotta disponibilità di ossido nitrico endoteliale con conseguente rigidità arteriosa, aumento della resistenza vascolare sistemica e minor ritorno venoso. In considerazione degli effetti dell’ormone T3 sui cardiomiociti e sulla fisiologia cardiovascolare e metabolica, sarebbe indicata una precoce ricerca sierica dei valori di TSH, FT3 e FT4 in tutti quei pazienti con disfunzione diastolica, fibrillazione atriale, PAH, blocchi atrioventricolari, così da garantire un trattamento precoce che può invertire l’evoluzione clinica e prevenire, così, il rischio di morte cardiovascolare.","PeriodicalId":9447,"journal":{"name":"CARDIOLOGIA AMBULATORIALE","volume":"16 1","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2021-10-14","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"89474169","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}