Pub Date : 2022-03-22DOI: 10.17473/1971-6818-2021-4-7
A. Campana, M. De Pasquale, Renato Perrotti, M. Ravera, Michele Di Mauro
Le aritmie rappresentano una delle principali complicanze dell’infezione da SARS-CoV-2. È stato riportato che i pazienti COVID-19 ospedalizzati che presentano aritmie hanno un maggior numero di comorbidità e frequentemente sviluppano una malattia più grave. Sono molto limitate, al momento, le conoscenze inerenti le aritmie “lifethreatening” in pazienti con COVID-19 non ospedalizzati. Un paziente di 74 anni, obeso, coronaropatico, portatore di pacemaker, diabetico ed iperteso, si ammalò di COVID nel gennaio 2021. I Sanitari preposti lo assegnarono al trattamento domiciliare con antibiotici, cortisone, eparina sottocute ed ossigeno-terapia. Alcuni esami diagnostici strumentali furono eseguiti dopo la ripetuta negativizzazione del tampone molecolare. La tomografia computerizzata ad alta risoluzione del torace rivelò il quadro di una recente polmonite e l’ecocardiogramma mise in luce verosimili esiti di una pericardite. L’interrogazione del pacemaker evidenziò, inaspettatamente, un sorprendente numero di aritmie ventricolari potenzialmente fatali, tre le quali tachicardie ventricolari sostenute e non sostenute, occorse durante la fase acuta e subacuta della malattia. Considerata la buona funzione contrattile del ventricolo sinistro e la causa transitoria delle aritmie, completamente regredite nei ripetuti follow-up successivi, non si ritenne di procedere ad “upgrade” ad ICD ed il paziente fu indirizzato al monitoraggio remoto (MR). Aritmie minacciose possono verificarsi nei pazienti COVID trattati a domicilio, particolarmente in quelli con comorbidità; nei portatori di pacemaker affetti da infezione da SARS-CoV-2, l’uso del MR può giocare un ruolo decisivo nella diagnosi precoce delle aritmie.
{"title":"Aritmie ventricolari minacciose in un paziente COVID non ospedalizzato: potenziale ruolo del monitoraggio remoto del pacemaker","authors":"A. Campana, M. De Pasquale, Renato Perrotti, M. Ravera, Michele Di Mauro","doi":"10.17473/1971-6818-2021-4-7","DOIUrl":"https://doi.org/10.17473/1971-6818-2021-4-7","url":null,"abstract":"Le aritmie rappresentano una delle principali complicanze dell’infezione da SARS-CoV-2. È stato riportato che i pazienti COVID-19 ospedalizzati che presentano aritmie hanno un maggior numero di comorbidità e frequentemente sviluppano una malattia più grave. Sono molto limitate, al momento, le conoscenze inerenti le aritmie “lifethreatening” in pazienti con COVID-19 non ospedalizzati. Un paziente di 74 anni, obeso, coronaropatico, portatore di pacemaker, diabetico ed iperteso, si ammalò di COVID nel gennaio 2021. I Sanitari preposti lo assegnarono al trattamento domiciliare con antibiotici, cortisone, eparina sottocute ed ossigeno-terapia. Alcuni esami diagnostici strumentali furono eseguiti dopo la ripetuta negativizzazione del tampone molecolare. La tomografia computerizzata ad alta risoluzione del torace rivelò il quadro di una recente polmonite e l’ecocardiogramma mise in luce verosimili esiti di una pericardite. L’interrogazione del pacemaker evidenziò, inaspettatamente, un sorprendente numero di aritmie ventricolari potenzialmente fatali, tre le quali tachicardie ventricolari sostenute e non sostenute, occorse durante la fase acuta e subacuta della malattia. Considerata la buona funzione contrattile del ventricolo sinistro e la causa transitoria delle aritmie, completamente regredite nei ripetuti follow-up successivi, non si ritenne di procedere ad “upgrade” ad ICD ed il paziente fu indirizzato al monitoraggio remoto (MR). Aritmie minacciose possono verificarsi nei pazienti COVID trattati a domicilio, particolarmente in quelli con comorbidità; nei portatori di pacemaker affetti da infezione da SARS-CoV-2, l’uso del MR può giocare un ruolo decisivo nella diagnosi precoce delle aritmie.","PeriodicalId":9447,"journal":{"name":"CARDIOLOGIA AMBULATORIALE","volume":"11 5","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2022-03-22","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"91427897","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2022-03-22DOI: 10.17473/1971-6818-2021-4-6
Mauro Larcher
“Meglio la morte” si dice abbia esclamato Luigi XIV°, il Re Sole, ingurgitando l’ennesimo intruglio che i suoi archiatri protomedici gli propinavano, peraltro senza beneficio, per sedare il dolore della gangrena alla gamba che lo avrebbe presto portato alla tomba. Anche se il concetto è un po’ tirato per i capelli, questa esclamazione potrebbe essere considerata una dichiarazione anticipata di trattamento ante litteram.
“死总比死好”虽然这个概念有点夸张,但这个感叹号可以被认为是对利特兰治疗的早期声明。
{"title":"La dignità del morire. L’evoluzione del pensiero","authors":"Mauro Larcher","doi":"10.17473/1971-6818-2021-4-6","DOIUrl":"https://doi.org/10.17473/1971-6818-2021-4-6","url":null,"abstract":"“Meglio la morte” si dice abbia esclamato Luigi XIV°, il Re Sole, ingurgitando l’ennesimo intruglio che i suoi archiatri protomedici gli propinavano, peraltro senza beneficio, per sedare il dolore della gangrena alla gamba che lo avrebbe presto portato alla tomba. Anche se il concetto è un po’ tirato per i capelli, questa esclamazione potrebbe essere considerata una dichiarazione anticipata di trattamento ante litteram.","PeriodicalId":9447,"journal":{"name":"CARDIOLOGIA AMBULATORIALE","volume":"64 1","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2022-03-22","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"73007440","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Le malattie cardio-cerebrovascolari, nonostante la diminuzione della mortalità registrata negli ultimi anni, continuano a rappresentare in Italia una delle principali cause di morbosità, invalidità e mortalità. Secondo i dati Istat del 2017, il 10.4% di tutti i decessi è stato attribuito a malattie ischemiche del cuore (11.3% negli uomini e 9.6% nelle donne) e il 9.2% ad eventi cerebrovascolari (7.6% negli uomini e 10.7% nelle donne). Le Malattie Cardiovascolari sono tuttora anche la prima causa di ricovero ospedaliero in Italia (14.5% di tutti i ricoveri, circa 1 milione di ricoveri/anno). L’impatto della pandemia da coronavirus 2 della sindrome respiratoria acuta severa (SARS-CoV-2) in ambito cardiovascolare è stato particolarmente rilevante con un drastico calo di circa il 30-40% dei ricoveri per sindrome coronarica acuta (SCA) e scompenso cardiaco con conseguente grave ritardo nel ricorso alle cure. Si sono più che dimezzate anche le attività ambulatoriali penalizzando i follow-up dei pazienti post-SCA e di quelli con scompenso cardiaco, il monitoraggio dei pazienti con fibrillazione atriale ed in trattamento anticoagulante. L’impatto della Pandemia da SARS-CoV-2 nella ASL di Taranto è stato evidente con una riduzione degli accessi per eventi acuti e ricoveri (– 24%), e calo delle indagini cardiologiche (– 34%). Da un’analisi dei ricoveri in area cardiologica si è evidenziato un incremento degli exitus in età < 60 anni. La valutazione dei fattori di rischio cardiovascolari degli assistiti ha indicato la necessità di un territorio organizzato per la prevenzione di eventi acuti cardiovascolari. Tutto ciò ha reso necessario dei cambiamenti sugli assetti strutturali, organizzativi e tecnologici.
{"title":"La resilienza del sistema cardiologico nella pandemia SARS-CoV-2 e le proposte riorganizzative nella ASL Taranto","authors":"Cosima Farilla, S. Minerba, Salvatore Scorzafave, Giulia Stola, Vito Guerra, Gregorio Colacicco","doi":"10.17473/1971-6818-2021-4-4","DOIUrl":"https://doi.org/10.17473/1971-6818-2021-4-4","url":null,"abstract":"Le malattie cardio-cerebrovascolari, nonostante la diminuzione della mortalità registrata negli ultimi anni, continuano a rappresentare in Italia una delle principali cause di morbosità, invalidità e mortalità. Secondo i dati Istat del 2017, il 10.4% di tutti i decessi è stato attribuito a malattie ischemiche del cuore (11.3% negli uomini e 9.6% nelle donne) e il 9.2% ad eventi cerebrovascolari (7.6% negli uomini e 10.7% nelle donne). Le Malattie Cardiovascolari sono tuttora anche la prima causa di ricovero ospedaliero in Italia (14.5% di tutti i ricoveri, circa 1 milione di ricoveri/anno). L’impatto della pandemia da coronavirus 2 della sindrome respiratoria acuta severa (SARS-CoV-2) in ambito cardiovascolare è stato particolarmente rilevante con un drastico calo di circa il 30-40% dei ricoveri per sindrome coronarica acuta (SCA) e scompenso cardiaco con conseguente grave ritardo nel ricorso alle cure. Si sono più che dimezzate anche le attività ambulatoriali penalizzando i follow-up dei pazienti post-SCA e di quelli con scompenso cardiaco, il monitoraggio dei pazienti con fibrillazione atriale ed in trattamento anticoagulante. L’impatto della Pandemia da SARS-CoV-2 nella ASL di Taranto è stato evidente con una riduzione degli accessi per eventi acuti e ricoveri (– 24%), e calo delle indagini cardiologiche (– 34%). Da un’analisi dei ricoveri in area cardiologica si è evidenziato un incremento degli exitus in età < 60 anni. La valutazione dei fattori di rischio cardiovascolari degli assistiti ha indicato la necessità di un territorio organizzato per la prevenzione di eventi acuti cardiovascolari. Tutto ciò ha reso necessario dei cambiamenti sugli assetti strutturali, organizzativi e tecnologici.","PeriodicalId":9447,"journal":{"name":"CARDIOLOGIA AMBULATORIALE","volume":"42 1","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2022-03-22","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"89426072","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2022-03-22DOI: 10.17473/1971-6818-2021-4-5
Arnaldo Loner
Gli esseri umani stanno insieme, vivono insieme. Sono milioni nelle grandi capitali, poche migliaia nei piccoli centri. Il loro stare vicini cagiona e promuove incontri, relazioni, rapporti. Anche contrasti. Sono necessarie delle regole, una disciplina. Questo per ogni settore delle molteplici attività umane. La sanità rappresenta un elemento essenziale nella vita delle comunità e sussiste una particolare necessità di regolamentare compiutamente lo svolgimento di questa indispensabile attività di protezione della vita e della salute dell’uomo. Lo stato, con il parlamento e le istituzioni locali provvedono a disciplinare in modo dettagliato con specifiche disposizioni legislative il funzionamento delle organizzazioni sanitarie e il lavoro degli operatori sanitari. Vi sono numerose leggi che obbligano tutti i cittadini, non soltanto gli addetti alla sanità, all’applicazione ed al rispetto delle disposizioni.
{"title":"Il lavoro del medico: La legge, la deontologia","authors":"Arnaldo Loner","doi":"10.17473/1971-6818-2021-4-5","DOIUrl":"https://doi.org/10.17473/1971-6818-2021-4-5","url":null,"abstract":"Gli esseri umani stanno insieme, vivono insieme. Sono milioni nelle grandi capitali, poche migliaia nei piccoli centri. Il loro stare vicini cagiona e promuove incontri, relazioni, rapporti. Anche contrasti. Sono necessarie delle regole, una disciplina. Questo per ogni settore delle molteplici attività umane. La sanità rappresenta un elemento essenziale nella vita delle comunità e sussiste una particolare necessità di regolamentare compiutamente lo svolgimento di questa indispensabile attività di protezione della vita e della salute dell’uomo. Lo stato, con il parlamento e le istituzioni locali provvedono a disciplinare in modo dettagliato con specifiche disposizioni legislative il funzionamento delle organizzazioni sanitarie e il lavoro degli operatori sanitari. Vi sono numerose leggi che obbligano tutti i cittadini, non soltanto gli addetti alla sanità, all’applicazione ed al rispetto delle disposizioni.","PeriodicalId":9447,"journal":{"name":"CARDIOLOGIA AMBULATORIALE","volume":"22 3 1","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2022-03-22","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"82546774","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2022-03-22DOI: 10.17473/1971-6818-2021-4-1
Alfio Ernesto Bianchi, A. Maggi, F. Colombo, Riccardo Raddino
La Lipoproteina (a) [LP(a)] viene oggi ritenuta un emergente ed importante fattore di rischio cardiovascolare per la sua azione di tipo pro-aterogeno, pro-trombotico e pro-infiammatorio. L’incremento dei livelli plasmatici di LP(a) concorre a determinare un proporzionale incremento del rischio cardiovascolare. L’aumento plasmatico della LP(a) può favorire la comparsa di cardiopatia ischemica, di stenosi aortica e dello stroke. La riduzione dei livelli di LP(a) si può ottenere mediante l’utilizzo dell’anticorpo monoclonale (PCSK9i), dell’oligonucleotide antisense e del tutto recentemente mediante l’inclisiran. Le statine non hanno mostrato alcun effetto riduttivo sulla LP(a), anzi il loro utilizzo sembra possa incrementarne i valori.
{"title":"La lipoproteina (a): un fattore di rischio cardiovascolare complesso e polimorfo","authors":"Alfio Ernesto Bianchi, A. Maggi, F. Colombo, Riccardo Raddino","doi":"10.17473/1971-6818-2021-4-1","DOIUrl":"https://doi.org/10.17473/1971-6818-2021-4-1","url":null,"abstract":"La Lipoproteina (a) [LP(a)] viene oggi ritenuta un emergente ed importante fattore di rischio cardiovascolare per la sua azione di tipo pro-aterogeno, pro-trombotico e pro-infiammatorio. L’incremento dei livelli plasmatici di LP(a) concorre a determinare un proporzionale incremento del rischio cardiovascolare. L’aumento plasmatico della LP(a) può favorire la comparsa di cardiopatia ischemica, di stenosi aortica e dello stroke. La riduzione dei livelli di LP(a) si può ottenere mediante l’utilizzo dell’anticorpo monoclonale (PCSK9i), dell’oligonucleotide antisense e del tutto recentemente mediante l’inclisiran. Le statine non hanno mostrato alcun effetto riduttivo sulla LP(a), anzi il loro utilizzo sembra possa incrementarne i valori.","PeriodicalId":9447,"journal":{"name":"CARDIOLOGIA AMBULATORIALE","volume":"47 1","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2022-03-22","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"78410613","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2022-03-22DOI: 10.17473/1971-6818-2021-4-2
A. Gimelli, Filippo Cademartiri
Le tecniche di imaging invasivo e non invasivo stanno assumendo un ruolo sempre più importante nella valutazione diagnostica e prognostica delle malattie cardiovascolari. La crescente consapevolezza dell’uso e dei possibili effetti collaterali da radiazioni ionizzanti, sia sui pazienti che sugli operatori, ha stimolato l’introduzione di nuovi protocolli e lo sviluppo di nuove tecnologie per ridurre la quantità di dose erogata, mantenendo inalterata la qualità finale dell’esame in oggetto. Scopo di questa review è quello di analizzare da un punto di vista clinico e tecnico le strategie migliori per ottimizzare la strategia diagnostica riducendo al massimo l’esposizione di pazienti ed operatori.
{"title":"Imaging cardiologico e radiazioni ionizzanti nel 2022","authors":"A. Gimelli, Filippo Cademartiri","doi":"10.17473/1971-6818-2021-4-2","DOIUrl":"https://doi.org/10.17473/1971-6818-2021-4-2","url":null,"abstract":"Le tecniche di imaging invasivo e non invasivo stanno assumendo un ruolo sempre più importante nella valutazione diagnostica e prognostica delle malattie cardiovascolari. La crescente consapevolezza dell’uso e dei possibili effetti collaterali da radiazioni ionizzanti, sia sui pazienti che sugli operatori, ha stimolato l’introduzione di nuovi protocolli e lo sviluppo di nuove tecnologie per ridurre la quantità di dose erogata, mantenendo inalterata la qualità finale dell’esame in oggetto. Scopo di questa review è quello di analizzare da un punto di vista clinico e tecnico le strategie migliori per ottimizzare la strategia diagnostica riducendo al massimo l’esposizione di pazienti ed operatori.","PeriodicalId":9447,"journal":{"name":"CARDIOLOGIA AMBULATORIALE","volume":"19 1","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2022-03-22","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"80051115","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2022-03-22DOI: 10.17473/1971-6818-2021-4-8
D. Pancaldo, Gisella Amoroso, Enrico Armando, Antonia Bassignana, Umberto Barbero, Alberto Battisti, Giuliana Bricco, E. Cavallero, Aldo Coppolino, Livio Correndo, Sarah Dogliani, C. Iacovino, C. Moncalvo, M. Pavani, Letizia Valeri, Michele de Benedictis
La miocardite dopo vaccinazione con vaccino a mRNA per COVID 19 è un’evenienza rara ma documentata. La risonanza magnetica cardiaca è la metodica di riferimento per la diagnosi. L’evoluzione sostanzialmente benigna della miocardite permette di confermare che il rapporto fra il beneficio della vaccinazione ed il rischio di insorgenza di patologia infiammatoria miocardica ad essa connesso sia nettamente a favore del primo.
{"title":"Caso di miocardite acuta successiva a vaccinazione COVID 19","authors":"D. Pancaldo, Gisella Amoroso, Enrico Armando, Antonia Bassignana, Umberto Barbero, Alberto Battisti, Giuliana Bricco, E. Cavallero, Aldo Coppolino, Livio Correndo, Sarah Dogliani, C. Iacovino, C. Moncalvo, M. Pavani, Letizia Valeri, Michele de Benedictis","doi":"10.17473/1971-6818-2021-4-8","DOIUrl":"https://doi.org/10.17473/1971-6818-2021-4-8","url":null,"abstract":"La miocardite dopo vaccinazione con vaccino a mRNA per COVID 19 è un’evenienza rara ma documentata. La risonanza magnetica cardiaca è la metodica di riferimento per la diagnosi. L’evoluzione sostanzialmente benigna della miocardite permette di confermare che il rapporto fra il beneficio della vaccinazione ed il rischio di insorgenza di patologia infiammatoria miocardica ad essa connesso sia nettamente a favore del primo.","PeriodicalId":9447,"journal":{"name":"CARDIOLOGIA AMBULATORIALE","volume":"30 1","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2022-03-22","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"89927748","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2022-01-01DOI: 10.17473/1971-6818-2021-3-2
A. Carcagnì, Patrizia Presbitero
Le alterazioni ormonali e metaboliche della donna in menopausa sono alla base della comparsa dei principali fattori di rischio cardiovascolari (FRC), della formazione delle placche ateromasiche e di un aumento degli eventi cardiovascolari maggiori ad essa associate. L’insulino-resistenza correlata all’obesità centrale potenzia lo stato infiammatorio e di ipercoagulabilità, già presenti per la variazione del quadro ormonale. Il processo aterosclerotico nei vasi compare nella donna soprattutto dopo la menopausa e si associa ad un aumento di eventi ischemici cardiovascolari, anche acuti dovuti ad aterotrombosi. La formazione della placca nella donna, protetta fino ad allora dagli estrogeni, sembra subire una accelerazione in questa fase, eguagliando in pochi anni gli eventi cardiovascolari degli uomini, e diventando la principale causa di mortalità dopo i 75 anni. Questa rassegna mostra in che modo le alterazioni ormonali e l’insulino-resistenza portano all’insorgenza dei maggiori FRC come il diabete, l’ipertensione e la dislipidemia. Inoltre, evidenzia come l’aumento dello stato infiammatorio in menopausa associato ai FRC determina non solo la formazione della placca ateromasica, ma anche i fenomeni aterotrombotici e gli eventi cardiovascolari maggiori. La comparsa della placca ateromasica e la sua destabilizzazione legata allo stato infiammatorio diventano, quindi, la principale causa di morbilità e mortalità nella donna in menopausa. Pertanto, è importante limitare lo stato infiammatorio controllando l’insorgenza dell’obesità centrale e dell’insulino-resistenza principalmente con la dieta e l’esercizio fisico. Inoltre, è necessario istruire le donne in menopausa a riconoscere i sintomi associati ad eventi cardiovascolari. L’aumento della mortalità, soprattutto per cardiopatia ischemica (CPI) nella donna dipende spesso da un ritardo del trattamento anche per eventi acuti; pertanto, è necessario ricorrere più velocemente al trattamento per migliorare la prognosi.
{"title":"Rischio cardio-metabolico e aterotrombosi nella donna in menopausa","authors":"A. Carcagnì, Patrizia Presbitero","doi":"10.17473/1971-6818-2021-3-2","DOIUrl":"https://doi.org/10.17473/1971-6818-2021-3-2","url":null,"abstract":"Le alterazioni ormonali e metaboliche della donna in menopausa sono alla base della comparsa dei principali fattori di rischio cardiovascolari (FRC), della formazione delle placche ateromasiche e di un aumento degli eventi cardiovascolari maggiori ad essa associate. L’insulino-resistenza correlata all’obesità centrale potenzia lo stato infiammatorio e di ipercoagulabilità, già presenti per la variazione del quadro ormonale. Il processo aterosclerotico nei vasi compare nella donna soprattutto dopo la menopausa e si associa ad un aumento di eventi ischemici cardiovascolari, anche acuti dovuti ad aterotrombosi. La formazione della placca nella donna, protetta fino ad allora dagli estrogeni, sembra subire una accelerazione in questa fase, eguagliando in pochi anni gli eventi cardiovascolari degli uomini, e diventando la principale causa di mortalità dopo i 75 anni. Questa rassegna mostra in che modo le alterazioni ormonali e l’insulino-resistenza portano all’insorgenza dei maggiori FRC come il diabete, l’ipertensione e la dislipidemia. Inoltre, evidenzia come l’aumento dello stato infiammatorio in menopausa associato ai FRC determina non solo la formazione della placca ateromasica, ma anche i fenomeni aterotrombotici e gli eventi cardiovascolari maggiori. La comparsa della placca ateromasica e la sua destabilizzazione legata allo stato infiammatorio diventano, quindi, la principale causa di morbilità e mortalità nella donna in menopausa. Pertanto, è importante limitare lo stato infiammatorio controllando l’insorgenza dell’obesità centrale e dell’insulino-resistenza principalmente con la dieta e l’esercizio fisico. Inoltre, è necessario istruire le donne in menopausa a riconoscere i sintomi associati ad eventi cardiovascolari. L’aumento della mortalità, soprattutto per cardiopatia ischemica (CPI) nella donna dipende spesso da un ritardo del trattamento anche per eventi acuti; pertanto, è necessario ricorrere più velocemente al trattamento per migliorare la prognosi.","PeriodicalId":9447,"journal":{"name":"CARDIOLOGIA AMBULATORIALE","volume":"66 1","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2022-01-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"75866575","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2022-01-01DOI: 10.17473/1971-6818-2021-3-7
V. Carbone, Ferdinando Olivieri, Giovanni M. Carbone
Viene qui discusso un ECG registrato a un maschio di 17 anni giunto in Pronto Soccorso per palpitazioni. Il tracciato mostra una tachicardia sopraventricolare “regolarmente irregolare”, caratterizzata da un costante raggruppamento bigemino dei complessi QRS, che mostrano, altresì, un’alternanza elettrica. Tale presentazione elettrocardiografica rende l’aritmia oltremodo insidiosa, anche perché l’identificazione dell’attività atriale risulta non agevole. Tuttavia, un’analisi accurata dell’ECG consente di giungere alla diagnosi di flutter atriale tipico comune condotto con meccanismo di Wenckebach 3:2.
{"title":"Tachicardia a complessi stretti con bigeminismo ventricolare e alternanza elettrica","authors":"V. Carbone, Ferdinando Olivieri, Giovanni M. Carbone","doi":"10.17473/1971-6818-2021-3-7","DOIUrl":"https://doi.org/10.17473/1971-6818-2021-3-7","url":null,"abstract":"Viene qui discusso un ECG registrato a un maschio di 17 anni giunto in Pronto Soccorso per palpitazioni. Il tracciato mostra una tachicardia sopraventricolare “regolarmente irregolare”, caratterizzata da un costante raggruppamento bigemino dei complessi QRS, che mostrano, altresì, un’alternanza elettrica. Tale presentazione elettrocardiografica rende l’aritmia oltremodo insidiosa, anche perché l’identificazione dell’attività atriale risulta non agevole. Tuttavia, un’analisi accurata dell’ECG consente di giungere alla diagnosi di flutter atriale tipico comune condotto con meccanismo di Wenckebach 3:2.","PeriodicalId":9447,"journal":{"name":"CARDIOLOGIA AMBULATORIALE","volume":"8 1","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2022-01-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"89987362","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2022-01-01DOI: 10.17473/1971-6818-2021-3-3
Emilia Chiuini, Ketty Savino
Nei mesi successivi alla diffusione della pandemia da SARS-COV-2 molti pazienti hanno cominciato a riferire persistenza di sintomi dopo la guarigione dalla fase acuta, in prevalenza affaticamento, affanno, disturbi neurologici e psicologici. L’attenzione della comunità scientifica e delle strutture sanitarie si è dovuta quindi rivolgere a questa larga popolazione di individui con prolungamento della sintomatologia per analizzare l’impatto e le conseguenze del fenomeno, denominato “Long COVID”. I risultati delle raccolte dati a livello internazionale hanno mostrato una prevalenza netta del genere femminile in questa popolazione con sintomi persistenti. Il presente articolo passa in rassegna le caratteristiche del Long COVID, analizzando la sua incidenza sulla popolazione generale, la sua probabile eziologia, le differenze di genere e le conseguenze della pandemia in campo non solo sanitario ma anche socio-economico.
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