Pub Date : 2023-11-18DOI: 10.1016/S1639-870X(23)48538-8
V. Maso, P. Pâris, L. Santini, N. Fakhry
L’actinomicosi è una patologia rara causata da batteri anaerobi e filamentosi, gli Actinomyces, che si presenta sotto forma di tumefazione sottocutanea, infiammatoria e cronica il più delle volte. L’actinomicosi può avere varie localizzazioni, ma quella più spesso interessata è la regione cervicofacciale. Alcuni fattori favoriscono la comparsa di questa patologia (immunodepressione, trauma orale). La presentazione clinica è poco specifica e la diagnosi è spesso ritardata. Il quadro clinico può suggerire una patologia tumorale o anche una tubercolosi. L’evoluzione clinica può portare alla fistolizzazione cutanea della tumefazione. Il bilancio di diagnostica per immagini ed ematico è poco specifico. I prelievi batteriologici e anatomopatologici (agoaspirato, biopsia, tampone di pus) confermano la diagnosi. Per trattare l’actinomicosi si propone una terapia antibiotica, a volte associata a un trattamento chirurgico.
{"title":"Actinomicosi cervicofacciale","authors":"V. Maso, P. Pâris, L. Santini, N. Fakhry","doi":"10.1016/S1639-870X(23)48538-8","DOIUrl":"https://doi.org/10.1016/S1639-870X(23)48538-8","url":null,"abstract":"<div><p>L’actinomicosi è una patologia rara causata da batteri anaerobi e filamentosi, gli <em>Actinomyces</em>, che si presenta sotto forma di tumefazione sottocutanea, infiammatoria e cronica il più delle volte. L’actinomicosi può avere varie localizzazioni, ma quella più spesso interessata è la regione cervicofacciale. Alcuni fattori favoriscono la comparsa di questa patologia (immunodepressione, trauma orale). La presentazione clinica è poco specifica e la diagnosi è spesso ritardata. Il quadro clinico può suggerire una patologia tumorale o anche una tubercolosi. L’evoluzione clinica può portare alla fistolizzazione cutanea della tumefazione. Il bilancio di diagnostica per immagini ed ematico è poco specifico. I prelievi batteriologici e anatomopatologici (agoaspirato, biopsia, tampone di pus) confermano la diagnosi. Per trattare l’actinomicosi si propone una terapia antibiotica, a volte associata a un trattamento chirurgico.</p></div>","PeriodicalId":100439,"journal":{"name":"EMC - Otorinolaringoiatria","volume":"22 4","pages":"Pages 1-6"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2023-11-18","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"138412550","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2023-09-01DOI: 10.1016/S1639-870X(23)47939-1
M. Moutel , E. Canouï , C. Charlier , C. La Croix
Le manifestazioni oto-rino-laringoiatriche (ORL) della tubercolosi sono poco frequenti nei paesi ad alto reddito in virtù della bassa incidenza della malattia. La frequente banalità dei sintomi e il loro carattere polimorfo rendono la diagnosi difficile e spesso tardiva. La presenza di una sintomatologia resistente alle consuete terapie e di un terreno suggestivo deve far pensare alla tubercolosi. La diagnosi richiede prelievi microbiologici e anatomopatologici. La loro sensibilità a volte insufficiente può rendere necessaria la ripetizione degli esami. Senza trattamento, la tubercolosi è fatale nella grande maggioranza dei casi. La gestione terapeutica, sia medica che, talvolta, chirurgica, è complessa, ma comunque indispensabile per assicurare la guarigione del paziente ed evitare le recidive.
{"title":"Manifestazioni ORL della tubercolosi","authors":"M. Moutel , E. Canouï , C. Charlier , C. La Croix","doi":"10.1016/S1639-870X(23)47939-1","DOIUrl":"https://doi.org/10.1016/S1639-870X(23)47939-1","url":null,"abstract":"<div><p>Le manifestazioni oto-rino-laringoiatriche (ORL) della tubercolosi sono poco frequenti nei paesi ad alto reddito in virtù della bassa incidenza della malattia. La frequente banalità dei sintomi e il loro carattere polimorfo rendono la diagnosi difficile e spesso tardiva. La presenza di una sintomatologia resistente alle consuete terapie e di un terreno suggestivo deve far pensare alla tubercolosi. La diagnosi richiede prelievi microbiologici e anatomopatologici. La loro sensibilità a volte insufficiente può rendere necessaria la ripetizione degli esami. Senza trattamento, la tubercolosi è fatale nella grande maggioranza dei casi. La gestione terapeutica, sia medica che, talvolta, chirurgica, è complessa, ma comunque indispensabile per assicurare la guarigione del paziente ed evitare le recidive.</p></div>","PeriodicalId":100439,"journal":{"name":"EMC - Otorinolaringoiatria","volume":"22 3","pages":"Pages 1-8"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2023-09-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"49884289","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2023-09-01DOI: 10.1016/S1639-870X(23)47937-8
C. Benoit, E. Chebib, T. Van den Abbeele, N. Teissier
Le dispnee laringee del bambino sono frequenti, di varie eziologie e devono essere considerate gravi, dato il rischio di insufficienza respiratoria acuta a breve termine. Prima dei 6 mesi, sono molto spesso associate a stridore e le eziologie più frequenti sono la laringomalacia, la stenosi sottoglottica e l’immobilità laringea. Dopo i 6 mesi, le eziologie infettive sono frequenti (laringiti sottoglottiche acute, epiglottiti), ma si possono riscontrare anche stenosi sottoglottiche o papillomatosi, per esempio. A causa della funzione di incrocio aerodigestivo della laringe, le patologie responsabili di dispnea laringea sono spesso associate a disturbi dell’alimentazione e della voce. La sfida principale della gestione è valutare la gravità clinica e mettere in sicurezza le vie aeree prima di discutere qualsiasi gestione eziologica.
{"title":"Diagnosi delle dispnee laringee del bambino","authors":"C. Benoit, E. Chebib, T. Van den Abbeele, N. Teissier","doi":"10.1016/S1639-870X(23)47937-8","DOIUrl":"https://doi.org/10.1016/S1639-870X(23)47937-8","url":null,"abstract":"<div><p>Le dispnee laringee del bambino sono frequenti, di varie eziologie e devono essere considerate gravi, dato il rischio di insufficienza respiratoria acuta a breve termine. Prima dei 6 mesi, sono molto spesso associate a stridore e le eziologie più frequenti sono la laringomalacia, la stenosi sottoglottica e l’immobilità laringea. Dopo i 6 mesi, le eziologie infettive sono frequenti (laringiti sottoglottiche acute, epiglottiti), ma si possono riscontrare anche stenosi sottoglottiche o papillomatosi, per esempio. A causa della funzione di incrocio aerodigestivo della laringe, le patologie responsabili di dispnea laringea sono spesso associate a disturbi dell’alimentazione e della voce. La sfida principale della gestione è valutare la gravità clinica e mettere in sicurezza le vie aeree prima di discutere qualsiasi gestione eziologica.</p></div>","PeriodicalId":100439,"journal":{"name":"EMC - Otorinolaringoiatria","volume":"22 3","pages":"Pages 1-10"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2023-09-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"49884290","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2023-09-01DOI: 10.1016/S1639-870X(23)47938-X
N. Saroul (Praticien hospitalier) , J. Becaud (Praticien hospitalier) , M. Puechmaille (Praticien hospitalier universitaire) , A. Dissard (ORL libéral) , J.E. Petersen (Chef de clinique assistant des Hôpitaux) , T. Mom (Professeur des Universités, praticien hospitalier) , L. Gilain (Professeur des Universités, praticien hospitalier)
L’ingestione di corpi estranei esofagei è una situazione particolarmente frequente nella pratica clinica. Interessa tanto la popolazione pediatrica (la maggior parte dei corpi estranei ingeriti lo è da soggetti di età compresa tra i 6 mesi e i 6 anni) quanto la popolazione adulta. Il sito di blocco esofageo è il sito principale di blocco dei corpi estranei ingeriti. La maggior parte di essi passa spontaneamente. L’interrogatorio consente, nella maggior parte dei casi, di porre la diagnosi di corpi estranei dell’esofago, e le situazioni diagnostiche difficili sono rappresentate dalle situazioni in cui l’interrogatorio è impossibile (bambino, adulto con deficit mentale, ecc.). La clinica, più o meno integrata dalla diagnostica per immagini, consente tuttavia di formulare la diagnosi nella maggior parte dei casi. L’urgenza terapeutica dipende essenzialmente dalla tolleranza del paziente al corpo estraneo, ma anche dalla natura di tale corpo (batteria a bottone, corpi estranei taglienti, ecc.). Le modalità terapeutiche sono molteplici (astensione, trattamento farmacologico, fibroscopia flessibile o endoscopia rigida) e dipendono dalle competenze locali ma anche dalla natura del corpo estraneo. La presenza ma anche l’estrazione del corpo estraneo sono all’origine di complicanze la cui esistenza deve essere conosciuta per una gestione ottimale. In caso di ripetuti blocchi alimentari, è necessario realizzare un bilancio, alla ricerca di fattori favorenti.
{"title":"Corpi estranei esofagei","authors":"N. Saroul (Praticien hospitalier) , J. Becaud (Praticien hospitalier) , M. Puechmaille (Praticien hospitalier universitaire) , A. Dissard (ORL libéral) , J.E. Petersen (Chef de clinique assistant des Hôpitaux) , T. Mom (Professeur des Universités, praticien hospitalier) , L. Gilain (Professeur des Universités, praticien hospitalier)","doi":"10.1016/S1639-870X(23)47938-X","DOIUrl":"https://doi.org/10.1016/S1639-870X(23)47938-X","url":null,"abstract":"<div><p>L’ingestione di corpi estranei esofagei è una situazione particolarmente frequente nella pratica clinica. Interessa tanto la popolazione pediatrica (la maggior parte dei corpi estranei ingeriti lo è da soggetti di età compresa tra i 6 mesi e i 6 anni) quanto la popolazione adulta. Il sito di blocco esofageo è il sito principale di blocco dei corpi estranei ingeriti. La maggior parte di essi passa spontaneamente. L’interrogatorio consente, nella maggior parte dei casi, di porre la diagnosi di corpi estranei dell’esofago, e le situazioni diagnostiche difficili sono rappresentate dalle situazioni in cui l’interrogatorio è impossibile (bambino, adulto con deficit mentale, ecc.). La clinica, più o meno integrata dalla diagnostica per immagini, consente tuttavia di formulare la diagnosi nella maggior parte dei casi. L’urgenza terapeutica dipende essenzialmente dalla tolleranza del paziente al corpo estraneo, ma anche dalla natura di tale corpo (batteria a bottone, corpi estranei taglienti, ecc.). Le modalità terapeutiche sono molteplici (astensione, trattamento farmacologico, fibroscopia flessibile o endoscopia rigida) e dipendono dalle competenze locali ma anche dalla natura del corpo estraneo. La presenza ma anche l’estrazione del corpo estraneo sono all’origine di complicanze la cui esistenza deve essere conosciuta per una gestione ottimale. In caso di ripetuti blocchi alimentari, è necessario realizzare un bilancio, alla ricerca di fattori favorenti.</p></div>","PeriodicalId":100439,"journal":{"name":"EMC - Otorinolaringoiatria","volume":"22 3","pages":"Pages 1-12"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2023-09-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"49884291","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2023-09-01DOI: 10.1016/S1639-870X(23)47936-6
D. Vertu-Ciolino, A. Lebret
La bellezza di un viso deriva da una complessa alchimia basata sulle proporzioni delle sue parti e sull’espressività complessiva. Il naso è centrale nel viso, ma il suo ruolo è relativamente statico. Tuttavia, il suo carattere antiestetico può nuocere alla percezione della bellezza dell’insieme del viso, attirando l’attenzione o disturbando l’equilibrio generale. Pertanto, le richieste di interventi chirurgici sulla piramide nasale sono numerose e la rinoplastica è un intervento molto impegnativo. Il naso ha peraltro un ruolo funzionale capitale, che è assolutamente indispensabile rispettare. Prima di qualsiasi intervento chirurgico sul naso, l’analisi semeiologica del naso e del viso è un passaggio fondamentale perché consente di comprendere i meccanismi coinvolti nella comparsa della deformità. L’elaborazione di una tipologia nasale schematica orienta il chirurgo verso una buona comprensione degli elementi determinanti della forma del naso e guida la progettazione di un piano chirurgico logico. Occorre analizzare in un primo tempo lo schema di crescita del viso, poi il naso in un secondo tempo, perché il naso dipende dalle basi scheletriche sottostanti per la sua morfologia e il suo sviluppo. Infine, possono essere analizzati i difetti segmentari. A livello nasale, forma e funzione si uniscono, e una chirurgia morfologica precisa aiuta a preservare la funzione respiratoria nasale. La rinoplastica non è un intervento chirurgico stereotipato, ma si adatta a ciascun paziente per ripristinare l’armonia del viso nel suo insieme.
{"title":"Disarmonie nasali","authors":"D. Vertu-Ciolino, A. Lebret","doi":"10.1016/S1639-870X(23)47936-6","DOIUrl":"https://doi.org/10.1016/S1639-870X(23)47936-6","url":null,"abstract":"<div><p>La bellezza di un viso deriva da una complessa alchimia basata sulle proporzioni delle sue parti e sull’espressività complessiva. Il naso è centrale nel viso, ma il suo ruolo è relativamente statico. Tuttavia, il suo carattere antiestetico può nuocere alla percezione della bellezza dell’insieme del viso, attirando l’attenzione o disturbando l’equilibrio generale. Pertanto, le richieste di interventi chirurgici sulla piramide nasale sono numerose e la rinoplastica è un intervento molto impegnativo. Il naso ha peraltro un ruolo funzionale capitale, che è assolutamente indispensabile rispettare. Prima di qualsiasi intervento chirurgico sul naso, l’analisi semeiologica del naso e del viso è un passaggio fondamentale perché consente di comprendere i meccanismi coinvolti nella comparsa della deformità. L’elaborazione di una tipologia nasale schematica orienta il chirurgo verso una buona comprensione degli elementi determinanti della forma del naso e guida la progettazione di un piano chirurgico logico. Occorre analizzare in un primo tempo lo schema di crescita del viso, poi il naso in un secondo tempo, perché il naso dipende dalle basi scheletriche sottostanti per la sua morfologia e il suo sviluppo. Infine, possono essere analizzati i difetti segmentari. A livello nasale, forma e funzione si uniscono, e una chirurgia morfologica precisa aiuta a preservare la funzione respiratoria nasale. La rinoplastica non è un intervento chirurgico stereotipato, ma si adatta a ciascun paziente per ripristinare l’armonia del viso nel suo insieme.</p></div>","PeriodicalId":100439,"journal":{"name":"EMC - Otorinolaringoiatria","volume":"22 3","pages":"Pages 1-8"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2023-09-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"49884285","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2023-09-01DOI: 10.1016/S1639-870X(23)47935-4
S. Boucher , P. Avan
Dalla scoperta di due categorie di cellule sensoriali con ruoli diversi nell’organo del Corti, le cellule ciliate esterne amplificatrici e le cellule ciliate interne trasduttrici, lo studio dei loro ciuffi stereociliari ha rivelato un’architettura estremamente specializzata attorno a una meccanotrasduzione dalle prestazioni che raggiungono i limiti estremi della fisica, rispondendo con precisione a pressioni acustiche la cui ampiezza copre un intervallo da uno a un milione, per deflessioni alla soglia uditiva appena superiori al picometro. Parallelamente alle stereociglia e alla meccanotrasduzione, lo studio delle sinapsi uditive ha rivelato l’esistenza di sottili meccanismi di neurotrasmissione che consentono una codifica precisa delle intensità e delle strutture temporali fini. Sono state affinate le conoscenze sulla fisiologia dei fluidi endococleari, la loro produzione, la loro omeostasi ionica e il riciclo degli ioni coinvolti nella trasduzione. L’avvento della genetica, rapidamente seguito da quello della fisiologia molecolare, ha così permesso di scomporre i meccanismi fisiologici per iniziare a comprendere realmente il normale funzionamento dell’udito e come esso sia influenzato secondo la fisiopatologia del deficit. Così, grazie all’elettrofisiologia, questi progressi permettono oggi di precisare la diagnosi e di ipotizzare di risalire all’origine del danno uditivo. Lo scopo di questo articolo è aggiornare lo stato delle conoscenze che vanno dall’anatomia macroscopica alla fisiopatologia molecolare, a supporto della logica che dovrebbe ormai permettere di risalire alla causa precisa di una sordità neurosensoriale per rimediare ai disturbi percettivi che essa comporta e ipotizzare delle strade terapeutiche mirate.
{"title":"Fisiologia cocleare: anatomia e conoscenze cellulari e molecolari per la comprensione delle indagini elettrofisiologiche","authors":"S. Boucher , P. Avan","doi":"10.1016/S1639-870X(23)47935-4","DOIUrl":"https://doi.org/10.1016/S1639-870X(23)47935-4","url":null,"abstract":"<div><p>Dalla scoperta di due categorie di cellule sensoriali con ruoli diversi nell’organo del Corti, le cellule ciliate esterne amplificatrici e le cellule ciliate interne trasduttrici, lo studio dei loro ciuffi stereociliari ha rivelato un’architettura estremamente specializzata attorno a una meccanotrasduzione dalle prestazioni che raggiungono i limiti estremi della fisica, rispondendo con precisione a pressioni acustiche la cui ampiezza copre un intervallo da uno a un milione, per deflessioni alla soglia uditiva appena superiori al picometro. Parallelamente alle stereociglia e alla meccanotrasduzione, lo studio delle sinapsi uditive ha rivelato l’esistenza di sottili meccanismi di neurotrasmissione che consentono una codifica precisa delle intensità e delle strutture temporali fini. Sono state affinate le conoscenze sulla fisiologia dei fluidi endococleari, la loro produzione, la loro omeostasi ionica e il riciclo degli ioni coinvolti nella trasduzione. L’avvento della genetica, rapidamente seguito da quello della fisiologia molecolare, ha così permesso di scomporre i meccanismi fisiologici per iniziare a comprendere realmente il normale funzionamento dell’udito e come esso sia influenzato secondo la fisiopatologia del deficit. Così, grazie all’elettrofisiologia, questi progressi permettono oggi di precisare la diagnosi e di ipotizzare di risalire all’origine del danno uditivo. Lo scopo di questo articolo è aggiornare lo stato delle conoscenze che vanno dall’anatomia macroscopica alla fisiopatologia molecolare, a supporto della logica che dovrebbe ormai permettere di risalire alla causa precisa di una sordità neurosensoriale per rimediare ai disturbi percettivi che essa comporta e ipotizzare delle strade terapeutiche mirate.</p></div>","PeriodicalId":100439,"journal":{"name":"EMC - Otorinolaringoiatria","volume":"22 3","pages":"Pages 1-25"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2023-09-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"49884288","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2023-06-01DOI: 10.1016/S1639-870X(23)47792-6
V. Escabasse (Professeur) , S. Bartier (Docteur) , G. Mortuaire (Professeur)
L’apparato respiratorio è una vasta superficie di scambio con l’esterno (80-100 m2). Rappresenta il più grande confine esistente tra l’uomo e il suo ambiente, che contiene molti fattori di aggressione potenzialmente dannosi (batteri, virus, particelle tossiche e gas inalati). Lo stato dell’apparato respiratorio dipende quindi dalla qualità dell’aria inalata e dalle sue capacità di difesa. La funzione essenziale del sistema respiratorio nasosinusale è quella di filtrare l’aria. Pertanto la depurazione mucociliare e il sistema immunitario giocano un ruolo cruciale nell’assicurare la buona qualità dell’aria che arriva nell’alveolo polmonare. I contaminanti aerodispersi vengono intrappolati dal muco delle fosse nasali che viene trasportato dal movimento ciliare verso il crocevia aerodigestivo per essere lì eliminato. Questa funzione è svolta dall’epitelio delle vie aeree di conduzione, che si estendono dalle cavità nasali ai bronchioli e all’interno delle quali si distinguono le vie aeree superiori (cavità nasali, rinofaringe, faringe e laringe). Questo articolo descrive la fisiologia dell’epitelio delle vie aeree superiori e il suo ruolo nella difesa delle vie aeree.
{"title":"Fisiologia della mucosa respiratoria rinosinusale","authors":"V. Escabasse (Professeur) , S. Bartier (Docteur) , G. Mortuaire (Professeur)","doi":"10.1016/S1639-870X(23)47792-6","DOIUrl":"https://doi.org/10.1016/S1639-870X(23)47792-6","url":null,"abstract":"<div><p>L’apparato respiratorio è una vasta superficie di scambio con l’esterno (80-100 m<sup>2</sup>). Rappresenta il più grande confine esistente tra l’uomo e il suo ambiente, che contiene molti fattori di aggressione potenzialmente dannosi (batteri, virus, particelle tossiche e gas inalati). Lo stato dell’apparato respiratorio dipende quindi dalla qualità dell’aria inalata e dalle sue capacità di difesa. La funzione essenziale del sistema respiratorio nasosinusale è quella di filtrare l’aria. Pertanto la depurazione mucociliare e il sistema immunitario giocano un ruolo cruciale nell’assicurare la buona qualità dell’aria che arriva nell’alveolo polmonare. I contaminanti aerodispersi vengono intrappolati dal muco delle fosse nasali che viene trasportato dal movimento ciliare verso il crocevia aerodigestivo per essere lì eliminato. Questa funzione è svolta dall’epitelio delle vie aeree di conduzione, che si estendono dalle cavità nasali ai bronchioli e all’interno delle quali si distinguono le vie aeree superiori (cavità nasali, rinofaringe, faringe e laringe). Questo articolo descrive la fisiologia dell’epitelio delle vie aeree superiori e il suo ruolo nella difesa delle vie aeree.</p></div>","PeriodicalId":100439,"journal":{"name":"EMC - Otorinolaringoiatria","volume":"22 2","pages":"Pages 1-9"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2023-06-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"50204143","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2023-06-01DOI: 10.1016/S1639-870X(23)47796-3
A. Crambert , J.-B. Morvan , S. Marty , N. Gaubert , J.-B. Caruhel
Sia nella pratica civile che durante i recenti conflitti armati, circa un terzo delle ferite balistiche coinvolge la regione cefalica. Le ferite balistiche del viso e del collo, penetranti nella stragrande maggioranza dei casi, richiedono cure di emergenza stereotipate di fronte ai rischi di asfissia ed emorragia. Il paziente che presenta un tale danno deve essere trasferito in un centro specializzato con una piattaforma tecnica completa. La diagnosi iniziale della lesione si basa sull⬢esame clinico. Il riscontro di uno shock emorragico, di un ematoma cervicale espansivo e di un distress respiratorio secondario a una lesione laringotracheale deve portare a un⬢esplorazione chirurgica in estrema urgenza. Nei pazienti stabili, l⬢angio-TC fornisce una preziosa valutazione iniziale della lesione per guidare la gestione chirurgica. Queste ferite balistiche sono spesso accompagnate da danni alle strutture nervose cervicali e da danni al tratto digestivo. Questi ultimi devono essere sistematicamente ricercati, in quanto possono portare a gravi complicanze funzionali o infettive. La gestione a medio termine delle ferite balistiche facciali, spesso deturpanti, è stata rivoluzionata dall⬢avvento dei lembi liberi, recentemente assistiti da software di modellazione 3D. Oltre all⬢aspetto estetico, la sfida medicochirurgica consiste nel ripristinare la complessa funzionalità del volto. Solo il coinvolgimento di un⬢equipe multidisciplinare, medica e paramedica, può aiutare a superare la sfida.
{"title":"Ferite cervicofacciali da proiettili","authors":"A. Crambert , J.-B. Morvan , S. Marty , N. Gaubert , J.-B. Caruhel","doi":"10.1016/S1639-870X(23)47796-3","DOIUrl":"https://doi.org/10.1016/S1639-870X(23)47796-3","url":null,"abstract":"<div><p>Sia nella pratica civile che durante i recenti conflitti armati, circa un terzo delle ferite balistiche coinvolge la regione cefalica. Le ferite balistiche del viso e del collo, penetranti nella stragrande maggioranza dei casi, richiedono cure di emergenza stereotipate di fronte ai rischi di asfissia ed emorragia. Il paziente che presenta un tale danno deve essere trasferito in un centro specializzato con una piattaforma tecnica completa. La diagnosi iniziale della lesione si basa sull⬢esame clinico. Il riscontro di uno shock emorragico, di un ematoma cervicale espansivo e di un distress respiratorio secondario a una lesione laringotracheale deve portare a un⬢esplorazione chirurgica in estrema urgenza. Nei pazienti stabili, l⬢angio-TC fornisce una preziosa valutazione iniziale della lesione per guidare la gestione chirurgica. Queste ferite balistiche sono spesso accompagnate da danni alle strutture nervose cervicali e da danni al tratto digestivo. Questi ultimi devono essere sistematicamente ricercati, in quanto possono portare a gravi complicanze funzionali o infettive. La gestione a medio termine delle ferite balistiche facciali, spesso deturpanti, è stata rivoluzionata dall⬢avvento dei lembi liberi, recentemente assistiti da software di modellazione 3D. Oltre all⬢aspetto estetico, la sfida medicochirurgica consiste nel ripristinare la complessa funzionalità del volto. Solo il coinvolgimento di un⬢equipe multidisciplinare, medica e paramedica, può aiutare a superare la sfida.</p></div>","PeriodicalId":100439,"journal":{"name":"EMC - Otorinolaringoiatria","volume":"22 2","pages":"Pages 1-10"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2023-06-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"50204139","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2023-06-01DOI: 10.1016/S1639-870X(23)47793-8
X. Dufour (Professeur des Universités, praticien hospitalier), F. Carsuzaa (Chef de clinique assistant)
La faringite è una patologia frequente e il più delle volte benigna. Un’anamnesi e un esame obiettivo completi associati a ulteriori esami consentono di chiarire la diagnosi e di proporre una terapia adeguata. La faringite suppurativa o i flemmoni peritonsillari rappresentano l’eziologia più frequente delle infezioni oto-rino-laringoiatriche (ORL). La diagnosi è il più delle volte clinica e la gestione è medicochirurgica. La presenza di un’infezione parafaringea è più peggiorativa con rischi di mediastinite, ostruzione delle vie aeree superiori e trombosi della vena giugulare interna. La TC cervicotoracica è obbligatoria per chiarire la diagnosi e analizzare l’estensione dell’infezione. Il trattamento è chirurgico con drenaggio degli ascessi profondi associato a un’appropriata terapia antibiotica.
{"title":"Faringite e flemmone peritonsillare","authors":"X. Dufour (Professeur des Universités, praticien hospitalier), F. Carsuzaa (Chef de clinique assistant)","doi":"10.1016/S1639-870X(23)47793-8","DOIUrl":"https://doi.org/10.1016/S1639-870X(23)47793-8","url":null,"abstract":"<div><p>La faringite è una patologia frequente e il più delle volte benigna. Un’anamnesi e un esame obiettivo completi associati a ulteriori esami consentono di chiarire la diagnosi e di proporre una terapia adeguata. La faringite suppurativa o i flemmoni peritonsillari rappresentano l’eziologia più frequente delle infezioni oto-rino-laringoiatriche (ORL). La diagnosi è il più delle volte clinica e la gestione è medicochirurgica. La presenza di un’infezione parafaringea è più peggiorativa con rischi di mediastinite, ostruzione delle vie aeree superiori e trombosi della vena giugulare interna. La TC cervicotoracica è obbligatoria per chiarire la diagnosi e analizzare l’estensione dell’infezione. Il trattamento è chirurgico con drenaggio degli ascessi profondi associato a un’appropriata terapia antibiotica.</p></div>","PeriodicalId":100439,"journal":{"name":"EMC - Otorinolaringoiatria","volume":"22 2","pages":"Pages 1-7"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2023-06-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"50204144","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2023-06-01DOI: 10.1016/S1639-870X(23)47798-7
M. Durieux (Praticien hospitalier) , J. Mullie (Praticien hospitalier) , A. Maltezeanu (Interne des Hôpitaux) , F. Veyckmans (Praticien hospitalier) , P. Fayoux (Professeur des Universités, praticien hospitalier)
L’intubazione tracheale è un gesto essenziale, e persino vitale, nel contesto dell’anestesia generale e della rianimazione infantile. Assicura il controllo delle vie aeree, un prerequisito essenziale in queste due situazioni. Nei bambini piccoli, a causa di particolarità morfologiche, la valutazione, i punti di repere e le modalità tecniche dell’intubazione differiscono da quelli degli adulti. Queste particolarità sono molto marcate prima di un anno, ma rimangono significative fino all’età di 5 anni. Riguardano le strutture craniofacciali, orali, faringee, laringee e tracheali. Questo articolo mette in evidenza le differenze morfologiche nonché l’evoluzione delle vie respiratorie del bambino piccolo specificandone le conseguenze sulla laringoscopia e sull’intubazione. Sono dettagliati l’attrezzatura così come i punti tecnici essenziali dell’intubazione da conoscere. Le particolarità pediatriche sono quindi fondamentali da conoscere per ottimizzare la gestione delle vie respiratorie e l’intubazione tracheale del bambino.
{"title":"Intubazione del bambino","authors":"M. Durieux (Praticien hospitalier) , J. Mullie (Praticien hospitalier) , A. Maltezeanu (Interne des Hôpitaux) , F. Veyckmans (Praticien hospitalier) , P. Fayoux (Professeur des Universités, praticien hospitalier)","doi":"10.1016/S1639-870X(23)47798-7","DOIUrl":"https://doi.org/10.1016/S1639-870X(23)47798-7","url":null,"abstract":"<div><p>L’intubazione tracheale è un gesto essenziale, e persino vitale, nel contesto dell’anestesia generale e della rianimazione infantile. Assicura il controllo delle vie aeree, un prerequisito essenziale in queste due situazioni. Nei bambini piccoli, a causa di particolarità morfologiche, la valutazione, i punti di repere e le modalità tecniche dell’intubazione differiscono da quelli degli adulti. Queste particolarità sono molto marcate prima di un anno, ma rimangono significative fino all’età di 5 anni. Riguardano le strutture craniofacciali, orali, faringee, laringee e tracheali. Questo articolo mette in evidenza le differenze morfologiche nonché l’evoluzione delle vie respiratorie del bambino piccolo specificandone le conseguenze sulla laringoscopia e sull’intubazione. Sono dettagliati l’attrezzatura così come i punti tecnici essenziali dell’intubazione da conoscere. Le particolarità pediatriche sono quindi fondamentali da conoscere per ottimizzare la gestione delle vie respiratorie e l’intubazione tracheale del bambino.</p></div>","PeriodicalId":100439,"journal":{"name":"EMC - Otorinolaringoiatria","volume":"22 2","pages":"Pages 1-13"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2023-06-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"50204141","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}