Pub Date : 2018-08-01DOI: 10.13130/2282-0035/10523
M. Cambiaghi
L’articolo studia la relazione tra testo drammatico e lavoro dell’attore, in riferimento al suo fondamentale contributo alla creazione scenica della parte attraverso la “drammaturgia d’attore”. In tale prospettiva, un esempio interessante e rappresentato da Le ultime lune, commedia scritta da Furio Bordon nel 1992 e interpretata nel 1995 da Marcello Mastroianni come suo ultimo spettacolo teatrale. La commovente recitazione di Mastroianni divenne leggendaria, perche negli ultimi mesi della sua vita, l’attore si trovo veramente a vivere la condizione del personaggio; tuttavia, il testo, incentrato sul tema della senilita e dell’abbandono, attiro negli anni successivi, anche l’interesse di altri attori (Gastone Moschin, Gianrico Tedeschi, Maia Monzani), ottenendo nuove e interessanti messe in scena. Lo studio delle diverse interpretazioni consente di ricostruire la complessita del lavoro attoriale, attraverso tagli, adattamenti, dinamiche fonetiche e gestuali, che testimoniano come il testo drammatico non finisca mai di trasformarsi, ottenendo molteplici vite sulla scena.
{"title":"Dalla scrittura d’autore alla drammaturgia d’attore: il caso de Le ultime lune di Furio Bordon","authors":"M. Cambiaghi","doi":"10.13130/2282-0035/10523","DOIUrl":"https://doi.org/10.13130/2282-0035/10523","url":null,"abstract":"L’articolo studia la relazione tra testo drammatico e lavoro dell’attore, in riferimento al suo fondamentale contributo alla creazione scenica della parte attraverso la “drammaturgia d’attore”. In tale prospettiva, un esempio interessante e rappresentato da Le ultime lune, commedia scritta da Furio Bordon nel 1992 e interpretata nel 1995 da Marcello Mastroianni come suo ultimo spettacolo teatrale. La commovente recitazione di Mastroianni divenne leggendaria, perche negli ultimi mesi della sua vita, l’attore si trovo veramente a vivere la condizione del personaggio; tuttavia, il testo, incentrato sul tema della senilita e dell’abbandono, attiro negli anni successivi, anche l’interesse di altri attori (Gastone Moschin, Gianrico Tedeschi, Maia Monzani), ottenendo nuove e interessanti messe in scena. Lo studio delle diverse interpretazioni consente di ricostruire la complessita del lavoro attoriale, attraverso tagli, adattamenti, dinamiche fonetiche e gestuali, che testimoniano come il testo drammatico non finisca mai di trasformarsi, ottenendo molteplici vite sulla scena.","PeriodicalId":40153,"journal":{"name":"ACME-Annali della Facolta di Studi Umanistici dell Universita degli Studi di Milano","volume":null,"pages":null},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2018-08-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"48345378","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2018-08-01DOI: 10.13130/2282-0035/10519
G. Rugna
Nella lingua norrena vi e una distinzione nella collocazione del verbo finito tra la prosa, che ammette esclusivamente ordini V1 e V2, e la poesia, in cui sono attestati anche ordini V3 e V-late. Lo scopo del presente articolo consiste nel tentativo di esaminare tale distinzione, e in particolar modo sotto un quadro di riferimento teorico generativo. Se le analisi della sintassi del norreno in prosa individuano in C/I1 la posizione strutturale del verbo finito, uniformemente a testa iniziale, piu complesso e il discorso per il norreno in poesia, in cui sembrerebbe necessario ipotizzare una struttura con IP a testa variabile per derivare gli ordini V3 e V-late. Applicare una tale analisi, tuttavia, genera delle ambiguita strutturali in alcuni casi, e dei problemi di carattere teorico in altri. Recentemente e stata pero proposta un’analisi, sviluppata per altre lingue germaniche antiche, che oltre a risolvere i suddetti problemi offre un’interpretazione della funzione pragmatica degli ordini V3: quella di tematizzare elementi noti agli interlocutori.
{"title":"Osservazioni sulla sintassi dell’Edda Poetica","authors":"G. Rugna","doi":"10.13130/2282-0035/10519","DOIUrl":"https://doi.org/10.13130/2282-0035/10519","url":null,"abstract":"Nella lingua norrena vi e una distinzione nella collocazione del verbo finito tra la prosa, che ammette esclusivamente ordini V1 e V2, e la poesia, in cui sono attestati anche ordini V3 e V-late. Lo scopo del presente articolo consiste nel tentativo di esaminare tale distinzione, e in particolar modo sotto un quadro di riferimento teorico generativo. Se le analisi della sintassi del norreno in prosa individuano in C/I1 la posizione strutturale del verbo finito, uniformemente a testa iniziale, piu complesso e il discorso per il norreno in poesia, in cui sembrerebbe necessario ipotizzare una struttura con IP a testa variabile per derivare gli ordini V3 e V-late. Applicare una tale analisi, tuttavia, genera delle ambiguita strutturali in alcuni casi, e dei problemi di carattere teorico in altri. Recentemente e stata pero proposta un’analisi, sviluppata per altre lingue germaniche antiche, che oltre a risolvere i suddetti problemi offre un’interpretazione della funzione pragmatica degli ordini V3: quella di tematizzare elementi noti agli interlocutori.","PeriodicalId":40153,"journal":{"name":"ACME-Annali della Facolta di Studi Umanistici dell Universita degli Studi di Milano","volume":null,"pages":null},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2018-08-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"66226848","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2018-01-01DOI: 10.13130/2282-0035/12023
A. Preda
Questo contributo analizza il saggio di Giovanni Setti, Tassoni e Montaigne, pubblicato nella Miscellanea tassoniana, che Angelo Fortunato Formiggini edita nel 1908. Il confronto di Setti tra l’opera di Montaigne e i Pensieri di Tassoni non presenta un’argomentazione convincente ma mette in luce interessanti affinita – di pensiero e di scrittura – tra i due autori, ne sottolinea il tratto innovativo, in sintonia con l’esordio editoriale di Formiggini. Setti mostra un’ottima conoscenza del dibattito europeo che concerne l’opera di Montaigne e la storia editoriale del suo testo, e ci consegna un tassello, piccolo ma prezioso, della storia della ricezione italiana degli Essais.
{"title":"Leggere Montaigne agli inizi del ventesimo secolo: il contributo di Giovanni Setti","authors":"A. Preda","doi":"10.13130/2282-0035/12023","DOIUrl":"https://doi.org/10.13130/2282-0035/12023","url":null,"abstract":"Questo contributo analizza il saggio di Giovanni Setti, Tassoni e Montaigne, pubblicato nella Miscellanea tassoniana, che Angelo Fortunato Formiggini edita nel 1908. Il confronto di Setti tra l’opera di Montaigne e i Pensieri di Tassoni non presenta un’argomentazione convincente ma mette in luce interessanti affinita – di pensiero e di scrittura – tra i due autori, ne sottolinea il tratto innovativo, in sintonia con l’esordio editoriale di Formiggini. Setti mostra un’ottima conoscenza del dibattito europeo che concerne l’opera di Montaigne e la storia editoriale del suo testo, e ci consegna un tassello, piccolo ma prezioso, della storia della ricezione italiana degli Essais.","PeriodicalId":40153,"journal":{"name":"ACME-Annali della Facolta di Studi Umanistici dell Universita degli Studi di Milano","volume":null,"pages":null},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2018-01-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"66226543","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2018-01-01DOI: 10.13130/2282-0035/12020
Sara Zanni
EnglishThe « RecRoad – From Aquileia to Singidunum , reconstructing the paths of the Roman travelers » project’s objective is the reconstruction and mapping of the Roman itinerary from Aquileia to Singidunum (Belgrade, Serbia) and the analysis of the relationship between the ancient roads and the natural and cultural landscape. In this context, a fundamental role is played by water and rivers, which make cities wealthy, but endanger land-routes’ safety. This paper wants to explore, through the analysis of the complex relationship between land communication ways and hydrography, three exemplary cases: Aquileia territory, in Regio x, and the cases of Neviodunum and Marsonia, in Pannonia Superior. The integration of the available sources of information will enable a better comprehension of the issues due to the different environmental situations and the reconstruction of the choices made by Roman engineers in the planning of the roads. italianoIl progetto « RecRoad – From Aquileia to Singidunum, reconstructing the paths of the Roman travelers » si pone come obiettivo la ricostruzione e mappatura dell’itinerario romano da Aquileia a Singidunum (Belgrado, Serbia) e lo studio del rapporto che univa la viabilita antica al paesaggio naturale e culturale. In questo contesto, un ruolo fondamentale e giocato dall’acqua e dai fiumi, che rendono prospere le citta, ma mettono a rischio la sicurezza delle vie di terra. Questo contributo vuole esplorare, attraverso l’analisi del complesso rapporto fra viabilita terrestre e idrografia, tre casi esemplari di questa problematica : il territorio di Aquileia, nella Regio x, e i casi di Neviodunum e di Marsonia in Pannonia Superior. Integrando le fonti disponibili, sara possibile meglio comprendere i problemi posti dalle diverse situazioni territoriali e ricostruire le scelte attuate dagli ingegneri romani nella costruzione delle strade.
“RecRoad - From Aquileia to Singidunum,重建罗马旅行者的路径”项目的目标是重建和绘制从Aquileia到Singidunum(塞尔维亚贝尔格莱德)的罗马路线,并分析古代道路与自然和文化景观之间的关系。在这种情况下,水和河流发挥了根本作用,它们使城市富裕,但却危及陆路的安全。本文通过对陆地交通方式与水文的复杂关系的分析,以x地区的Aquileia领土和Pannonia Superior的Neviodunum和Marsonia三个典型案例进行探讨。整合现有的信息来源将使人们能够更好地理解由于不同的环境情况而产生的问题,并重建罗马工程师在规划道路时所做的选择。意大利项目“回顾之路——从Aquileia到Singidunum,重建罗马旅行者的路径”(塞尔维亚Belgrado),“回顾之路”(recittivo la ricostruzione),“回顾之路”(mappatura del’itinerario romano da Aquileia and Singidunum),“回顾之路”(studio del rapporto),“回顾之路”,“回顾之路”,“回顾之路”,“回顾之路”,“回顾之路”,“回顾之路”,“回顾之路”,“回顾之路”,“回顾之路”。在这一问题上,我们的基本原则是:我们的基本原则是:我们的基本原则是:我们的基本原则是:我们的基本原则是:我们的基本原则是:我们的基本原则是:我们的基本原则是:我们的基本原则是:我们的基本原则是:我们的基本原则是:我们的基本原则是:问题:促进全面探索、全面分析土地可生存性、全面分析问题、全面调查问题、全面调查问题、全面调查问题、全面调查问题、全面调查问题、全面调查问题、全面调查问题、全面调查问题、全面调查问题、全面调查问题、全面调查问题、全面调查问题和全面调查问题。整合可处置性,尽可能多地理解这一问题,在不同的情况下,在不同的领土上,在不同的区域,在不同的区域,在不同的区域,在不同的区域,在不同的区域,在不同的区域,在不同的区域,在不同的区域,在不同的区域,在不同的区域,在不同的区域,在不同的区域,在不同的区域,在不同的区域,在不同的区域,在不同的区域。
{"title":"D ’Aquilée (Italie) à Singidunum (Belgrade) : la route et le flfleuve","authors":"Sara Zanni","doi":"10.13130/2282-0035/12020","DOIUrl":"https://doi.org/10.13130/2282-0035/12020","url":null,"abstract":"EnglishThe « RecRoad – From Aquileia to Singidunum , reconstructing the paths of the Roman travelers » project’s objective is the reconstruction and mapping of the Roman itinerary from Aquileia to Singidunum (Belgrade, Serbia) and the analysis of the relationship between the ancient roads and the natural and cultural landscape. In this context, a fundamental role is played by water and rivers, which make cities wealthy, but endanger land-routes’ safety. This paper wants to explore, through the analysis of the complex relationship between land communication ways and hydrography, three exemplary cases: Aquileia territory, in Regio x, and the cases of Neviodunum and Marsonia, in Pannonia Superior. The integration of the available sources of information will enable a better comprehension of the issues due to the different environmental situations and the reconstruction of the choices made by Roman engineers in the planning of the roads. italianoIl progetto « RecRoad – From Aquileia to Singidunum, reconstructing the paths of the Roman travelers » si pone come obiettivo la ricostruzione e mappatura dell’itinerario romano da Aquileia a Singidunum (Belgrado, Serbia) e lo studio del rapporto che univa la viabilita antica al paesaggio naturale e culturale. In questo contesto, un ruolo fondamentale e giocato dall’acqua e dai fiumi, che rendono prospere le citta, ma mettono a rischio la sicurezza delle vie di terra. Questo contributo vuole esplorare, attraverso l’analisi del complesso rapporto fra viabilita terrestre e idrografia, tre casi esemplari di questa problematica : il territorio di Aquileia, nella Regio x, e i casi di Neviodunum e di Marsonia in Pannonia Superior. Integrando le fonti disponibili, sara possibile meglio comprendere i problemi posti dalle diverse situazioni territoriali e ricostruire le scelte attuate dagli ingegneri romani nella costruzione delle strade.","PeriodicalId":40153,"journal":{"name":"ACME-Annali della Facolta di Studi Umanistici dell Universita degli Studi di Milano","volume":null,"pages":null},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2018-01-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"66226489","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2018-01-01DOI: 10.13130/2282-0035/12026
Alessandro Colleoni
Le analisi che Paul Ricoeur ha dedicato alla tematica dell’immaginazione propongono una netta distinzione tra la sua dimensione produttiva e quella riproduttiva, di esplicita derivazione kantiana. Tale divaricazione sembra portare in alcuni testi all’identificazione della prima con il solo ambito linguistico e della seconda con ogni situazione che implichi un legame tra immaginazione e materiale percettivo, il che significherebbe abbandonare la prospettiva fenomenologica a favore di una visione unicamente ermeneutica. Sulla base di una proposta di stampo fenomenologico che cerca di superare questo divario, si propone una rilettura degli studi ricoeuriani sulla metafora e di quelli sul racconto individuando in particolare in questi ultimi una serie di elementi che vanno in questa stessa direzione.
{"title":"Creatività immaginativa e radicamento riproduttivo in paul ricoeur","authors":"Alessandro Colleoni","doi":"10.13130/2282-0035/12026","DOIUrl":"https://doi.org/10.13130/2282-0035/12026","url":null,"abstract":"Le analisi che Paul Ricoeur ha dedicato alla tematica dell’immaginazione propongono una netta distinzione tra la sua dimensione produttiva e quella riproduttiva, di esplicita derivazione kantiana. Tale divaricazione sembra portare in alcuni testi all’identificazione della prima con il solo ambito linguistico e della seconda con ogni situazione che implichi un legame tra immaginazione e materiale percettivo, il che significherebbe abbandonare la prospettiva fenomenologica a favore di una visione unicamente ermeneutica. Sulla base di una proposta di stampo fenomenologico che cerca di superare questo divario, si propone una rilettura degli studi ricoeuriani sulla metafora e di quelli sul racconto individuando in particolare in questi ultimi una serie di elementi che vanno in questa stessa direzione.","PeriodicalId":40153,"journal":{"name":"ACME-Annali della Facolta di Studi Umanistici dell Universita degli Studi di Milano","volume":null,"pages":null},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2018-01-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"66226561","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2018-01-01DOI: 10.13130/2282-0035/12021
A. Capriolo
Il presente contributo vuole fornire una ricostruzione storica degli affreschi presenti nella cappella della Madonna di Fatima della chiesa dei Santi Nereo e Achilleo di Milano. Partendo dalla edificazione della chiesa e dalla seguente dedicazione della cappella alla Madonna di Fatima, si esamina la ricomposizione delle circostanze che portarono il pittore bergamasco Vanni Rossi a eseguire gli affreschi concernenti i quindici misteri del Rosario e degli avvenimenti intercorsi ai tre pastorelli di Fatima nel 1917. In chiusura di articolo, infine, si ricostruisce il processo che porto il pittore sui ponteggi della cappella; in particolare il contributo vuole soffermarsi sulle figure del cardinale Schuster e di Monsignor Polvara, personaggi importanti per la cultura religiosa milanese durante il Ventennio fascista e nel primo periodo della ricostruzione postbellica, nonche committenti dei lavori per la decorazione della Cappella.
{"title":"Gli affreschi del pittore Vanni Rossi nella cappella della Madonna di Fatima in Milano","authors":"A. Capriolo","doi":"10.13130/2282-0035/12021","DOIUrl":"https://doi.org/10.13130/2282-0035/12021","url":null,"abstract":"Il presente contributo vuole fornire una ricostruzione storica degli affreschi presenti nella cappella della Madonna di Fatima della chiesa dei Santi Nereo e Achilleo di Milano. Partendo dalla edificazione della chiesa e dalla seguente dedicazione della cappella alla Madonna di Fatima, si esamina la ricomposizione delle circostanze che portarono il pittore bergamasco Vanni Rossi a eseguire gli affreschi concernenti i quindici misteri del Rosario e degli avvenimenti intercorsi ai tre pastorelli di Fatima nel 1917. In chiusura di articolo, infine, si ricostruisce il processo che porto il pittore sui ponteggi della cappella; in particolare il contributo vuole soffermarsi sulle figure del cardinale Schuster e di Monsignor Polvara, personaggi importanti per la cultura religiosa milanese durante il Ventennio fascista e nel primo periodo della ricostruzione postbellica, nonche committenti dei lavori per la decorazione della Cappella.","PeriodicalId":40153,"journal":{"name":"ACME-Annali della Facolta di Studi Umanistici dell Universita degli Studi di Milano","volume":null,"pages":null},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2018-01-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"66226496","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2018-01-01DOI: 10.13130/2282-0035/12017
C. Nobili
I ditirambi 17 e 18 di Bacchilide, incentrati sulla figura di Teseo, si prestano in particolar modo a un’indagine intervisuale, nel tentativo di rintracciare rimandi e allusioni alla produzione artistica contemporanea. Cio avviene in virtu del fatto che la saga di Teseo conosce ad Atene grande sviluppo in ambito iconografico fra il VI e il V secolo a.C., rimanendo invece ai margini della produzione poetica almeno fino alla meta del V secolo. Tale indagine fornisce anche utili indicazioni in merito all’occasione della performance – o ri-performance – dei due ditirambi, che puo essere identificata col festival ateniese delle Targelie.
{"title":"Elementi intervisuali nei ditirambi 17 e 18 di Bacchilide","authors":"C. Nobili","doi":"10.13130/2282-0035/12017","DOIUrl":"https://doi.org/10.13130/2282-0035/12017","url":null,"abstract":"I ditirambi 17 e 18 di Bacchilide, incentrati sulla figura di Teseo, si prestano in particolar modo a un’indagine intervisuale, nel tentativo di rintracciare rimandi e allusioni alla produzione artistica contemporanea. Cio avviene in virtu del fatto che la saga di Teseo conosce ad Atene grande sviluppo in ambito iconografico fra il VI e il V secolo a.C., rimanendo invece ai margini della produzione poetica almeno fino alla meta del V secolo. Tale indagine fornisce anche utili indicazioni in merito all’occasione della performance – o ri-performance – dei due ditirambi, che puo essere identificata col festival ateniese delle Targelie.","PeriodicalId":40153,"journal":{"name":"ACME-Annali della Facolta di Studi Umanistici dell Universita degli Studi di Milano","volume":null,"pages":null},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2018-01-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"66226439","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2018-01-01DOI: 10.13130/2282-0035/12019
Giuseppe Ciafardone
Nei dialoghi de divinatione (1.7) e de natura deorum (2.162), Cicerone presenta la polemica di Carneade contro la divinazione come una polemica antistoica. In questo articolo, che si ispira ad un studio di D.N. Sedley sugli argomenti teologici carneadei (Cic. nat. deor. 3.29-52; Sext. Emp. adv. math. 9.138-90), mi propongo di dimostrare che tale presentazione non corrisponde pienamente alle reali intenzioni di Carneade. Gli stoici furono senza dubbio i piu grandi teorici della divinazione, ragion per cui e legittimo supporre che essi fossero tra i bersagli preferiti da Carneade. Tuttavia, la loro concezione della divinazione e molto vicina a quella comunemente accolta nell’antichita e testimoniata da poeti e filosofi: propongo dunque che gli argomenti di Carneade siano considerati come un attacco alla divinazione per se, e non solo al modo in cui gli stoici la giustificarono filosoficamente.
{"title":"Il De divinatione ciceroniano e la polemica di Carneade contro la divinazione","authors":"Giuseppe Ciafardone","doi":"10.13130/2282-0035/12019","DOIUrl":"https://doi.org/10.13130/2282-0035/12019","url":null,"abstract":"Nei dialoghi de divinatione (1.7) e de natura deorum (2.162), Cicerone presenta la polemica di Carneade contro la divinazione come una polemica antistoica. In questo articolo, che si ispira ad un studio di D.N. Sedley sugli argomenti teologici carneadei (Cic. nat. deor. 3.29-52; Sext. Emp. adv. math. 9.138-90), mi propongo di dimostrare che tale presentazione non corrisponde pienamente alle reali intenzioni di Carneade. Gli stoici furono senza dubbio i piu grandi teorici della divinazione, ragion per cui e legittimo supporre che essi fossero tra i bersagli preferiti da Carneade. Tuttavia, la loro concezione della divinazione e molto vicina a quella comunemente accolta nell’antichita e testimoniata da poeti e filosofi: propongo dunque che gli argomenti di Carneade siano considerati come un attacco alla divinazione per se, e non solo al modo in cui gli stoici la giustificarono filosoficamente.","PeriodicalId":40153,"journal":{"name":"ACME-Annali della Facolta di Studi Umanistici dell Universita degli Studi di Milano","volume":null,"pages":null},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2018-01-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"66226481","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2018-01-01DOI: 10.13130/2282-0035/12016
L. Floridi
L’articolo intende chiarire le strategie selettive adottate da Luciano nella sua rivisitazione del mito di Alfeo e Aretusa in DMar. 3 e precisare il valore delle assenze: alcuni dettagli della tradizione, pur non presenti nel testo, compaiono infatti in filigrana, suggerendo l’ironica presa di distanza dell’autore dagli aspetti piu inverosimili e paradossali del mito, conformemente alla sua tendenza a dubitare di ogni dogmatismo e di ogni verita consacrata.
{"title":"«Lacune» e selezioni mitiche: Luc. DMar. 3 («Poseidone e Alfeo»)","authors":"L. Floridi","doi":"10.13130/2282-0035/12016","DOIUrl":"https://doi.org/10.13130/2282-0035/12016","url":null,"abstract":"L’articolo intende chiarire le strategie selettive adottate da Luciano nella sua rivisitazione del mito di Alfeo e Aretusa in DMar. 3 e precisare il valore delle assenze: alcuni dettagli della tradizione, pur non presenti nel testo, compaiono infatti in filigrana, suggerendo l’ironica presa di distanza dell’autore dagli aspetti piu inverosimili e paradossali del mito, conformemente alla sua tendenza a dubitare di ogni dogmatismo e di ogni verita consacrata.","PeriodicalId":40153,"journal":{"name":"ACME-Annali della Facolta di Studi Umanistici dell Universita degli Studi di Milano","volume":null,"pages":null},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2018-01-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"66226423","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2018-01-01DOI: 10.13130/2282-0035/12022
Lorenzo Napodano
EnglishDealing with Giulio Sambon implicates several aspects of the artistic context in Italy during the XIX century, and this is the reason why it is difficult to describe this figure through all the perspectives: the one of researcher, collector and merchant for painting, sculpture and archaeology too. This essay offers a basic reconstruction of this person through the main phases of his life and commercial activity, with the most relevant contacts among collectors and Milanese and foreign museums. The main tools are the catalogues of the auctions managed by his «impresa di vendite in Italia», the documents in the National Archives of Naples, Rome and Florence and especially the private archive of Sambon family in Paris, Archives Nationales de France. italianoAvere a che fare con Giulio Sambon significa toccare molti ambiti del contesto artistico dell’Italia ottocentesca. Proprio per questo motivo e difficile delineare la sua figura in una sola occasione e affrontando tutte le prospettive: in lui si fondono contemporaneamente l’anima dello studioso, del collezionista e del mercante per tutte le discipline artistiche, dalla pittura all’archeologia. Il presente contributo propone una ricostruzione basilare di questa figura, ripercorrendo le tappe salienti della vita e dell’attivita commerciale, attraverso i rapporti con collezionisti e musei milanesi e stranieri. Gli strumenti utilizzati per il lavoro sono i cataloghi d’asta della sua «impresa di vendite in Italia», i documenti conservati negli archivi di Napoli, Roma e Firenze, ma soprattutto il fondo privato della famiglia Sambon custodito a Parigi presso le Archives Nationales de France.
与朱利奥·桑邦打交道涉及到十九世纪意大利艺术背景的几个方面,这就是为什么很难从所有的角度来描述这个人物的原因:研究人员、收藏家和绘画、雕塑和考古商人。本文通过他生活和商业活动的主要阶段,以及收藏家和米兰及国外博物馆之间最相关的联系,提供了这个人的基本重建。主要的工具是他的“意大利印象”管理的拍卖目录,那不勒斯,罗马和佛罗伦萨国家档案馆的文件,特别是巴黎桑邦家族的私人档案,法国国家档案馆。意大利画家朱利奥·桑邦(Giulio Sambon)的作品《molti ambiti del contesto artitico dell’italia》是意大利当代艺术家的作品。“从问题的动机出发,从困难的角度来描述一个人的形象,从未来的角度来描述一个人的形象,从艺术的角度来描述一个人的艺术,从艺术的角度来描述一个人的商业,从考古学的角度来描述一个人的艺术。”我将在以下几个方面作出贡献:一是促进社会发展,二是促进社会发展,三是促进商业发展,三是促进商业发展,三是促进商业发展,三是促进商业发展。意大利国家档案馆:意大利国家档案馆:意大利国家档案馆:意大利国家档案馆:意大利国家档案馆:意大利国家档案馆:意大利国家档案馆:意大利国家档案馆:意大利国家档案馆:意大利国家档案馆:意大利国家档案馆:意大利国家档案馆:意大利国家档案馆:意大利国家档案馆:意大利国家档案馆
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