Pub Date : 2015-06-01DOI: 10.1016/S1769-6704(15)70638-8
I. Barthélémy (Professeur des Universités, praticien hospitalier) , N. Pham Dang (Praticien hospitalier) , J. Bardot (Professeur des Universités, praticien hospitalier) , D. Casanova (Professeur des Universités, praticien hospitalier)
La chirurgia ricostruttiva delle palpebre conosce uno sviluppo importante a causa della frequenza elevata dei carcinomi cutanei nella nostra popolazione anziana. Le tecniche di ricostruzione sono numerose e il chirurgo deve attuare quella che padroneggia meglio ottenendo, al tempo stesso, dei risultati oncologici, funzionali ed estetici soddisfacenti. La protezione del bulbo oculare, il ripristino del campo visivo e la discrezione del procedimento di ricostruzione sono gli obiettivi principali. La conoscenza dell’anatomia palpebrale è indispensabile. Le palpebre devono essere ricostruite piano per piano, a partire da tessuti vicini, morbidi e sottili ogni volta che sia possibile. La regola dei quarti di Mustarde è una guida fondamentale per la scelta della ricostruzione.
{"title":"Chirurgia ricostruttiva delle palpebre","authors":"I. Barthélémy (Professeur des Universités, praticien hospitalier) , N. Pham Dang (Praticien hospitalier) , J. Bardot (Professeur des Universités, praticien hospitalier) , D. Casanova (Professeur des Universités, praticien hospitalier)","doi":"10.1016/S1769-6704(15)70638-8","DOIUrl":"10.1016/S1769-6704(15)70638-8","url":null,"abstract":"<div><p>La chirurgia ricostruttiva delle palpebre conosce uno sviluppo importante a causa della frequenza elevata dei carcinomi cutanei nella nostra popolazione anziana. Le tecniche di ricostruzione sono numerose e il chirurgo deve attuare quella che padroneggia meglio ottenendo, al tempo stesso, dei risultati oncologici, funzionali ed estetici soddisfacenti. La protezione del bulbo oculare, il ripristino del campo visivo e la discrezione del procedimento di ricostruzione sono gli obiettivi principali. La conoscenza dell’anatomia palpebrale è indispensabile. Le palpebre devono essere ricostruite piano per piano, a partire da tessuti vicini, morbidi e sottili ogni volta che sia possibile. La regola dei quarti di Mustarde è una guida fondamentale per la scelta della ricostruzione.</p></div>","PeriodicalId":100455,"journal":{"name":"EMC - Tecniche Chirurgiche - Chirurgia Plastica? Ricostruttiva ed Estetica","volume":"13 2","pages":"Pages 1-19"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2015-06-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"https://sci-hub-pdf.com/10.1016/S1769-6704(15)70638-8","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"115939877","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2015-03-01DOI: 10.1016/S1769-6704(15)70599-1
J. Ellart (Interne des hôpitaux), V. Duquennoy-Martinot (Professeur des Universités, chef de service)
Il linfonodo sentinella è il primo linfonodo che drena il territorio del tumore. Il concetto del linfonodo sentinella si basa sulla nozione di progressione ordinata, senza salto di stazioni, delle cellule tumorali, a partire dal tumore primitivo lungo i dotti linfatici afferenti verso la prima stazione linfonodale. La linfoscintigrafia è attualmente la tecnica di riferimento per individuare questo linfonodo. La tecnica chirurgica richiede un apprendimento. L’anatomia patologica ricorre a delle tecniche di istologia standard e di immunoistochimica. Lo scopo di questo esame è di ricercare delle micrometastasi che segnano l’invasione linfonodale. Se il linfonodo sentinella è sano, gli altri linfonodi sono sani e lo svuotamento linfonodale, la cui morbilità non è trascurabile, è inutile. La lesione del linfonodo analizzato dà un’indicazione prognostica. Il rischio di recidiva del melanoma è, infatti, più elevato per i pazienti il cui linfonodo sentinella è interessato, rispetto a quelli il cui linfonodo sentinella è indenne. Non è stato dimostrato, a tutt’oggi, alcun beneficio sulla sopravvivenza globale e sulla sopravvivenza senza recidive. Lo stato del linfonodo sentinella permette di individuare delle sottopopolazioni di pazienti che possono trarre beneficio da un trattamento adiuvante nel quadro di studi clinici.
{"title":"Tecnica e indicazione del linfonodo sentinella nella chirurgia dei tumori cutanei","authors":"J. Ellart (Interne des hôpitaux), V. Duquennoy-Martinot (Professeur des Universités, chef de service)","doi":"10.1016/S1769-6704(15)70599-1","DOIUrl":"https://doi.org/10.1016/S1769-6704(15)70599-1","url":null,"abstract":"<div><p>Il linfonodo sentinella è il primo linfonodo che drena il territorio del tumore. Il concetto del linfonodo sentinella si basa sulla nozione di progressione ordinata, senza salto di stazioni, delle cellule tumorali, a partire dal tumore primitivo lungo i dotti linfatici afferenti verso la prima stazione linfonodale. La linfoscintigrafia è attualmente la tecnica di riferimento per individuare questo linfonodo. La tecnica chirurgica richiede un apprendimento. L’anatomia patologica ricorre a delle tecniche di istologia standard e di immunoistochimica. Lo scopo di questo esame è di ricercare delle micrometastasi che segnano l’invasione linfonodale. Se il linfonodo sentinella è sano, gli altri linfonodi sono sani e lo svuotamento linfonodale, la cui morbilità non è trascurabile, è inutile. La lesione del linfonodo analizzato dà un’indicazione prognostica. Il rischio di recidiva del melanoma è, infatti, più elevato per i pazienti il cui linfonodo sentinella è interessato, rispetto a quelli il cui linfonodo sentinella è indenne. Non è stato dimostrato, a tutt’oggi, alcun beneficio sulla sopravvivenza globale e sulla sopravvivenza senza recidive. Lo stato del linfonodo sentinella permette di individuare delle sottopopolazioni di pazienti che possono trarre beneficio da un trattamento adiuvante nel quadro di studi clinici.</p></div>","PeriodicalId":100455,"journal":{"name":"EMC - Tecniche Chirurgiche - Chirurgia Plastica? Ricostruttiva ed Estetica","volume":"13 1","pages":"Pages 1-13"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2015-03-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"https://sci-hub-pdf.com/10.1016/S1769-6704(15)70599-1","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"90028397","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2015-03-01DOI: 10.1016/S1769-6704(15)70600-5
V. Masson, M. Revol
Lo stravaso iatrogeno corrisponde al passaggio extravascolare di un prodotto di infusione e alla sua diffusione tissutale a livello del sito di iniezione. Benché le conseguenze dipendano dalla natura del prodotto in causa, i rischi di necrosi cutanea evolutiva e invalidante sono elevati. È sufficiente, per evitarle, eseguire in urgenza un’aspirazione-lavaggio chirurgica del sito anatomico interessato. Le indicazioni operatorie devono, quindi, essere ampie in urgenza. In caso di necrosi costituita, sono indicate le tecniche tradizionali di chirurgia plastica (innesti e lembi).
{"title":"Stravasi iatrogeni: gestione terapeutica","authors":"V. Masson, M. Revol","doi":"10.1016/S1769-6704(15)70600-5","DOIUrl":"https://doi.org/10.1016/S1769-6704(15)70600-5","url":null,"abstract":"<div><p>Lo stravaso iatrogeno corrisponde al passaggio extravascolare di un prodotto di infusione e alla sua diffusione tissutale a livello del sito di iniezione. Benché le conseguenze dipendano dalla natura del prodotto in causa, i rischi di necrosi cutanea evolutiva e invalidante sono elevati. È sufficiente, per evitarle, eseguire in urgenza un’aspirazione-lavaggio chirurgica del sito anatomico interessato. Le indicazioni operatorie devono, quindi, essere ampie in urgenza. In caso di necrosi costituita, sono indicate le tecniche tradizionali di chirurgia plastica (innesti e lembi).</p></div>","PeriodicalId":100455,"journal":{"name":"EMC - Tecniche Chirurgiche - Chirurgia Plastica? Ricostruttiva ed Estetica","volume":"13 1","pages":"Pages 1-8"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2015-03-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"https://sci-hub-pdf.com/10.1016/S1769-6704(15)70600-5","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"91725499","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2015-03-01DOI: 10.1016/S1769-6704(15)70601-7
E. Dantzer (Chef de service Centre des Brûlés)
La copertura delle perdite di sostanze cutanee è una problematica posta quotidianamente. Le tecniche classiche di chirurgia riparatrice fanno ricorso agli innesti e ai diversi lembi per arrivare alla chiusura chirurgica delle ferite. Dagli anni ′70, nuove vie di ricerca sono emerse per assicurare la sopravvivenza di pazienti ustionati su grandi aree. Si trattava delle colture cellulari di cheratinociti sviluppate da Grienwald e Green. In seguito, nuove vie sono state esplorate relativamente all’epidermide, ma anche alla porzione dermica della cute. Differenti sostituti, biologici, sintetici o biosintetici, sono a poco a poco comparsi sul mercato e sono stati messi a disposizione dei chirurghi per permettere loro di assicurare la sostituzione parziale o totale del rivestimento cutaneo, in modo transitorio o definitivo. Il loro attuale utilizzo resta ancora destinato essenzialmente ai grandi ustionati, ma dovrebbe fornire nuove opportunità chirurgiche per la gestione di ferite profonde ed estese che avvengono al momento di politraumi, di dermoipodermiti batteriche necrotizzanti o di vaste exeresi oncologiche.
{"title":"Indicazioni dei sostituti cutanei e degli alloinnesti","authors":"E. Dantzer (Chef de service Centre des Brûlés)","doi":"10.1016/S1769-6704(15)70601-7","DOIUrl":"https://doi.org/10.1016/S1769-6704(15)70601-7","url":null,"abstract":"<div><p>La copertura delle perdite di sostanze cutanee è una problematica posta quotidianamente. Le tecniche classiche di chirurgia riparatrice fanno ricorso agli innesti e ai diversi lembi per arrivare alla chiusura chirurgica delle ferite. Dagli anni ′70, nuove vie di ricerca sono emerse per assicurare la sopravvivenza di pazienti ustionati su grandi aree. Si trattava delle colture cellulari di cheratinociti sviluppate da Grienwald e Green. In seguito, nuove vie sono state esplorate relativamente all’epidermide, ma anche alla porzione dermica della cute. Differenti sostituti, biologici, sintetici o biosintetici, sono a poco a poco comparsi sul mercato e sono stati messi a disposizione dei chirurghi per permettere loro di assicurare la sostituzione parziale o totale del rivestimento cutaneo, in modo transitorio o definitivo. Il loro attuale utilizzo resta ancora destinato essenzialmente ai grandi ustionati, ma dovrebbe fornire nuove opportunità chirurgiche per la gestione di ferite profonde ed estese che avvengono al momento di politraumi, di dermoipodermiti batteriche necrotizzanti o di vaste exeresi oncologiche.</p></div>","PeriodicalId":100455,"journal":{"name":"EMC - Tecniche Chirurgiche - Chirurgia Plastica? Ricostruttiva ed Estetica","volume":"13 1","pages":"Pages 1-15"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2015-03-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"https://sci-hub-pdf.com/10.1016/S1769-6704(15)70601-7","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"90028398","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2014-12-01DOI: 10.1016/S1769-6704(14)68884-7
J.-P. Binder (Praticien hospitalier), J.-M. Servant (Professeur des Universités, praticien hospitalier), M. Revol (Professeur des Universités, praticien hospitalier)
I lembi cutanei (o cutaneoadiposi) sono delle strutture tissutali costituite da cute e grasso trasferite da una parte del corpo a un’altra. Essi possono essere vascolarizzati da plessi sottocutanei in continuità con la zona donatrice (lembo cutaneo casuale) oppure da un peduncolo arterovenoso (lembo a peduncolo vascolare assiale).
{"title":"Lembi cutanei","authors":"J.-P. Binder (Praticien hospitalier), J.-M. Servant (Professeur des Universités, praticien hospitalier), M. Revol (Professeur des Universités, praticien hospitalier)","doi":"10.1016/S1769-6704(14)68884-7","DOIUrl":"https://doi.org/10.1016/S1769-6704(14)68884-7","url":null,"abstract":"<div><p>I lembi cutanei (o cutaneoadiposi) sono delle strutture tissutali costituite da cute e grasso trasferite da una parte del corpo a un’altra. Essi possono essere vascolarizzati da plessi sottocutanei in continuità con la zona donatrice (lembo cutaneo casuale) oppure da un peduncolo arterovenoso (lembo a peduncolo vascolare assiale).</p></div>","PeriodicalId":100455,"journal":{"name":"EMC - Tecniche Chirurgiche - Chirurgia Plastica? Ricostruttiva ed Estetica","volume":"12 4","pages":"Pages 1-11"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2014-12-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"https://sci-hub-pdf.com/10.1016/S1769-6704(14)68884-7","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"137439244","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2014-12-01DOI: 10.1016/S1769-6704(14)68885-9
B. Chaput (Chef de clinique-assistant), J.-P. Chavoin (Professeur des Universités, praticien hospitalier), I. Garrido (Professeur des Universités, praticien hospitalier), J.-L. Grolleau (Professeur des Universités, praticien hospitalier), T. Méresse (Praticien hospitalier)
I recenti progressi in chirurgia plastica dell’addome consentono attualmente di prendere in carico in modo soddisfacente le pazienti che si presentano a visita per delle sequele di dimagrimento o di gravidanza. La chirurgia della parete addominale, che sia estetica o postbariatrica, fa parte integrante della nostra specialità e risponde a una forte richiesta dei pazienti, non solo estetica ma soprattutto funzionale. Il dimagrimento, a volte importante, lascia spazio, sotto alcune condizioni, a una gestione chirurgica volta a riabilitare il corpo alterato da eccedenze cutanee da postumi. Anche se essa si è perfettamente standardizzata, è opportuno non dimenticare che questa chirurgia non è priva di rischi. La conoscenza e la gestione di eventuali complicanze sono importanti quanto la chirurgia stessa. L’obiettivo di questo articolo è di esporre le tecniche moderne di dermolipectomia addominale anteriore e totale circolare discutendo le diverse modalità ad ogni tappa chirurgica.
{"title":"Dermolipectomia addominale e dermolipectomia totale circolare","authors":"B. Chaput (Chef de clinique-assistant), J.-P. Chavoin (Professeur des Universités, praticien hospitalier), I. Garrido (Professeur des Universités, praticien hospitalier), J.-L. Grolleau (Professeur des Universités, praticien hospitalier), T. Méresse (Praticien hospitalier)","doi":"10.1016/S1769-6704(14)68885-9","DOIUrl":"10.1016/S1769-6704(14)68885-9","url":null,"abstract":"<div><p>I recenti progressi in chirurgia plastica dell’addome consentono attualmente di prendere in carico in modo soddisfacente le pazienti che si presentano a visita per delle sequele di dimagrimento o di gravidanza. La chirurgia della parete addominale, che sia estetica o postbariatrica, fa parte integrante della nostra specialità e risponde a una forte richiesta dei pazienti, non solo estetica ma soprattutto funzionale. Il dimagrimento, a volte importante, lascia spazio, sotto alcune condizioni, a una gestione chirurgica volta a riabilitare il corpo alterato da eccedenze cutanee da postumi. Anche se essa si è perfettamente standardizzata, è opportuno non dimenticare che questa chirurgia non è priva di rischi. La conoscenza e la gestione di eventuali complicanze sono importanti quanto la chirurgia stessa. L’obiettivo di questo articolo è di esporre le tecniche moderne di dermolipectomia addominale anteriore e totale circolare discutendo le diverse modalità ad ogni tappa chirurgica.</p></div>","PeriodicalId":100455,"journal":{"name":"EMC - Tecniche Chirurgiche - Chirurgia Plastica? Ricostruttiva ed Estetica","volume":"12 4","pages":"Pages 1-9"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2014-12-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"https://sci-hub-pdf.com/10.1016/S1769-6704(14)68885-9","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"115772112","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2014-09-01DOI: 10.1016/S1769-6704(14)68034-7
M. Revol (Professeur des Universités, chirurgien des Hôpitaux)
Impropriamente definita «vaginoplastica», l’edoiopoiesi è la creazione chirurgica della vagina, del clitoride e delle labbra, nel quadro del transessualismo maschio-femmina (MtF). L’intervento di riassegnazione consiste da una parte nel rimuovere i testicoli, i corpi cavernosi e la maggior parte del bulbo spongioso dell’uretra e, dall’altra, nel creare una cavità neovaginale tra retto posteriormente e vescica anteriormente. La metodica di riferimento attuale per coprire questa cavità utilizza la cute del pene invertita e peduncolata in avanti verso l’addome. Un lembo cutaneo perineoscrotale a peduncolo posteriore può esservi associato. Quando la quantità di cute disponibile sul pene non è sufficiente, essa può essere prolungata con un innesto di cute totale prelevato o sullo scroto preventivamente epilato a questo scopo o nelle regioni inguinali o addominali. Limitate dalle costrizioni anatomiche, le dimensioni medie della neovagina così creata sono di 12 cm di lunghezza su 3 cm di diametro. Solo in caso di insufficienza e/o di insuccesso di questi metodi può essere ipotizzata la creazione di una neovagina mediante trapianto peduncolato di sigma. Il neoclitoride è creato a partire da un frammento dorsale del glande peduncolato su vasi e nervi dorsali del pene. Le grandi labbra sono create a partire dallo scroto. Quanto alla creazione delle piccole labbra, esistono diverse metodiche chirurgiche per darne l’illusione. I postumi operatori sono raramente semplici e l’utilizzo di conformatori morbidi è raccomandato per diverse settimane. Quanto ai dilatatori rigidi, essi comportano un rischio di fistola rettovaginale che limita la loro indicazione ai casi dove sono realmente necessari e secondo un protocollo adeguato. Malgrado tutte le sue difficoltà e i suoi rischi, a condizione di essere realizzata nel quadro di un’equipe multidisciplinare da un chirurgo esperto, questa chirurgia permette attualmente, nella grande maggioranza dei casi, di ottenere risultati estetici e funzionali molto buoni.
{"title":"Trasformazione genitale uomo-donna (edoiopoiesi)","authors":"M. Revol (Professeur des Universités, chirurgien des Hôpitaux)","doi":"10.1016/S1769-6704(14)68034-7","DOIUrl":"https://doi.org/10.1016/S1769-6704(14)68034-7","url":null,"abstract":"<div><p>Impropriamente definita «vaginoplastica», l’edoiopoiesi è la creazione chirurgica della vagina, del clitoride e delle labbra, nel quadro del transessualismo maschio-femmina (MtF). L’intervento di riassegnazione consiste da una parte nel rimuovere i testicoli, i corpi cavernosi e la maggior parte del bulbo spongioso dell’uretra e, dall’altra, nel creare una cavità neovaginale tra retto posteriormente e vescica anteriormente. La metodica di riferimento attuale per coprire questa cavità utilizza la cute del pene invertita e peduncolata in avanti verso l’addome. Un lembo cutaneo perineoscrotale a peduncolo posteriore può esservi associato. Quando la quantità di cute disponibile sul pene non è sufficiente, essa può essere prolungata con un innesto di cute totale prelevato o sullo scroto preventivamente epilato a questo scopo o nelle regioni inguinali o addominali. Limitate dalle costrizioni anatomiche, le dimensioni medie della neovagina così creata sono di 12 cm di lunghezza su 3 cm di diametro. Solo in caso di insufficienza e/o di insuccesso di questi metodi può essere ipotizzata la creazione di una neovagina mediante trapianto peduncolato di sigma. Il neoclitoride è creato a partire da un frammento dorsale del glande peduncolato su vasi e nervi dorsali del pene. Le grandi labbra sono create a partire dallo scroto. Quanto alla creazione delle piccole labbra, esistono diverse metodiche chirurgiche per darne l’illusione. I postumi operatori sono raramente semplici e l’utilizzo di conformatori morbidi è raccomandato per diverse settimane. Quanto ai dilatatori rigidi, essi comportano un rischio di fistola rettovaginale che limita la loro indicazione ai casi dove sono realmente necessari e secondo un protocollo adeguato. Malgrado tutte le sue difficoltà e i suoi rischi, a condizione di essere realizzata nel quadro di un’equipe multidisciplinare da un chirurgo esperto, questa chirurgia permette attualmente, nella grande maggioranza dei casi, di ottenere risultati estetici e funzionali molto buoni.</p></div>","PeriodicalId":100455,"journal":{"name":"EMC - Tecniche Chirurgiche - Chirurgia Plastica? Ricostruttiva ed Estetica","volume":"12 3","pages":"Pages 1-17"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2014-09-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"https://sci-hub-pdf.com/10.1016/S1769-6704(14)68034-7","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"72283329","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2014-09-01DOI: 10.1016/S1769-6704(14)68033-5
L. Chanel, A. André, J.-P. Chavoin, J.-L. Grolleau
Le gamme di medicazioni si arricchiscono ogni giorno con nuove associazioni di principi attivi. La medicazione ideale deve mantenere un ambiente umido, essere permeabile agli scambi gassosi, rimuovere l’essudato in eccesso e le componenti tossiche ed essere impermeabile ai liquidi e non aderente alla ferita. La sua scelta dipende dalle caratteristiche semeiologiche della ferita. Noi precisiamo le indicazioni e le regole di utilizzo di ogni categoria: idrogel, alginato, idrocolloide, idrofibra, idrocellulare, medicazione grassa e interfaccia, medicazione all’argento e al carbone, film di poliuretano e medicazioni adesive.
{"title":"Rassegna sulle medicazioni nelle ferite acute e croniche","authors":"L. Chanel, A. André, J.-P. Chavoin, J.-L. Grolleau","doi":"10.1016/S1769-6704(14)68033-5","DOIUrl":"https://doi.org/10.1016/S1769-6704(14)68033-5","url":null,"abstract":"<div><p>Le gamme di medicazioni si arricchiscono ogni giorno con nuove associazioni di principi attivi. La medicazione ideale deve mantenere un ambiente umido, essere permeabile agli scambi gassosi, rimuovere l’essudato in eccesso e le componenti tossiche ed essere impermeabile ai liquidi e non aderente alla ferita. La sua scelta dipende dalle caratteristiche semeiologiche della ferita. Noi precisiamo le indicazioni e le regole di utilizzo di ogni categoria: idrogel, alginato, idrocolloide, idrofibra, idrocellulare, medicazione grassa e interfaccia, medicazione all’argento e al carbone, film di poliuretano e medicazioni adesive.</p></div>","PeriodicalId":100455,"journal":{"name":"EMC - Tecniche Chirurgiche - Chirurgia Plastica? Ricostruttiva ed Estetica","volume":"12 3","pages":"Pages 1-9"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2014-09-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"https://sci-hub-pdf.com/10.1016/S1769-6704(14)68033-5","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"72283330","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2014-06-01DOI: 10.1016/S1769-6704(14)67291-0
J.-P. Chavoin, B. Chaput, F. Bodin, A. André, C. Crouzet, D. Gangloff, T. Meresse, I. Garrido, J.-L. Grolleau
La correzione chirurgica dei seni piccoli è uno degli interventi più praticati in chirurgia estetica: questo inestetismo ha, infatti, una forte ripercussione psicologica sulla donna e sulla sua femminilità, di cui il seno è un simbolo. L’utilizzo di protesi mammarie ha dimostrato la sua efficacia da 60 anni. Il chirurgo deve conoscere bene la loro composizione e le loro modalità di fabbricazione, prima di impiantarle. È altrettanto importante che egli compia le scelte corrette di vie d’accesso e di volume e che, soprattutto, non esiti a correggere una ptosi, malgrado la legittima reticenza della paziente di fronte ai postumi cicatriziali. L’indicazione corretta, la protesi corretta e la tecnica corretta sono i tre pilastri del successo e della riconoscenza eterna delle pazienti.
{"title":"Chirurgia delle ipotrofie mammarie","authors":"J.-P. Chavoin, B. Chaput, F. Bodin, A. André, C. Crouzet, D. Gangloff, T. Meresse, I. Garrido, J.-L. Grolleau","doi":"10.1016/S1769-6704(14)67291-0","DOIUrl":"10.1016/S1769-6704(14)67291-0","url":null,"abstract":"<div><p>La correzione chirurgica dei seni piccoli è uno degli interventi più praticati in chirurgia estetica: questo inestetismo ha, infatti, una forte ripercussione psicologica sulla donna e sulla sua femminilità, di cui il seno è un simbolo. L’utilizzo di protesi mammarie ha dimostrato la sua efficacia da 60 anni. Il chirurgo deve conoscere bene la loro composizione e le loro modalità di fabbricazione, prima di impiantarle. È altrettanto importante che egli compia le scelte corrette di vie d’accesso e di volume e che, soprattutto, non esiti a correggere una ptosi, malgrado la legittima reticenza della paziente di fronte ai postumi cicatriziali. L’indicazione corretta, la protesi corretta e la tecnica corretta sono i tre pilastri del successo e della riconoscenza eterna delle pazienti.</p></div>","PeriodicalId":100455,"journal":{"name":"EMC - Tecniche Chirurgiche - Chirurgia Plastica? Ricostruttiva ed Estetica","volume":"12 2","pages":"Pages 1-13"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2014-06-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"https://sci-hub-pdf.com/10.1016/S1769-6704(14)67291-0","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"128606316","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2014-06-01DOI: 10.1016/S1769-6704(14)67299-5
C. Bruant-Rodier, F. Bodin
La ricostruzione mammaria ricostruisce un volume dopo la mastectomia o immediatamente nello stesso tempo operatorio dell’exeresi o in maniera differita, attendendo un anno dopo la fine delle terapie radiochirurgiche. Le tecniche operatorie sono molteplici. Esse si suddividono in tecniche protesiche (protesi definitive o di espansione), in lembi (peduncolati o microchirurgici) e in tecniche miste che associano lembo (gran dorsale) e protesi. I siti di prelievo, situati inizialmente, per i lembi peduncolati, in prossimità della regione mammaria, si allontanano secondo le possibilità microchirurgiche: regione dorsale (lembo di gran dorsale con protesi o autologo), regione addominale (transverse rectus abdominis myocutaneous flap, deep inferior epigastric perforator flap, superficial inferior epigastric artery flap), regione glutea (superior and inferior gluteal artery perforator flaps), faccia interna della coscia (transverse musculocutaneous gracilis flap). Ogni procedura ha i suoi vantaggi e i suoi inconvenienti. Per le tecniche protesiche, il gesto chirurgico è semplice, senza prelievo tissutale, ma sono necessari dei reinterventi nel corso del tempo per sostituire la protesi e rendere definitiva la simmetria del risultato. Per le tecniche con lembi, il gesto chirurgico è più pesante, con un sito di prelievo, ma il risultato è più stabile nel tempo. Le indicazioni sono poste in funzione di numerosi criteri. Lo stato dei tessuti in zona mammaria è l’elemento clinico fondamentale che, fin dall’inizio, consente la ricostruzione protesica o, al contrario, orienta verso un prelievo tissutale. La morfologia della paziente e della sua mammella controlaterale, la distribuzione degli eccessi tissutali, lo stato generale e lo stato vascolare sono altrettanti elementi clinici che il chirurgo confronterà con i desideri e le priorità espressi dalla paziente. La grande tecnicità del chirurgo e l’ascolto della paziente per una scelta illuminata sono la garanzia di una soddisfazione finale, obiettivo essenziale della ricostruzione mammaria.
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